Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

28 Agosto

Rimane incastrato in un macchinario: operaio in fin di vita

L’incidente questa mattina poco prima di mezzogiorno in un raviolificio di Cosio Valtellino

Lotta tra le vita e la morte un operaio (le cui generalità non sono state rese note) che questa mattina è stato vittima di un gravissimo incidente in un raviolificio di via Don Guanella, a Cosio Valtellino.

La dinamica

Secondo quanto è stato possibile ricostruire fino a questo momento, l’uomo, di 36 anni, sarebbe rimasto incastrato con entrambe le braccia al macchinario al quale stava lavorando, una macchina impastatrice. A causa delle ferite riportate, poi, l’uomo avrebbe perso immediatamente i sensi.

L’allarme è scattato in codice rosso, quello di massima gravità e sul posto sono intervenuti l’elicottero, un’auto medica e l’ambulanza. L’operaio è stato caricato proprio sull’elicottero per il trasporto in ospedale: le sue condizioni sono, al momento, gravissime ed è stato necessario procedere all’amputazione di entrambi gli arti superiori rimasti incastrati nel macchinario.

A intervenire anche i vigili del fuoco di Morbegno e Sondrio, i carabinieri della Compagnia di Sondrio e il personale di Ats della Montagna per le necessarie verifiche sul rispetto di tutte le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Morto a 21 anni schiacciato dal trattore

La tragedia in un terreno adiacente alla strada provinciale 91, in agro di Cerignola. Originario del Mali, il 21enne viveva a Canosa di Puglia

Aveva solo 21 anni ed era partito dalla Repubblica del Mali per costruirsi un futuro in Italia. Invece è morto nel silenzio delle campagne del Foggiano, schiacciato dal trattore che stava guidando lungo la strada provinciale 91, tra Cerignola e l’area dell’Ofanto. Il mezzo, per cause ancora in corso di accertamento, si è ribaltato improvvisamente. A nulla sono valsi i soccorsi: per il giovane, residente a Canosa di Puglia, non c’è stato nulla da fare. Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio – esprime cordoglio per questa tragedia e rilancia l’allarme sulla mancata attuazione della revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, un’urgenza che non conosce stagioni, territori o provenienze

27 Agosto

Infortunio in Fincantieri su nave in consegna: ferito un operaio

L’uomo potrebbe essere caduto da un ponteggio. Sul posto il personale del 118 con l’elisoccorso, che ha portato l’uomo all’ospedale di Udine. Intervenuti anche i carabinieri e i vigili del fuoco

Infortunio nello stabilimento Fincantieri di Panzano a Monfalcone: nella tarda mattinata di oggi, 27 agosto, un operaio 39enne di origine bengalese residente in città è rimasto ferito a bordo di una nave in consegna. Stando a quanto si apprende, sarebbe caduto da una scala dall’altezza di due metri, per cause ancora al vaglio dei carabinieri. Non si conoscono ancora le sue condizioni di salute ma non sembrerebbe in pericolo di vita. Sul posto il personale del 118 con l’elisoccorso, che ha portato l’uomo, cosciente, all’ospedale di Udine. Intervenuti anche i carabinieri e i vigili del fuoco.

Montalto di Castro – Operaio muore nella piscina di una villa, stava lavorando in nero

MONTALTO DI CASTRO – Nel pomeriggio dell’8 agosto, la stazione dei Carabinieri di Pescia Romana interveniva unitamente al Norm della compagnia dei Carabinieri di Tuscania per fare luce sul decesso di un uomo di origine nordafricana deceduto nella piscina di una villa a seguito di lavori di giardinaggio.

“Oltre al personale del 118 e allo Spresal della Asl di Tarquinia, che hanno ricostruito la dinamica del fatto – fanno sapere dai Carabinieri -, hanno allertato anche il Nucleo Carabinieri ispettorato del lavoro di Viterbo, militari del quale giunti sul posto hanno accertato che il deceduto e un suo connazionale stavano eseguendo i lavori senza essere stati regolarmente assunti, quindi in nero.

Di conseguenza è stato elevato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale alla ditta cui tali lavori di giardinaggio erano stati commissionati, sanzionando quindi il titolare per un ammontare di 8.300 euro per le violazioni di natura amministrativa accertate.

Tale attività, coordinata dalla Procura ella Repubblica di Civitavecchia competente per territorio, oltre a dimostrare la sinergia tra le diverse articolazioni dell’Arma dei Carabinieri, è in linea con le direttive dell’Ispettorato nazionale del lavoro volte a contrastare il fenomeno del lavoro ner

26 Agosto

Operaio di 58 anni muore folgorato

Demetrio Rima stava lavorando in una cabina Enel tra Francolise e Sparanise

Ancora una morte sul lavoro. Un operaio di 58 anni, Demetrio Rima, di Casal di Principe e dipendente della Cebat, è morto mentre svolgeva un intervento in una cabina dell’Enel tra Sparanise e Francolise.

“Siamo vicini alla famiglia di Demetrio con tutto il nostro dolore e la nostra disponibilità concreta. Ma non possiamo limitarci alla solidarietà. Serve una risposta politica, istituzionale e sociale – si legge in una nota della Cgil – Quella che si consuma in provincia di Caserta è una vera mattanza silenziosa: il lavoro continua a essere terreno di morte, in un sistema dove la sicurezza viene ancora considerata un costo, dove la catena degli appalti scarica le responsabilità, dove il profitto conta più della vita. Basta silenzi e complicità: le istituzioni devono intervenire. Chiediamo l’immediata convocazione del Tavolo dell’Osservatorio sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro presso la Prefettura di Caserta, già costituito ma mai realmente attivato nonostante le nostre sollecitazioni. È inaccettabile che un territorio martoriato da lutti sul lavoro venga ignorato dalle istituzioni. Pretendiamo chiarezza sulla dinamica dell’incidente, verifiche rigorose sul rispetto delle norme di sicurezza, e un piano straordinario per fermare questa strage quotidiana”.

-Investito da un cilindro di otto quintali in un’azienda che produce caldaie, 54enne in prognosi riservata

L’incidente nel pomeriggio del 26 agosto. L’uomo è stato soccorso dal personale del Suem 118 che l’ha trasportato a Borgo Trento

L’operaio di 54 anni che è stato schiacciato da una pesante struttura in acciaio nella fabbrica Ici Caldaie di Campagnola di Zevio è stato posto in terapia intensiva, in prognosi riservata.

Amianto: Sentenze

Capraia, muore vittima dell’amianto in una centrale Enel: l’ente condannato a risarcire la famiglia con 180 mila euro

L’uomo per anni era stato un motorista presso la centrale elettrica di Capraia Isola, poi aveva contratto un tumore

Nel 2020 scopre di avere un mesotelioma pleurico ma è anche cardiopatico e nonostante le terapia oncologiche, dopo soli 12 mesi muore. Ora i familiari saranno risarciti dall’Enel. L’uomo per anni era stato un motorista presso la centrale elettrica di Capraia Isola, e subito dopo aver scoperto la malattia aveva richiesto all’Inail di essere inserito nelle liste dei lavoratori che hanno contratto un tumore sul luogo di lavoro per via della presenza di amianto.

L’ente gli riconosce lo status e lui avvia una causa di risarcimento danni al suo ex datore di lavoro, l’Enel, ma dopo le prime udienze sopraffatto dal male muore. Sua moglie e i suoi 4 figli riassumono la causa al Tribunale di Livorno che al termine del processo di primo grado riconosce il risarcimento perché l’Enel non avrebbe “protetto” i suoi dipendenti.

Non è la prima causa, infatti, che vede coinvolta la centrale elettrica di Capraia Isola. Nei giorni scorsi però la corte d’Appello di Firenze ha aumentato il totale del risarcimento che ammonta a circa 180 mila euro. Per i giudici di secondo grado «da sempre il lavoratore ha diritto ad essere protetto dalle polveri dell’ambiente di lavoro, a maggior ragione da quelle delle quali il datore conosceva, o doveva conoscere, esistenza e nocività», come nel caso di polveri e fibre di amianto. 

L’Inail quando l’uomo era ancora in vita, gli aveva già riconosciuto un indennizzo e la rendita prevista in questi casi di malattie professionali, ora i familiari avranno anche il risarcimento che finora non era arrivato perché l’Enel aveva impugnato la sentenza di primo grado. L’Enel, come molte altre aziende del settore, ha utilizzato l’amianto per le sue proprietà di resistenza al fuoco e al calore. Tuttavia, l’uso dell’amianto è stato progressivamente abbandonato proprio a causa dei gravi rischi per la salute legati all’inalazione delle fibre e delle polveri. 

L’operaio livornese aveva lavorato a contatto con l’amianto dal 1967 al 1969 e dal 1981 al 2003 prima di andare in pensione per poi ammalarsi e morire in meno di un anno. Per i giudici fiorentini l’amianto respirato a Capraia è la concausa, insieme alle sue patologie cardiache, del suo decesso. Queste le conclusioni processuali dopo testimonianze e perizie. I legali dei familiari dell’ex operaio dell’Enel avevano chiesto oltre 1 milione di euro di risarcimento.

«Asbestosi nota dal 1943»: risarcimento ai familiari del lavoratore vittima di amianto

Dal 1961 al 1996 un acquaiolo aveva riparato condotte idriche anche con tubi di eternit. Per la Corte d’Appello solo dal 91/92 il rischio amianto era fatto notorio

L’asbestosi è stata inserita tra le malattie mortali già dal 1943, il giudice non può dunque negare il risarcimento per la morte del lavoratore affermando una scarsa consapevolezza dei rischi da parte del datore di lavoro. La Cassazione accoglie così il ricorso della moglie e dei tre figli di un “acquaiolo”, che aveva lavorato per 35 anni, dal 1961 al 1996, con tubi di eternit, esposto alle fibre cancerogene dell’amianto senza protezioni. Nel 2012 è morto di carcinoma polmonare, dopo una diagnosi di asbestosi al 10%, poi all’85% e infine al 100%.

L’Inail, come il Ctu, avevano riconosciuto la natura professionale della malattia. Conclusioni avallate dal giudice del lavoro che aveva condannato il Consorzio di bonifica per il quale lavorava l’operaio a risarcire i familiari con circa 900mila euro.

Un verdetto completamente ribaltato in appello. La Corte territoriale, infatti, aveva escluso il diritto al risarcimento pur avendo accertato, in base alla perizia, «che il lavoratore era stato posto con elevata frequenza a contatto con serbatoi e tubazioni realizzati in cemento amianto su cui eseguiva interventi di manutenzione e riparazione; che non risultavano adottate adeguate misure di prevenzione nell’ambito della sorveglianza sanitaria del lavoratore medesimo». Neppure era servito il riconoscimento da parte dell’Inail dell’asbestosi – degenerata nel tempo in carcinoma con metastasi – come malattia di origine professionale.

Per i giudici di seconda istanza un ricorso proposto dagli eredi dopo oltre 20 anni dalla fine del rapporto di lavoro, rendeva difficile al datore provare il rispetto degli obblighi di prevenzione e sicurezza. A giocare contro il sì al risarcimento c’era, ancora una volta, il tempo: il lavoro era iniziato nel 1961 e si era concluso nel 1996. Non si potevano, dunque, applicare in via retroattiva la normativa di difesa dall’amianto entrata in vigore con i Dlgs 626/94, 81/2008, e 106/2009. Nè poteva essere valorizzata la precedente disciplina del Dpr 303/1956 che si riferiva solo alle polveri in generale. Secondo la Corte di appello, solo a partire dagli anni 1991/92 si poteva considerare un fatto notorio la correlazione causale fra l’esposizione a fibre d’amianto e il carcinoma polmonare.

Per finire il Ctu aveva basato le sue conclusioni sull’origine professionale delle patologie, riconosciute anche dall’Inail, senza individuare i parametri quantitativi dell’esposizione, «indispensabili al fine di valutare la dose cumulativa di fibre d’amianto espressa come fibre anno per centimetro cubico d’aria». Quindi l’accertamento non era attendibile. La Suprema corte prende, però, nettamente le distanze dalle tesi della Corte d’Appello, alla quale rinvia perchè riveda un giudizio, a tratti addirittura contrario alla legge.

Rischi noti all’epoca dei fatti

La decisione non è in linea con l’ordinamento innanzitutto nel negare un obbligo del datore di lavoro di rispettare la normativa sulle polveri (Dpr 303/56) e anche quella sulle fibre di amianto (Dlgs. n. 277/1991), pur essendo il rapporto di lavoro cessato nel 1996. Sbaglia ancora la Corte di merito, quando addossa ai familiari l’obbligo di dimostrare gli inadempimenti del Consorzio e quando sostiene che nel giudizio di responsabilità civile sia necessario accertare e dimostrare la presenza di una determinata esposizione quantitativa e qualitativa alle fibre di amianto. Non è comprensibile neppure il non aver tenuto conto del nesso causale tra la neoplasia e l’attività di lavoro, già accertato dall’Inail, ampiamente e logicamente riconosciuto dal Ctu sulla base di una serie di elementi – clinici, logici, di fatto, temporali, compreso un prelievo autoptico. Non una prova assoluta dunque, non necessaria, ma una «alta probabilità logica» del collegamento esposizione-malattia.

La Cassazione è costretta a ricordare che il lavoratore aveva contratto proprio l’asbestosi col 100% di invalidità, una malattia professionale tabellata che deriva dalla forte esposizione all’amianto e “sentinella” in quanto spia di una esposizione qualitativamente e quantitativamente molto sostenuta. Una patologia mortale, inserita nell’elenco delle malattie professionali tipizzate fin dal 1943.

22 Agosto

Operaio di Pergine morto per un malore nel cantiere, oggi l’autopsia: «Omicidio colposo»

È questo il reato ipotizzato dalla procura, che ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore unico della Alpin srl di Benevento. I  sindacati: “Auspichiamo che venga fatta chiarezza il prima possibile sulle dinamiche dell’accaduto

TRENTOVerrà effettuata questa mattina, 22 agosto, all’ospedale Santa Chiara l’autopsia di Mario Fabbro, l’operaio 61enne perginese colpito da un malore fatale alla fine del suo turno nel cantiere della circonvallazione di Pinzolo. Si indaga per omicidio colposo: è il reato ipotizzato dalla procura, che ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore unico della Alpin srl di Benevento.

Incidente in un’azienda agricola: muore un 48enne

Sul posto sono giunti i sanitari del 118 che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Su quanto accaduto sono in corso le indagini dei carabinieri

Dolore ad Altavilla Silentina per la scomparsa di un 48enne del posto che, nella giornata di ieri, è deceduto a causa di un incidente sul lavoro.

Il dramma

Secondo quanto ricostruito, l’uomo, originario di Postiglione, stava svolgendo le sue mansioni in un’azienda agricola della provincia di Caserta quando sarebbe stato colto da un improvviso malore. Sul posto sono giunti i sanitari del 118 che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Su quanto accaduto sono in corso le indagini dei carabinieri che hanno sequestrato temporaneamente la salma. 

Quindicenne muore travolto da un trattore nel Ragusano

Trovato vicino a una stalla, ancora incerta la dinamica

Un ragazzo ragazzo di 15 anni è stato trovato morto vicino a una stalla nell’azienda agricola di famiglia, tra Ragusa e Chiaramonte Gulfi.

Secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato travolto da un trattore durante una manovra, ma non si sa ancora chi fosse alla guida del mezzo e resta da accertare la dinamica dell’accaduto.

21 Agosto

Incidente sul lavoro nel Bolognese, morto operaio travolto da un muletto

La vittima aveva 28 anni ed era impegnato in un turno notturno nell’azienda Green Energy a Marmorta di Molinella. I carabinieri sono al lavoro per accertare le dinamiche dell’incidente

Un altro incidente sul lavoro in una fabbrica del Bolognese. Un operaio di 28 anni è morto la scorsa notte a Marmorta di Molinella mentre era impegnato in un turno notturno nell’azienda Green Energy. Intorno all’una e trenta il giovane stava manovrando un muletto per spostare sacchi di pellet quando, secondo una prima ricostruzione, il mezzo lo ha travolto e schiacciato, forse a causa di un freno non inserito. Cause e dinamica precisa sono ancora all’esame dei carabinieri e dei funzionari della medicina del lavoro. Il giovane operaio era di origine pakistana, regolarmente residente in Italia.

19 Agosto

Incidente sul lavoro a Torino Cavoretto: operaio colpito da un albero e poi caduto, trasportato in ospedale

Le operazioni di recupero sono state complesse

Un operaio che stava eseguendo un intervento di manutenzione delle alberate in corso Moncalieri a Torino è rimasto ferito in modo apparentemente serio all’ora di pranzo di oggi, martedì 19 agosto 2025, dopo essere stato colpito da un grosso ramo. L’uomo è caduto rovinosamente per diversi metri e per soccorrerlo, oltre ai sanitari, sono intervenuti i vigili del fuoco con la squadra del distaccamento del Lingotto, con l’autoscala e con il nucleo speleo-alpino-fluviale. Dopo essere stato soccorso l’infortunato è stato trasportato in ambulanza all’ospedale Cto. Le indagini sull’accaduto saranno di competenza dello Spresal dell’Asl Torino.

Schiacciato da un camion nel Salento: morto meccanico 65enne

Ennesimo incidente mortale sul lavoro nel Salento. A perdere la vita un meccanico 65enne, rimasto schiacciato da un camion. L’uomo, Sergio Casarano di Racale, era intervenuto per il camion in panne sulla strada che collega Taurisano a Miggiano, in provincia di Lecce, e durante le fasi delle riparazioni è rimasto schiacciato a causa di un cedimento.

Soccorso in codice rosso è stato trasportato all’ospedale di Tricase dove è deceduto a causa delle gravi ferite riportate. Sul posto è intervenuta la Polizia e la procura di Lecce ha disposto il sequestro del mezzo.

16 Agosto

Esplosione in fabbrica, muore dopo otto giorni di agonia

Nel Salernitano, aveva ustioni sul 60 per cento del corpo

E’morto all’ospedale Cardarelli di Napoli Cosimo Palmigiano, l’operaio 45enne coinvolto in un grave incidente sul lavoro avvenuto lo scorso 8 agosto in uno stabilimento di vernici a Cicerale, nel Salernitano.


    L’uomo, 45 anni, originario di Ogliastro Cilento, aveva riportato ustioni su oltre il 60% del corpo a seguito di un’esplosione verificatasi all’interno dell’opificio in cui lavorava.

Trasportato  d’urgenza in elisoccorso al centro grandi ustioni dell’ospedale partenopeo, era stato sottoposto a cure intensive. Nei giorni successivi era stata avviata anche una raccolta di sangue per supportare le necessità cliniche legate al suo trattamento. Dopo otto giorni di ricovero, le sue condizioni sono peggiorate fino al decesso, avvenuto nella mattinata di oggi.
    Numerosi i messaggi di vicinanza alla famiglia da parte della comunità locale. Palmigiano lascia la compagna e una bambina di cinque anni. 

Uomo muore schiacciato da una piattaforma mobile

Stava eseguendo lavori di giardinaggio nel Vicentino

Un uomo è morto stamani dopo essere rimasto schiacciato da una piattaforma mobile, che si è ribaltata mentre stava compiendo alcuni lavori di giardinaggio, a Isola Vicentina (Vicenza).

Secondo le prime informazioni, la vittima si trovava nel giardino di sua proprietà.

15 Agosto

In Puglia due morti sul lavoro nel giorno di Ferragosto

Gli incidenti sono avvenuti a poche ore di distanza. Pasquale Dinoi, 53 anni, operatore ecologico stagionale, è stato travolto all’alba da una moto, mentre era impegnato nelle operazioni di raccolta dei rifiuti. Giovanni Faniulo, 46 anni, è morto a Valenzano mentre era impegnato nel montaggio delle luminarie per la festa patronale dedicata a San Rocco

Ancora morti sul lavoro, anche nel giorno di Ferragosto. In Puglia due uomini hanno perso la vita in circostanze drammatiche, a poche ore di distanza l’uno dall’altro.

Il primo incidente è avvenuto alle prime ore del mattino a Manduria, in provincia di Taranto. La vittima, Pasquale Dinoi, 53 anni, operatore ecologico stagionale della ditta Gialplast, è stato travolto da una moto di grossa cilindrata mentre attraversava la carreggiata lungo la strada che conduce a San Pietro in Bevagna.

L’uomo era impegnato nelle operazioni di raccolta dei rifiuti in prossimità di un’isola ecologica. Soccorso immediatamente dal 118, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria, dove però è deceduto poco dopo l’arrivo. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Manduria per i rilievi e per ricostruire la dinamica.

Poche ore dopo, un secondo incidente mortale ha colpito la provincia di Bari. Giovanni Faniulo, 46 anni, originario di Putignano, è morto a Valenzano mentre era impegnato nel montaggio delle luminarie per la festa patronale dedicata a San Rocco. L’operaio, socio della ditta incaricata dell’allestimento, sarebbe precipitato da un’altezza di circa tre metri. Nonostante i tempestivi soccorsi del 118, ogni tentativo di rianimarlo si è rivelato inutile.

12 Agosto

Ennesimo incidente sul lavoro in Piemonte

Cade da 10 metri in un supermercato nel novarese: è grave

Ennesimo incidente sul lavoro in Piemonte. Questa volta nel Novarese, a Caltignaga: un uomo di 47 anni è caduto da una piattaforma a circa 10 metri di altezza. Le sue condizioni sono gravi. L’uomo è stato portato in ospedale in codice rosso ma – scrive ANSA Piemonte – non è in pericolo di vita.