Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

18 Ottobre

Incidente sul lavoro, operaio morto schiacciato da un bobcat

Il fatto a Borello (Cesena): la vittima stava guidando il mezzo, quando si è verificato un problema e si è rovesciato

Cesena, 18 ottobre 2024 – Un uomo ha perso la vita questa mattina in seguito a un incidente sul lavoro che si è verificato intorno alle 12.30 a Borello. Secondo una prima ricostruzione dei fatti parrebbe che la vittima, di origine albanese, sia stata schiacciata da un bobcat durante una manovra.

Nello specifico, un gruppo di operai era intervenuto in via Cimitero di Borello per rimuovere dei mezzi da lavoro precedentemente utilizzati all’interno di un cantiere in fase di rimozione. Tra questi c’era in effetti anche il bobcat, parcheggiato nelle vicinanze di un sottopasso dell’E45. Dopo aver collocato le apposite rampe di collegamento tra il terreno e il cassone di un furgone adibito al trasporto dell’attrezzatura da lavoro, la vittima di sarebbe messa alla guida del bobcat affrontando la salita. Durante la manovra però purtroppo si è verificato un problema, tanto che il mezzo si è rovesciato, senza dare possibilità di salvezza a chi lo conduceva.

Morto folgorato a 27 anni: aveva appena postato una foto sui social

Sui social aveva da poco postato le immagini in alta quota, dalla cima del traliccio su cui stava lavorando, in località Campini a Ponte Caffaro di Bagolino: solo poco più tardi verrà travolto da una scarica elettrica che risulterà purtroppo fatale, nonostante il pronto intervento e la corsa disperata in ospedale. È Pablo Inga la vittima del tragico infortunio sul lavoro di giovedì pomeriggio a Bagolino, l’ennesimo in terra bresciana (già 27 le morti bianche nella nostra provincia, dall’inizio dell’anno): l’operaio è morto folgorato, aveva solo 27 anni.

L’allarme è stato lanciato intorno alle 15 dai colleghi che erano con lui e che hanno assistito inermi alla scena. All’arrivo dei soccorsi il giovane era già in arresto cardiocircolatorio: è stato rianimato a lungo e, una volta stabilizzato, trasferito d’urgenza in ospedale. Ma non ha mai ripreso conoscenza ed è spirato poco dopo aver raggiunto il Civile. Era stato trasferito a Brescia in elicottero e ricoverato in codice rosso: sul posto anche l’automedica e un’ambulanza dei volontari di Ponte Caffaro, oltre ai Vigili del Fuoco.

Trattandosi di infortunio sul lavoro, i rilievi sono stati affidati ai tecnici del Psal di Ast, il servizio di Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, con il supporto dei Carabinieri di Salò. Sono in corso indagini e accertamenti per verificare eventuali responsabilità. Il 27enne sarebbe stato folgorato da una scarica elettrica nonostante la corrente fosse stata già staccata, in via precauzionale: questo per via di un fenomeno noto come corrente indotta. 

Schiacciato dalla finestra: muore imprenditore mentre scarica il furgone

La tragedia a Grotte di Castro, nel viterbese. La vittima è un cinquantenne di una ditta aretina. Da una prima ricostruzione si trovava sulla pedana mobile del veicolo ma ha perso l’equilibrio finendo sotto il peso della grande cassa da imballo

rezzo, 18 ottobre 2024 – È morto schiacciato dal peso di alcune finestre. È l’ennesimo incidente mortale quello che ha strappato la vita al titolare di un’azienda aretina caduto dal proprio mezzo e poi travolto dal materiale che stava trasportando.

Si chiamava Domenico Capacci, cinquantenne, alla guida della Tle Capacci, ditta di forniture edili e che produce infissi. E proprio gli infissi stava trasportando quando, per ragioni ancora da accertare, è stato schiacciato dalle pesanti finestre.

E’ successo nella tarda mattina di martedì a Grotte di Castro, comune della provincia di Viterbo, dove Capacci si era recato per consegnare i pannelli ad un ditta del posto.

Secondo una prima ricostruzione l’operaio si trovava sulla pedana mobile del veicolo pronto a caricare il bancale contenente la merce da consegnare. Improvvisamente ha perso l’equilibrio, è caduto a terra, finendo schiacciato dal peso della cassa d’imballo.

Si ribalta autoarticolato sulla A1, muore il conducente

L’incidente nel tratto compreso tra San Vittore e Caianello

Incidente sull’A1 nel tratto compreso tra il casello di San Vittore e Caianello (direzione Sud), dove il conducente di un autoarticolato è morto in seguito al ribaltamento del mezzo pesante.

È accaduto intorno alle 15.
    L’uomo è rimasto incastrato tra le lamiere; sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Caserta (distaccamento di Teano), che hanno utilizzato l’attrezzatura da taglio per estrarre il camionista, riuscendovi dopo un elaborato lavoro reso difficile anche dalle condizioni in cui era il veicolo.
    L’uomo è stato liberato ma purtroppo era già deceduto per le gravi ferite riportate.

17 Ottobre

Incidente sul lavoro nella zona industriale, è grave dopo un volo di 10 metri: soccorso dall’elimedica atterrata vicino alle Poste

La dinamica dell’accaduto è al vaglio al personale della Medicina sul Lavoro, intervenuta sul posto insieme alla Polizia di Stato

Infortunio sul lavoro giovedì pomeriggio nella zona industriale di Forlì. Un operaio di 39 anni di una ditta esterna è rimasto gravemente ferito in un incidente verificatosi all’Olitalia in via Meucci. La dinamica dell’accaduto è al vaglio al personale della Medicina sul Lavoro, intervenuta sul posto insieme alla Polizia di Stato. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la giornata lavorativa prevedeva l’allestimento di alcuni ponteggi per un intervento sulla copertura di un capannone.

Improvvisamente il 39enne è incappato nella caduta, impattando al suolo dopo un volo di circa dieci metri. Immediato l’allarme al 118. Sul posto i sanitari del 118 hanno operato anche con l’elisoccorso, atterrato nel piazzale antistante l’ufficio postale di via Edison. Il ferito, che nell’impatto a terra ha perso conoscenza, dopo esser stato stabilizzato dagli operatori di “Romagna Soccorso” intervenuti con l’ambulanza e l’auto col medico a bordo, è stato caricato sull’elicottero giallo e trasportato al Trauma Center dell’ospedale “Maurizio Bufalini” di Cesena. 

Rimane schiacciato da un tornio in officina: morto un operaio

Tragico incidente a Marcon: un operaio schiacciato da un tornio è deceduto. Indagini in corso sulla sicurezza sul lavoro

MARCON (VE) – Un tragico incidente sul lavoro si è verificato questa mattina 17 ottobre 2024 attorno alle 11 in un’azienda situata in via Bellini a Marcon. Un operaio è deceduto dopo essere rimasto schiacciato da un tornio, un macchinario impiegato nella lavorazione dei metalli.

Subito dopo l’incidente, sono stati allertati i soccorsi. I vigili del fuoco di Mestre sono intervenuti per mettere in sicurezza l’area e liberare l’operaio rimasto intrappolato. I sanitari del 118 hanno fornito assistenza immediata, purtroppo le condizioni dell’uomo si sono rivelate critiche. Nonostante gli sforzi, non c’è stato nulla da fare per salvarlo.

Tragedia in campagna, anziano trovato morto accanto al trattore

L’allarme lanciato dai familiari che non l’hanno visto rientrare. Le ricerche si sono concluse intorno a mezzanotte quanto è stato trovato senza vita

Dramma nelle campagne di Tenno dove è stato trovato senza vita un uomo, l’83enne Livio Baroni: la salma è stata individuata intorno a mezzanotte, vicino al trattore che si era ribaltato.

Secondo le prime informazioni, l’anziano era uscito di casa nel pomeriggio, non facendo però rientro nella propria abitazione. Così i familiari hanno dato l’allarme

Amianto : Discariche

Discarica di amianto a Caluri, progetto dimezzato. «Anche così è inaccettabile»

Scongelato l’iter di autorizzazione, Tecnoinerti si ripresenta in Regione con un impianto sulla carta ridimensionato. Da Villafranca non giungono aperture. E i consiglieri regionali Bigon e Zanoni spiegano: «Rimangono irrisolti i problemi e i danni denunciati»

Sono da poco trascorsi i 180 giorni di sospensione dell’iter per l’autorizzazione della discarica di amianto a Caluri e la Tecnoinerti torna alla carica. L’azienda di Polpenazze del Garda non ha ritirato la propria istanza alla Regione Veneto, ma l’ha modificata. Il progetto rimane dunque valido, anche se sostanzialmente dimezzato.

Nonostante la raccolta di oltre 6mila firme contro l’insediamento dell’impianto di stoccaggio di rifiuti contenenti amianto e l’ostilità del consiglio regionale del Veneto, la Tecnoinerti non fa marcia indietro. Al termine del periodo di sospensione della procedura di autorizzazione, l’azienda bresciana si è rifatta avanti in Regione Veneto con un nuovo progetto per la frazione di Villafranca. Tenendo conto delle osservazioni giunte dai cittadini e dagli enti territoriali, sono stati rivisti i volumi e la superficie della discarica pensata precedentemente. Il nuovo impianto è grande circa la metà rispetto a quello iniziale e questo dovrebbe ridurre del 50% anche il traffico dei veicoli che ogni anno trasporteranno i rifiuti contenenti amianto sul sito. Inoltre, il ridimensionamento dovrebbe tenere la discarica ad una distanza maggiore rispetto alle circostanti zone sensibili.

La palla ora passa alla Regione Veneto che dovrà valutare il nuovo progetto ed eventualmente autorizzarlo. Un’autorizzazione che, però, vede la ferma contrarietà dei territori veronesi, a partire dal Comune di Villafranca di Verona, ed anche dei cittadini. Contrari anche i consiglieri regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni che chiedono lo stop al progetto. «Anche se rivisto, con un dimezzamento delle sue dimensioni, non si risolverebbero di certo i problemi e i danni denunciati – hanno dichiarato Bigon e Zanoni – Questo progetto resta inaccettabile. Indipendentemente dalla dimensione del sito, questa resta una zona di ricarica degli acquiferi e dunque, per quanto ridotta sia la discarica, il danno ambientale resterebbe invariato. Così come non si risolverebbe il nodo della eccessiva vicinanza dal centro abitato, con conseguente deprezzamento degli immobili, cosa vergognosa per chi oggi deve pagare il mutuo e si vede trasformare l’abitazione in un bene non vendibile in futuro. Analogamente, rimarrebbe il problema del traffico di mezzi pesanti. Insomma, la vivibilità dei residenti e la tutela sanitaria ed ambientale non si possono mercanteggiare con rivisitazioni che non cambiano la sostanza»

Amianto : Sentenze

Morirono d’amianto lavorando sui treni alle Ogr di Torino, medico delle Ferrovie a processo 50 anni dopo

Accusato del decesso di sedici dipendenti in servizio negli anni 70, è l’unico rimasto in vita dei presunti responsabili aziendali. Le vittime erano meccanici e verniciatori che respirarono le fibre tossiche delle carrozze

Oggi le Officine grandi riparazioni (Ogr) sono state bonificate e trasformate in un polo culturale in cui si organizzano eventi. Ma c’è stato un tempo in cui negli spazi tra via Castelfidardo e via Boggio si riparavano locomotive, automotrici e vagoni ferroviari. Un tempo in cui centinaia di operai lavoravano a contatto con la polvere di amianto. Ed è quell’epoca in bianco e nero a essere raccontata — mezzo secolo dopo — nelle aule del Tribunale di Torino, dove è in corso un processo che racchiude le storie di sedici operai che si sono ammalati e poi sono deceduti a causa della fibra killer.

Il dibattimento è approdato davanti ai giudici una decina d’anni più tardi rispetto all’inchiesta avviata dall’allora procuratore aggiunto Raffaele Guariniello e sotto accusa c’è solo un imputato: un medico di 84 anni, un libero professionista che tra il 1970 e il 1979 venne chiamato da Ferrovie come consulente esterno. All’uomo, difeso dagli avvocati Alberto Mittone e Fabiana Francini, la Procura di Torino contesta il reato di omicidio in cooperazione colposa con direttore, dirigenti e capi officina: quest’ultimi, però, sono tutti deceduti. Al professionista viene rimproverato di «non aver sottoposto i lavoratori a visite mediche allo scopo di accertarne l’idoneità fisica e non aver ripetuto le visite a intervalli regolari». Non solo, in qualità di «consulente» non avrebbe coadiuvato il datore di lavoro «nell’individuazione e nell’adozione dei rimedi contro la diffusione e l’inalazione delle fibre di amianto» e svolto «il proprio ruolo di controllo, vigilanza e segnalazione rispetto all’inadempimento degli obblighi e rimedi previsti dalla legge» per evitare la presenza di amianto: «regolare e sistematica pulitura delle attrezzature con aspiratori e procedure per evitare la manipolazione manuale delle fibre». 

Agente penitenziario respirò amianto e morì per un mesotelioma: il Tar condanna il ministero a risarcire il figlio

Massa: a causare il male fatale le polveri d’amianto respirate, mentre era in servizio di sorveglianza di alcuni detenuti al lavoro nel lanificio di un carcere negli anni ’70 e ’80

Firenze, 14 ottobre 2024 – Il Tar della Toscana ha condannato nei giorni scorsi il ministero della Giustizia a risarcire il figlio di un agente di polizia penitenziaria di Massa, morto nel 2017 per un mesotelioma maligno. A causare il male fatale le polveri d’amianto respirate, mentre era in servizio di sorveglianza di alcuni detenuti al lavoro nel lanificio di un carcere negli anni ’70 e ’80.

La pronuncia suscita la reazione del segretario generale del sindacato della polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, che in una nota ad accendere un faro sul tema più generale delle malattie contratte sul luogo di lavoro. “È sicuramente un caso limite gravissimo quello dell’agente, deceduto nel 2017, per il quale il Tar della Toscana ha chiesto che il ministero predisponga un risarcimento al figlio, dopo che per 18 anni ha controllato i detenuti impegnati in un lanificio, dove è stato costretto a respirare le polveri di amianto- afferma Di Giacomo- oltre alla famiglia dell’agente e al lungo tempo necessario per fare giustizia, il nostro pensiero va alle migliaia di lavoratori penitenziari che contraggono malattie professionali nello svolgimento del proprio dovere istituzionale”. In questo senso, denuncia il segretario del sindacato, “si registra il forte aumento, del 120% annuo, delle malattie professionali e di conseguenza delle assenze per malattia per effetto delle pesanti condizioni di lavoro degli agenti, oltre che di aggressioni e violenze da parte di detenuti. Fa specie che la sicurezza sui posti di lavoro sta facendo passi da gigante su tutti i luoghi di lavoro, ma nelle carceri siamo fermi a strumenti e mezzi del tutto superati. Anzi si ritiene sufficiente dotare gli agenti di guanti, scudi e videocamere per fronteggiare i quotidiani pericoli”. Di Giacomo auspica piuttosto l’adozione di un “piano straordinario” che consideri tutti i fattori di rischio.

Bari, muore un ex bambino della Fibronit: «Grazie ai signori dell’amianto»

BARI – «Dobbiamo ringraziare i signori dell’amianto». Sono le parole pronunciate dalla sorella di quella che potrebbe essere l’ultima vittima della Fibronit, l’ex fabbrica di cemento amianto nel cuore del quartiere Japigia che dagli anni Novanta ad oggi potrebbe aver causato più di 700 morti.

L’ultima vittima, un 60enne, ha sempre vissuto in via Caldarola, a due passi dalla fabbrica, nella cosiddetta «zona rossa», cioè la porzione di territorio che si stima sia stata contaminata dall’amianto della Fibronit, provocando centinaia di casi di mesotelioma, asbestosi, tumore ai polmoni e altre patologie correlate all’amianto. Le sue parole sono state riferite dalla sorella, in lacrime, a Nicola Brescia del Comitato cittadino Fibronit. «Quando sembrava che l’amianto stesse tirando un po’ il freno, ecco che ti giungono notizie che ti spengono la speranza – dice Brescia – L’insorgenza di un nuovo caso con i familiari che ti chiedono aiuto per supportarli in questa situazione e la scomparsa di un nostro concittadino che ancora non aveva compiuto 60 anni. Era uno di noi, da sempre residente a Japigia. Non è stato facile raccogliere la testimonianza di sua sorella che in lacrime mi ha descritto le ultime ore di suo fratello. “Dobbiamo ringraziare i signori dell’amianto”, queste le sue parole per testimoniare la sua rabbia per la perdita di un fratello giovane e ancora pieno di speranze per il futuro. Non dirò i loro nomi perché non è necessario dare un nome alla sofferenza di queste famiglie, è sufficiente sapere che i mali dell’amianto ancora, purtroppo, non segnano il passo».

16 Ottobre

Trovato morto nel suo terreno vicino al trattore ribaltato

Vittima l’86enne Antonio Purchiaroni. Intervento di 118, carabinieri, polizia locale e vigili del fuoco

Tragedia a Vasanello. Oggi, mercoledì 16 ottobre, per cause ancora in fase di accertamento, l’86enne Antonio Purchiaroni è morto mentre lavorava sul suo terreno agricolo. Intorno all’ora di pranzo è stato trovato dal vicino di campo nei pressi del trattore che stava manovrando. Proprio il mezzo ribaltato ha attirato l’attenzione dell’uomo.

Lanciato subito l’allarme, l’intervento dei soccorritori è stato immediato ma per l’anziano non c’è stato nulla da fare e il personale sanitario non ha potuto far altro che constatare il decesso. Sul posto anche i carabinieri, la polizia locale e i vigili del fuoco per le operazioni e gli accertamenti di competenza.

La salma di Purchiaroni è stata restituita ai familiari per i funerali. Uomo molto conosciuto, apprezzato e stimato a Vasanello, di cui era originario, viene ricordato come una persona tranquilla e molto attiva nonostante l’età.

Infortunio sul lavoro, operaio schiacciato tra due muletti

L’incidente questa mattina all’interno della Comazoo di Montichiari

Ancora un grave infortunio sul lavoro nel Bresciano. Questa mattina un uomo è rimasto ferito all’interno della Comazoo di Montichiari, schiacciato tra due muletti. L’operaio, un 44enne del paese, è stato soccorso e trasferito in ospedale in codice rosso

Si tratta dell’ennesimo caso di infortunio sul lavoro nella provincia di Brescia, che ha visto salire –come sottolineato da Anmil – sia, appunto, gli incidenti, che le morti ma anche le malattie professionali. Il tutto in un territorio che, secondo i dati Istat, registra due incidenti sul lavoro ogni ora.

15 Ottobre

Incidente sul lavoro a Gallipoli, idraulico morto durante manutenzione

Fernando Coletta, 62 anni, investito dalla deflagrazione seguita all’esplosione di una vasca di espansione che si trovava sull’autoclave. Sul posto i carabinieri

Un idraulico 62enne, Fernando Coletta, è morto mentre stava eseguendo lavori sull’impianto di riscaldamento dell’acqua in una casa di campagna a Gallipoli, al confine con Alezio. A quanto si apprende, durante i lavori è esplosa una vasca di espansione che si trovava sull’autoclave. La pressione eccessivamente alta ha portato alla deflagrazione che ha investito il 62enne. Sul posto stanno operando i carabinieri e gli ispettori dello Spesal. L’uomo era originario di Racale.

Schiacciato dalla lavatrice, 66enne muore in ospedale all’Aquila

L’incidente a Cagnano Amiterno, poi il ricovero nel capoluogo

Era rimasto ferito gravemente mentre stava aiutando un amico a spostare una lavatrice: l’elettrodomestico gli è caduto addosso schiacciandolo.
    E’ morto in ospedale, dopo alcuni giorni di ricovero in terapia intensiva, Pierfranco Cimini, 66 di Cagnano Amiterno (L’Aquila).
    Dopo l’incidente domestico, Cimini era stato portato con urgenza in ambulanza all’ospedale San Salvatore dell’Aquila.
   

14 Ottobre

Incidente a Baldissero Torinese: schiacciato da un trattore nel bosco, morto Gianpietro Barboni

Le circostanze dell’accaduto sono ancora da accertare

Gianpietro Barboni , 81enne di Baldissero Torinese e locale presidente della Fidas, è morto schiacciato da un trattore di sua proprietà nel pomeriggio di oggi, lunedì 14 ottobre 2024, in un’area boschiva che costeggia via Superga, dove si era recato all’ora di pranzo verosimilmente per andare a funghi. Il mezzo è stato trovato ribaltato in un avvallamento del terreno.

Sul posto sono intervenuti i sanitari con l’elisoccorso, i vigili del fuoco con la squadra del distaccamento di Chieri, le unità Usar specializzate nel salvataggio di persone schiacciate e l’elicottero del reparto volo del comando provinciale, i carabinieri della compagnia di Chieri e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To5, a cui competono le indagini sull’accaduto, le cui circostanze sono ancora da accertare.

Incidente sul lavoro: operai precipitano nel vano ascensore, un morto e due feriti

La tragedia in un condominio in centro storico, vicino alla fontana di Trevi. Il corpo privo di vita del 48enne recuperato dai vigili del fuoco. Indaga la polizia

Morto sul lavoro a Roma. Un operaio è deceduto dopo essere rimasto coinvolto in un incidente in una palazzina in Centro Storico.Feriti due uomini che si trovavano con lui, un ragazzo italiano di 16 anni e un cittadino nigeriano di 39 anni, trasportati rispettivamente all’ospedale Bambino Gesù e San Giovanni Addolorata, in codice rosso il minore con un triage giallo il secondo. Il dramma oggi pomeriggio in via delle Vergini, poco distante da fontana di Trevi. A perdere la vita Peter Isiwele, un cittadino nigeriano di 48 anni. 

Secondo quanto si apprende i tre operai erano impegnati in un lavoro di manutenzione straordinaria di un ascensore in una palazzina al civico 18 di via delle Vergini. Mentre si trovavano sopra l’elevatore, si è rotta la cinghia di ancoraggio con i tre lavoratori precipitati nella tromba dell’ascensore – che si trovava al secondo piano – per diversi metri d’altezza. Sul posto sono quindi intervenuti i vigli del fuoco con la squadra 1A, il nucleo Saf e il carro sollevamenti.

Durante le operazioni, alquanto complicate, i pompieri sono riusciti ad arrivare ai tre operai. Inutili i soccorsi per un nigeriano di 48 anni, morto sul colpo. Recuperati i due colleghi, sono stati trasportati d’urgenza in ospedale. 

Morto sul lavoro in A10, in Liguria sono 15 da inizio anno: i dati, infortuni in itinere in aumento

Il tragico incidente di lunedì mattina tra Arenzano e Varazze segna la quindicesima vittima sul lavoro in Liguria da inizio anno. La penultima appena dieci giorni fa nel cantiere del Memoriale del Morandi

Un’altra morte sul lavoro, quella di lunedì 14 ottobre poco dopo le 8 del mattino sull’A10 dove un camioncino con a bordo due operai è finito fuori strada tra Arenzano e Varazze. Uno dei due passeggeri, un uomo di 30 anni di nome Kamal Mziuora, è morto, l’altro è rimasto gravemente ferito.

Non sono mancate le conseguenze sulla viabilità, con l’autostrada bloccata per circa quattro ore e il traffico che si è riversato sulle strade dei comuni rivieraschi. Qui tutti gli aggiornamenti sulla vicenda e l’indagine.

Due operai feriti in incidenti sul lavoro a Taranto, uno è grave

Uno travolto da tettoia, il secondo precipitato da sette metri

Due operai sono rimasti feriti, uno dei quali gravemente, in due incidenti sul lavoro questa mattina a Taranto e in un comune della provincia, a Crispiano.


    Nel primo incidente un operaio è stato travolto da una tettoia crollata mentre era al lavoro al secondo piano di un immobile di via Berardi, in pieno centro.

L’uomo, a quanto si apprende, ha riportato fratture in diverse parti del corpo ed è servito l’intervento dei vigili del fuoco per estrarlo dalle macerie. E’ stato poi ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto.
    A Crispiano invece, un operaio era impegnato nella sistemazione di un’antenna quando, per cause da chiarire, è precipitato nel vuoto da un’altezza di sette metri. Ha riportato politraumi ma non sarebbe in pericolo di vita. È ricoverato anche lui nell’ospedale di Taranto.
    Sui due incidenti indagano le forze dell’ordine e il personale dello Spesal, il servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asl.
   

Amianto : Sentenze

Usava guanti in amianto nelle centrali Enel Sicilia: operaio risarcito da Inail

l lavoratore esposto all’amianto “è stato impiegato per 30 anni in attività di manutenzione, sia come artigiano che come dipendente, di ditte appaltatrici nelle centrali Enel”

l Giudice del Lavoro del Tribunale di Messina ha condannato l’Inail a riconoscere la malattia professionale da esposizione all’amianto di Giovanni Giannetto, 66 anni, originario di Nizza di Sicilia (Me), affetto da una broncopatia cronicamicro-placche del diaframma e fibrosi polmonare. Lo rende noto Ona, Osservatorio nazionale amianto. Il lavoratore lavorò per 30 anni in attività di manutenzione, sia come artigiano che come dipendente, di ditte appaltatrici nelle centrali Enel. Tra le quali quelle di San Filippo del MelaTermini ImereseAugustaPrioloPorto Empedocle. La centrale ubicata nella Valle del Mela, come quello di Milazzo, è Sito di Interesse Nazionale (SIN) proprio per l’alto inquinamento. L’uomo è stato esposto in modo diretto, perché aveva in dotazione guanti anticalore in amianto. E anche in modo indiretto per la contaminazione ambientale dovuta all’enorme utilizzo della fibra killer nelle coibentazioni e nel rivestimento degli impianti.

Nel 2018 aveva presentato domanda all’Inail per il riconoscimento della malattia professionale. Il titolo viene negato, costringendolo ad adire le vie giudiziarie assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Il Tribunale, a seguito dell’accertamento medico legale che ha confermato il nesso causale della malattia con l’esposizione alla fibra killer durante l’attività lavorativa, ha condannato l’ente anche ad indennizzare l’uomo con 10mila euro per il danno biologico. “Dopo questa condanna adesso agiremo per il risarcimento del danno e nei confronti di INPS per ottenere la maggiorazione della pensione”, annuncia Bonanni. “L’Ona in Sicilia, solo di mesoteliomi, e cioè la patologia sentinella, ha censito circa 1.850 casi dal 1998 a oggi. L’indice di mortalità di questa neoplasia è pari al 93% nei primi cinque anni con circa 1.720 decessi. A cui vanno aggiunti 3.500 per tumore del polmone e ulteriori 1000 per le altre malattie asbesto correlate. Per un totale di oltre 6.200 morti. Numeri drammatici, che si ripetono ogni anno, senza che si riesca a far fronte al problema”.

12 Ottobre

Muore schiacciato da un bancale di finestre: la vittima è un operaio di 25 anni

È successo nel grande magazzino della Tecnomat di Altavilla Vicentina. Il 13 ottobre sarà la giornata nazionale per le vittime degli infortuni sul lavoro: 101 morti sul lavoro nel 2023 in Veneto

Vicenza, 12 ottobre 2024 – Schiacciato da un bancale di finestre, un operaio 25enne è morto poco dopo in ospedale. È successo alla Tecnomat di Altavilla Vicentina, un grande magazzino specializzato in materiale edili. Secondo una prima ricostruzione, il giovane sarebbe stato travolto dal crollo di un bancale nella zona adibita allo stoccaggio di materiale per il bricolage e prodotti per l’edilizia.

Trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Vicenza, il 25enne non ce l’ha fatta. “Una tragedia inaccettabile, che ci riporta alla questione della sicurezza sul lavoro per cui non si fa abbastanza”, commenta il senatore e segretario regionale Pd, Andrea Martella. Nel 2023, in Veneto ci sono stati 101 morti sul lavoro.

Aratro gli cade addosso nel capannone, morto un 81enne

Incidente nel Maceratese, sul posto sanitari e carabinieri

Mentre sistema alcuni attrezzi nel capannone, un aratro da rimorchio per trattore, sistemato in bilico su una parete, gli cade addosso uccidendolo.

L’incidente mortale sul lavoro è avvenuto nel pomeriggio a Morrovalle (Macerata) dove un 81enne è deceduto all’interno del proprio capannone, adiacente all’abitazione in via Lazzarini.
    Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato dalla moglie che era andata a cercarlo e che poi ha fatto la segnalazione.
    Sul posto, oltre ai sanitari del 118 e della Croce Verde, sono intervenuti i carabinieri di Morrovalle per accertare la dinamica dell’ incidente avvenuto poco dopo le 16.

Operaio 19enne cade da un ponteggio a Brescia, è grave

Incidente nel termovalorizzatore di A2A

Un operaio di 19 anni è rimasto gravemente ferito cadendo da un’altezza di sei metri da un ponteggio che stava montando all’interno del termovalorizzatore di A2A a Brescia.

Sarebbe stato colpito da una trave ed è caduto sbattendo violentemente la testa.

All’arrivo dei soccorsi, non muoveva gambe e braccia

CISTERNA | Perde il controllo alla guida di un trattore: grave un operaio

Pomeriggio da incubo a Cisterna, località Isolabella, con un operaio che per un incidente sul lavoro è finito ricoverato all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

L’uomo, un trattorista addetto alla movimentazione di mezzi, avrebbe accusato un malore che gli avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo finendo per scontrarsi, in retromarcia, contro un altro veicolo nel piazzale.

Sul posto, dopo il pronto allarme dei colleghi, sono intervenute le autorità competenti e il personale medico. Attualmente rimane al vaglio delle forze dell’ordine la ricostruzione della dinamica che ha portato all’ennesima tragedia sul lavoro.

10 Ottobre

Parma, uomo di 70 anni cade dall’impalcatura e muore

E’ successo ieri pomeriggio a Sant’Antonio di Salsomaggiore. Inutili i soccorsi del 118. Carabinieri e Medicina del lavoro tentano di risalire alla dinamica dell’incidente

Parma, 10 ottobre 2024 – Tragedia a Sant’Antonio di Salsomaggiore, nel Parmense: un uomo di 70 anni è morto dopo essere caduto da un’impalcatura. E’ successo ieri pomeriggio: da quanto si apprende l’anziano era impegnato in alcuni lavori su un’abitazione.  A riportarlo è la Gazzetta di Parma.

Insieme al 70enne c’era anche un altro uomo, che ha allertato il 118. I soccorsi sono giunti sul posto con un’ambulanza e un’auto medica, ma non c’era più niente da fare. 

Operaio cade da un lucernaio e muore: tragedia nel centro storico di Alcamo

La vittima aveva 60 anni. Indagini avviate dai carabinieri

Un operaio di 60 anni è morto ad Alcamo (Trapani) cadendo da un lucernaio che si trova sul tetto di una abitazione. La vittima è Jamel Zemzemi, tunisino.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il sessantenne sarebbe caduto dal tetto della casa in via Fazio, mentre stava svolgendo dei lavori edili per conto dei proprietari dell’immobile. L’uomo ha perso l’equilibrio ed è caduto sull’asfalto, morendo sul colpo. I carabinieri devono verificare perché l’uomo fosse su quel tetto e se effettivamente stesse effettuando dei lavori edili e a che titolo