Fermiamo tutti insieme gli oltraggi al territorio”
Nasce “No Valdera avvelenata“ e coordinerà una ventina di associazioni. Tante le battaglie da portare avanti: dalle discariche riaperte al caso Keu.
Si chiama “No Valdera avvelenata” ed un coordinamento di una ventina di associazioni unite dal filo della tutela ambientale ma anche di un contrasto a un modello di sviluppo che in questi ultimi decenni sta caratterizzando la Valdera. Tra i temi c’è la gestione dei rifiuti, la riapertura dell’ex discarica della Grillaia tra Chianni, Terricciola e Lajatico e l’ampliamento della discarica di Legoli a Peccioli. E poi lo scandalo Keu e il progetto per la nuova base militare.
“Il nostro coordinamento – spiega Antonio Piro – raggruppa soggetti differenti dagli studenti agli operai della Piaggio. Il tentativo è quello di rompere il muro dell’indifferenza che si è creato in Valdera su questi temi. Raccogliamo sensibilità diverse unite dal contrasto a un modello di sviluppo che non vogliamo appoggiare. Il prossimo 4 marzo faremo una manifestazione a Pontedera per chiedere alla Regione il ritiro della delibera che ha permesso la riapertura della Grillaia e per bloccare il conferimento dell’amianto”.
La manifestazione in programma per il primo sabato di marzo alle 15.30 sotto il palazzo comunale di Pontedera è incentrata sul tema della Grillaia, ma l’obiettivo del coordinamento è ampliare il raggio di interesse. “Questa sarà la nostra prima manifestazione – continua Piro – ma stiamo già pensando a una seconda a Peccioli, sull’ampliamento della discarica della Belvedere”. Nel manifesto pubblicato dal coordinamento vengono sviscerati i temi di cui vorranno occuparsi, argomenti che magari fino ad ora sono stati trattati singolarmente dalle varie associazioni che ne fanno parte. “La riapertura della ex discarica La Grillaia a Chianni, con il conferimento di 270 mila metri cubi di amianto, rappresenta a nostro parere un inaccettabile oltraggio al territorio della Valdera – scrivono –. La Regione Toscana ha irresponsabilmente autorizzato questo progetto regalando a un privato la possibilità di fare grandi affari contro il bene collettivo al di fuori di un piano regionale pubblico sui rifiuti e, in particolare, sull’amianto”. Poi c’è lo scandalo Keu che ha fatto emergere la questione dell’inquinamento di diversi territori regionali e lo smaltimento illegale dei residui dei fanghi conciari.