Amianto ed Esercito

Amianto, militare ucciso da mesotelioma: la famiglia sarà risarcita

Il Tribunale di Grosseto ha condannato i Ministeri della Difesa e dell’Interno a risarcire con una somma di circa 400mila euro la vedova del militare Antonio Ballini

rosseto, 1 agosto 2022 – Il Tribunale di Grosseto ha condannato i Ministeri della Difesa e dell’Interno a risarcire con una somma di circa 400mila euro (comprensivi degli arretrati) la vedova del militare Antonio Ballini , deceduto per un mesotelioma per l’esposizione alla fibra killer nelle unità navali della Marina Militare italiana , e l’erogazione proseguirà per tutta la vita con un vitalizio di 1.900 euro mensili.

E’ quanto rende noto con un comunicato l’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona). Ballini è morto nel 2014 a 69 anni per essere stato a contatto, tra il 1965 e il 1967, con l’ amianto utilizzato nelle navi della Marina , in particolare nei motori, essendo stato adibito alla manutenzione dei mezzi, nonché impiegato in attività di pulizia di cucine e impianti di riscaldamento e caldaie. A pochi mesi dalla diagnosi è morto tra atroci sofferenze lasciando orfano il figlio Marco, e vedova la moglie, Delfina Lucignani, che ha portato avanti la sua battaglia legale contro uno Stato che fatica a riconoscere i diritti delle vittime. 

Il Tribunale ha riconosciuto al militare lo status di vittima del dove re che, in un primo momento, gli era stato negato e ha sottolineato in sentenza: ”deve pertanto ritenersi che l’esposizione ad amianto del Ballini sia avvenuta in occasione dello svolgimento di attività di servizio e nell’espletamento delle funzioni d’istituto” e che: “la patologia contratta e il decesso derivatone siano riconoscibili come dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali in cui il ricorrente ha operato”.