Amianto a Cava Fornace, quello che non torna per gli ambientalisti
Arpat tranquillizza ma secondo i No Cava la marmettola e l’amianto stesso sono dei rischi reali sottovalutati
MONTIGNOSO. Arpat ha rilevato amianto nell’acqua fuoriuscita dal crollo dell’argine ma in quantità minime che hanno convinto l’ente che non ci fosse la necessità di fare dei prelievi al lago di Porta. «Ma l’amianto è pericoloso solo quando è asciutto e inalato», ha precisato l’ingegnere di Arpat Stefano Santi. Ma queste rassicurazioni non hanno convinto troppo il Comitato dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace. I punti critici sono la presenza di marmettola e quella di amianto, con la possibilità che tornando asciutto diventi volatile.
«Le analisi ufficiali in prima battuta hanno dimostrato che nelle acque-percolato esaminate erano presenti: ferro, alluminio, più sostanze di superfice. Non sappiamo di cosa si tratta e in che quantità; inoltre è stata data la colpa di tale presenze alla marmettola. La marmettola non viene messa in discarica da parecchi anni , non può essere la causa di quei metalli», dicono i No Cava. Ricordiamo il telo che copriva il cumulo di terre (pericolose) franate
«Durante la riunione al comune di Montignoso alla presenza dei due sindaci che hanno in carica la discarica, quelli di Montignoso e Pietrasanta» e dell’assessore regionale Monni Monia, l’ingegnere responsabile Arpat ha comunicato anche la presenza di amianto in forma liquida. Lça presenza di amianto nella Fossa Fiorentina è dovuto all’evento del 6 maggio . Ciò vuol dire che le acque lo hanno trovato abbastanza facilmente nella loro discesa in discarica, questo fa pensare che nei momenti “asciutti” l’amianto diventi volatile, facilmente riscontrabile nell’aria. Pericolosissimo».