Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

19 Settembre

Morti sul lavoro, uomo schiacciato da un escavatore a Dalmine

La tragedia è avvenuta poco prima di mezzogiorno, inutili i soccorsi prestati dal 118. Sul posto le forze dell’ordine

Un uomo di 58 anni è morto a Dalmine (Bergamo) schiacciato da un escavatore con cui stava lavorando in un campo. L’incidente è avvenuto poco prima di mezzogiorno in via Levate. Inutile l’intervento del personale del 118 che ha riferito della tragedia. Sul posto anche le forze dell’ordine.

Incidente mortale sul lavoro: boscaiolo di 25 anni travolto da un tronco in Val di Fiemme

Nonostante i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari, per Simon Vasile Florin non c’è stato nulla da fare. Dopo il nullaosta delle autorità, i soccorritori hanno trasferito la salma a valle, affidandola al carro funebre

ZIANO. Un boscaiolo di nazionalità rumena del 1999, Simon Vasile Florin, ha perso la vita questa mattina, 19 settembre, mentre stava lavorando nei boschi della Val Sadole (Ziano di Fiemme), poco sopra la strada forestale nella zona di località Cercenai. Da una prima ricostruzione pare che l’uomo sia stato colpito alla testa da un tronco, probabilmente dopo essere stato tagliato, ma la dinamica è in fase di analisi da parte delle autorità competenti. Dopo l’incidente, sono stati i colleghi a chiamare il Numero Unico per le Emergenze 112 intorno alle 8.30.

Cade da un capannone, morto un operaio 24enne nel Salernitano

L’uomo che era intento a trasportare pannelli metallici ha visto crollare il tetto sul quale camminava

Un operaio di 24 anni è morto dopo essere precipitato dal tetto di un capannone. L’incidente sul lavoro è accaduto ieri pomeriggio a Buccino, nel Salernitano, deceduto qualche ora dopo all’ospedale di Battipaglia

Secondo una prima ricostruzione, l’operaio, originario di un Paese nordafricano, era intento a sollevare e a trasportare dei pannelli metallici sul tetto del capannone, quando il tetto ha ceduto – si ipotizza che camminando sul lucernario in vetroresina, questo abbia potuto cedere – e lui è caduto da un’altezza di circa dieci metri. Ferito gravemente, è stato trasportato al presidio ospedaliero, dove poi è deceduto. Accertamenti anche per chiarire la dinamica precisa di quanto accaduto sono in corso da parte degli agenti del commissariato di Polizia di Battipaglia.

In rianimazione l’operaio schiacciato all’aeroporto. Vigile grave dopo l’incidente rientrando dal lavoro (Vicenza)

D.C., è stato investito martedì pomeriggio mentre lavorava nell’area del cantiere della caserma dei vigili del fuoco. D.P., vigile 57enne, è ricoverato in prognosi riservata dal 10 settembre, quando ha fatto un incidente tornando a casa a fine turno

Resta in Rianimazione. È stabile, tuttavia sono molto gravi le condizioni di salute dell’operaio 40enne D.C., rimasto schiacciato fra due mezzi martedì pomeriggio, nell’area del cantiere di ampliamento della caserma dei vigili del fuoco all’aeroporto di Venezia. I medici, dopo la seconda notte, non hanno sciolto la prognosi perché non è certo che se la caverà. Dipendente di una ditta in appalto, l’addetto stava tra un’autobetoniera e un mezzo di caricamento del calcestruzzo in azione per realizzare il nuovo hangar del reparto volo, quando è stato travolto. I colleghi hanno fatto partire l’elicottero Drago dei vigili del fuoco per portarlo subito all’Angelo.

Il 10 settembre scorso, mentre tornava a casa da Lignano in moto, un vigile di San Michele al Tagliamento in servizio per la polizia locale del comune in Friuli Venezia Giulia, si è scontrato con un’auto sulla regionale 74, è caduto ed è rimasto ferito. È successo alle 21.30 circa. Portato all’ospedale per alcune fratture, al passare delle ore è sopraggiunta un’embolia cerebrale e da quel giorno l’agente si trova ricoverato in gravi condizioni, in prognosi riservata. La dinamica, allo studio della polizia locale Veneto Est, è ancora da chiarire completamente. Intanto i due figli del vigile si augurano che possa riprendersi e tornare presto a casa.

Amianto : Lutti

Amianto, l’ex ferroviere Pulitanò perde la sorella: “Il killer silenzioso ha fatto il bis nella mia famiglia”

L’annuncio choc del reggino che denunciò il materiale tossico negli impianti Fs. E’ il secondo lutto dopo il fratello Saverio

oche parole che gelano il sangue e tra le quali si annida quello che Antonino Pulitanò chiama da anni il killer silenzioso. L’ex ferroviere reggino annuncia con un post scioccante la morte della sorella avvenuta ieri, ennesimo lutto familiare causato dai veleni dell’amianto. “Il killer – scrive – ha fatto il bis nella mia famiglia. Dopo avere ucciso mio fratello Saverio, capo tecnico sovrastruttura delle Ferrovie dello Stato, non ha risparmiato neanche mia sorella Margherita”. Come sempre le accuse di Pulitanò sono chiare e dirette e ricorda che la donna era stata esposta agli effetti del materiale nocivo: “Mia sorella è colpevole di avere lavato e stirato gli indumenti di lavoro di Saverio, contaminati dal killer silenzioso”.

I funerali sono stati celebrati oggi, un addio commosso tra i tanti messaggi di vicinanza e cordoglio di quanti conoscono la famiglia, oltre ad esponenti del mondo sindacale e politico.

La denuncia dell’amianto killer e il secondo lutto nella famiglia dell’ex ferroviere

La nuova, dolorosa perdita di Nino Pulitanò rafforza nell’ex dipendente di Trenitalia e sindacalista il sentimento di una giustizia ancora negata. Dopo aver denunciato la presenza di decine di tonnellate di amianto nei vagoni in disuso delle Fs rimasti nei depositi di Reggio Calabria, fu licenziato secondo l’azienda per giusta causa, con l’accusa di procurato allarme. Pulitanò aveva segnalato la situazione nel suo ruolo di rappresentante sindacale per chiedere un tempestivo intervento di bonifica e proteggere così la salute dei colleghi ferrovieri ma anche dei residenti nella zona a rischio. L’esposizione alle fibre d’amianto può infatti provocare il mesotelioma, tumore che aveva ucciso il fratello di Nino, Saverio, anche lui in servizio nelle Fs – lo stesso male tornato drammaticamente d’attualità dopo che ad esserne vittima è stato il giornalista Rai Franco Di Mare dopo aver respirato particelle del minerale dannoso. 

Il licenziamento e la complessa battaglia giudiziaria che ne era seguita per otto lunghi anni ha dato ragione a Pulitanò: con la sentenza pronunciata lo scorso 13 novembre 2023, il Tribunale di Reggio Calabria lo ha assolto. Secondo i giudici, non ci sono prove tangibili per stabilire (come sostenuto dall’accusa) che le dichiarazioni del ferroviere abbiano avutouna reale portata lesiva dell’immagine dell’azienda. Al contrario, la denuncia aveva rilevato “una realtà obiettivamente esistente, nell’esercizio del diritto di cronaca e nel rispetto dei canoni della verità, della pertinenza e della continenza”.

Arrivato alla pensione prima della sentenza di non colpevolezza e quindi il reintegro, nel 2021 Nino Pulitanò aveva già ottenuto il riconoscimento mansioni superiori svolte. La corte di Cassazione ha ritenuto infondato l’unico motivo di ricorso proposto dalla società Trenitalia. Inquadrato nella qualifica di livello A per avere svolto l’attività di responsabile del settore manutenzione e verifica dei rotabili presso l’impianto di Reggio Calabria, l’ex dipendente aveva ottenuto anche le relative differenze retributive.

La battaglia di Antonino Pulitanò gli è valsa nel 2018 l’assegnazione del Sangiorgino d’Oro, massima onorificenza del Comune, per il suo ruolo di “portavoce e sentinella dei cittadini che non rinunciano, di tutti coloro che si spendono nel quotidiano, ma anche di coloro che non hanno il coraggio d’agire da soli per il riconoscimento dei propri diritti”. In quell’occasione il sindaco Giuseppe Falcomatà aveva sottolineato il valore civile della denuncia del ferroviere e ricordato il ritardo con cui l’azienda dispose poi la bonifica del deposito contaminato di via Mercalli a Reggio. Lo stesso primo cittadino aveva preso l’impegno di promuovere uno screening medico sulla popolazione nell’area, ma ad oggi non ci sono notizie dell’avvio del progetto. Il nuovo lutto subìto da Pulitanò è un costante monito alle istituzioni per fare luce sulla vicenda e consentire alla gente di conoscere la verità. Secondo il ferroviere, la sorella, malata da un anno, avrebbe contratto il mesotelioma proprio lavando e stirando gli abiti da lavoro del fratello Saverio, poi stroncato dall’esalazione prolungata delle letali particelle di amianto.

18 Settembre

Il piede finisce sotto ad una pressa, operaio ricoverato al Ca’ Foncello

Incidente sul lavoro nella tarda mattinata di oggi, 18 settembre, in un’azienda della zona industriale di Salgareda. Un 56enne di San Fior soccorso dal Suem 118. Accertamenti da parte di Spisal e carabinieri

Ancora un incidente sul lavoro nella Marca dopo quello avvenuto a Riese Pio X lunedì scorso. Questa volta è avvenuto nella tarda mattinata di oggi, 18 settembre, intorno alle 11 circa, a Salgareda, all’interno di un’azienda metalmeccanica di via delle Industrie. Un operaio di 56 anni, M.N., di San Fior, è rimasto ferito gravemente ad un piede che è finito contro una pressa che stava utilizzando. L’uomo è stato subito soccorso dai colleghi che hanno lanciato l’allarme al 118: medico e infermieri, giunti con l’ambulanza di Oderzo e l’elicottero inviato direttamente dalla centrale operativa del Suem, hanno prestato le cure del caso all’uomo, trasportandolo poi d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Per gli accertamenti del caso sulla dinamica dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della Tenenza di Oderzo e gli ispettori del nucleo Spisal dell’Ulss 2. La prognosi del ferito sarà sciolta nelle prossime ore mentre è stato reso noto che l’operaio della “Carra depurazioni” che lunedì scorso era svenuto mentre si trovava all’interno di un pozzetto, che stava verniciando con una resina, è stato dimesso ed ha potuto fare ritorno a casa.

È morto Gilberto Rinna, l’operatore ecologico travolto da un furgone “sfrenato” ad Ariccia

Il 32enne era stato ricoverato in prognosi riservata al Policlinico di Tor Vergata. Sul caso indaga la polizia locale coordinata dalla procura di Velletri

Maltempo, trovato a Foggia corpo del vigile del fuoco disperso: era prossimo alla pensione

Il corpo dell’uomo recuperato all’interno dell’auto di servizio travolta dalle acque e finita in un canale. Era intervenuto insieme ai colleghi per aiutare gli automobilisti rimasti in panne dopo essere stati sorpresi da una bomba d’acqua

È stato trovato il corpo di Antonio Ciccorelli, il caporeparto dei vigili del fuoco intervenuto ieri sera insieme ai colleghi per aiutare gli automobilisti rimasti in panne dopo essere stati sorpresi da una bomba d’acqua abbattutasi nel Foggiano. A quanto si è appreso, il cadavere è stato rinvenuto in un canale che costeggia la statale 89 tra San Severo ed Apricena. Il pompiere faceva parte del gruppo dei Vigili del fuoco partito da Foggia.

Investito da un camion in manovra, muore anziano in Friuli

L’incidente attorno alle 13.30 a Pasian di Prato

Un uomo, di 74 anni, è morto dopo essere rimasto schiacciato dalla motrice di un camion che stava facendo manovra.

L’incidente è accaduto all’interno di un deposito privato attorno alle 13.30 in via Colloredo, a Pasian di Prato, alle porte di Udine, dove abitava anche la vittima.
    Per cause al vaglio della Polizia locale, l’anziano è stato colpito dal mezzo pesante, il cui conducente ha subito lanciato l’allarme.
    La centrale operativa regionale Sores Fvg ha inviato sul posto i propri equipaggi e un rianimatore che ha provato a lungo – con l’ausilio dei vigili del fuoco – a soccorrere la vittima dell’investimento, ma senza esito.
    Le indagini sono condotte, oltre alla Polizia locale, anche dagli ispettori dell’Azienda sanitaria per il rispetto delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro per verificare se ci sono state delle manovre imprudenti da parte dell’autista della motrice e se erano state adottate adeguate azioni di prevenzione.

Regali in cambio di certificazioni di sicurezza sul lavoro

Operazione di Polizia tra Piacenza, Parma, Pavia e Lodi

PIACENZA, 18 SET – Avrebbe rilasciato certificazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e agevolato alcuni imprenditori nella risoluzione di problematiche sugli infortuni accaduti nelle loro aziende, diventando col tempo un vero e proprio punto di riferimento per aziende medio piccole del territorio.

In cambio, anche per il solo interessamento, avrebbe richiesto regalie per anni, da bottiglie di vino pregiato a biglietti per partite di calcio di serie A in Emilia-Romagna e Lombardia.

È la condotta di un dipendente pubblico del Dipartimento di Sanità pubblica-impiantistica e antinfortunistica dell’Ausl di Piacenza che è finito nel mirino della questura e della Procura piacentina.
    L’indagine – con 16 indagati – è partita nell’estate del 2023 con l’intervento della Polizia per un infortunio sul lavoro in un’officina. In quell’occasione gli agenti avevano notato alcune irregolarità e avevano iniziato a sospettare del dipendente Asl addetto ai controlli. Le indagini, proseguite anche con intercettazioni telefoniche, avrebbero dimostrato, come riferisce la questura, “la costante condotta contraria ai doveri d’ufficio in primis proprio di quel dipendente pubblico, divenuto negli anni punto di riferimento di alcune medio-piccole imprese nell’ambito dell’infortunistica sul lavoro e per la certificazione di impianti, mercificando in maniera reiterata la funzione pubblica esercitata per ottenere un compenso, consistente in regalie di diversa natura come bottiglie di vino pregiate o biglietti per partite di calcio di serie A in Lombardia ed Emilia-Romagna”.
    Oltre a lui sono stati individuati altri dipendenti pubblici che sarebbero coinvolti nelle pratiche illegali del primo dipendente indagato, per i quali si sta approfondendo la natura ed entità del coinvolgimento.
    Questa mattina sono scattate le perquisizioni della Squadra Mobile di Piacenza, e dalle Squadre Mobili di Pavia, Parma e Lodi. Le 16 persone sono indagate a vario titolo per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, concussione e falso in atto pubblico.


17 Settembre

Travolto dal furgone con cui stava lavorando, grave un operatore ecologico

Sul posto la polizia locale, 118, vigili del fuoco e ispettori della Asl. Il 32enne trasportato d’urgenza al policlinico Tor Vergata

Incidente sul lavoro ai Castelli Romani. Un operatore ecologico di 32 anni è rimasto gravemente ferito ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale. Colpito dal furgone con il quale stava lavorando nella raccolta dei rifiuti ad Ariccia il veicolo, dopo averlo investito, ha tranciato un tubo del gas. 

Incidente sul lavoro ad Ariccia

In particolare il dipendente della ditta Teknoservice – che ha in appalto la concessione della raccolta rifiuti di Ariccia – in via Flora (strada in pendenza), verso le ore 9:30 di martedì 17 settembre è stato travolto dal mezzo in dotazione per la raccolta differenziata della carta. L’autocarro, condotto dallo stesso, si è improvvisamente sfrenato mentre il 32enne dipendente era sceso dal mezzo per svolgere il lavoro assegnato. È stato travolto dal mezzo ed è rimasto schiacciato tra lo stesso e un muro adiacente.

Tranciato il tubo del gas 

Per fortuna nel traffico era presente un addetto alla manutenzione della rete del metano cittadino ed è potuto immediatamente intervenire per disattivare l’erogazione del gas che fuoriusciva copioso da una tubatura che nella circostanza era stata tranciata dal mezzo durante l’inerzia verso il basso. Si è sfiorata la tragedia in quanto il dipendente era rimasto accasciato al suolo incastrato tra il mezzo, un edificio che ha fermato la corsa dell’autocarro  e nell’immediatezza dell’impianto del metanodotto tranciato.

Sul posto sono giunti i soccorsi tramite 112, chiamati immediatamente dagli automobilisti che hanno assistito all’accaduto. Vigili del fuoco di Marino, ambulanza del Nuovo ospedale dei Castelli sono intervenuti sul posto. Per i rilievi del caso gli agenti della polizia locale di Ariccia che, come da protocollo, hanno richiesto l’intervento di personale dello Spresal della Asl Roma 6, anche essi poco dopo giunti in via Flora. 

Cub, mobilitazione e appello a Mattarella contro morti lavoro

Montagnoli, politica destra e sinistra non fa nulla

Una mobilitazione nazionale aperta a tutti da mettere in campo a breve e un appello a intervenire per una lotta “concreta” contro il dilagare dei morti sul lavoro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che “sta dimostrando una grande sensibilità sul tema”.

E’ l’iniziativa della Confederazione unitaria di base (Cub) che ad ogni manifestazione, presidio e protesta sull’argomento chiede a iscritti, militanti e partecipanti di portare in mano la Costituzione e in particolare l’art.1 della legge fondamentale dello Stato il cui primo comma recita “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
    La Cub denuncia che “la politica sia di destra sia di sinistra da 40 anni non fa nulla per combattere le stragi sul lavoro, ma anzi ha approvato leggi sulla precarizzazione fra cui le più recenti la Legge Fornero sul lavoro e il Jobs Act che consentono licenziamenti arbitrari impedendo di fatto il rispetto dei diritti e della sicurezza”.

  “Anche le normative sui sub-appalti e la mancanza di un numero tempestivo e sufficiente di controlli pure di notte e nei festivi – sottolinea il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli – favoriscono il numero infinito dei morti sul lavoro, tre solo negli ultimi giorni in Lombardia

Chiediamo da anni l’introduzione del reato di ‘omicidio sul lavoro’, eppure nonostante diversi altri sindacati siano d’accordo il Parlamento nulla ha fatto. Bisogna responsabilizzare giuridicamente i datori di lavoro altrimenti non si otterrà null’altro che parole”.

16 Settembre

Incidente sul lavoro a Gornate Olona, operaio muore schiacciato dalla pressa in un’azienda

Hamid Obid aveva 34 anni. Subito trasportato in ospedale con l’elicottero: arrivato in condizioni gravissime, è deceduto poco dopo

Gornate Olona, 16 settembre 2024 – Tragico incidente sul lavoro oggi, lunedì 16 settembre, in un’azienda di via dei Tigli, nella frazione Biciccera a Gornate Olona, in provincia di Varese. Verso le 12.25 un operaio marocchino di 34 anni, Hamid Obid, è rimasto schiacciato all’interno di una pressa in un reparto della Techno Plast, azienda che si occupa dello stampaggio di materie plastiche. Subito soccorso, è stato trasportato in ospedale con l’elicottero del 118, ma nel pomeriggio è arrivata la notizia della sua morte.  L’uomo sarebbe un dipendente esterno all’azienda che era impegnato in una manutenzione del macchinario come era solito fare.

Sul posto sono arrivati in forze i soccorsi. Ambulanza, automedica ed elicottero del 118. Quest’ultimo mezzo ha portato il ferito, in condizioni gravissime e con manovre di rianimazione in corso, all’ospedale di Circolo di Varese. Le prime cure all’uomo, rinvenuto in arresto cardiocircolatorio, sono state prestate sul posto. Al suo arrivo in ospedale i medici hanno avviato le procedure d’urgenza per cercare di salvargli la vita. La situazione, però, era compromessa: il lavoratore è morto poco dopo il suo arrivo al Circolo.

In azienda sono arrivati anche vigili del fuoco, carabinieri e funzionari dell’Ats Insburia, per la ricostruzione dell’accaduto e per accertare fatti e responsabilità. L’area è stata transennata per i rilievi. I militari dell’Arma stanno sentendo i testimoni del drammatico episodio.

 Riese, operaio trovato privo di sensi in un pozzetto: è gravissimo

Incidente sul lavoro nella mattina di lunedì 16 settembre alla Carra depurazioni. Sul posto elisoccorso, vigili del fuoco, carabinieri e personale Spisal. L’uomo stava riverniciando il pozzetto quando si è sentito male

Un grave incidente sul lavoro si è verificato nella tarda mattinata di oggi, lunedì 16 settembre, alla “Carra depurazioni” di via Kennedy a Riese Pio X. Un operaio, L.B., di 69 anni, di Resana, è stato trovato privo di sensi all’interno di un pozzetto che l’uomo stava verniciando. Secondo le prime ipotesi raccolte l’operaio avrebbe perso i sensi dopo aver inalato delle sostanze tossiche. Immediata la chiamata ai soccorsi: vista la gravità della situazione sul posto si sono precipitati l’elicottero del Suem 118 insieme a vigili del fuoco e carabinieri. I tecnici Spisal sono intervenuti per gli accertamenti sull’incidente la cui dinamica è ora al vaglio degli inquirenti. L’operaio è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Ca’ Foncello dove si trova ricoverato in condizioni serie ma non in pericolo di vita.

Rimane incastrato tra i cavi della funivia, muore un operaio

L’uomo stava facendo dei lavori di manutenzione

Un operaio ha perso la vita nel pomeriggio di oggi lunedì 16 settembre mentre eseguiva dei lavori di manutenzione alla funivia Sant’Anna, nel comune di Gressoney-La-Trinité. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo stava facendo lavori dei manutenzione a un funivia quando, per cause ancora da chiarire, è rimasto incastrato e stritolato dal cavo. La vittima Stefano Rabaglio, 51 anni di Issime, dov’era anche assessore comunale, era dipendente della società Monterosa Ski.

A recuperare il corpo ormai senza vita dell’uomo sono stati i tecnici del Soccorso alpino valdostano. Sul caso indagano i carabinieri, coordinati dalla Procura di Aosta.

Amianto : Discariche

Discarica di amianto: il Movimento Valledora denuncia il silenzio della politica

Il gruppo di cittadini chiede che vengano posti vincoli nella zona per evitare ulteriori impianti

Il Movimento Valledora, tramite Savina Fariello e Anna Andorno, prende posizione a una settimana dalla pubblicazione della sentenza a favore della realizzazione della discarica dell’amianto di Salussola in località Brianco, nella foto l’area dove sorgerà. Un impianto che si trova nella provincia di Biella, ma che inevitabilmente impatta anche sul Vercellese.

“La politica tace. – Sottolineano – Una politica del territorio che manca di una visione d’insieme e Salussola sembra trovarsi in una “bolla”,sola con un problema circostanziato. Eppure le eccellenze presenti danno lustro al nostro territorio con lavoro e prodotti che si consumano anche nel resto mondo. Il basso Biellese vanta ettari di terra dedicata alla produzione di riso DOP. E‘ possibile che la politica locale oltre a non esprimere le opportune considerazioni, non predisponga „adeguati strumenti legislativi“ a tutela del territorio e delle attività agricole e non”.

Una montagna alta 18 metri

“Ricordiamoci che qui creeremo un buco profondo 15 metri e poi una montagna alta 18 metri nonostante i siti idonei individuati dalla regione Piemonte fossero altri.

Perché tacere a fronte di aziende che sono parte delle storia locale? Che sono state capaci di crescere e non di chiudere, nonostante la crisi economica che ci ha investito? Mantengono integro un territorio rurale, un rurale “di lusso” considerata la qualità del prodotto, impiegano dipendenti e creano un indotto economico per nulla indifferente. Meglio terreni abbandonati oppure l’incuria, come capita in molte parti d’Italia? Perché, dover sacrificare attività e territorio per una discarica di amianto, che assolutamente non ha nulla a che vedere con il contesto che la circonda. Perché continuare ad aprire le porte del Basso Biellese al business dei rifiuti, porte che in altre Regioni vengono chiuse dirottando rifiuti da noi?”.

Bisogna fermare l’assalto”

“Occorre una soluzione per fermare questo ‘assalto’ e rimediare alle evidenti carenze legislative esistenti, può essere l’aggiornamento al Piano Territoriale Regionale che deve, a nostro parere, tenere maggiormente in considerazione le peculiarità positive del territorio, specie quando su queste sono basate le economie locali.

Gli imprenditori che hanno investito nella loro azienda, gli abitanti che hanno costruito la loro casa non possono essere lasciati alla mercè di ‘iniziative’ private che mettono in discussione l‘attività e la qualità di vita.

Purtroppo anche Salussola-Brianco, dove è già stato autorizzato un impianto di trattamento rifiuti e ora la discarica, sembra destinato a ripercorrere le medesime tappe vissute in Valledora: si inizia con un impianto poi ne seguono sempre altri che aggravano la situazione ambientale, le conseguenti emissioni e l’impatto paesaggistico peraltro non a fronte di necessità locali ma sempre in nome del bussines”.

“I cittadini prendano atto delle decisioni politiche”

“Per contrastare il fenomeno dell’accumulo in poco spazio di impianti inquinanti occorre inserire nel Piano Territoriale Regionale il ‘fattore di pressione’ per mantenere un‘ adeguata distanza sia tra impianti e abitazioni e/o aree agricole. I cittadini prendano atto delle decisioni assunte dalla politica che governa le istituzioni, che hanno lasciato aree sempre più estese del territorio alla volontà dell’interesse privato, poichè nessuno deve trovarsi costretto a lasciare le propria abitazione e il proprio lavoro, vanificando gli investimenti fatti.

Il Movimento di cittadini, le associazioni, le persone che hanno investito risorse non possono cambiare le sorti del Basso Biellese, serve una politica responsabile. Gli amministratori devono sollevare la questione e individuare soluzioni concrete”.

Amianto : Sentenze

Esposto all’amianto durante il servizio militare negli anni Cinquanta, la Difesa deve risarcire la famiglia

All’uomo era stato diagnosticato un mesotelioma pleurico, in tribunale di Firenze ha stabilito un risarcimento di 300 mila euro per vedova e il figlio

Esposto alle fibre di amianto durante il servizio militare a distanza di 60 anni perse la vita. Il Ministero della Difesa deve versare un risarcimento di 300 mila euro alla vedova e al figlio di un elettricista, nato e vissuto a Impruneta e deceduto a causa di un mesotelioma pleurico. Così ha stabilito il tribunale di Firenze che ha riconosciuto l’elevata esposizione all’amianto dell’artigiano, durante il servizio di leva, come concausa della patologia. 

Per quindici mesi, tra novembre 1954 e marzo 1956, Antonello (nome di fantasia) aveva eseguito addestramenti e guardie armata ma anche svolto mansioni di elettricista. Un lavoro che poi aveva continuato per 40 anni. Nel 2016 i primi sintomi. Il ricovero all’ospedale di Careggi e la scoperta della malattia che non lascia scampo: mesotelioma pleurico. 

Nel 2017, Antonello perde la sua battaglia ma l’Inail, constatata l’esposizione professionale all’amianto, gli riconosce lo status di vittima del dovere. La vedova e il figlio, dopo il rifiuto del Ministero della Difesa, si affidano all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, per ottenere un risarcimento danni. Per la giudice Susanna Zanda, che ha fatto propria le osservazioni del legale e del consulente medico legale dei familiari della vittima, la malattia cancerogena, «per sua natura a lunga latenza, fu innescata probabilmente dall’esposizione all’amianto durante il servizio di leva». 

Antonello ha poi lavorato come elettricista. Tale attività, secondo il tribunale, ha avuto un «ruolo concausale sia perché il lavoro di elettricista interferisce con le costruzioni civili in cui l’amianto era abbondantemente impiegato sia perché è presumibile che una tale attività abbia continuato ad esporlo all’amianto contenuto negli impianti elettrici perché tecniche e materiali degli impianti civili non sono dissimili da quelli militari, essendo stato bandito solo a partire dal 1990». 

L’attività di elettricista, dopo la leva militare, aveva indotto Antonello, ricostruisce il tribunale «a lavorare anche nelle ristrutturazioni di vecchi edifici dove vengono rilasciate le polveri di amianto con i rischi di inalazioni conseguenti». Per la giudice, dunque «sussiste un concorso di entrambe le cause, non essendo possibile individuare una maggiore o minore efficienza causale dell’una o dell’altra».

«Si tratta dell’ennesima sentenza di condanna a carico del Ministero per il decesso di un militare dell’Esercito Italiano per elevata e non cautelata esposizione a fibre e polveri d’amianto e multipli cancerogeni che conferma l’allarmante dato epidemiologico sulle delle malattie e i decessi dei militari delle Forze Armate Italiane – denuncia Bonanni, che sottolinea – ci chiediamo le ragioni per le quali la Difesa neghi i diritti delle vittime nonostante le numerose pronunce di condanna dell’Autorità Giudiziaria, e auspichiamo l’intervento del Capo dello Stato per evitare queste sperequazioni che costringono i familiari, dopo l’odissea della malattia del congiunto e del lutto, ad affrontare anche continue azioni giudiziarie per far valere un proprio diritto».

Celebrati i funerali di Romana Blasotti Pavesi, la pasionaria della lotta all’amianto

L’addio di Casale nella chiesa di Porta Milano, presenti cittadini, mondo del volontariato e anche la politica

a sua foto appoggiata sulla bara, davanti all’altare, alla base la corona del Comune, presente anche con il gonfalone (è stato dichiarato il lutto cittadino). Sopra, il tricolore e la scritta «Eternit: giustizia», che l’aveva accompagnata nei lunghi anni di indefessa battaglia contro il dramma dell’amianto che aveva travolto non solo la sua città ma, anche e soprattutto, la sua famiglia, portandole via il marito, la figlia, la sorella e due nipoti.

15 Settembre

Travolto da un muletto, muore titolare impresa nautica Olbia

Incidente sul lavoro a Olbia.  Giancarlo Campus, 66 anni, titolare dell’impresa nautica ‘Sail Board’, è morto dopo essere rimasto schiacciato da un carrello elevatore,

 Sul posto, oltre a una squadra dei vigili del fuoco e del 118, sono intervenuti gli uomini del commissariato di Olbia e dello Spresal

 Subito le sue condizioni erano apparse gravi e l’imprenditore è deceduto qualche ora dopo l’incidente.

Lavora su muretto e cade in scarpata, morto 60enne

L’incidente nel vicentino, decesso dopo tentativo soccorsi

Incidente mortale questa mattina in una zona collinare di via Faldi a Chiampo (Vicenza).

La vittima è un ex muratore 60enne che probabilmente stava eseguendo alcuni lavori di manutenzione in un muretto di cinta della sua abitazione.

Secondo una prima ricostruzione avrebbe perso l’equilibrio cadendo in una scarpata. Un volo di diversi metri che lo ha fatto finire a pochi passi da una roggia. A trovare il pensionato ancora in vita è stato un escursionista che ha così dato l’allarme. Sul posto è arrivato un elicottero del Suem 118 e i Vigili del fuoco ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare a causa dei traumi riportati nella caduta.
   

14 Settembre

Morti sul lavoro, nel bresciano il secondo in 48 ore

In una carpenteria a Darfo Boario, in Valle Camonica, questa mattina è deceduto un uomo di 49 anni ma è ancora da ricostruire la dinamica dell’incidente. Giovedì scorso un operaio di 55 anni era morto travolto da un carico nei capannoni di un’impresa di Torbole Casaglia

Ancora una morte sul lavoro in provincia di Brescia, è la seconda vittima in poche ore. In una carpenteria a Darfo Boario, in Valle Camonica, questa mattina è deceduto un uomo di 49 anni ma è ancora da ricostruire la dinamica dell’incidente. Giovedì scorso un operaio di 55 anni era morto travolto da un carico nei capannoni di un’impresa di Torbole Casaglia. Altro infortunio, sempre nel bresciano, nella notte tra giovedì e ieri: la custode 61enne di una azienda di Castenedolo è rimasta gravemente ferita perché il cancello della ditta è uscito dai binari e l’ha investita. 

Incidente sul lavoro: morto in ospedale Gian Calogero Cuntrera, schiacciato da tubi di ferro in aeroporto

Originario della Sicilia il lavoratore Adr era ricoverato in rianimazione all’ospedale San Camillo. Aveva 61 anni

Vittima del lavoro. Non ce l’ha fatta Gian Calogero Cuntrera. Morto nel letto d’ospedale dopo essere stato colpito da alcuni tubi di ferro mentre lavorava nell’aeroporto di Fiumicino. L’incidente era avvenuto lo scorso giovedì 12 settembre. In condizioni critiche al San Camillo l’operaio originario della Sicilia non ce l’ha fatta con i medici che ne hanno dichiarato il decesso.

Il cordoglio di Adr  

Assunto ad Aeroporti di Roma, l’azienda ha espresso cordoglio per la scomparsa del 61enne: “Adr Infrastrutture, unitamente a tutto il gruppo Aeroporti di Roma, esprime in una nota profondo cordoglio per la scomparsa di Gian Calogero Cuntrera. La società è già a disposizione delle autorità competenti per fornire ogni informazione utile sull’accaduto e resterà vicina, in ogni modo, alla famiglia. In questo momento di grande dolore, l’azienda e tutti i colleghi si stringono commossi ai familiari di Gian Calogero”

Imprenditore perde un braccio sul lavoro in Sardegna

L’incidente in una ditta edile di Arzana in Ogliastra

Incidente sul lavoro nella tarda mattinata di oggi ad Arzana, in Ogliastra, nella parte centro occidentale della Sardegna.

Un imprenditore di 52 anni, ha perso un braccio mentre lavorava in un impianto di calcestruzzo.
    L’arto è rimasto impigliato nel nastro trasportatore del macchinario che glielo ha amputato di netto.
    Sul posto sono intervenuti i medici del 118 che lo hanno trasportato all’ospedale di Lanusei.

13 Settembre

Incidente sul lavoro, operaio muore schiacciato nel Bresciano

Travolto da un carico in un capannone

Ancora un morto sul lavoro. Un operaio di 55 anni ha perso la vita all’interno dei capannoni della Bettoni Plastiche a Torbole Casaglia, nel Bresciano. La vittima è Stefano Del Barba, sposato e padre di due figli. Abitava con la famiglia a Paderno Franciacorta ed era molto noto in paese: finito il lavoro in fabbrica, il 55enne era volontario in oratorio e cantava nel coro della parrocchia. Si indaga sulla dinamica esatta dell’incidente, ma pare che l’uomo abbia perso l’equilibrio mentre movimentava il carico e il peso lo abbia travolto. I colleghi hanno lanciato l’allarme, ma i soccorritori del 118 hanno potuto solo constatare il decesso.

Un altro grave infortunio si è verificato in un’azienda di Castenedolo, sempre nel Bresciano. Una donna, custode della struttura, è rimasta schiacciata dal cancello ed è ricoverata in ospedale in gravi condizioni.