Amianto nell’ex discarica di Mattie: anche il Comune di Susa contrario al progetto
La cittadina capoluogo della valle scende in campo insieme al piccolo comune montano e a Pro Natura
Si allarga, in Val Susa, l’opposizione delle amministrazioni comunali all’ipotesi di riaprire l’ex discarica di Mattie per realizzare un deposito di smaltimento dei rifiuti con amianto. A poche ore dall’insediamento previsto stasera durante il primo Consiglio comunale, l’amministrazione di Susa del sindaco Piero Genovese – rieletto quindici giorni fa – prende nettamente posizione contro l’ipotesi progettuale avanzata da Acsel per l’utilizzo come sito di deposito di materiali provenienti da bonifiche di eternit e altri materiali asbestiferi dell’area fino a pochi anni fa centro di conferimento dei rifiuti di tutta la Valle.
Insomma, anche il Comune che sorge ai piedi della località di Camposordo dice no alla nuova discarica di amianto. Affiancando, così, l’amministrazione di Mattie che nei giorni scorsi – durante l’assemblea convocata da oltre 200 cittadini del paese sulla questione esplosa a fine maggio in seguito all’avvio delle procedure di valutazione ambientale per autorizzare l’operazione – si era già detta contraria a questa soluzione: «L’operazione vanificherebbe le opere di bonifica avviate alcuni anni fa» è il pensiero di sindaci e cittadini che chiedono all’azienda consortile di Valle della raccolta rifiuti di sospendere l’opera.
«In relazione al progetto presentato da Acsel per ampliare parte della discarica di Mattie, al netto degli aspetti tecnici, a titolo prudenziale e di tutela della salute pubblica riteniamo non opportuno riaprire la discarica che ha cessato la sua attività nel 2018» chiarisce la maggioranza del sindaco Piero Genovese, sottolineando che l’amministrazione di Susa parteciperà comunque ad ogni tavolo in cui verrà discussa questa proposta.
La prima occasione di confronto con Acsel sarà, probabilmente, l’assemblea dei sindaci indetta nei giorni scorsi su richiesta del presidente dell’Unione montana, Pacifico Banchieri, per lunedì 1 luglio. Assemblea in cui Acsel dovrà illustrare ai primi cittadini della Valle l’idea di riaprire l’impianto di smaltimento: ipotesi prevista fin dal 2022 nel piano industriale dell’azienda consortile che ha per soci i 39 Comuni della Val Susa, ma solo di recente tradotta in un vero e proprio progetto.
Nelle ultime settimane questo intervento, che si è finora tradotto nella richiesta alla Città metropolitana delle autorizzazioni ambientali, ha già portato ad una netta presa di posizione sfavorevole all’opera da parte di Pro Natura e alla raccolta firme da parte di un gruppo di cittadini di Mattie, preoccupati per i possibili rischi ambientali. Ma ora che le amministrazioni andate al rinnovo l’8 e 9 giugno si insedieranno è probabile che molte chiederanno conto ad Acsel sugli intenti del discusso progetto.
Discarica di amianto a Ca’ Balestra, richiesta di autorizzazione congelata per 180 giorni
Progeco Ambiente ha bisogno di tempo per rispondere a tutti i dubbi espressi sul progetto. Esulta il comitato dei contrari che incassa anche il sostegno del rieletto sindaco Gardoni
Èstata accolta la richiesta e pertanto i termini per la presentazione di integrazioni e chiarimenti sono sospesi per un periodo di 180 giorni». Si legge questo nella risposta che ieri, 19 giugno, la Regione Veneto ha inviato alla ditta Progeco Ambiente. Per l’approvazione o il respingimento dell’impianto di smaltimento dei rifiuti contenenti amianto a Valeggio sul Mincio se ne riparlerà dunque tra circa sei mesi.
Sono evidentemente troppe le risposte che l’azienda deve fornire ai dubbi dei contrari al progetto. Dubbi che sono stati esposti in Regione Veneto perché è all’ente regionale che spetta il compito di concedere o negare l’autorizzazione alla discarica. Discarica che è stata progettata nell’area di Ca’ Balestra, a Valeggio sul Mincio, e contro cui si sono schierate istituzioni locali, comitati e singoli cittadini. A tutti era stata concessa la possibilità di presentare delle osservazioni critiche al progetto. «Ben 228 sono quelle protocollate della Regione Veneto – ha ricordato il comitato anti-discarca di Ca’ Balestra – E dopo il sopralluogo in loco, la commissione per la valutazione dell’impatto ambientale ha formalizzato un elenco di circa 30 richieste di integrazioni e approfondimenti, che spaziano dalla verifica della fattibilità del progetto in zona di alta pianura vulnerabile ai nitrati a supplementi di studi in relazione agli impatti ambientali, soprattutto con riferimento alla inevitabile sovrapposizione con l’adiacente discarica Ca’ Baldassarre e ai progetti per altre discariche di amianto a Caluri e Marmirolo. E ancora alla direzione dei venti per la possibile dispersione di fibre di amianto, alla situazione idrogeologica dell’area, alla viabilità e al dimensionamento della strada di accesso al sito, agli interventi da porre in essere nel caso di incidenti, all’inquinamento, oltre che nuove e più approfondite valutazioni sugli impatti sanitari del progetto stesso». E Progeco deve ora controdedurre puntualmente tutte le osservazioni pervenute in Regione e tutte le richieste della commissione per l’impatto ambientale. E per farlo l’azienda ha bisogno di tempo, così ha chiesto e ottenuto dalla Regione il congelamento del procedimento per 180 giorni. Un risultato importante per il comitato anti-discarica, che ha ringraziato «tutti coloro che hanno deciso di dedicare un po’ del proprio tempo per informarsi e cercare di contribuire alla salvaguardia del nostro territorio».
E la sospensione del procedimento non concede solo tempo alla Progeco. Lo concede anche al comitato che proseguirà l’opera di sensibilizzazione affinché l’attenzione sul tema rimanga alta. Una sensibilizzazione fatta anche a livello politico ed infatti due rappresentanti del comitato, il presidente Gianni Bertaiola e l’avvocato Pier Paolo Avanzini, hanno già ottenuto udienza dal rieletto sindaco di Valeggio sul Mincio Alessandro Gardoni.
Il primo cittadino si è insediato da pochi giorni, ma ha voluto esprime subito il proprio impegno istituzionale nel contrasto al progetto proposto da Progeco Ambiente. Gardoni ha infatti ribadito sostegno e vicinanza al comitato e ha garantito ai suoi rappresentanti la nomina da parte del Comune di un legale che possa tutelare sul piano giuridico gli interessi legittimi della collettività.