Amianto : Discariche

Rocca San Giovanni, stop definitivo alla riapertura della discarica di amianto: la sentenza del Consiglio di Stato

Il sindaco Caravaggio: “Decisione che tutela ambiente, cittadini e comprensorio”

Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla lunga vicenda della discarica di amianto in località Fontanelli. Con la sentenza arrivata in questi giorni è stata definitivamente respinta la possibilità di riaprire il sito.

«Esprimiamo grande soddisfazione per questa attesa sentenza che scongiura una volta per tutte la possibilità di riattivare l’impianto – commenta il sindaco Fabio Caravaggio –. È stata una lunga e difficile battaglia giudiziaria che ci ha visti vittoriosi sotto ogni profilo, con una decisione che ha riconosciuto le nostre ragioni fondate su basi giuridiche, amministrative e sulla tutela dell’ambiente, dei cittadini e del comprensorio».

Il sito era stato aperto nel 1994 dalla società Smi srl, inizialmente come cava e poi come discarica di materiali inerti, fino a diventare un deposito di amianto. Alla fine degli anni Novanta la Regione smise di concedere l’autorizzazione e l’area rimase inattiva, pur restando sotto controllo. Nel 2017 la società Rsg srl aveva presentato un progetto di riqualificazione ambientale che prevedeva il recupero della discarica con una capacità utile di 210 mila metri cubi di materiali da costruzione contenenti amianto. Il comitato regionale per la Valutazione di impatto ambientale (Via) bocciò la proposta nel 2018. Ne seguirono i ricorsi al Tar e poi al Consiglio di Stato, che ora ha respinto in via definitiva l’istanza.

Amianto : Sentenze

Per trent’anni ha lavorato a contatto con l’amianto. L’Inps dovrà pagare

La Corte d’appello riconosce a un’ex operaia della Videocolor l’indennizzo per il danno biologico. Ha lavorato a contatto con coibentazioni contenenti asbesto e si è ammalata

Ha respirato amianto per quasi trent’anni senza saperlo. Oggi, a 56 anni, provata da una grave pneumopatia interstiziale, M.R., ex operaia della storica Videocolor di Anagni (ex Vdc Technologies Spa) ha finalmente ottenuto giustizia. Dopo il primo grado di giudizio celebrato al tribunale di Frosinone con la condanna dell’Inail a indennizzare il danno biologico per la malattia professionale, la Corte d’appello di Roma ha ora condannato l’Inps a riconoscerle le maggiorazioni contributive per la lunga esposizione alla sostanza cancerogena e alla ricostituzione della posizione contributiva per il periodo di lavoro che va dal 1979 al 2006.

La Vdc Technologies Spa produceva componenti elettronici, in particolare cinescopi per televisori a colori. Per la donna, che era impiegata tra il reparto pedana, la sala maschere e il reparto vuoto, l’esposizione all’amianto era inevitabile: i macchinari, i forni per i cinescopi, le vasche e i ventilatori erano infatti rivestiti di pannelli e coibentazioni contenenti questa sostanza, detta anche asbesto. Nel 2015 la donna ha accusato i primi sintomitosse, fiato corto, dispnea. La diagnosi è arrivata poco dopo con un verdetto che non lascia scampo: malattia professionale asbesto-correlata. La sentenza riconosce non solo la malattia: la donna, già in pensione da quattro anni, sarà indennizzata con circa 20.000 euro di arretrati e un aumento mensile sulla pensione di circa 500 euro.

15 Settembre

Doppio incidente sul lavoro, un operaio 61enne morto schiacciato da un muletto

Di Vigonovo, ricoverato in Rianimazione non ce l’ha fatta. Indagini dello Spisal, sopralluogo dei carabinieri e dell’ispettorato del lavoro. Il sindaco: «Vicini alla famiglia». Nel pomeriggio un altro infortunio alla Fincantieri

Doppio incidente sul lavoro nel Veneziano nella giornata di lunedì 15 settembre. Nel primo pomeriggio un operaio 50enne di Fincantieri è caduto dall’alto e per l’impatto si è fratturato le gambe. Più tardi all’interno di un cantiere nella zona artigianale di Tombelle a Vigonovo un 61enne è rimasto schiacciato da un transpallet elettrico precipitato da un camion ed è morto.

A Marghera tra le 15 e le 15.30 dopo la prima assistenza all’interno dei cantieri, un operaio bengalese precipitato da circa 4 metri è stato soccorso dal Suem mentre non riusciva a muovere più le gambe.

Tramite la prima assistenza dei colleghi, seppur spaventato e sotto shock, il lavoratore, di origini bengalesi, è stato immobilizzato e assistito fino all’arrivo dell’ambulanza. Non avrebbe mai perso conoscenza, nonostante la brutta caduta e quando è arrivato all’Angelo dopo le cure è stato tenuto in osservazione. Colleghi e amici hanno pubblicato un post Facebook, preoccupati, chiedendo di pregare per l’amico, intimoriti per aver reso pubblica la notizia dell’incidente sui social. 

13 Settembre

Incidente sul lavoro, operaio muore schiacciato nel Bresciano

Travolto da un carico in un capannone

Nuova vittima sul lavoro in provincia di Brescia.

Un operaio di 55 anni è infatti morto travolto da un carico.

È accaduto nei capannoni della Bettoni Plastiche di Torbole Casaglia. L’uomo stava movimentando un carico quando ha perso l’equilibrio e il peso lo ha schiacciato.

12 Settembre

Tragico incidente sul lavoro nel Modenese: colpito dal braccio di una betoniera in un caseificio muore a 59 anni

È successo a Montecreto, quando i soccorsi si sono recati sul posto purtroppo non c’era più nulla da fare. Tiziano Bonacorsi viveva a Lama Mocogno. Indagano i carabinieri. I sindacati: “Edilizia, c’è una vera emergenza”

Modena, 12 settembre 2025 – Ennesimo tragico infortunio sul lavoro questa mattina caseificio Casello a Montecreto, in via provinciale.

Un muratore di 59 anni, Tiziano Bonacorsi di Lama Mocogno, è morto dopo essere stato colpito dal braccio di una betoniera, che avrebbe avuto un cedimento strutturale ed è ora sotto sequestro.  

Sul posto sono accorsi subito i sanitari del 118 con automedica e ambulanza ed è atterrato poco dopo anche l’elisoccorso di Pavullo ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Sul posto per i rilievi i carabinieri di Sestola e Fanano. Sul posto anche la medicina del lavoro per i necessari rilievi. 

Si ribalta con il trattore e resta schiacciato: in gravi condizioni in ospedale

Un uomo di San Colombano Certenoli è stato portato in gravi condizioni all’ospedale San Martino di Genova

Grave incidente nel pomeriggio di venerdì 12 settembre a San Colombano Certenoli: un uomo si è ribaltato mentre guidava il trattore ed è stato portato in ospedale in codice rosso con l’elicottero.

È successo verso le 16 a San Colombano Certenoli, in via Baranzuolo: l’uomo è stato soccorso dalla Croce Verde Carasco e dall’automedica Tango 1, sul posto anche i carabinieri.

Alla fine è stato portato all’ospedale San Martino di Genova in codice rosso, il più grave, con l’elisoccorso Drago dei vigili del fuoco.

11 Settembre

Tragedia sul lavoro a Vittorito: un operaio muore dopo un volo di 12 metri

Ancora una volta, la cronaca si tinge di nero per una tragedia sul lavoro, che allunga la già drammatica lista delle vittime in Italia. Questa mattina, a Vittorito, un piccolo comune in provincia dell’Aquila, un operaio di 55 anni ha perso la vita in circostanze ancora da definire. L’incidente è avvenuto all’interno di un cantiere edile, dove si stavano svolgendo lavori di ricostruzione post-sisma.

​L’uomo è precipitato da un’altezza di circa 12 metri, un volo che non gli ha lasciato scampo. I soccorsi, giunti sul posto con la massima urgenza, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Le cause della caduta sono attualmente al vaglio degli inquirenti, che dovranno accertare se l’incidente sia stato dovuto a un malore, a una manovra errata o a una mancanza nelle norme di sicurezza.

​Sul luogo dell’incidente si è recato il procuratore del tribunale di Sulmona, Luciano D’Angelo, che ha immediatamente aperto un fascicolo per fare piena luce sui fatti. L’area è stata posta sotto sequestro per consentire tutti i rilievi necessari.

​La morte di questo operaio riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’episodio, infatti, non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto nazionale in cui gli infortuni mortali continuano a essere una piaga sociale. È fondamentale che le indagini in corso stabiliscano le responsabilità e che le istituzioni e le aziende lavorino congiuntamente per garantire che ogni cantiere sia un luogo sicuro e che si adottino tutte le misure necessarie per prevenire simili tragedie.

​Ancora una volta, la cronaca si tinge di nero per una tragedia sul lavoro, che allunga la già drammatica lista delle vittime in Italia. Questa mattina, a Vittorito, un piccolo comune in provincia dell’Aquila, un operaio di 55 anni ha perso la vita in circostanze ancora da definire. L’incidente è avvenuto all’interno di un cantiere edile, dove si stavano svolgendo lavori di ricostruzione post-sisma.

L’uomo è precipitato da un’altezza di circa 12 metri, un volo che non gli ha lasciato scampo. I soccorsi, giunti sul posto con la massima urgenza, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Le cause della caduta sono attualmente al vaglio degli inquirenti, che dovranno accertare se l’incidente sia stato dovuto a un malore, a una manovra errata o a una mancanza nelle norme di sicurezza.

​Sul luogo dell’incidente si è recato il procuratore del tribunale di Sulmona, Luciano D’Angelo, che ha immediatamente aperto un fascicolo per fare piena luce sui fatti. L’area è stata posta sotto sequestro per consentire tutti i rilievi necessari.

​La morte di questo operaio riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’episodio, infatti, non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto nazionale in cui gli infortuni mortali continuano a essere una piaga sociale. È fondamentale che le indagini in corso stabiliscano le responsabilità e che le istituzioni e le aziende lavorino congiuntamente per garantire che ogni cantiere sia un luogo sicuro e che si adottino tutte le misure necessarie per prevenire simili tragedie.

Tragedia a Brindisi: uomo muore dopo incidente sul lavoro

La scomparsa di un uomo di 52 anni, avvenuta nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Perrino di Brindisi, getta un’ombra di dolore sulla comunità locale.
La sua morte, purtroppo, è il tragico epilogo di un incidente verificatosi a San Vito dei Normanni, un evento che solleva interrogativi sulla sicurezza del lavoro e sulla fragilità umana di fronte alle forze in gioco.
L’uomo, impegnato nella delicata operazione di sostituzione di una ruota del suo camion, è stato colpito dal veicolo stesso a seguito del cedimento improvviso del cric.

Un evento inatteso, un guasto meccanico che ha trasformato una routine lavorativa in una corsa contro il tempo, una lotta persa contro una forza inarrestabile.

La dinamica precisa resta ancora in fase di accertamento da parte delle autorità competenti, ma l’immagine evoca una scena di precarietà: un uomo, immerso nel lavoro, esposto ai rischi inerenti alla manutenzione di mezzi pesanti, un attimo di distrazione o un difetto strutturale che determina un destino ineluttabile.
Il ricovero in codice rosso all’ospedale Perrino testimonia la gravità dei traumi subiti, una corsa disperata contro il tempo per salvare una vita spezzata prematuramente.

La morte, sopraggiunta in seguito, lascia un vuoto incolmabile per i familiari e gli amici, e alimenta un dibattito urgente sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro.

10 Settembre

In Brianza terzo grave infortunio sul lavoro in tre giorni. Operaio resta incastrato in un macchinario

L’incidente si è verificato in un’azienda tecnica di via Martiri dei Boves a Vimercate. Soccorso, il 35enne è stato portato in gravi condizioni in ospedale. Lunedì il decesso di Mamadou Tourè, padre di quattro figli

Vimercate (Monza e Brianza), 10 settembre 2025 – Mentre i sindacati preparano una manifestazione, a Monza, contro le morti sul lavoro, in Brianza si consuma l’ennesimo dramma. Un operaio di 35 anni è rimasto gravemente ferito dopo essere rimasto incastrato in un macchinario, all’interno di un’azienda tecnica di via Martiri dei Boves a Vimercate nella tarda mattinata di oggi. Soccorso grazie alla chiamata dei colleghi, l’uomo è stato portato in gravi condizioni in ospedale. Sul posto per i rilievi i tecnici ATS e la Polizia Locale.  A rendere ancora più intollerabile l’incidente, c’è che si tratta del terzo incidente sul lavoro in Brianza da inizio settimana. Cioè in tre giorni

.E dunque, come detto, i sindacati scendono in piazza per chiedere provvedimenti efficienti per migliorare la situazione della sicurezza sul lavoro. Appuntamento a Monza, in piazza Castello, alle 18. Il corteo è stato organizzato da Cub con la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza, di cui fanno parte anche Arci Scuotivento, FOA Boccaccio 003, S.I.Cobas e USB Unione Sindacale di Base. La mobilitazione chiede l’approvazione della legge sul reato di omicidio e lesioni gravi sul lavoro, e l’abolizione delle norme che indeboliscono i controlli sulla sicurezza e la salute

Incidente sul lavoro: a Policoro perde la vita uomo di 45 anni

Un uomo è morto in un incidente nei campi a Policoro, nei pressi di bosco Pantano. Era alla guida di un trattore che si è ribaltato.

La vittima sarebbe un 45enne originario del Bangladesh.

Vano l’intervento di vigili del fuoco e 118 per portare soccorso, mentre sono in svolgimento gli accertamenti per stabilire l’esatta dinamica della tragedia.

Stando alle prime testimonianze, il mezzo stava procedendo su una strada interpoderale, quando una delle ruote sarebbe finita su un dislivello causandone il ribaltamento.

9 Settembre

Ostia, operaio precipita dal quinto piano e muore. Stava lavorando sulla facciata di un palazzo

La vittima aveva 53 anni. A dare l’allarme sono stati i colleghi e i residenti del palazzo

Tragedia a Ostia dove un operaio, cittadino romeno di 53 anni, è morto mentre stava lavorando alla ristrutturazione della facciata di un palazzo. È precipitato dal quinto piano di un edificio in via Mare di Tasman, all’altezza del civico 15, finendo sul cortile dello stabile. 

A dare l’allarme i suoi colleghi e i residenti del palazzo. Inutili i soccorsi. I medici del 118 arrivati del vicino ospedale Grassi, infatti, non hanno potuto fare altro che appurare la morte dell’operaio. Sul posto i carabinieri della compagnia di Ostia e il personale della Asl. I militari ora sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente. Non è chiaro se il 53enne abbia avuto un malore oppure se sia sporto troppo dal balcone. Secondo quanto appreso l’operaio era impegnato per conto di un’impresa edilizia in una serie di lavori per ristrutturare la facciata esterna dell’edificio e dei balconi.

Si tratta della seconda morte bianca nella capitale nelle ultime 48 ore dopo quella di Daniele Cucchiaro che, nella giornata, ha perso la vita mentre stava manovrando un carro trasportatore sul lungotevere all’altezza di piazza Trilussa.

Si ribalta con il trattore: 70enne in codice rosso

L’uomo trasportato d’urgenza al San Martino dopo il ribaltamento del mezzo agricolo

n uomo di circa 70 anni questo pomeriggio, poco dopo le 16 è rimasto gravemente ferito a Masone a seguito del ribaltamento di un trattore. Secondo quanto riferito dai soccorritori, l’anziano ha riportato traumi agli arti inferiori ed è stato trattato sul posto dal personale del 118.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e l’elisoccorso Drago di Genova, che ha provveduto al trasporto dell’uomo all’ospedale San Martino in codice rosso. Le condizioni dell’anziano restano gravi, ma stabili secondo le prime comunicazioni mediche.

Le autorità stanno indagando sulle cause del ribaltamento del trattore. Non sono ancora disponibili ulteriori dettagli sulle dinamiche dell’incidente.

Amianto : Sentenze

Amianto killer: Fincantieri condannata, pagherà un milione di euro alla famiglia di un operaio

La somma andrà ai familiari di un operaio morto di mesotelioma pleurico. L’uomo, poco più che settantenne, aveva lavorato per anni come saldatore nel cantiere navale bisiaco

Il Tribunale di Gorizia ha condannato Fincantieri al risarcimento di circa un milione di euro ai familiari di un operaio morto di mesotelioma pleurico. L’uomo, poco più che settantenne, aveva lavorato per anni come saldatore nel cantiere navale di Monfalcone, a stretto contatto con materiali contenenti amianto e senza adeguate protezioni.

La perizia medico-legale ha confermato il nesso diretto tra l’esposizione professionale alle fibre killer e la malattia che lo ha condotto alla morte. Secondo gli accertamenti, il lavoratore fu costretto a manipolare amianto friabile in ambienti privi di aerazione e senza dispositivi di protezione individuale come mascherine e tute. Il Tribunale ha ritenuto esclusivamente responsabile Fincantieri, che non ha dimostrato di aver adottato misure tecniche e organizzative idonee. Si legge in sentenza: «Il datore di lavoro ha omesso di predisporre tutte le misure e cautele atte a preservare l’integrità psicofisica del lavoratore sul luogo di lavoro. È mancata la vigilanza sull’uso dei dispositivi di protezione e non sono state adottate misure organizzative per confinare le lavorazioni nocive».

Amianto : Cinema

Amianto. Genova: storia di una lotta operaia

Viene proiettato al Club Amici del Cinema il docufilm “Amianto. Genova: storia di una lotta operaia” che racconta la battaglia sindacale, durata oltre 10 anni, che ha coinvolto la classe operaia genovese per vedersi restituire i propri diritti.

Il documentario è nato da un’idea di Marcello Zinola e della Camera del lavoro di Genova con la regia di Ugo Roffi.

Realizzata in collaborazione con il Premio Cinematografico Stefano Pittaluga, l’iniziativa fa parte di “Fuori dal centro – Festival. Film, musica, incontri”, manifestazione culturale curata da Giancarlo Giraud e Valentina Damiani e organizzata da ACEC-S.A.S. Liguria insieme ad ARCI-UCCA.

Alla proiezione parteciperanno Igor Magni, segretario Camera del lavoro di Genova, Albino Ostet, ex lavoratore Ansaldo, i registi Ugo Roffi e Ludovica Schiaroli, il giornalista Marcello Zinola e Juri Saitta, critico cinematografico. Modera il dibattito, che segue il docufilm, Andrea Castanini, vicedirettore del Secolo XIX.

Il documentario: Per quasi un decennio oltre 1400 lavoratori, alcuni malati o deceduti, colpiti dall’esposizione all’amianto sono stati indagati come truffatori dimenticando i danni inoppugnabili provocati dall’asbesto. Tra il 1994 e il 2020 l’Inail ha registrato in Liguria oltre 3.600 decessi provocati dall’esposizione all’amianto, di cui oltre la metà a Genova. 

La storia inizia con l’inchiesta della magistratura genovese che ha visto inquisiti ben 1400 ex operai: iniziata nel 2006 e conclusa dopo dieci anni, l’inchiesta è terminata con un nulla di fatto e ha avuto come conseguenza la lotta sindacale che ne è seguita e che ha dovuto combattere indifferenze, spesso il pregiudizio mediatico, l’ondivago atteggiamento politico confermato dalle recenti e assurde decisioni sul fondo amianto.

Una lotta vincente, per molti aspetti unica, perché mentre nel resto d’Italia venivano riconosciuti i diritti degli esposti, a Genova lavoratori e lavoratrici venivano messi sotto inchiesta. Le organizzazioni sindacali dei lavoratori coinvolti non hanno mai chiesto o cercato la vendetta ma chiarezza, verità e giustizia anche per restituire la dignità ai malati, alle vittime, ai loro familiari, alla classe lavoratrice offesa con accuse infondate e infamanti.

La storia si sviluppa attraverso il racconto di alcuni dei protagonisti di quella lotta: Albino Ostet, ex lavoratore Ansaldo Energia, Barbara Storace, avvocato che seguì per il sindacato le cause civili dei lavoratori, il giornalista Marcello Zinola e per il sindacato Ivano Bosco, allora segretario della Cgil di Genova, Armando Palombo, allora delegato per la Fiom Cgil e Igor Magni, Segretario Generale della Camera del Lavoro.

Riprese della Genova di oggi si alternano a filmati, foto e materiali dagli archivi della Camera del lavoro, della Biblioteca Berio, della Biblioteca Universitaria, della Fondazione Ansaldo, delle Teche Rai e di giornalisti e giornaliste genovesi. 

Il documentario è stato selezionato e parteciperà a Flight – Mostra Internazionale del Cinema di Genova 2025, dedicata al cinema sperimentale e di ricerca, e al Clorofilla Film Festival 2025, che dà spazio a tematiche sociali e ambientali. 

8 Settembre

Daniele Cucchiaro l’operaio morto schiacciato da un muletto sulle sponde del Tevere

L’operaio lavorava per una ditta di Monterotondo, città alle porte di Roma

Si chiamava Daniele Cucchiaro l’operaio morto lunedì 8 settembre, intorno alle 16, schiacciato dal muletto su cui stava lavorando lungo le sponde del Tevere, all’altezza di piazza Trilussa. L’operaio 47enne era residente a Monterotondo e lavorava per la Romana Car Allestimenti, azienda con sede nella zona industriale della città alle porte di Roma.

Daniele Cucchiaro morto a 47 anni

La tragedia è avvenuta nel pomeriggio di ieri, lunedì 8 settembre. Sembrerebbe che Daniele stesse caricando un muletto su un camion quando il mezzo si è ribaltato, schiacciandolo. Ovviamente, le indagini per ricostruire l’esatta dinamica del fatale incidente sono ancora in corso. Cucchiaro lavorava per una ditta specializzata nel noleggio di attrezzature per il settore edile e pare stesse smontando delle impalcature utilizzate per un evento.

Torino, cade dal cestello della gru: morto un operaio

L’incidente fatale in via Genova, sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118 Azienda Zero e le forze dell’ordine. Nella stessa via il 19 dicembre 2021, tre montatori, Filippo Falotico, 20 anni, Roberto Peretto, 52, e Marco Pozzetti, 54 anni, persero la vita precipitando da 40 metri mentre stavano assemblando una torre edile, sempre con una gru

Un operaio è morto e un altro è rimasto ferito questa mattina in un incidente sul lavoro in via Genova, all’altezza del numero civico 87, a Torino. Secondo le prime informazioni, è precipitato il cestello di una gru. Sul posto sono intervenuti i soccorsi del 118 Azienda Zero e le forze dell’ordine. Sempre in via Genova il 19 dicembre 2021, tre montatori, Filippo Falotico, 20 anni, Roberto Peretto, 52, e Marco Pozzetti, 54 anni, persero la vita precipitando da 40 metri mentre stavano assemblando una torre edile con una gru. 

La vittima si chiamava Yosif Gamal, detto Jimmy, operaio egiziano di 68 anni e padre di tre figli. La vittima è precipitata dal cestello di una gru a circa dodici metri di altezza, mentre piazzava un manifesto sul muro di un palazzo di cinque piani, all’interno del cortile di un edificio che ospita una comunità di accoglienza gestita da suore. L’operaio, una lunga esperienza nel settore, lavorava da alcuni anni per la ditta Posting Service Sas di Torino. L’inchiesta è coordinata dal pm Sofia Scapellato. Al momento nessuna ipotesi viene esclusa dagli inquirenti. 

Incidente sul lavoro a Monza, operaio muore schiacciato da un macchinario

Si tratta dell’ennesima tragedia: sempre oggi tre operai sono deceduti a Torino, Catania e Roma

Un operaio di 48 anni è morto all’interno di un’azienda che produce valvole industriali, a Monza. La dinamica dell’infortunio è ancora al vaglio dei tecnici intervenuti sul posto insieme ai soccorritori e alla polizia. L’uomo sarebbe rimasto schiacciato da un macchinario. Quando l’ambulanza è arrivata, il 48enne era già morto. Si tratta dell’ennesimo incidente sul lavoro: sempre oggi, 8 settembre, due persone sono morte a Torino e a Catania. E una terza ha perso la vita a Roma.

Precipita da impalcatura, operaio morto nel Catanese

L’uomo, 53 anni, era impegnato in lavori di ampliamento di un capannone a Riposto

Un operaio di 53 anni è morto sul lavoro in un infortunio avvenuto stamattina, 8 settembre, in uno stabilimento industriale in contrada Rovettazzo, a Riposto, nel Catanese. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe stato impegnato, assieme a un collega, in lavori per l’ampliamento di un nuovo capannone industriale quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato da una altezza di oltre otto metri. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei soccorritori del 118, intervenuti sul posto anche con un elicottero. Sull’accaduto indagano i carabinieri della stazione di Riposto e della compagnia di Giarre coordinati dalla procura di Catania.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile