Tra Verona e Mantova il triangolo delle discariche di amianto: il rischio a causa di una deroga di Zaia. I cittadini: ‘Siamo sotto assedio’
Circondati dalle discariche di amianto. C’è un triangolo, ai confini delle province di Verona e di Mantova, che sta attirando gli appetiti di aziende specializzate nello smaltimento di rifiuti urbani e speciali, grazie a una deroga che l’amministrazione regionale del Veneto ha concesso nel 2022. A denunciarlo sono i cittadini che, attraverso il Comitato Anti-Discarica Ca’ Balestra e al Comitato Tutela Ambiente e Salute Villafranca, sono scesi sul sentiero di guerra, visto che nel giro di pochi mesi sono state presentate alcune richieste per aprire strutture di smaltimento in un’area molto limitata, che rischia di trasformare Villafranca di Verona in una grande discarica a cielo aperto. Mariella Zago ha 83 anni, vive nella frazione di Quaderni ed è una delle più attive. Ha scritto a ilfattoquotidiano.it per denunciare la congiura del silenzio. “Il nostro problema ambientale è molto grave. Il territorio, parte della pianura Padano Veneta, è sotto assedio. In Regione Veneto sono stati presentati due progetti di discariche di rifiuti contenenti amianto che sono distanti circa 8 chilometri una dall’altra. Siamo in zona di ricarica degli acquiferi e quindi i rischi sono enormi”.
Un primo progetto riguarda località Caluri ed è stato presentato nel novembre 2023 dalla ditta Tecno Inerti. A Valeggio sul Mincio la società Progeco Ambiente ha chiesto di utilizzare quella che fu una cava di ghiaia, capace di ospitare 940mila metri cubi di materiale su una superficie equivalente a quella di 120 campi da calcio, sempre da destinare all’amianto. “Le cave sono adiacenti ad altre due discariche in post mortem che dagli anni ‘80 stanno ancora dando problemi di inquinamento – continua Mariella Zago – C’è un terzo progetto, per la stessa tipologia di rifiuti, presentato in Regione Lombardia nel comune di Marmirolo (Mantova) al confine con Valeggio. Come se non bastasse, è stato depositato, presso gli Uffici della Provincia di Verona, un quarto piano per il riempimento di una cava a Quaderni di Villafranca, accanto ad abitazioni e a una chiesetta, per smaltire scarti della lavorazione del marmo”.
La preoccupazione cresce perché le discariche di amianto diventerebbero un punto di conferimento non solo per tutte le province venete, ma anche per altre parti d’Italia. Il problema che sta esplodendo nasce da una decisione presa dalla Regione Veneto. La illustra Mario Faccioli, ex sindaco di Villafranca, oggi all’opposizione: “Quella che ha portato a presentare tante domande nel nostro territorio è una scelta politica, non tecnica. Con il piano regionale dei rifiuti del 2015, questi soggetti non avrebbero mai potuto presentare i progetti. Invece, nel 2022 è stata inserita una deroga che consente di realizzare le discariche anche in zone di ricarica degli acquiferi”. Il decreto fu visionato dalla seconda commissione regionale che si occupa di ambiente e territorio, poi approvata dalla giunta Zaia. “Prima di allora, la legge aveva messo una pietra tombale sulla possibilità di realizzare queste discariche in zone fragili”.
A febbraio il leghista Filippo Rigo ha presentato una mozione in consiglio regionale, poi il governatore Luca Zaia ha incontrato i comitati e ha risposto. “La commissione per la Valutazione dell’impatto ambientale dei due progetti (Via) è indipendente. Da parte mia farò in modo che i rappresentanti dei comitati vengano in Regione e spieghino ai tecnici le loro motivazioni per il no ai due impianti”. La replica dei Comitati è netta: “La deroga l’ha approvata la Regione due anni fa, per noi le parole di Zaia non cambiano nulla, ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni. Ci ha offerto ‘generosamente’ di partecipare alle riunioni, ma il problema l’hanno creato loro, i politici, non i tecnici”.
Discariche di amianto a Villafranca (VR): preoccupazione del personale militare
Il Sindacato Aeronautica Militare (SIAM) si fa portavoce del forte scetticismo e dei timori del personale militare in servizio presso i Reparti dell’Aeronautica Militare di Villafranca di Verona (VR) per la proposta di apertura di due nuove discariche di amianto nelle immediate vicinanze.
Le discariche, secondo documenti tecnici dell’azienda appaltatrice, sorgerebbero in località Caluri, a ridosso del 3° Stormo, 1° Reparto Genio, 4° Laboratorio Tecnico e Squadriglia Telecomunicazioni.
Numerose le criticità sollevate dal personale militare e dagli abitanti del piccolo centro per il possibile impatto sulla salute e sulla vita privata.
Anche il Comune di Villafranca di Verona ha espresso perplessità, così come pure il WWF Veronese ed il Comitato contro il progetto di discarica “Ca’ Balestra” di Valeggio sul Mincio.
Le osservazioni più rilevanti riguardano: la mancanza di rispetto delle distanze minime da abitazioni ed altre discariche; la
carenza di valutazione degli impianti cumulativi; il mancato rispetto del piano di rischio aeroportuale; la possibile dispersione delle fibre di amianto nell’aria; le carenze nei piani di gestione e di emergenza; le criticità sulla viabilità e i dubbi sulla caratterizzazione dei terreni e sulle verifiche di stabilità.
Il WWF Veronese ODV ha inoltre rilevato criticità nelle procedure di gestione dei rifiuti e in merito all’impatto sulla flora e sulla fauna, ai materiali di copertura degli inerti ed al potenziale inquinamento delle falde acquifere.
Anche l’Aeronautica Militare, con una nota del Comando 1^ Regione Aerea di Milano, ha espresso perplessità sulla compatibilità delle discariche con la sicurezza delle installazioni militari e la salute del personale.
Il SIAM auspica che la Regione Veneto tenga conto di tutte le suddette osservazioni e valuti alternative già esistenti sul territorio, evitando di autorizzare l’installazione di una discarica a ridosso di un aeroporto ad uso civile e militare ad intenso traffico.