31 Marzo

Muore schiacciato da un armadio: un’altra tragedia sul lavoro alla Greenthesis

Il lavoratore, appena eletto RSU per la Filctem CGIL, è stato travolto da un armadio blindato all’interno dell’azienda

Ancora una tragedia sul lavoro, ancora un operaio morto durante l’orario di servizio. È accaduto il 31 marzo 2025 all’interno dell’azienda Greenthesis di Orbassano, specializzata nel trattamento, recupero e smaltimento di rifiuti speciali. La vittima è un uomo di 58 anni, residente a Torino, recentemente eletto rappresentante sindacale unitario (RSU) per la Filctem CGIL. Secondo le prime informazioni, sarebbe stato schiacciato da un armadio blindato all’interno del sito dell’interporto S.I.T.O, mentre stava facendo l’inventario di materiale in disuso.

La notizia è stata confermata dalla CGIL di Torino, che ha espresso profondo cordoglio e ha chiesto con fermezza che siano accertate le responsabilità“La dinamica dell’accaduto non è ancora chiara – si legge in una nota del sindacato – e siamo in attesa che gli inquirenti chiariscano le cause, ma non basta più parlare di fatalità. L’uomo è morto sul colpo”.

Nel frattempo, le indagini da parte dei carabinieri di Moncalieri e degli ispettori dello Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro) dell’Asl To3 sono in corso per ricostruire quanto accaduto e verificare eventuali negligenze nella gestione della sicurezza. Ma, come spesso accade, la cronaca si trasforma in denuncia.

Respira anidride carbonica: muore uno dei soci dell’azienda

Tragedia a Petriolo, in provincia di Macerata: la vittima aveva 63 anni. Un dipendente è stato soccorso dai sanitari del 118

Macerata, 31 marzo 2025 – Tragico incidente sul lavoro oggi pomeriggio, muore imprenditore. L’uomo, secondo una prima ricostruzione della tragedia, avrebbe respirato anidride carbonica dopo l’esplosione di un compressore.

L’allarme è scattato nel pomeriggio, intorno alle 18, nella ditta Central Gru di Petriolo, in via Fiastra, nella zona industriale. Sul posto sono intervenuti il 118 e i vigili del fuoco.

Inutili, purtroppo, si sono rivelati i soccorsi. Per l’uomo, 63 anni, residente a Colbuccaro, non c’è stato nulla da fare: è uno dei soci dell’azienda specializzata in articoli e attrezzature per l’edilizia.

Cade per 15 metri mentre pota un albero: muore a 74 anni

La vittima è Heinz Leubin. L’infortunio fatale è avvenuto in una piccola località in val Sarentino. Nello stesso posto il 13 marzo scorso era morto un boscaiolo

BOLZANO. Un uomo di 74 anni ha perso la vita in val Sarentino, in Alto Adige, durante lavori di potatura di un grande albero. L’incidente è avvenuto nella stessa piccola località di montagna, Lana al Vento, dove appena due settimane fa un boscaiolo era stato colpito e ucciso da un masso. 

L’uomo questo pomeriggio è precipitato da un albero da un’altezza di 15 metri, lungo un ripido pendio. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso Pelikan 1, ma il medico d’urgenza ha solo potuto costatare la morte dell’uomo. 

Esplosione in un garage, molfettese morto in Svizzera

Vincenzo Ceci si trovava per lavoro a Raron, una località del Cantone Vallese

Si chiamava Vincenzo Ceci ed era originario di Molfetta, l’uomo di 29 anni deceduto venerdì scorso a causa di un’esplosione in un garage a Raron, una località del Cantone Vallese, in Svizzera, dove si trovava per lavoro. Nell’incidente è rimasto gravemente ferito un 59enne belga, trasportato d’urgenza all’ospedale di Losanna. La comunità di Molfetta è in lutto per la perdita improvvisa del giovane concittadino, che era molto conosciuto in città per il suo carattere mite e cordiale. Le autorità svizzere stanno indagando per chiarire le cause dell’accaduto. Non si esclude che possa essere disposto l’esame autoptico sul corpo del 29enne.

La famiglia scopre la tragedia: 16enne morto sotto il trattore, cosa è successo

Montopoli Valdarno (Pisa), 31 marzo 2025 – Una tragedia che lascia attoniti, un dolore senza fine per un incidente sul quale adesso i carabinieri e il personale dell’Asl della Medicina sul lavoro indagano. Un sedicenne è stato trovato morto, travolto dal trattore che sembra stesse guidando.

Accade nella serata di lunedì 31 marzo quando ormai era l’imbrunire. La famiglia del ragazzo, secondo le ricostruzioni, non lo ha visto tornare dai campi e si è allarmata. Il padre è andato nei campi e lo ha trovato privo di conoscenza appunto. Il mezzo si sarebbe ribaltato, schiacciando il ragazzo.

L’allarme è partito subito. Nell’azienda agricola sono arrivati i vigili del fuoco e il 118, oltre appunto a carabinieri e Asl. Ogni tentativo di rianimazione è stato vano. Quando i medici sono arrivati il ragazzo era morto. Sono ore di disperazione per la famiglia, per una tragedia senza un perché.

L’incidente è accaduto a circa cinquecento metri dal luogo in cui il ragazzo viveva con la famiglia. La notizia della morte del ragazzo si è rapidamente sparsa nella zona. L’azienda agricola è conosciuta così come i titolari. Uno choc per tutti. Erano circa le 20.30 quando la famiglia ha scoperto cosa era accaduto. La tranquillità della zona è stata squarciata dalle sirene e dalle luci dei lampeggianti. 

29 Marzo

Cade dal balcone mentre lavora, muore un 53enne nel Biellese

La tragedia a Valdilana, il decesso all’ospedale di Novara

Non ce l’ha fatta un 53enne di Valdilana (Biella) precipitato dal balcone al secondo piano mentre – secondo la ricostruzione dei carabinieri – stava effettuando alcuni lavori forse con una scala.

A dare l’allarme un vicino di casa che l’ha trovato privo di conoscenza

Sul posto è intervenuto il 118 con l’ambulanza e l’elisoccorso.  Poi la corsa all’ospedale Maggiore di Novara. Troppo gravi le sue condizioni, l’uomo si è spento nella notte.

28 Marzo

Chi era Tommaso Altobelli, l’operaio di Cercola morto in un incidente sul lavoro

Si chiamava Tommaso Altobelli, aveva 60 anni e, ieri, venerdì 28 marzo, come ogni giorno, era uscito di casa per lavorare. Ma questa volta non è più tornato. La sua vita si è spezzata mentre lavoravai in via Puccini a Casalnuovo di Napoli, dove stava effettuando riparazioni idrauliche su una tettoia.

Una caduta di sei metri è stata fatale. I soccorsi, giunti tempestivamente, hanno solo potuto constatare il decesso.Tommaso non era solo un operaio, era un uomo amato da tutta la comunità.

Nato a Volla, ma residente a Cercola, marito, padre e appassionato di teatro, era membro della compagnia amatoriale CercolArte, nata per dispensare sorrisi e cultura nei teatri locali.

La morte di Tommaso è l’ennesima di una lunga scia di morti sul lavoro in Campania. Solo negli ultimi giorni, si contano altri tre casi: Nicola Sicignano, Umberto Rosito e Daniel Tafa, uccisi da incidenti evitabili, tra macchinari malfunzionanti, cantieri insicuri e negligenze.

Anche sulla morte di Altobelli, i Carabinieri della tenenza di Casalnuovo hanno aperto un’inchiesta per accertare responsabilità e verificare l’eventuale mancato rispetto delle misure di sicurezza sul luogo di lavoro.

Ancora una volta, dietro i numeri delle statistiche ci sono volti, storie e famiglie spezzate. La Campania piange l’ennesima vittima di un sistema che continua a dimenticare la sicurezza dei lavoratori

27 Marzo

Federico Ricci non ce l’ha fatta: morto il tecnico di 30 anni schiacciato dall’ascensore a Carugate

Dopo 48 ore di lotta è deceduto il giovane bresciano gravemente ferito in un incidente durante i lavori in un condominio in provincia di Milano

Carugate (Milano), 27 marzo 2025 – Non ce l’ha fatta Federico Ricci, l’operaio di 30 anni originario del Bresciano, rimasto gravemente ferito due giorni fa durante un intervento di riparazione a un’ascensore di un condominio a Carugate, in provincia di Milano.  Un intervento come tanti che si è trasformato in tragedia. A spiegare perché saranno gli ispettori di Ats, al lavoro per risalire alle cause dell’incidente.

Il ragazzo, originario della provincia di Brescia, mentre si trovava all’interno del vano ascensore è stato colpito alla testa da contrappeso. Le sue condizioni sono apparse subito critiche. Era stato rianimato e trasportato con l’elisoccorso in pronto soccorso. L’arrivo in elicottero al Niguarda di Milano e la speranza appesa a un filo che potesse farcela. Nel pomeriggio di oggi, però, il tragico epilogo: i medici ne hanno dichiarato il decesso.

Il meccanico Moreno Finocchio muore schiacciato tra due Open bus in pieno centro

La tragedia si è consumata il 21 marzo in lungotevere Tor di Nona. La vittima, originaria di Anagni, aveva 40 anni e tre figli piccoli

È rimasto schiacciato tra due bus turistici, nel cuore di Roma. Ed è morto dopo quattro giorni di agonia all’ospedale San Camillo. Forse stava lavorando Moreno Finocchio, 40 anni, originario di Anagni, dove lascia una moglie e tre figli piccoli.

Perché il quarantenne si guadagnava da vivere come meccanico e quando è stato travolto stata parlando con l’autista del primo Open bus: gli agenti della polizia locale del I gruppo Trevi dovranno capire adesso se era lì per iniziare una riparazione o se aveva appena concluso un intervento. Se l’ipotesi fosse confermata, si tratterebbe della sedicesima vittima sul lavoro nel Lazio dall’inizio dell’anno, rileva il progetto “Morti di lavoro”, condotto su Facebook da Piero Santonastaso.

Venerdì 21 marzo, alle 13, Finocchio era in piedi, parlava con il conducente di un Open bus parcheggiato regolarmente sullo stallo dedicato in lungotevere Tor di Nona. Un altro bus gemello si è affiancato per parcheggiare e il quarantenne è rimasto schiacciato tra le lamiere dei due bisonti.

Amianto : Sentenze

Esposizione all’amianto dei lavoratori e riconoscimento del nesso causale

La IV Sez. Penale della Suprema Corte con la sentenza n. 11168/2025 torna su un tema ampiamente dibattuto in passato, ovvero il nesso causale derivante dall’esposizione dei lavoratori all’amianto e la successiva morte in conseguenza di patologie quali il mesotelioma ed il carcinoma. Il nesso causale è stato riconosciuto solo ed unicamente per le morti causate dal mesotelioma ma non per il carcinoma in soggetti che erano fumatori abituali.

I direttori pro-tempore dello Stabilimento di Palermo della Fincantieri, che si erano succeduti negli anni 80/90 venivano rinviati a giudizio per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali gravissime commessi in danno di lavoratori dipendenti della suddetta società, quale conseguenza di malattie determinate dalla prolungata esposizione all’amianto.

Nel giudizio di primo grado i due imputati erano stati condannati per le suddette fattispecie criminose mentre, nel giudizio di secondo grado la Corte di Appello assolveva entrambi dai reati loro ascritti.

Avverso la predetta sentenza assolutoria proponevano ricorso per cassazione, sia il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Palermo nonché, la parte civile INAIL.

26 Marzo

Padova, scontro tra tir e furgone: 2 operai morti e uno ferito grave. Lavoravano per la stessa ditta

Il conducente del camioncino avrebbe perso il controllo del mezzo e invaso la corsia opposta. Le vittime erano muratori

Due operai morti e due feriti. Uno in modo molto grave. Sono le vittime di uno scontro frontale tra un tir e un furgone. I tre uomini a bordo del furgone lavoravano come muratori per la stessa ditta. L’incidente è avvenuto a Boscalto, in provincia di Padova.

Le vittime – scrive il Mattino di Padova – erano di origine macedone. Si chiamavano Bajram Bajramoski, 52 anni, e Fuat Etemovski, 64 anni, ed erano residenti a San Zenone degli Ezzelini e a Crespano del Grappa.

Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che l’uomo alla guida del furgone abbia perso il controllo del mezzo e invaso la corsia opposta. E che il conducente del camion non abbia potuto far nulla per evitare l’impatto. Lo schianto fra i due mezzi è stato violentissimo, i muratori sono rimasti incastrati tra le lamiere.

Tragedia in città, giovane padre muore in ospedale dopo un incidente sul luogo del lavoro

A perdere la vita il 39enne Moreno Finocchio, residente nella frazione di Pantanello ad Anagni

Una tragedia immane in queste ore sta sconvolgendo la cittadina di Anagni, nel nord della provincia di Frosinone. E’ morto dopo cinque giorni di agonia in una letto di ospedale al San Camillo di Roma Moreno Finocchio.

L’uomo di 39 anni che di professione fa il meccanico per una ditta di trasporto venerdì scorso era rimasto vittima di un incidente mentre era al lavoro a Roma.

Da quello che si era riuscito a ricostruire l’uomo sarebbe rimasto schiacciato da un pullman che stava facendo manovra all’interno della ditta dove stava lavorando. Gravi le ferite riportata al torace ed ai polmoni.

L’uomo lascia la compagna e tre figli piccoli. Tanti i messaggi di cordoglio che stanno arrivando ai familiari da parte di tutti coloro che lo conoscevano soprattutto nel quartiere Pantanello dove viveva. Ancora non si hanno notizie sulla data del funerale.

La settimana scorsa un altro giovane ciociaro era morto in un incidente simile a quello di Moreno in provincia di Caserta.
 

25 Marzo

Esplode macchinario: Daniel muore a 22 anni trafitto da una scheggia incandescente

L’incidente il giorno dopo il suo compleanno. Stava lavorando in un’azienda specializzata in stampaggio a caldo di acciaio. I soccorsi sono stati inutili

Tragedia sul lavoro a Maniago, in provincia di Pordenone. Un operaio è morto mentre lavorava in un’azienda specializzata in stampaggio a caldo di acciaio. Si chiamava Daniel Tafa e ieri aveva compiuto 22 anni.

Daniel Tafa era di Vajont (Pordenone). Stava operando su una macchina per stampa di ingranaggi industriali quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all’istante. I soccorsi sono stati inutili.  

Non è ancora chiaro se è accaduto per un malfunzionamento della macchina oppure per una manovra sbagliata. I carabinieri hanno aperto un’indagine e stanno eseguendo gli accertamenti del caso. L’impianto è stato posto sotto sequestro. Sul posto anche il personale dello Spisal (Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro).

L’azienda dove si è verificata la tragedia è la Stm, specializzata in stampaggio a caldo, ricalcatura, stampaggio per estrusione, dove è occupato un centinaio di persone. Il turno della mattina è stato sospeso in segno di lutto e per consentire l’ultimazione dei rilievi. La macchina per lo stampaggio è stata posta sotto sequestro.

Orvieto, operaio muore travolto da autocarro mentre lavora in A1

E’successo poco prima delle 8, sulla A1 Milano-Napoli, all’altezza del km 446. Sulla dinamica sono in corso indagini della polizia stradale di Orvieto. Sul posto anche personale e dirigenti sia della ditta presso cui lavorava l’operaio, sia di Autostrade per l’Italia. Il traffico è rallentato ma scorre sulla corsia di sorpasso

È morto investito da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell’Autosole nei pressi di Orvieto dove era residente. Ha perso così la vita, questa mattina (poco prima delle 8), un operaio di 38 anni, dipendente di una ditta del posto impegnata in interventi di manutenzione in autostrada. 

L’operaio si trovava sulla carreggiata ed è stato investito da un mezzo pesante in transito. Sulla dinamica sono in corso indagini della polizia stradale di Orvieto. Presenti sul luogo dell’incidente anche i responsabili dell’azienda per cui lavorava la vittima, insieme a rappresentanti di Autostrade per l’Italia e della Polizia Stradale. Il traffico è rallentato ma scorre sulla corsia di sorpasso. 

Sant’Antonio Abate, resta incastrato nel nastro trasportatore: muore operaio di una ditta per lo smaltimento rifiuti

Nicola Sicignano aveva 51 anni, lascia la moglie e due figli. Non ancora del tutto chiare le cause dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro dall’inizio dell’anno nel Napoletano. Dure Cgil e Uil

Ancora un incidente mortale sul lavoro in provincia di Napoli. La vittima stavolta è un uomo di 51 anni ed era dipendente di una azienda per lo smaltimento dei rifiuti di Sant’Antonio Abate. Ha perso la vita durante il turno di lavoro di ieri sera e le cause sono ora al vaglio dei carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia e del nucleo investigativo di Torre Annunziata coordinati dalla procura della Repubblica di quest’ultima città. 

La vittima si chiamava Nicola Sicignano, era originario di Vico Equense ma risiedeva a Gragnano. Aveva festeggiato il suo compleanno il 10 marzo. Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, ancora da verificare, il 51enne sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro all’interno dell’azienda. Subito dopo l’accaduto i colleghi di lavoro hanno dato l’allarme ma per l’operaio non c’è stato nulla da fare. L’area dell’incidente è stata sequestrata. Indagini in corso anche da parte del Nil di Napoli e dell’Asl. 

Malore mentre è al lavoro, muore in azienda a 70 anni

È successo martedì mattina

Dramma in azienda martedì mattina a Roverbella, nel Mantovano ai confini tra Lombardia e Veneto: è qui che un uomo di 70 anni è morto a causa di un malore. Pare stesse lavorando ai vivai Marconi sulla Strada Levata: si è sentito male poco prima delle 7, accasciandosi a terra. I colleghi hanno subito allertato il 112, che ha inviato sul posto l’automedica e un’ambulanza di Soccorso Azzurro con la massima urgenza, in codice rosso.

Nonostante i prolungati tentativi di rianimarlo, il suo cuore non ha più ripreso a battere: i medici intervenuti non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Su quanto accaduto sono in corso gli approfondimenti dei tecnici del Psal dell’Ats Val Padana, il servizio di Prevezione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’autorità sanitaria, con il supporto dei carabinieri di Mantova. I primi accertamenti medico-legali avrebbero confermato la morte per cause naturali.

21 Marzo

Fa un volo di 10 metri e cade in un silos: morto operaio di 41 anni

Tragedia sul lavoro nell’azienda Grandi Riso di Pontemaodino in provincia di Ferrara: l’uomo – di un’azienda esterna – stava svolgendo lavori di manutenzione

Codigoro (Ferrara), 21 marzo 2025 – Tragedia sul lavoro nel pomeriggio nell’azienda Grandi Riso di Pontemaodino.

Un uomo, un operaio di 41 anni, di origini romene, di un’azienda esterna che stava svolgendo lavori di manutenzione, è finito dentro un silos facendo un volo di una decina di metri. Nulla da fare per lui.

Sul posto ci sono 118, carabinieri di Codigoro, gli ispettori del lavoro dell’Ausl e vigili del fuoco. Indagini in corso.

Lamezia Terme, operaio muore in seguito a una caduta dal tetto di un capannone

L’uomo, 53 anni, stava lavorando in un sito che produce mangimi, nell’aria industriale, quando è precipitato da un’altezza di 9 metri

Un operaio è morto questa mattina, 21 marzo, in seguito alla caduta da un’altezza di 9 metri. L’uomo, Roberto Falbo, 53 anni, è precipitato dal tetto di un capannone adibito alla produzione di mangimi nell’area industriale di Lamezia Terme, nel Catanzarese. Ancora da ricostruire la dinamica. L’intervento dei soccorsi si è rivelato inutile.

Tragedia in campagna: si ribalta il trattore. Muore giovane agricoltore di 32 anni

Un incidente mortale scuote la comunità rurale: tra dolore e interrogativi, le autorità avviano le indagini

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 20 marzo 2025, un grave incidente ha sconvolto la quiete di una zona agricola, dove un trattore si è ribaltato causando la morte di un agricoltore di appena 32 anni.

La tragedia, avvenuta nelle campagne di Celenza Valfortore, in provincia di Foggia, ha lasciato la comunità intera sotto shock e le autorità preposte all’accertamento dei fatti hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Secondo le prime ricostruzioni, il mezzo si sarebbe ribaltato più volte, finendo in un terreno scosceso. L’incidente si sarebbe verificato mentre il giovane percorreva la strada provinciale 1, in prossimità dell’ingresso in città.

Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118 con l’ausilio dell’elisoccorso, il 32enne non è riuscito a sopravvivere alle ferite riportate.

Amianto : Sentenze

Dopo 50 anni condannato medico a Torino per morti amianto

Un ottantacinquenne era rimasto l’unico imputato nel processo

Un medico di 85 anni è stato condannato dal Tribunale di Torino per omicidio colposo a un anno e sei mesi di reclusione, per il decesso di 8 dei 16 operai delle Officine grandi riparazioni di Torino che negli anni Settanta si sono ammalati e sono morti a causa dell’amianto.
    Come libero professionista tra il 1970 e il 1979 venne chiamato dalle Ferrovie come consulente esterno.

L’inchiesta era partita un decennio dopo dall’allora procuratore aggiunto Raffaele Guariniello e il medico è rimasto l’unico imputato visto che gli altri erano morti nel frattempo.
    All’85enne difeso dagli avvocati Alberto Mittone e Fabiana Francini, la procura contestava di “non aver sottoposto i lavoratori a visite mediche allo scopo di accertarne l’idoneità fisica e non aver ripetuto le visite a intervalli regolari” e che in qualità di consulente non avrebbe svolto “il proprio ruolo di controllo, vigilanza e segnalazione rispetto all’inadempimento degli obblighi e rimedi previsti dalla legge” per evitare la presenza di amianto.
    Per lui il pubblico ministero Elisa Buffa aveva chiesto una condanna complessiva a 3 anni e 2 mesi.

Amianto killer alle Ogr, condanna 50 anni dopo

Morti di amianto Eternit a Cavagnolo, colpo di scena in Cassazione: annullata la condanna a Schmidheiny e processo (di nuovo) da rifare

Sentenza annullata e grande sconcerto da parte di chi ha a cuore i familiari delle vittime e ora teme la prescrizione

Per quelle due persone morte d’amianto a Cavagnolo, una nel 2008 e una nel 2012, si erano già celebrati quattro processi. Il quinto, terminato ieri, venerdì 21 marzo 2025, davanti alla corte di Cassazione, sarebbe potuto essere l’ultimo. E invece non sarà così: i giudici, infatti, hanno annullato la sentenza di condanna a un anno e otto mesi di carcere per il magnate svizzero dell’amianto Stephan Schmidheiny. Ora dovrà essere di nuovo giudicato dalla corte d’Appello di Torino. 

Le vittime

La vicenda riguarda la morte di per asbestosi di un dipendente dello stabilimento Saca a Cavagnolo, azienda parte del gruppo Eternit (di cui Schmidheiny è proprietario), e di una contadina del paese. Schmidheiny è accusato di omicidio colposo. I lavoratori e non solo non sarebbero stati adeguatamente protetti dai pericoli dell’amianto e informati sui rischi. 

I processi

In primo grado, l’imputato era stato condannato a quattro anni. Nel primo processo d’appello, la pena era stata ridotta a un anno e otto mesi. Poi la corte di Cassazione aveva chiesto un nuovo processo di secondo grado, terminato a dicembre 2024 con la conferma della pena (e una modifica delle provvisionali da pagare alle parti civili). Adesso, di nuovo, è tutto da rifare, per ragioni che saranno rese note nelle prossime settimane, con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza. 

Lo sconcerto 

“Ora il rischio è che tutto venga stralciato dalla scure della prescrizione – commenta amareggiato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio nazionale amianto (Ona) e legale dei familiari delle vittime – Il nostro impegno proseguirà in tutte le competenti sedi, per la bonifica, la messa in sicurezza, la tutela medica e risarcitoria di tutte le vittime”. 

Aggiunge Massimiliano Quirico di Sicurezza e lavoro: “In attesa di conoscere le motivazioni, ci auguriamo che la decisione della Suprema Corte sul processo Eternit Bis di Cavagnolo non influenzi il giudizio d’appello per altre 392 vittime in corso a Torino, che dovrebbe arrivare a sentenza il 17 aprile 2025”. 

20 Marzo

Muore operaio della logistica investito da un tir nel Casertano

L’uomo, 41 anni, è finito sotto al mezzo in retromarcia nel piazzale dell’azienda per la quale lavorava a Maddaloni

L’ultima vittima sul lavoro questa mattina, 20 marzo, a Maddaloni, in provincia di Caserta: un operaio di 41 anni, Tommaso Geremia, è morto dopo essere stato investito nel piazzale dell’azienda per la quale lavorava. Secondo le prime ricostruzioni, a mettere sotto l’uomo sarebbe stato un tir in retromarcia. Inutile l’intervento dei sanitari del 118.

Sul decesso indaga la Procura di Santa Maria Capua Vetere: il tir è stato sequestrato, mentre la salma dell’operaio è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta per gli esami autoptici.

Operaio di 22 anni rimane folgorato mentre pota gli alberi

Il giovane è gravissimo. Durante i lavori a Castello d’Argile avrebbe urtato un cavo dell’illuminazione pubblica

n operaio di 22 anni è rimasto folgorato mentre potava degli alberi a Castello d’Argile (Bologna). Il giovane è stato trasportato con urgenza al centro grandi ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena: è in condizioni gravissime. 

L’incidente

Dell’incidente avvenuto nelle campagne di Castello d’Argile si sa ancora poco. Il 22enne doveva potare dei rami di alcune piante quando sarebbe rimasto folgorato. L’operaio, secondo una prima ipotesi, avrebbe urtato un cavo dell’illuminazione pubblica. Immediato l’intervento dei soccorsi. Sul posto sono arrivati i carabinieri e il 118. Il ragazzo è stato quindi trasportato in gravissime condizioni al centro grandi ustionati del Bufalini di Cesena. 

Sul luogo dell’incidente è arrivato anche il sindaco di Castello d’Argile, Alessandro Erriquez. Il primo cittadino ha dato supporto alla famiglia del giovane che era in stato di shock e ha ribadito l’importanza di garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti i cittadini. Erriquez è anche in contatto con il sindaco di Pieve di Cento, Luca Borsari, il comune di residenza del 22enne.

Operaio precipita dal tetto: volo di 4 metri

Grave infortunio sul lavoro ieri a Cuccurano. Gravemente ferito un 44enne trasferito in eliambulanza all’ospedale di Ancona

Fano, 20 marzo 2025 – Grave infortunio sul lavoro ieri mattina a Cuccurano, lungo la Strada Nazionale Flaminia, dove un operaio di 44 anni, cittadino dell’Est Europa regolarmente presente in Italia e con un contratto di lavoro regolare, è precipitato dal tetto di un’abitazione privata mentre era impegnato in lavori di ristrutturazione. L’uomo stava sistemando la copertura dell’edificio quando, improvvisamente, la struttura ha ceduto sotto il suo peso, facendolo precipitare da un’altezza di circa quattro metri. L’impatto al suolo è stato violento e ha reso necessario l’intervento immediato dei soccorsi.

Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118, che ha valutato le condizioni dell’uomo e, considerando la gravità dei traumi riportati, ha richiesto l’intervento dell’eliambulanza Icaro per il trasporto all’ospedale regionale di Torrette ad Ancona. Le sue condizioni non sono ancora del tutto chiare: i soccorritori hanno riscontrato traumi multipli da caduta, ma non è stato specificato se l’operaio fosse cosciente al momento del trasporto. L’altezza della caduta e la dinamica dell’incidente lasciano ipotizzare conseguenze serie, anche se al momento non si hanno ulteriori dettagli sul quadro clinico.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile