Sava, agricoltore si recide l’arteria femorale con la motosega: morto dissanguato
SAVA – Si recide l’arteria femorale con una motosega mentre è a lavoro nei campi: morto dissanguato un 65enne di Sava. Il tragico incidente si è verificato questa mattina nelle campagne tra Sava e Francavilla Fontana.
L’uomo era a lavoro per la potatura di un albero di ulivo e si è ferito con la motosega a batteria: l’utensile gli ha reciso l’arteria femorale. Inutile l’intervento del 118 chiamato dal figlio che era con lui e che ha visto il padre morire dissanguato.
Sul posto i carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana che dopo i rilievi e la certificazione di morte accidentale, su disposizione del magistrato di turno hanno liberato la salma e l’hanno riconsegnata ai familiari per il funerale.
Muore schiacciato dal furgone dell’amico che stava riparando
Tragedia all’ora di pranzo a Chiesanuova di Conselice, nel Ravennate: la vittima aveva 36 anni e viveva a Imola. Vani i soccorsi
Conselice (Ravenna), 1 febbraio 2025 – Tragedia oggi poco dopo mezzogiorno a Chiesanuova di Conselice, in provincia di Ravenna, dove un giovane di 36 anni, residente a Imola, ha perso la vita dopo essere stato schiacciato dal peso del furgone Mercedes ‘Vito’ di un amico.
Cosa è successo: la dinamica
Il 36enne stava effettuando lavori di manutenzione sotto al mezzo che poi l’ha schiacciato.
L’esatta dinamica del gravissimo episodio è comunque in corso di accertamento: sembrerebbe essere riconducibile all’improvviso cedimento (o scivolamento) del cric o comunque di un’altra struttura di supporto utilizzata per sollevare il furgone.
Incidente sulla A14, autotrasportatore muore dopo schianto all’ingresso di una galleria
Nell’impatto l’uomo è rimasto incastrato fra le lamiere ed è deceduto. Parte del carico del mezzo, olio lubrificante in fusti, si è riversato sulla carreggiata e ciò ha reso necessario istituire l’uscita obbligatoria a Francavilla invece al Mare-Pescara sud
Incidente stradale mortale sull’autostrada A14. Lo schianto è avvenuto questa mattina in direzione Sud, nel territorio di Miglianico (Chieti). A perdere la vita un autotrasportatore italiano di 63 anni. Si tratta del secondo autista di un autoarticolato che finisce contro la parete d’ingresso della galleria Lazzaretto, tra Francavilla al Mare e Ortona (Chieti).
Nell’impatto, l’uomo è rimasto incastrato fra le lamiere ed è morto. Ferito il collega che era con lui. Parte del carico del mezzo, olio lubrificante in fusti, si è riversato sulla carreggiata e questo ha reso necessario istituire l’uscita obbligatoria a Francavilla invece al Mare-Pescara sud. Sul posto sono intervenuti la Polizia Autostradale di Pescara Nord, che sta facendo accertamenti sulle cause dell’incidente, i Vigili del Fuoco e il 118. All’interno del tratto chiuso – tra Pescara Sud e Ortona – il traffico è rimasto bloccato inizialmente con 2 km di coda.
Incidente sul lavoro a Mantova, 27enne morto schiacciato a Marcaria
Si chiamava Sebastiano Torreggiani e stava lavorando da solo quando è stato travolto da una rotoballa. L’allarme è scattato poco dopo le 8 ma i soccorritori giunti sul luogo dell’incidente non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso
A Marcaria, in provincia di Mantova, un ventisettenne, Sebastiano Torreggiani, è morto dopo essere stato schiacciato da una rotoballa di fieno. Il giovane stava lavorando da solo. L’allarme è scattato poco dopo le 8 ma i soccorritori giunti sul luogo dell’incidente non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Il giovane, residente a Guidizzolo, in provincia di Mantova, questa mattina stava lavorando da solo in un campo quando una rotoballa di fieno l’ha travolto causandone la morte. Quando l’allarme è scattato e i mezzi del 118 sono giunti sul luogo era ormai troppo tardi. Sul posto sono intervenuti i tecnici di medicina del lavoro di Ats Vapadana e i carabinieri per ricostruire la dinamica dell’accaduto e svolgere tutti gli accertamenti necessari.
Operaio morto nel Padovano: incidente sul lavoro, fatale caduta dal tetto a 7 metri di altezza
Ancora una morte sul lavoro in Veneto, oggi mercoledì 29 gennaio 2025: un operaio di 59 anni è morto dopo essere caduto da un tetto, ad un altezza di circa 7 metri, a Campo San Martino, nel Padovano. Secondo quanto appreso l’uomo, esperto di impianti, stava facendo un sopralluogo alla società Zago.
Sul luogo della tragedia sono arrivati il personale medico del Suem 118. I sanitari hanno constato il decesso a causa dei traumi riportati alla testa. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Piazzola sul Brenta, che hanno svolto accertamenti, e personale Spisal di Camposampiero.
Orzinuovi, operaio di 21 anni rimane incastrato fra due nastri trasportatori di un caseificio: è in gravi condizioni
Il giovane, dipendente di una ditta esterna, stava svolgendo un intervento di manutenzione alla Ferretti quando si è verificato l’incidente. È stato portato con l’elisoccorso ai Civili di Brescia
Orzinuovi (Brescia), 29 gennaio 2025 – Un ragazzo di 21 anni, questa mattina alle 8 e 30 circa ha avuto un grave infortunio sul lavoro mentre stava eseguendo alcune operazioni al caseificio Ferretti di via Verolanuova. Per motivi ancora da chiarire da parte dei vigili del fuoco, dei carabinieri e dell’ufficio del lavoro dell’Ats il giovane è rimasto incastrato tra due nastri trasportatori.
Il giovane è dipendente di un’azienda esterna e in quel momento stava facendo le pulizie. Ha riportato varie ferite e lesioni. I presenti hanno immediatamente chiesto aiuto al numero unico per le emergenze 112, che sul posto ha mandato il 118, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine, oltre all’ats. Il ferito è stato portato in eliambulanza agli Spedali Civili di Brescia. Non è in pericolo di vita.
Cade in acqua dalla barca, morto un uomo
È successo oggi a Mestre, nel canal Salso. La vittima era al lavoro per un’azienda di trasporto merci
Un uomo di 49 anni, Alessandro Brunello, è morto annegato a Mestre nel pomeriggio di oggi, 29 gennaio, pare durante le operazioni di rifornimento carburante di una barca di trasporto merci. Si trovava nel Canal Salso all’altezza della marina Scafoclub, a poca distanza dalla stazione di Porto Marghera. Dalle prime informazioni, sembra che si stesse fermando per fare gasolio al distributore nautico quando, per motivi ancora non appurati, avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe caduto in acqua dall’imbarcazione.
L’incidente, in base a quanto emerso, sarebbe avvenuto mentre Brunello era in servizio di lavoro: per questo, per eseguire gli accertamenti e fare chiarezza sull’accaduto, è intervenuto sul posto il personale dello Spisal, il servizio sanitario per la sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Usl 3. A provare a soccorrere Alessandro Brunello, scivolato probabilmente dall’imbarcazione, è stato un collega. Un tentativo che non ha portato al risultato sperato di poterlo salvare.
Cade da un ponteggio, grave 62enne a Sassuolo
L’incidente sul lavoro nel Modenese, prognosi riservata
Incidente sul lavoro questa mattina, intorno alle 11, a Sassuolo, nel Modenese, in via Regina Pacis.
Un uomo di 62 anni è caduto da un ponteggio all’interno di un cantiere, da un’altezza di oltre tre metri, riportando gravi traumi dall’impatto col suolo. Sul posto sono immediatamente intervenuti i sanitari del 118 con un’ambulanza ed una automedica, oltre ai carabinieri ed alla medicina del lavoro.
Mesotelioma, vinto il ricorso viene concesso il risarcimento
Pensionato muore per la malattia provocata dall’amianto, ma mancava l’esame istologico. Lunga battaglia legale di Avani, ora la somma agli eredi
L’esame istologico che conferma il mesotelioma pleurico potrebbe non servire più per ottenere il risarcimento per le vittime dell’amianto. O, perlomeno, questo è quanto deciso dall’Inail di Pavia nel caso di un cittadino di Broni, morto a 80 anni per il male dell’amianto, e ai cui parenti era stato negato il risarcimento una tantum di 15mila euro istituito nel 2008 per i lavoratori, con il Fondo vittime amianto (in seguito riconosciuto qualche anno dopo anche per i malati per esposizione ambientale).
Nel caso specifico – ha spiegato l’associazione Avani – la richiesta presentata per ottenere il risarcimento era stata respinta per due volte lo scorso anno per la mancanza dell’esame istologico, un documento che fino a qualche tempo fa, non serviva.
Bastava e avanzava, giustamente, il referto medico con cui era stata diagnosticata la malattia e, a maggior ragione, la scheda di decesso in cui viene riportata l’esatta causa della morte. Qualcuno poi però ha pensato di introdurre questo odioso balzello che, grazie alla tenacia dell’associazione delle vittime e alla “professionalità del personale di Inali Pavia” come ha tenuto a specificare il presidente Silvio Mingrino, è stato superato.
Nei giorni scorsi l’ente ha infatti comunicato l’accoglimento della domanda. Una battaglia vinta, insomma, un caso singolo di buon senso dimostrato dall’apparato burocratico di cui, tuttavia, si dovrà necessariamente tener conto anche in futuro.
Casale Monferrato, la polvere d’amianto uccide ancora: addio a Santina Calleri
Membro del direttivo Afeva, tre anni fa le fu diagnosticato il mesotelioma. Bruno Pesce: “Continuiamo a combattere”
Un altro nome che si aggiunge a una lunga e dolorosa lista. Santina Calleri di Casale Monferrato è morta al’età di 80 anni. Da tre combatteva contro il mesotelioma.
Membro del direttivo dell’Afeva, l’Associazione familiari e vittime amianto, Santina Calleri era parte attiva nella battaglia per avere giustizia.
“Adesso abbiamo un motivo in più per unirci a contrastare l’amianto killer – commenta l’associazione, comunicando il decesso avvenuto nei giorni scorsi -. Ciao Tina, porteremo nel cuore il tuo dolce sorriso e la tua sorprendente forza e voglia di reagire. Ribadiamo la volontà di contrastare in tutti i modi questa terribile malattia che, nonostante l’efficacia di nuove cure, ancora ci priva dei nostri amici più cari”.
Il cadavere del 58enne trovato nel pozzo: il bracciante agricolo è morto per annegamento
Non è escluso un drammatico incidente, magari mentre stava compiendo qualche operazione visto che c’era anche un tubo che serviva per prelevare acqua
Sarebbe morto per annegamento – che ha determinato un arresto cardio-respiratorio – il bracciante agricolo cinquantottenne il cui cadavere è stato ritrovato nel tardo pomeriggio di ieri all’interno di un pozzo, in contrada Raganella a Sciacca, e recuperato in tarda serata dal Saf dei vigili del fuoco. L’ispezione cadaverica è stata fatta nella camera mortuaria del cimitero della città Termale.
L’uomo era, appunto, all’interno del pozzo del suo terreno. Non è escluso un drammatico incidente, magari mentre stava compiendo qualche operazione visto che il pozzo aveva anche un tubo che serviva per prelevare acqua. I poliziotti del commissariato cittadino, come sempre avviene in questo genere di tragedie, stanno cercando di sentire i familiari per avere un quadro chiaro delle condizioni di salute del cinquantottenne (non è escluso infatti neanche un improvviso malore, mentre stava lavorando sul pozzo) e di che cosa generalmente si occupava, quali erano le sue abitudini, i suoi movimenti, quando si trovava sul suo appezzamento di terreno.
Il cadavere è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Autoarticolato esce di strada, morto il conducente
L’incidente a Spoleto
Il conducente di un autoarticolato è morto oggi, 28 gennaio, in seguito a un incidente stradale avvenuto – per cause in corso di accertamento – lungo la Ss395, all’altezza del cimitero comunale di Spoleto. Il mezzo è uscito di strada finendo sulla scarpata sottostante.
Non ci sono altri veicoli coinvolti. Il personale sanitario giunto sul posto ha constatato il decesso dell’uomo.
Infortunio sul lavoro a Reggio Emilia: grave operaio colpito dalla gru
Il cinquantenne è stato portato al pronto soccorso, dove è in osservazione per sospetto trauma cranico. Via alle indagini per capire come sia avvenuto l’incidente
Reggio Emilia, 27 gennaio 2025 – Un operaio di circa 50 anni è rimasto ferito in modo grave in un incidente sul lavoro accaduto intorno alle 13.35 nella zona industriale di Reggio Emilia, in via Zoboli.
Dalle prime informazioni sarebbe stato colpito alla testa da una parte di una gru. Sono intervenuti 118, che ha trasportato l’operaio in ambulanza in ospedale: è in osservazione al pronto soccorso per sospetto trauma cranico. La polizia e l’ispettorato del lavoro hanno avviato gli accertamenti.
Si sgancia una lastra d’acciaio: operaio ferito gravemente ad un braccio e ad una gamba
Il ragazzo, residente a San Giustino, è stato prima stabilizzato dai sanitari del 118 e successivamente trasportato all’ospedale di Perugia dall’elisoccorso Nibbio
Perugia, 27 gennaio 2025 – Ancora un incidente sul lavoro in Umbria. Dopo la morte bianca registrata a Perugia, ora il dipendente di un’azienda specializzata nella lavorazione di lamiere e ferro rischia di perdere una gamba. L’infortunio si è registrato a Città di Castello. I Vigili del fuoco del comando locale, hanno soccorso un uomo di 37 anni. E’ rimasto ferito mentre stava eseguendo alcune operazioni nell’azienda di via Antoniucci.
Gli sarebbe caduta una lastra d’acciaio su una gamba e su un braccio. Rischierebbe l’amputazione della gamba. Il ragazzo, residente a San Giustino, è stato prima stabilizzato dai sanitari del 118 e successivamente trasportato all’ospedale di Perugia dall’elisoccorso Nibbio. Indagini in corso da parte delle autorità competenti. Si cercherà di capire cosa sia successo. La dinamica dell’incidente è ancora tutta da accertare
Capitano morto di mesotelioma, Ministero condannato a risarcire
La Spezia, per il Tar è stata provata la correlazione tra l’esposizione all’amianto e la malattia: ai familiari 320mila euro. La sentenza del tribunale dopo il ricorso presentato dagli eredi
La Spezia, 27 gennaio 2025 – Un risarcimento di 320mila euro ai familiari di un militare morto di mesotelioma, contratta a causa della prolungata esposizione all’amianto. L’ennesima sentenza di condanna del ministero della Difesa per i tragici effetti della fibra killer è arrivata nei giorni scorsi dal Tar del Lazio, che si è pronunciato sul ricorso presentato dagli eredi di un capitano di vascello che ha prestato servizio su numerose navi, molte delle quali all’epoca dei fatti di stanza nella base navale della Spezia.
Nel dettaglio, l’uomo, entrato in Marina nel 1966, ha prestato servizio fino al 30 gennaio 2000: trentaquattro anni di lavoro durante i quali è stato trasferito per un periodo anche presso la base navale della Spezia, per essere imbarcato su Nave Cavezzale, Nave Piave e Nave Ape.
In precedenza, era stato assegnato a Nave Freccia, Nave Saetta, ai sommergibili Cappellini, Toti, Morosini e Torricelli, con il militare che, oltre alla Spezia, nel corso della carriera ha operato anche nelle strutture della Marina a Taranto, Brindisi, Messina, e all’isola della Maddalena.
Secondo quanto messo nero su bianco nel ricorso dai famigliari, assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, l’ufficiale – morto nel gennaio del 2009 a causa di un un mesotelioma pleurico – sarebbe stato esposto professionalmente ad amianto, nonché a numerosi altri inquinanti. La ctu chiesta dal tribunale ha evidenziato che “le attività espletate dal militare durante il servizio prestato nella Marina dal 1966 al 2000 hanno rivestito, secondo il criterio del ’più probabile che non’, un ruolo causale nell’insorgenza del mesotelioma”.
I giudici, nello stabilire che “si debba ritenere sussistente la responsabilità del ministero della Difesa per la patologia tumorale che ha colpito il capitano, determinandone il decesso. È da ritenere provato il nesso di causalità tra l’esposizione e l’insorgenza della patologia tumorale”, hanno condannato il ministero della Difesa a un risarcimento complessivo a favore della vedova e dei figli pari a 320.146 euro, oltre al pagamento delle spese processuali.
Cosenza, cede parte tetto: operaio precipita da 10 metri e muore
Nella caduta la vittima, un ventiseienne, avrebbe battuto violentemente la testa. A nulla sono valsi i soccorsi prestati dagli operatori del Suem 118
Un operaio di 26 anni è morto in un incidente sul lavoro avvenuto a Mandatoriccio, comune della fascia ionica in provincia di Cosenza. La vittima stava lavorando in un capannone quando, secondo quanto si è potuto apprendere, una parte del tetto dello stabile ha ceduto facendolo precipitare da un’altezza di almeno 10 metri. Nella caduta il ventiseienne avrebbe battuto violentemente la testa. A nulla sono valsi i soccorsi prestati dagli operatori del Suem 118. Intervenuto anche l’elisoccorso. Sul posto i carabinieri stanno effettuando i rilievi del caso.
Si chiamava Michael Affatato, l’operaio di 26 anni, morto dopo essere precipitato da un’altezza di oltre dieci metri a Mandatoriccio, in provincia di Cosenza. L’uomo si trovava sul tetto del capannone di un’azienda specializzata nella lavorazione del ferro quando parte della copertura ha ceduto facendolo precipitare a terra. Accertamenti sono in corso sul luogo dell’accaduto da parte dei carabinieri in merito alla posizione lavorativa della vittima che non risulterebbe alle dipendenze dell’azienda. Sul posto anche gli ispettori degli uffici preposti alla verifica della sicurezza sul lavoro. Dell’incidente è stata informata la Procura della Repubblica di Castrovillari.