Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Amianto : Discariche

Dodicimila no alla discarica di amianto. Il Comitato va in Regione

Una delegazione è andata a Palazzo Ferro Fini: a Ca’ Balestra il territorio è vulnerabile per la presenza delle falde idriche

Il comitato anti discarica in treno verso Venezia, dove hanno consegnato in Regione le quasi 12mila firme raccolte

Il territorio dice no alla discarica di amianto a Ca’ Balestra, tra Valeggio e Villafranca. Lo dimostrano 11.758 firme (9.040 cartacee, 2.758 online) consegnate martedì dalla delegazione del Comitato anti discarica a Palazzo Ferro Fini, sede della Regione.

I rappresentanti del comitato sono andati a Venezia in treno. Quattro esponenti, tra cui i portavoce, Gianni Bertaiola e Tatiana Facincani, hanno incontrato alcuni consiglieri regionali. Tra questi alcuni di quelli che avevano sostenuto la mozione di tutela delle falde acquifere (Valdegamberi, Andreoli, Baldin, Bigon, Guarda, Ostanel, Polato, Rigo e Sponda).

La mozione chiede di tornare al Piano rifiuti 2015, annullando in autotutela la deroga introdotta nel 2022 dalla giunta regionale, che permette di realizzare discariche anche in zone vulnerabili. Secondo i firmatari della mozione, la giunta sarebbe andata oltre le sue competenze, inserendo una modifica sostanziale che andava votata in consiglio. «La deroga introdotta», sostiene Bertaiola, «mette doppiamente a rischio il nostro territorio, non solo per la sua vulnerabilità idrogeologica, ma anche perché impatta su una zona dove l’economia gira attorno all’agricoltura, all’enogastronomia e al turismo». Per il comitato e per gli estensori della mozione nel Piano rifiuti del 2015 c’era attenzione maggiore alle zone di ricarica degli acquiferi. «Ora la norma permette di realizzare una discarica di amianto», afferma Bertaiola, che ricorda come vi siano tanti paesi in condizioni simili di fragilità, «in una cava dove, con le variazioni della piovosità, la falda sarà molto più vicina dei previsti quattro metri e i rischi d’inquinamento aumenteranno. Non bisogna dimenticare che c’è solo un setto che separa la cava dalla discarica di rifiuti solidi di Ca’ Baldassarre che tuttora, dopo quarant’anni, dà problemi come la produzione di percolato. Quindi il territorio ha già dato molto alla

comunità regionale».

Sulla stessa falsariga Tatiana Facincani: «Va ripristinata la versione originale del Piano a tutela dei Comuni in cui sussistono aree vulnerabili, che assieme configurano la seconda falda acquifera più grande d’Europa». D’accordo anche il consigliere regionale di centrosinistra Arturo Lorenzoni: «Il presidente Luca Zaia non può far finta di nulla di fronte alle quasi dodicimila firme protocollate. L’impianto potrebbe avere conseguenze nefaste e i rischi per la salute pubblica sono reali». La discussione della mozione è poi stata rinviata.

22 Maggio

Incidente sul lavoro a Napoli, morto un operaio di 63 anni nel cantiere della metro

La tragedia si è verificato in zona Capodichino. Altre due persone sono rimaste ferite e sono state ricoverate in prognosi riservata. All’origine dell’incidente ci sarebbe stato un guasto ai freni che avrebbe fatto perdere il controllo di un locomotore che stava trasportando un carrello

Un incidente sul lavoro si è verificato in un cantiere della metropolitana di Napoli, in zona Capodichino. Il bilancio è di un morto, un operaio di 63 anni, e due feriti in prognosi riservata. La tragedia è avvenuta durante i lavori per la nuova metro tra Capodichino e Poggioreale. La causa, secondo quanto detto dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, sarebbe stata un guasto ai freni che avrebbe fatto perdere il controllo di “un locomotore che stava trasportando un carrello”. Sul posto la polizia e i vigili del fuoco.

Chi sono gli operai feriti e la vittima

L’operaio morto nel cantiere della metropolitana di Napoli si chiamava Antonio Russo ed era di Giugliano in Campania: sarebbe dovuto andare in pensione a settembre ed era un carpentiere esperto, conosciuto da tutti, storico iscritto alla Cisl. I feriti sono Michele Pannone, un operaio di 54 anni che ha riportato un trauma cranico ed è incosciente, e Salvatore Agliottone di 59 anni, sotto shock, che ha riportato una contusione a una gamba. Il primo è stato ricoverato all’Ospedale del mare in codice rosso, il secondo è al Cardarelli e anche lui è in codice rosso. Tutti e tre lavorano per la Sinergo, società che sta realizzando la metro di Capodichino. Sono anche iscritti alla Filca Cisl Napoli e i colleghi hanno sottolineato che “non si sono inventati il loro lavoro dalla sera alla mattina”. Agliottone avrebbe delle costole fratturate, Pannone sarebbe in condizioni più gravi. Davanti al cantiere nella zona di Capodichino, dopo la notizia dell’incidente, sono arrivati alcuni parenti degli operai. Una giovane donna, imparentata con la vittima, è svenuta. Sul posto ci sono anche i colleghi dei tre lavoratori oltre alla polizia ed ai vigili del fuoco.

La ricostruzione dell’incidente

Secondo una primissima ricostruzione appresa dalla Filca Cisl Napoli, l’incidente nel cantiere della metro di Capodichino sarebbe stato causato da un malfunzionamento del treno che stava portando i tre operai nel tunnel. Fonti del Comune parlano di un carrello fuori controllo il cui impatto ha provocato la morte del 63enne e il ferimento degli altri due. Tuttavia, la dinamica precisa è in corso di accertamento da parte delle autorità. Da quanto ha riferito al Comune dalla direzione dei lavori della Concessionaria, l’incidente è avvenuto in galleria all’altezza dell’imbocco per Poggioreale. Non c’è stata alcuna esplosione. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sta seguendo personalmente la vicenda. “Forse c’è stato un guasto ai freni” all’origine dell’incidente nel cantiere della metro di Napoli ha detto il Primo Cittadino aggiungendo che forse per questo motivo si sarebbe perso il controllo di “un locomotore che stava trasportando un carrello”. “C’erano a bordo – ha spiegato Manfredi – tre operai: uno si è lanciato e quindi ha riportato solo delle escoriazioni, due invece sono rimasti a bordo e si sono schiantati contro la parete. Uno è deceduto, l’altro invece è ferito gravemente”.





metro Napoli e zona incidente

cantiere metro Capodichino

Amianto : Discariche

Camminata, concerto e sensibilizzazione contro i progetti di discarica di amianto

Il comitato Difesa Territorio Quaderni Valeggio ha incontrato anche gli studenti del liceo Medi di Villafranca. E il Wwf scaligero sostiene alternative alle discariche per lo smaltimento dell’amianto

Il territorio veronese continua a manifestare la propria contrarietà contro l’attivazione di discariche di amianto.

Tre i progetti localizzati nel raggio di una ventina di chilometri, due nella provincia scaligera e una nel Mantovano. I due progetti del Veronese sono stati presentati alla Regione Veneto, a cui spetta il compito di autorizzarli o respingerli. Il primo progetto presentato è quello di Caluri di Villafranca, mentre l’altro è a Valeggio sul Mincio, al confine con la località di Quaderni di Villafranca. La discarica del Mantovano interessa infine il territorio comunale di Marmirolo, in zona Pozzolo, a pochi chilometri da Quaderni.

Cittadini, associazioni e comitati sia veronesi che mantovani si sono uniti per ottenere dalle rispettive Regioni un parere negativo nei confronti dei tre progetti. E un primo risultato è stato ottenuto per la discarica di amianto di Caluri, la cui ditta proponente (Tecnoinerti) ha preso tempo per perfezionare il progetto. La sua richiesta è stata dunque sospesa per sei mesi e se ne riparlerà dunque ad ottobre

Per il progetto di discarica di Valeggio, sono state presentate centinaia di osservazioni contrarie. Osservazioni che sono state ribadite anche durante il sopralluogo della commissione incaricata di valutare l’impatto ambientale del progetto.
Per il Wwf Veronese la discarica «è dimensionata per quasi il 50% in più delle necessità venete» e presenterebbe «tempistiche incoerenti e pericolose per la chiusura dei lotti che rimarranno esposti alle intemperie per due anni prima della copertura definitiva».
A proporre il progetto è l’azienda Progeco Ambiente, convinta che il conferimento in discarica sia l’unica maniera affidabile per smaltire l’amianto. «Ma non è così – ha replicato il Wwf scaligero – Da anni esistono sistemi di inertizzazione con varie metodologie, ma proseguono ricerche scientifiche che offrono nuove prospettive, studi universitari in collaborazione con enti territoriali e aziende, e brevetti esteri ed italiani. Inolter, all’interno del progetto non c’è alcun cenno sull’inquinamento apportato all’ambiente relativamente alle plastiche utilizzate. E questo aspetto non è affatto secondario. Gli involucri di plastica verranno interrati su strati e strati di materiali plastici e il tempo di deterioramento delle plastiche non è facilmente determinabile, dato che dipende da vari fattori, tuttavia vi è l’evidenza scientifica che batteri, funghi e microrganismi operano nel tempo un’azione di degradamento. E in questo specifico caso, una volta degradate le plastiche di contenimento e di impermeabilizzazione, l’amianto sotterrato, che non si degrada e mantiene la sua pericolosità per sempre, è destinato a finire nel terreno e nella falda».

Amianto: Esposti

Franco Di Mare, morto a 68 anni il giornalista Rai: l’annuncio della malattia un mese fa a Che tempo che fa

L’avvocato di Franco di Mare: “Cosa chiediamo alla Rai ora che lui è morto”. E sull’amianto lancia un appello

parla l’avvocato Bonanni: “Ecco come reagì pochi mesi fa al convegno sul mesotelioma killer, e lui era già malato”. Amianto? “Ecco qual è l’unica arma che ha il Gooverno”

Un uomo garbato, gentile e allo stesso tempo forte. Il 23 novembre 2023 moderò un convegno sull’amianto alla Regione Lazio rimanendo imperturbabile anche quando i relatori dicevano che dal mesotelioma non si può tornare indietro». Franco di Mare era lì, al tavolo dell’incontro organizzato dall’Osservatorio nazionale amianto. E continuò a moderare con apparente serenità.

La testimonianza è dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente di Ona, esperienza pluridecennale contro questa piaga che ancora oggi miete migliaia di vittime.

«Sono 7mila solo nel 2023 – dice Bonanni a Tiscali – più di 10 mila ammalati. L’indice di mortalità entro i primi 5 anni è del 93%, l’indice di sopravvivenza è di pochi mesi tranne rare eccezioni».

Una malattia, il mesotelioma pleurico, che non lascia scampo.

L’incontro negli studi Rai

«Ho conosciuto Franco Di Mare nel 2006 – ricorda l’avvocato – quando mi invitò a parlare di amianto nella sua trasmissione. Erano in pochi a farlo in quel periodo. Quando ha scoperto di essere ammalato, ha provato in un primo momento a definire in modo conciliativo con la Rai, ma gli sono state sbattute le porte in faccia, e allora si è rivolto al mio studio».

Sull’origine della contaminazione della “dose killer” Bonanni non ha dubbi: «La sua esperienza come inviato nei Balcani fa individuare il nesso di causalità: ha respirato un cocktail di metalli pesanti e radiazioni. Come avvocato ho messo in mora la Rai per ottenere lo stato di servizio e il risarcimento. Adesso che Franco è venuto a mancare sono in attesa delle determinazioni della sua famiglia».

Al governo: “Bonifiche subito”

Benché la legge per la messa a bando dell’amianto risalga al 1992, ancora oggi non si fa abbastanza: «Il numero dei casi è in aumento, siamo vicini al picco, ma molte diagnosi sfuggono perchè sono stati indeboliti anche i Cor regionali (Centri operativi regionali con compiti di sorveglianza sanitaria, Ada)».

È un appello al governo quello che rivolge l’avvocato di Ona: «Che l’amianto e soprattutto la bonifica tornino nell’agenda di governo. Solo così si può vincere la battaglia».

20 Maggio

Incidente sul lavoro: titolare della ditta di pulizie investito dal suo furgone a Latina

E’ accaduto questa mattina nel capoluogo. Sul mezzo, fermo sulla rampa di un garage, non era stato azionato il freno. L’uomo è stato trasportato in ospedale

Incidente sul lavoro questa mattina, lunedì 20 maggio, nel capoluogo pontino. Il titolare di una ditta di pulizie è stato investito da un furgone della stessa società. Come ricostruito dai carabinieri del Nor- aliquota radiomobile intervenuti dopo la segnalazione arrivat al 112, il mezzo della ditta era fermo sulla rampa di un garage quando ha improvvisamente iniziato a retrocedere ripercorrendo la rampa.

L’uomo è stato investito ed è rimasto schiacciato tra il veicolo e il muro del garage. Come accertato in seguito non era stato azionato il freno di stazionamento. La vittima è stata immediatamente soccorsa da un’ambulanza del 118 e trasportata d’urgenza al nosocomio di Latina.

19 Maggio

Morto operaio di 63 anni: schiacciato da un tagliaerba

L’uomo era un operaio addetto al verde. Stava scaricando il tagliaerba da un furgoncino

Tragedia sul lavoro nel Lodigiano, domenica mattina. Un operaio di 63 anni di origine serba, Miodrag Ilic, è morto mentre stava scaricando un tagliaerba da un furgoncino per poi adoperarlo in un prato nei pressi del cimitero di Tavazzano. È successo intorno alle 9.

Secondo quanto è stato ricostruito, una delle passerelle metalliche con cui Ilic stava scaricando il tagliaerba avrebbe ceduto. Il tagliaerba gli si è quindi precipitato addosso, schiacciandolo con tutto il peso.

Immediato l’arrivo dei sanitari del 118 con un’ambulanza e un’automedica, insieme ai vigili del fuoco per sollevare il tagliaerba, ma le contusioni erano troppo gravi e l’uomo non ce l’ha fatta. Presenti anche i carabinieri che, insieme all’Ats di Lodi, accerteranno la dinamica e l’eventuale mancato rispetto delle norme di sicurezza.

18 Maggio

Incidente in cantiere ad Ischia operaio perde una gamba

L’uomo, 42 anni, era al lavoro su un escavatore.Area sequestrata

Incidente sul lavoro nel pomeriggio ad Ischia: un manovale edile 42enne ha perso una gamba mentre lavorava su un escavatore in circostanze ancora da chiarire.

   Subito dopo l’incidente l’uomo è stato soccorso e trasportato all’ospedale Rizzoli dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico nel corso del quale gli è stato amputato l’arto.

Poco dopo sul luogo sono arrivati i carabinieri che stanno indagando sulla vicenda e che hanno provveduto a sequestrare l’area di cantiere dove l’uomo stava lavorando assieme ad altri operai che sono stati tutti interrogati dagli uomini dell’Arma.
    Nei prossimi giorni saranno effettuati ulteriori accertamenti ed è probabile scattino le denunce.

17 Maggio

Operaio 22enne morto sul lavoro a Scafati: lastra cade e lo uccide

L’incidente sul lavoro è avvenuto in via Pietro Melchiade. Indagano carabinieri e Asl.

Un operaio di 22 anni, originario di Poggiomarino, è morto oggi a Scafati, mentre era impegnato in un cantiere per il rifacimento della facciata di un palazzo. L’incidente sul lavoro è avvenuto in via Pietro Melchiade, nel centro cittadino del comune del Salernitano. Ancora da chiarire la dinamica di quanto accaduto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore e della Tenenza di Scafati, che stanno conducendo le indagini, in collaborazione con lo Spsal, il Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asl di Salerno.

Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio stava sollevando con una carrucola alcune lastre in acciaio, quando una di queste sarebbe scivolata e gli avrebbe tagliato la gola. L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di oggi, venerdì 17 maggio 2024. L’operaio era impegnato nei lavori di rifacimento della facciata di un condominio. Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi

Infortunio sul lavoro a Origgio: un uomo di 56 anni precipita dal lucernario di un capannone

L’incidente poco dopo le 12 all’azienda Texpro. Il ferito è stato portato in codice rosso all’ospedale Sant’Anna di Como

(Varese), 17 maggio 2024 – Grave infortunio sul lavoro, oggi intorno a mezzogiorno, oggi a Origgio. In via primo maggio, all’azienda Texpro un uomo di 56 anni è rimasto gravemente ferito dopo essere precipitato da un lucernario finendo su alcuni scatoloni all’interno di un magazzino. Un volo di circa cinque, sei metri che ha lasciato il ferito con un trauma al torace, al bacino e a un braccio.

Sul posto sono intervenuti automedica, ambulanza e Ats. Il 56enne è stato portato all’ospedale Sant’Anna di Como. 


16 Maggio

Operaio muore in un’impastatrice del cemento nel Casertano

Il fatto in un cantiere per la fibra ottica a Cancello e Arnone. L’uomo, Raffaele Boemio, dipendente della Dap di Nola, 62enne, era a pochi mesi dalla pensione

L’ultimo morto sul lavoro in Italia si è registrato oggi, 16 maggio, a Cancello e Arnone, nel Casertano, dove un operaio di 62 anni, Raffaele Boemio, originario di Afragola e dipendente della ditta Dap di Nola, ha perso la vita in un cantiere per la fibra ottica.

L’uomo, per cause in corso di accertamento, è finito in una impastatrice del cemento. La salma è stata sequestrata per l’autopsia e sull’accaduto indagano i carabinieri. La vittima sarebbe andata in pensione tra pochi mesi.

Amianto : Discariche

Amianto a Cava Fornace, quello che non torna per gli ambientalisti

Arpat tranquillizza ma secondo i No Cava la marmettola e l’amianto stesso sono dei rischi reali sottovalutati

MONTIGNOSO. Arpat ha rilevato amianto nell’acqua fuoriuscita dal crollo dell’argine ma in quantità minime che hanno convinto l’ente che non ci fosse la necessità di fare dei prelievi al lago di Porta. «Ma l’amianto è pericoloso solo quando è asciutto e inalato», ha precisato l’ingegnere di Arpat Stefano Santi. Ma queste rassicurazioni non hanno convinto troppo il Comitato dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace. I punti critici sono la presenza di marmettola e quella di amianto, con la possibilità che tornando asciutto diventi volatile.

«Le analisi ufficiali in prima battuta hanno dimostrato che nelle acque-percolato esaminate erano presenti: ferro, alluminio, più sostanze di superfice. Non sappiamo di cosa si tratta e in che quantità; inoltre è stata data la colpa di tale presenze alla marmettola. La marmettola non viene messa in discarica da parecchi anni , non può essere la causa di quei metalli», dicono i No Cava. Ricordiamo il telo che copriva il cumulo di terre (pericolose) franate 

«Durante la riunione al comune di Montignoso alla presenza dei due sindaci che hanno in carica la discarica, quelli di Montignoso e Pietrasanta» e dell’assessore regionale Monni Monia, l’ingegnere responsabile Arpat ha comunicato anche la presenza di amianto in forma liquida. Lça presenza di amianto nella Fossa Fiorentina è dovuto  all’evento del 6 maggio . Ciò vuol dire che le acque lo hanno trovato abbastanza facilmente nella loro discesa in discarica, questo fa pensare che nei momenti “asciutti” l’amianto diventi volatile, facilmente riscontrabile nell’aria. Pericolosissimo».