Amianto :Sentenze

Pompiere ucciso dall’amianto della tuta: lo stato risarcirà la famiglia

L’amianto contenuto nell’attrezzatura dei vigili del fuoco dal 1967 al 1992 ha causato numerose vittime per cancro. L’uomo è morto nel 2008 dopo 30 anni di carriera

Era un pompiere, era l’orgoglio della sua famiglia. Dal 1967, per quasi 30 anni, aveva portato una divisa che lo faceva sentire un supereroe. Salvava vite, contrastava le emergenze: per quella tuta ha dato tutto, e ignorava che l’amianto della sua divisa ignifuga lo avrebbe portato alla morte. Nel 2008, dopo quasi 30 anni di carriera, è deceduto per cancro. Giovedì gli eredi, dopo quasi sette anni di battaglia legale, hanno vinto il ricorso al Tar della Lombardia e riceveranno un «equo indennizzo».

I giudici del Tar hanno dichiarato che il cancro, scoperto nel 2006 per alcune difficoltà respiratorie, sia stato conseguenza diretta del contatto con le polveri di amianto sprigionate dalle divise ignifughe durante lo spegnimento dei tanti incendi che l’uomo ha contrastato. Se lo è portato via un mesotelioma pleurico, lo stesso male che ha ucciso almeno 58 pompieri in tutta Italia dal 1993 a oggi.

Una strage dimenticata causata dagli indumenti che avrebbero dovuto proteggere questi uomini. Dal 1967 la fibra di amianto è stata largamente utilizzata nei guanti e nei mantelli dei pompieri. Nel 1986 il ministero dell’interno ha iniziato a sostituire i materiali fino a vietare del tutto l’utilizzo dell’amianto nel 1992.

Il Tar della Lombardia ha dato ragione agli eredi, obbligando il ministero dell’Interno ha indennizzare la famiglia con una sentenza in linea con quelle pregresse. La prima vittoria è andata a segno nel 2010. Dopo la morte di un ex vigile del fuoco spezzino di 72 anni, causata dal mesotelioma, il tribunale di Genova ha obbligato lo stato a risarcire 600mila euro.