Malattia polmonare dopo l’esposizione alle fibre di amianto: Comune costretto a riscarcire ex operaio
Il tribunale di Chieti ha condannato il Comune di San Giovanni Teatino a risarcire la somma di oltre 14 mila euro più le spese legali “per non aver adottato alcuna misura idonea a impedire o a ridurre l’esposizione alle polveri”
n ex operaio del Comune di San Giovanni Teatino ha ottenuto un risarcimento dai danni subiti a causa dell’esposizione a fibre di amianto. Il tribunale di Chieti ha condannato infatti l’ente a risarcire la somma complessiva di 14.709,78 euro, oltre a 5.506,50 euro di spese legali, per violazione dell’art. 2087 c.c. a seguito della mancata adozione delle norme volte a tutelare l’integrità fisica del ricorrente.
A ricostruire la vicenda e a commentare la sentenza è il patronato Inca Cgil di San Giovanni Teatino, a cui il lavoratore si era rivolto.
All’ex dipendente era stata riconosciuta come malattia professionale la patologia “esiti di pachipleurite sin. trattata con decortazione” riconducibile alla esposizione alle fibre di amianto durante il periodo di lavoro in zona.
“Il Comune di San Giovanni Teatino – recita la sentenza – non ha adottato alcuna misura idonea ad impedire o a ridurre l’esposizione alle polveri contenenti fibre di amianto, non ha dotato il ricorrente di dispositivi di protezione individuale idonei a ridurre i rischi da inalazione delle suddette polveri e non ha formato il ricorrente in merito alle precauzioni da adottare per limitare i rischi da contatto con polveri contenenti fibre di amianto, pur essendo consapevole del possibile contatto del ricorrente con tali polveri estremamente nocive per la salute”.