Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Amianto : Sentenze

Amianto nelle Ferrovie, condannato l’Inail

Riconosciuta la malattia professionale di un dipendente deceduto per un mesotelioma pleurico

Il Tribunale di Taranto ha condannato l’INAIL al riconoscimento della malattia professionale di un dipendente delle Ferrovie deceduto per un mesotelioma pleurico, causato dall’esposizione all’amianto durante il suo impiego presso le Ferrovie dello Stato (oggi RFI S.p.A.). L’uomo, nato e residente a Taranto, ha lavorato nelle Ferrovie per 35 anni come operaio manutentore. Durante questo lungo periodo è stato esposto quotidianamente all’asbesto senza adeguati dispositivi di protezione.

Prima dell’introduzione della Legge 257/92 il minerale era ampiamente utilizzato per diverse applicazioni, in particolare veniva impiegato per rivestire tubazioni, isolare sistemi termici e acustici, nelle guarnizioni e componenti dei freni. Nel luglio 2019 l’uomo ha ricevuto la diagnosi di mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro causata dall’inalazione di fibre di amianto, e nel 2020 ha presentato domanda all’INAIL per il riconoscimento della malattia professionale che viene respinta. Nel 2021 il suo legale, l’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha presentato ricorso producendo le prove dell’esposizione alla fibra killer e le perizie del consulente tecnico d’ufficio (CTU). Nel corso del giudizio che gli darà ragione, purtroppo, l’uomo muore, aveva 73 anni. La condanna dell’INAIL sancisce il riconoscimento professionale della malattia che darà diritto alla richiesta del risarcimento del danno a parte del legale della famiglia, avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, che ha già spiccato l’atto della messa in mora, per gli importi di 500mila euro prima di tutto per il danno subito dall’uomo, e di circa ulteriori 400mila per ognuno dei due figli orfani, ai quali si aggiunge anche il nipote, orfano di una delle figlie, adottato dallo zio per il quale è stato richiesto un ulteriore importo di 400mila euro.

Un brutto processo contro l’INAIL: lavoratore morto per “asbestosi da amianto”. Si ammalò per sfortuna?

Riprende proprio oggi a Siracusa il processo, in prima udienza con la costituzione dell’erede, iniziato a marzo del 2023 contro l’Inail che si rifiuta di riconoscere la malattia professionale, con diagnosi di asbestosi da amianto, richiesta da Gioacchino Schembri che nel frattempo è deceduto. 

A portare avanti la controversia è rimasta però la moglie, Franca Puleo, con l’aiuto dell’avvocato Salvatore Costa che ritiene questa una battaglia di civiltà. 

“Abbiamo saputo della malattia di mio marito nel 2019, ma lui stava male già da prima, ha cominciato a lamentare difficoltà respiratorie nel periodo in cui si è sposata mia figlia, quindi, nel 2010 – ha raccontato Franca Puleo – ma inizialmente non abbiamo dato peso a questi malesseri, pensavamo fossero normali raffreddori e bronchiti. Ad un certo punto, però, la sua condizione di salute si è aggravata per cui abbiamo deciso di fare degli accertamenti”.

La prima visita il signor Schembri la fa all’IRCSS di Pavia in cui viene immediatamente diagnosticata l’asbestosi da aminato, per cui viene rimandato in Sicilia presso il “Centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi di patologie derivate da aminato” dell’Asp di Siracusa, che conferma la diagnosi il 5 luglio 2019. 

Nel referto l’istituto sanitario regionale scrive: “Il soggetto ha avuto accesso a questo ambulatorio per dispnea da sforzo…appare abbastanza limitato nello svolgimento delle normali mansioni quotidiane a causa della dispnea che insorge durante il cammino per sforzi minimi”. 

La diagnosi definitiva è “asbestosi conclamata ed ispessimenti pleurici bilaterali in soggetto con esposizione nota ad amianto, insufficienza respiratoria latente”. 

A questo punto, il signor Schembri presenta la richiesta all’Inail per il riconoscimento della malattia professionale, infatti è stato dipendente della Montedison dal 1973 al 2007. 

Fino al 1986 ha lavorato nello stabilimento di San Giuseppe di Cairo (Savona) come addetto alla distribuzione, con mansioni di controllo carico e scarico delle merci (attività che svolgeva direttamente presso i capannoni di stoccaggio coibentati con amianto). 

Poi fino al 2007 ha lavorato presso il Polo industriale di Priolo Gargallo, all’interno di strutture ad altissima concentrazione di amianto, bonificate purtroppo ben oltre l’inizio del trasferimento. 

“Mio marito occupava una posizione amministrativa, ma sempre all’interno di stabili in cui si lavora l’amianto – ha precisato ancora la signora Puleo – A Priolo mi è capitato di attenderlo fuori e c’è sempre stato un pessimo odore, nauseabondo. Mi chiedevo come facesse mio marito a stare tutto il giorno li dentro con quella puzza e dal pavimento uscivano dei fumi”.

Di fatto, l’Inail rigetta la domanda, inizialmente per “carenza di documentazione”, quindi Schembri presenta ricorso chiedendo di essere sottoposto a CTU medico legale al fine di accertare la natura professionale delle lesioni riportate ed in particolare il nesso causale dell’asbestosi con la malattia professionale, ma l’Inail si oppone perché ritiene il CTU medico legale un esame “meramente esplorativo”e ritenendo che gli accertamenti strumentali esibiti non avrebbero messo in evidenza la presenza “di franche placche pleuriche”. 

Secondo l’Inail, dunque, non vi sarebbero elementi idonei a documentare il rischio lavorativo, avendo svolto attività a carattere amministrativo. 

Gioacchino Schembri a questo punto presenta denuncia contro l’Inail il 1° agosto 2022, ma nel frattempo muore. 

“L’Inail non vuole riconoscere la malattia professionale al signor Schembri perché era un amministrativo e non toccava l’amianto, ma è già stato comprovato anche in sede giudiziaria che l’asbestosi può insorgere anche essendo soltanto esposti e respirandolo, non per forza bisogna toccarlo per ammalarsi” ha sottolineato l’avvocato Costa. 

“Mio marito è deceduto il 1 novembre 2023 mentre faceva una videochiamata con mia figlia, che ha visto morire suo padre in diretta. Io ho chiamato subito l’ambulanza ma non c’è stato nulla da fare – racconta ancora Franca Puleo- Adesso sono io che sto portando avanti la battaglia di mio marito e lo faccio non per i soldi, ma per una questione di principio. Lui ci teneva tantissimo che fosse riconosciuto il suo danno, per se stesso e per gli altri, dunque io lotterò per questo”. 

Adesso la parola al Tribunale di Siracusa. 

Sonia Sabatino 

19 Giugno

Colpito da una trave: tragedia sul lavoro a Ceprano. Muore un 58enne

La vittima dell’incidente un uomo di Pontecorvo: Vincenzo De Lorenzis

Incidente sul lavoro mortale nella nella tarda mattinata di oggi, 19 giugno 2024, all’interno di una fabbrica a Ceprano. Un uomo classe 66 residente a Pontecorvo, Vincenzo De Lorenzis, è stato centrato da una trave di metallo mentre lavorava.

Immediatamente soccorso dai colleghi è stato attivato il 118 e il servizio di elisoccorso, ma purtroppo tutto risultato inutile: l’operaio è morto poco dopo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Pontecorvo diretti dal capitano Bartolo Taglietti insieme all’ispettorato del lavoro della Asl di Frosinone. 

Operaio si sente male e muore ad Anagni, è il secondo morto sul lavoro nel Lazio in poche ore

Un operaio è morto ad Anagni, in provincia di Frosinone. Si tratta della seconda vittima sul lavoro in poche ore nel Lazio, l’episodio è avvenuto nella mattinata di oggi, mercoledì 19 giugno. L’uomo era residente a Colleferro e dipendente di una ditta esterna all’azienda per la quale lavorava. L’ipotesi è che si sia sentito male, colto da un malore improvviso, che non gli ha lasciato scampo. Arrivata la chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112 sul posto è giunto il personale sanitario con l’ambulanza, ma per l’operaio non c’è stato purtroppo nulla da fare per salvargli la vita. Presenti per gli accertamenti di rito i carabinieri della Compagnia di Anagni.

Dichiarata la morte cerebrale del bracciante ferito sul lavoro a Latina

Il trentunenne indiano aveva perso un braccio mentre lavorava a un macchinario e, invece di essere trasportato in ospedale, era stato scaricato davanti casa

È stata dichiarata la “morte cerebrale” per il 31enne indiano rimasto vittima di un gravissimo incidente sul lavoro avvenuto, due giorni fa, in un’azienda agricola di Latina. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri che stanno ascoltando diversi testimoni.

L’uomo era rimasto gravemente ferito lunedì pomeriggio mentre lavorava a un macchinario. Dopo aver perso un braccio e aver riportato lacerazioni alle gambe, il bracciante era stato scaricato davanti alla sua abitazione. Soccorso, è stato poi trasportato all’ospedale San Camillo di Roma. La Procura di Latina indaga per omicidio colposo e omissione di soccorso. A essere iscritto sul registro degli indagati il titolare dell’azienda.

Precipita dal ponte col trattore e muore: addio ad Anton Ennemoser

L’agricoltore aveva 70 anni e si stava dirigendo nei pressi del maso Ebenwieshof quando è avvenuto l’incidente fatale. Inutili i soccorsi di vigili del fuoco, sanitari e carabinieri: per l’uomo non c’era più nulla da fare

Aveva 70 anni Anton Ennemoser, l’agricoltore morto nel primo pomeriggio di ieri, mercoledì 19 giugno, nei pressi del maso Ebenwieshof in quel di San Leonardo in Passiria.

L’incidente mortale è avvenuto intorno alle 15: l’uomo si stava dirigendo verso il fienile del maso quando, secondo le prime ricostruzioni, il ponte su cui è passato con il suo trattore non ha retto, facendo precipitare l’anziano e il mezzo da un’altezza di circa quattro metri.

18 Giugno

Incidente sul lavoro a Borgomasino: uomo ferito da un macchinario agganciato a un trattore

Atterrati due elicotteri, le sue condizioni sono apparentemente gravi

Un incidente sul lavoro si è verificato nella tarda mattinata di oggi, martedì 18 giugno 2024, in un’azienda agricola di via Ferruccio, nelle campagne di Borgomasino. Un italiano di 45 anni, residente lì, è rimasto ferito a una gamba da un macchinario agganciato al trattore guidato dal padre mentre facevano alcuni lavori sui campi. Sul posto sono atterrati due elicotteri: quello del servizio sanitario e quello dei vigili del fuoco. I pompieri sono arrivati anche con una squadra dal distaccamento di Ivrea. L’uomo è stato trasportato all’ospedale Cto di Torino in condizioni apparentemente gravi. In ospedale è stato immediatamente escluso il pericolo di vita, anche se c’è preoccupazione per le lesioni che ha subito alla gamba destra che potrebbero necessitare di alcuni mesi di prognosi. Sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale oltre, naturalmente, agli ispettori dello Spresal dell’Asl To4 a cui competono le indagini sull’accaduto.

Morti sul lavoro, operatore autostradale travolto da un Tir nel trevisano. A Grosseto 66enne schiacciato da un trattore

Ancora morti sul lavoro. Un operatore in servizio sull’autostrada A27 Mestre-Belluno è stato travolto e ucciso da un tir in transito mentre era intento a segnalare la presenza di un’automobile in avaria sulla carreggiata. È accaduto tra le province di Treviso e Belluno, non lontano dalla località Fadalto, in direzione nord. Il decesso dell’uomo, di 41 anni, è stato immediato; i sanitari del Suem hanno potuto solo costatarne la morte. La vittima lavorava per una ditta del Trevigiano.

Un altro incidente si è verificato a Magliano in Toscana, nella provincia di Grosseto. Un uomo di 66 anni che stava lavorando su un trattore è deceduto dopo essere stato schiacciato dal mezzo che si è ribaltato. È accaduto sulla strada provinciale 146. Inutile ogni soccorso, per quanto tempestivo. Sul posto sono intervenuti la Croce Rossa di Magliano, l’elisoccorso Pegaso 2, l’ambulanza multi-associazioni della Sierra Scansano, forze dell’ordine e i vigili del fuoco.

17 Giugno

Tornano in sette dal lavoro, l’auto finisce nel canale: due morti

Ferrara, l’incidente stradale è avvenuto a Portoverra: l’autista della monovolume ha perso il controllo del mezzo. Erano tutti braccianti agricoli pachistani che tornavano a casa dopo ore nelle serre

Ferrara, 17 giugno 2024 – Due morti e cinque feriti: è tragico il bilancio dell’incidente stradale avvenuto oggi pomeriggio a Portoverrara, tra il centro abitato della frazione portuense e il ristorante ‘Baruffino’.

Il primo a perdere la vita è stato un 38enne, seguito da un suo compagno di lavoro poco più tardi nonostante le cure cui si erano prodigati i sanitari. Coinvolte sette persone, tutte provenienti dal Pakistan e residenti a Portomaggiore e frazioni, tutti braccianti agricoli che stavano tornando dal lavoro, a Lagosanto nelle serre di Salvi.

Latina, sindacati: “Lavoratore perde un braccio e viene abbandonato in strada come un sacco di rifiuti”

Grave incidente sul lavoro in provincia di Latina. È il sindacato della Flai Cgil a denunciare il grave episodio, ricostruendo quanto accaduto. “In una azienda agricola, nei pressi di Borgo Santa Maria, un lavoratore di nazionalità indiana addetto al taglio del fieno ha avuto un braccio staccato da un macchinario e riportato altre gravi fratture”. La Flai Cgil aggiunge: “All’orrore dell’incidente si aggiunge il fatto che, invece di essere soccorso dai datori di lavoro, è stato scaricato come un sacco di rifiuti in prossimità della sua abitazione”

15 Giugno

Operaio di 32 anni muore schiacciato in un’azienda per la lavorazione dei metalli della Brianza

Un operaio di 32 anni è morto per i traumi da schiacciamento subìti stamani in un incidente sul lavoro avvenuto all’interno di un’azienda per la lavorazione di metalli a Sovico (Monza). Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118, un’automedica, un’ambulanza, i carabinieri e i tecnici di Ats. Non è al momento chiaro se l’operaio, marocchino, sia stato schiacciato da un macchinario o da lastre di metallo. L’uomo è morto sul colpo. Solo nei primi tre mesi del 2024 (ultimi dati Inail) i decessi sul lavoro sono stati 191.

Muore schiacciato da un trattore a Pavarolo: un cane resta a vegliarlo, l’altro corre a dare l’allarme

La vittima si chiamava Marinica Alfiri. Intervenuto l’elicottero dei vigili del fuoco con il medico del 118 ma non c’è stato nulla da fare

Una folle corsa a quattro zampe fino a casa, abbaiando per dare l’allarme nel tentativo disperato di portare soccorso al padrone, Marinica Alfiri (nella foto sotto), più conosciuto come Marino, purtroppo già deceduto dopo essere rimasto schiacciato sotto il trattore. A vegliare il corpo, rimane l’altro cane. La tragedia è avvenuta sabato 15 giugno 2024 nel pomeriggio a Pavarolo in località Tetti Fantini. 

L’uomo, 55 anni di origini romene, è precipitato in una scarpata con il trattore rimanendo schiacciato dal mezzo e ha perso la vita. La vittima era alla guida di un piccolo escavatore e stava lavorando in un terreno. Forse una manovra sbagliata o il cedimento del terreno ed è scivolato in una scarpata per diversi metri.

Sul posto sono intervenuti i sanitari con ambulanze e con l’elisoccorso, i vigili del fuoco anche con l’ausilio dell’elicottero Drago e delle squadre Usar, specializzate in recuperi di persone in condizioni difficoltose. Procede la Spresal Asl To5 Il medico del 118 ha rianimato a lungo il 55enne ma alla fine non ha potuto far altro che constatare il decesso. 

13 Giugno

Incidente sul lavoro in un cantiere saluzzese, morto un operaio

È successo nel pomeriggio di oggi (giovedì 13 giugno), a Saluzzo in frazione Bronda: intervento dei sanitari del 118

Un uomo è deceduto per un incidente sul lavoro nel pomeriggio di oggi (giovedì 13 giugno): il fatto è avvenuto in un cantiere a Saluzzo in frazione Bronda, verso le 16. La vittima è un operaio di 51 anni di origine romena, residente nella zona di Moretta. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe caduto da un tetto durante operazioni per interventi di rimozione della copertura in eternit: sono intervenuti sanitari del 118, ma i soccorsi sono stati vani. Sul posto per i rilievi e per la ricostruzione dell’accaduto anche Carabinieri e Spresal.

Il settore delle costruzioni è il più colpito

Alla fine del primo trimestre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 25. Seguito dalle Attività Manifatturiere (19), da Trasporti e Magazzinaggio (13) e dal Commercio (10).6 mag 2024

Incidente sul lavoro a San Carlo Canavese: operatore ecologico cade dall’autocompattatore, è grave

Un incidente sul lavoro si è verificato nella tarda mattinata di oggi, giovedì 13 giugno 2024, in strada San Giovanni a San Carlo Canavese. Un operatore ecologico italiano di 57 anni residente a San Giusto Canavese, dipendente della ditta Alma Ecologica di Villanova Canavese, è caduto dalla pedana dell’autocompattatore dei rifiuti riportando un grave trauma. Sul posto è atterrato l’elisoccorso che lo ha trasporato all’ospedale Cto di Torino. I medici si sono riservati la prognosi: a preoccuparli è il grave trauma cranico che ha subito. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Venaria Reale ma gli accertamenti sulla dinamica e sulle responsabilità sono a cura degli ispettori dello Spresal dell’Asl To4.

Incidenti lavoro:operaio cade da ponteggio e muore a Mantova

Traumi e fratture mortali dopo caduta in un cantiere

Un operaio è morto stamani in un incidente sul lavoro avvenuto a Mantova.


    L’uomo è caduto attorno alle 9.30 da un ponteggio di un cantiere in via Pellegrino Salandri e ha riportato traumi e fratture.I sanitari che lo hanno soccorso sul posto, riferisce l’Areu, lo hanno trovato in arresto cardiaco e poco dopo l’uomo è morto.
    Nel cantiere, oltre a un’ambulanza e a un’automedica, sono intervenuti le forze dell’ordine e i tecnici dell’Ats per ricostruire la dinamica dell’infortunio.

Amianto: Discariche

Oltre 6.200 firme in Regione contro la discarica di amianto di Caluri

Si aggiungono alle 12mila sottoscrizioni raccolte contro quella di Ca’ Balestra. Bigon: «È necessario inviare un segnale istituzionale forte a tutela di queste aree»

Striscione contro la discarica di Caluri (Foto Facebook – Comitato Tutela Ambiente e Salute Villafranc

Amaggio, era stato il comitato contro la discarica di amianto a Ca’ Balestra di Valeggio a consegnare quasi 12mila firme contro il progetto ad un gruppo di consiglieri regionali. Ora, a distanza di circa tre settimane, l’iniziativa è stata ripetuta dal comitato “Tutela Ambiente e Salute” di Villafranca che ha portato a Venezia più di 6.200 firme per chiedere di bloccare la discarica di eternit in località Caluri.

Il presidente del comitato Stefano Marconcini ed gli altri rappresentanti sono stati ricevuti dai consiglieri veronesi Stefano Valdegamberi ed Anna Maria Bigon e dal portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni. «È stata l’occasione per incontrare i cittadini del territorio e fare il punto della situazione – ha commentato Bigon – È emersa la necessità di dare un segnale istituzionale forte, a tutela di queste aree. I cittadini sono molto preoccupati per le conseguenze ambientali e sulla salute pubblica che potrebbe avere questo sito di smaltimento, grande il doppio dello stadio Bentegodi di Verona. Sul tavolo del consiglio regionale ci sono due mozioni che chiedono lo stop all’aggiornamento del Piano dei rifiuti del 2022 che ha reso possibile in Veneto la realizzazione di discariche di amianto anche in prossimità delle falde acquifere. Già la Provincia di Verona ospita ben 95 centri nei quali vengono smaltite 239.523 tonnellate di rifiuti speciali, pari a circa il 36% di tutto il Veneto. È necessario che l’individuazione dei siti adatti passi per criteri più stringenti e di massima tutela. L’approvazione trasversale delle mozioni risulta in questo senso un passaggio chiave con il quale procedere urgentemente»

La Redazione

Amianto : Sentenze

Johnson e & Johnson paga 700 milioni di dollari per chiudere le cause sul talco con amianto

Il colosso farmaceutico statunitense Johnson & Johnson ha accettato di pagare 700 milioni di dollari per risolvere le accuse di aver ingannato i clienti sulla sicurezza dei suoi prodotti in polvere a base di talco con tracce di amianto, accusato di essere legato diversi casi di tumore

Il colosso farmaceutico statunitense Johnson & Johnson ha accettato di pagare 700 milioni di dollari per risolvere le accuse di aver ingannato i clienti sulla sicurezza dei suoi prodotti in polvere a base di talco con tracce di amianto, accusato di essere legato diversi casi di tumore. Lo ha rivelato il procuratore generale di New York.

La strategia per chiudere la storia senza ammettere colpe

L’accordo con 42 stati Usa e il Distretto di Columbia, rientra nella strategia di Johnson & Johnson per chiudere il caso senza essere costretta ad ammettere alcun illecito, nonostante abbia ritirato il prodotto dal mercato nordamericano già nel 2020. Già lo scorso maggio, Johnson & Johnson aveva annunciato il pagamento di 6,5 miliardi di dollari per risolvere la maggior parte delle cause legali intentate negli Usa da donne che si sono ammalate di mesotelioma, un cancro alle ovaie collegato all’uso di prodotti a base di talcoL’accordo è legato ad una terza dichiarazione di fallimento di una società controllata da J&J, la LTL Management.

11 Giugno

Morto schiacciato dal trattore in una azienda agricola: il mezzo si è ribaltato

A Guiglia nel Modenese l’incidente: la vittima aveva 78 anni ed era alla guida del mezzo agricolo

Modena, 11 giugno 2024 – Incidente mortale questa mattina, intorno alle 9, in una azienda agricola di via per Marano a Guiglia sull’Appennino Modenese.

Un uomo di 78 anni era al lavoro in una tenuta. Stava guidando un trattore, quando il mezzo si è ribaltato e il lavoratore è morto schiacciato

Esplosione in una ditta di vernici in Brianza, morto un operaio

Incidente a Brugherio. Dal capannone industriale si è alzata una colonna di fumo visibile a distanza

Brugherio (Monza Brianza), 11 Giugno 2024 – È un 24enne del Gambia di nome Amadou Sanneh l’operaio morto questa mattina dopo un’esplosione che si è verificata nell’azienda di vernici Mega Wilckens in via Aristotele 22 a Brugherio. E’ successo questa mattina poco prima delle 10. Sul posto sono intervenute le ambulanze e le auto mediche inviate da Areu Lombardia, ma al momento non risultano altre persone coinvolte. Sul luogo dell’esplosione anche i vigili del fuoco, che hanno già domato le fiamme.

Una guardia giurata è morta durante il turno di lavoro. Lascia moglie e figlio

Giovanni Parise, 56 anni, guardia giurata del gruppo Italpol è morto durante il suo turno di lavoro. L’uomo ha accusato un infarto mentre era nel gabbiotto di competenza nella sede della Sda Poste a Corcolle, nella serata dello scorso 10 giugno. Sul posto la polizia di Stato e il personale del 118. Inutili i soccorsi. 

Per Parise il malore è stato fatale. Lascia una moglie e un figlio piccolo, Lorenzo. Sul caso è intervenuto il presidente dell’associazione nazionale guardie particolari giurate Giuseppe Alviti, che chiede di fare “piena luce sulle dinamiche a maggior tutela futura delle guardie giurate”.

Amianto : Sentenze

Pompiere triestino ucciso dall’amianto: Viminale condannato a risarcire

Decisione del Consiglio di Stato: 389 mila euro alla famiglia. Primo caso appurato su un vigile del fuoco

l Consiglio di Stato ha condannato il Ministero dell’Interno a riconoscere – oltre agli indennizzi della speciale elargizione di 230mila euro – un ulteriore risarcimento di 140mila euro per la famiglia di un vigile del Fuoco triestino, S.

G., deceduto nel 2008 a due anni e mezzo dalla diagnosi di mesotelioma pleurico correlato all’esposizione ad amianto all’età di 75 anni.

L’uomo aveva subito un’esposizione a livelli elevati di fibre di amianto durante il servizio prestato per 34 anni al Comando di Trieste, quando la prassi era indossare “guanti e tute antincendio in amianto”.

   Una volta che il Ministero dell’Interno, in seguito a una azione legale avviata davanti al Tribunale di Trieste, “aveva dovuto ammettere il legame tra l’esposizione all’asbesto e il mesotelioma pleurico, e riconoscere lo status ‘vittima del dovere’, i legali della famiglia, avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, e Corrado Calacione, avviarono la domanda di risarcimento, accolta dal Tar del Friuli Venezia Giulia nel 2020”. Come ricostruisce l’Ona, il Ministero aveva però presentato ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo la sospensione della condanna, ma l’istanza fu rigettata ed ora, “a distanza di quattro anni diventa definitiva la prima sentenza che condanna il Ministero dell’ Interno”. Per l’Osservatorio il caso è destinato “a scoperchiare il vaso di Pandora di un fenomeno epidemico di mesoteliomi e altre malattie asbesto-correlate tra il personale del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile – spiega Bonanni – abbiamo dimostrato che l’esposizione è avvenuta senza adeguata informazione, formazione e strumenti di prevenzione attraverso l’utilizzo di guanti e tute, negli interventi per incendi ed eventi sismici, e per il contatto con le macerie”.