Era facile giocà da ragazzino…”. L’ultimo post di Piero sui social è il giorno prima della fine. “Majetta e carzoncini tutti logorati, ‘na madre poi ch’ogni vorta che s’arrabbiava, senza pensacce troppo piava e te menava”. L’infanzia è come un filo rosso che attraversa tutta la vita di Piero Perruzza, morto a 52 anni perchè caduto dal ponteggio al settimo piano in un cantiere edile di via Merulana, nel centro di Roma. Un altro ‘pasticciaccio brutto de via Merulana’. Sarà per quel viso da bambino tondo e sorridente, sarà per i messaggi delle persone più care, il ritratto di una persona buona. “Sei stata come uno zio per me – scrive Federica sotto una foto di Piero che la tiene in braccio appena nata -. Ci mancherà l’uomo più buono del buono, mi mancherà sentirmi chiamata ‘scrocchiazzeppi’. Quando da piccola salivo sulla tua schiena per fare i tuffi nel mare, anche se ti stancava non dicevi mai no. Ciao zio Piero”. Le immagini dell’allegria a tavola, nelle feste, negli occhi.