Amianto : Sentenze

Taranto, operaio lavora per 20 anni sulle navi militari e muore per l’amianto. Il ministero della Difesa dovrà risarcire

Il Tribunale:«Non osservate le norme di sicurezza». Disposto un risarcimento di 50 mila euro ai familiari

Dal 1972 al 1992 ha lavorato sulle navi della Marina militare entrando in contatto con l’amianto ma senza indossare i dispositivi di protezione dalla dispersione in aria delle fibre del micidiale minerale. È stato così colpito da un carcinoma polmonare con successive metastasi e la malattia l’ha condotto a morte. Ora il giudice Raffaele Ciquera, del tribunale del Lavoro di Taranto, ha condannato il ministero della Difesa a risarcire la famiglia, moglie e due figli, con 50mila euro

L’uomo, che lavorava come operaio manutentore e movimentatore di materiali in una ditta appaltatrice dell’Arsenale militare, s’è trovato per vent’anni in un ambiente di lavoro a rischio perché era incaricato di rimuovere l’amianto senza utilizzare guanti, calzari e tute di protezione per fronteggiare il pericolo degli effetti nocivi del contatto. 

Ansia da esposizione all’amianto: «È una malattia professionale». Il caso dell’operaio toscano

Riconosciute le ragioni di un ex carpentiere dello stabilimento di Larderello: i motivi

GROSSETO. Fabio a maggio compirà 58 anni. Da tempo, da troppo tempo, convive con l’angoscia di potersi ammalare. Ex operaio di Enel a Larderello – carpentiere, tirafilista e manutentore degli impianti di alta tensione – ha visto tanti suoi colleghi rimanere vittime delle conseguenze dell’esposizione all’amianto. Lui no, non ha avuto nulla, ma ha sviluppato uno “stato ansioso-ansia anticipatoria” connesso proprio alla paura che un giorno tutto ciò potesse o possa ancora capitare anche a lui. L’Inail non ha mai voluto riconoscere questa patologia psichica come malattia professionale. Ma Fabio ha presentato ricorso in Tribunale e il giudice gli ha dato ragione.