Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

20 Luglio 2022

Morti sul lavoro, a Trapani perde la vita operaio. A Vibo muore agricoltore schiacciato dal trattore. Grave un uomo caduto da un’impalcatura

Due uomini hanno perso la vita durante l’orario di lavoro, un terzo è in codice rosso dopo una brutta caduta. Continua la strage silenziosa delle morti bianche

Si era sposato pochi mesi fa Nicolò Giacalone, l’operaio di 36 anni che stamattina ha perso la vita mentre era a lavoro in un cantiere a Custonaci,in provincia di Trapani.Secondo una prima ricostruzione, l’uomo era dipendente di una ditta per la lavorazione del marmo e al momento dell’incidente era alla guida di una gru che si è ribaltata. Sulle dinamiche che hanno portato alla morte del giovane indagano i Carabinieri.

A perdere la vita anche un agricoltore, Fortunato Ranieli, di 34 anni, di San Calogero. L’uomo è rimasto schiacciato dal dal trattore che stava guidando mentre era impegnato ad arare un appezzamento di terreno nelle campagne della frazione Calimera ed era diretto in un terreno in località “Fornace”. Vani i tentativi di soccorso messi in atto dai sanitari del 118. Sul posto è giunto anche un elisoccorso ma l’intervento non è servito. Il giovane lascia moglie e un figlioletto nato pochi mesi fa. Così come a Trapani, le indagini sull’accaduto per accertare eventuali responsabilità sono portate avanti dai Carabinieri. 

Lotta tra la vita e la morte invece un operaio di 36 anni di Gela ricoverato in gravi condizioni all’ospedale “Vittorio Emanuele” per le ferite riportate in seguito ad un infortunio sul lavoro. L’operaio è caduto da una impalcatura di un cantiere edile da un’altezza di sei metri. Una volta portato in ospedale è risultato positivo al test Covid-19.

Operaio muore in cantiere, sindacato punta il dito sul caldo

Forse colpo di calore. Cordoglio Ferretti Group

(ANSA) – LA SPEZIA, 19 LUG – Un operaio di 54 anni è deceduto questa mattina all’interno del cantiere Ferretti della Spezia, probabilmente a causa di un malore.

L’uomo era appena tornato dalla pausa caffè insieme ad alcuni colleghi, quando si è accasciato a terra privo di sensi.

Inutili i soccorsi ed il tentativo di rianimazione sul posto da parte dei militi della Pubblica Assistenza della Spezia, il lavoratore è stato dichiarato morto sul posto. Di origine romena, il 54enne era un elettricista impiegato presso una ditta edile esterna al cantiere Ferretti, all’opera nel cantiere di ristrutturazione del polo di Viale San Bartolomeo. Secondo quanto appreso l’uomo era al lavoro sul tetto di un capannone. Sul posto la Polizia di Stato e il medico legale incaricato dalla Procura della Repubblica, che dovrebbe disporre l’autopsia nelle prossime ore per accertare le cause della tragedia. Intanto i sindacati puntano il dito sulle condizioni climatiche in cui i lavoratori si trovano ad operare in questi giorni di grande caldo. “Si deve evitare di lavorare con questo caldo in condizioni estreme – dicono Luca Comiti, segretario provinciale della Cgil e Gianni Carassale, segretario della Fille Cgil della Spezia -. Episodi di questo genere non devono più accadere, servono l’applicazione delle norme di sicurezza, controlli serrati e sanzioni severe”. “Non possiamo permetterci di attribuire alcuna colpa alla fatalità – commentano Fabio Servidei, segretario confederale Uil Liguria e Riccardo Badi, segretario regionale Feneal Uil Liguria – Parliamo di un uomo di 54 anni che lavorava sul tetto del cantiere in condizioni di caldo eccezionali”.

AMIANTO :Assoluzioni e condanne

Amianto: assolti in appello bis ex amministratori Fibronit di Broni

 Il procuratore generale aveva chiesto la conferma delle condanne per gli ex vertici della Fibronit: 3 anni e 2 mesi per Cardinale, 2 anni e 8 mesi per Mo

Sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Milano Michele Cardinale e Lorenzo Mo, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex direttore della ex fabbrica Fibronit di Broni (Pavia), indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di diversi operai e di alcuni loro familiari, ammalatisi di mesotelioma a causa dell’amianto.

Si è trattato del processo-bis della vicenda, dopo che nell’ottobre del 2020 la Corte di Cassazione aveva cancellato le condanne inflitte in primo e secondo grado a Cardinale e Mo. I giudici della Corte d’Appello hanno disposto nuove perizie, sulle risultanze delle quali è giunta la sentenza di assoluzione. Il procuratore generale aveva chiesto la conferma delle condanne per gli ex vertici della Fibronit: 3 anni e 2 mesi per Cardinale, 2 anni e 8 mesi per Mo. 

Amianto killer, concesso super risarcimento alla famiglia dell’operaio dei cantieri morto nel 2017

Fincantieri dovrà risarcire di 720mila euro i parenti. La vittima aveva prestato servizio dal 1961 al 1963

ANCONA- Otterrà un maxi-risarcimento di circa 720mila euro la famiglia dell’operaio anconetano, deceduto a 80 anni nel 2017 per mesotelioma pleurico una malattia strettamente connessa all’esposizione all’amianto, che aveva prestato servizio al cantiere navale dal 1961 al 1963. La sentenza a carico di Fincantieri è stata pronunciata dal giudice Arianna Sbano dopo la causa portata avanti dai familiari rappresentati dagli avvocati Redolfo e Ludovico Berti.

Nel corso del processo sono stati diversi i testimoni ascoltati. Stando a quanto emerso, all’interno del cantiere, la vittima si sarebbe ammalato a causa del contatto con l’amianto. La prima diagnosi fu fatta all’ospedale di Torrette a cui seguirono altre consultazioni in alcuni centri specialistici in giro per l’Italia. L’anziano, va detto, lavorava per una ditta in appalto della Fincantieri ma ciò che è emerso dall’ambito processuale è la mancata garanzia della salubrità dei luoghi di lavoro da parte dell’azienda. La vittima, secondo gli atti e quanto raccolto, avrebbe operato senza gli adeguati dispositivi di sicurezza, in spazi angusti e nei pressi dei coibentatori.

18 Luglio 2022

Incidente sul lavoro a Roma: operaio muore in una falegnameria

Per il 47enne inutili i soccorsi. La tragedia in via dell’Affogalasino

Lo hanno trovato privo di vita nella falegnameria dove lavorava come operaio. Tragedia sul lavoro a Roma dove un uomo di 47 anni è morto. E’ accaduto nella prima mattina di oggi fra i Colli Portuensi e la zona del Trullo. 

L’intervento dei soccorritori intorno alle 7:00 del 18 luglio in una falegnameria di via dell’Affogalasino. Una volta sul posto gli agenti del distretto Monteverde di polizia hanno accertato il decesso di Massimiliano Battisini, questo il nome della vittima, rimasto schiacciato da alcune pesanti pannelli di legno che stava spostando con un carrello.

Sul posto sono quindi intervenuti gli investigatori della scientifica e gli ispettori del lavoro della Asl compentente per zona. 

Lecco

Incidenti sul lavoro: muore un operaio di 58 anni schiacciato da un macchinario

L’uomo è deceduto all’ospedale Manzoni di Lecco. Sono in corso le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente

Aveva appena iniziato il turno di lavoro quando, un operaio di 58 anni, è rimasto schiacciato da un mezzo in movimento. È accaduto a Introbio, nel Lecchese. Le cause dell’incidente sono al vaglio dei carabinieri. Subito soccorso dai colleghi, l’operaio di origini straniere è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale Manzoni di Lecco dove è morto per i traumi riportati al torace. Il 58enne risiedeva con la famiglia a Pasturo. La Procura di Lecco ha aperto un’inchiesta. Oltre ai carabinieri, sono in corso accertamenti da parte dei tecnici dell’ATS, l’azienda di tutela della salute del territorio, sulle misure di sicurezza adottate dalla ditta.

16 Luglio 2022

Brescia, muore folgorato mentre scarica il camion in un cantiere della Tav

L’incidente è avvenuto nell’area deposito della terra rimossa

Brescia incidente sul lavoro cantiere Tav a Calcinato, Brescia 16 luglio 2022.
ANSA/FILIPPO VENEZIA

Brescia, muore folgorato mentre scarica il camion in un cantiere della Tav

Calcinato (Brescia) – È morto folgorato mentre stava scaricando dal camion materiale di scavo di uno dei tunnel della Tav di Lonato. Il tragico incidente sul lavoro si è verificato questa mattina a Calcinato, nell’area deposito della terra rimossa dal cantiere. La vittima è un 60enne.

Secondo una prima ricostruzione, l’autista del camion stava eseguendo le operazioni di scarico del materiale di riporto quando, per cause ancora da accertare, il mezzo è entrato in contatto con un cavo dell’alta tensione. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare, è morto sul colpo. 

L’ipotesi è che il cassone del camion sollevandosi sia venuto in contatto con i cavi trasmettendo all’uomo la scarica elettrica fatale. La vittima era sola al momento dell’incidente: a trovarlo sono stati alcuni colleghi che, arrivati sul luogo intorno alle 13.30, hanno visto il conducente del camion a terra. Subito hanno lanciato l’allarme ma i soccorritori non hanno potuto fare nulla: il 60enne era già morto.

14 Luglio 2022

Incidente sul lavoro a Pavia, operaio muore schiacciato da un camion

Un operaio 60enne è morto schiacciato da un camion mentre stava partecipando alle operazioni di taglio degli alberi in un terreno privato della frazione Tornello di Mezzanino, in Oltrepò Pavese questa mattina, poco prima delle 10.

Sul posto sono subito intervenuti gli operatori del 118, che non hanno potuto far altro che accertare l’avvenuto decesso dell’uomo a causa delle gravi ferite riportate. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco e i carabinieri, che hanno avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica dell’incidente e capire come il mezzo abbia investito l’operaio provocandone il decesso.

Udine, si ribalta una ruspa in cantiere: operaio muore sul lavoro

Un 77enne è morto mentre stava lavorando in un cantiere per il rifacimento stradale in una zona isolata della Carnia, a Ravascletto (Udine).

L’uomo è rimasto schiacciato da una ruspa in movimento che si è ribaltata. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e Soccorso alpino.

Amianto: Sentenze

Amianto nel Porto di Trieste: la Corte di Appello riconosce disturbo psichiatrico patologia professionale asbesto correlata

La Corte di Appello di Trieste ha accolto l’appello di Claudio Visintin, vittima dell’amianto che ha contratto infermità asbesto correlate per il lavoro svolto come portuale nel Porto di Trieste. Visintin, 71 anni, nato a Bue d’Istria, si è ammalato di placche pleuriche, e con lesione psicobiologica, disturbo dell’adattamento con umore depresso ad andamento cronico. L’uomo ha lavorato per la Compagnia portuale dal 1970 al 1981, si occupava di facchinaggio. Durante il servizio è stato esposto a polveri e fibre di amianto. Spesso movimentava sacchi di juta contenenti l’asbesto e manipolava materiali friabili e compatti in amianto. Come tanti operai che poi si sono ammalati delle gravi patologie legate all’amianto respirava le polveri killer senza protezioni e senza conoscerne il rischio. L’Inail nel 2015 aveva accertato la malattia professionale di ispessimenti pleurici con una menomazione all’integrità psicofisica del 3%, spiegando così che l’operaio non avesse diritto ad alcun indennizzo perché, per ottenerlo, per legge sono necessari postumi invalidanti del 6%. Eppure già dal 2015 la sua vita era notevolmente cambiata, aveva difficoltà respiratoria, stanchezza eccessiva, preoccupazione costante di potersi ammalare di mesotelioma e fastidio per la necessità di continui controlli sanitari. Aveva anche modificato i suoi rapporti con i familiari e con gli amici preoccupato di aver esposto la moglie e i figli all’amianto. L’angoscia era tale che il 23 febbraio 2016 era arrivato a tentare il suicidio. All’epoca che gli avevano certificato un disturbo post traumatico da stress subito per l’esposizione all’amianto e all’insorgenza delle placche pleuriche, che rappresentano spesso il primo stadio del mesotelioma. Si tratta di uno dei tumori più aggressivi, causati esclusivamente dall’amianto, purtroppo con esito quasi sempre infausto. “Il Tribunale di Trieste nel 2021 non aveva riconosciuto all’uomo il disturbo psichiatrico quale patologia professionale asbesto correlata, ora la Corte di Appello con questa sentenza, nella quale ha quantificato un danno complessivo liquidato di € 12.573,00 a cui vanno aggiunte le rivalutazioni annuali e gli interessi, apre le porte ad una nuova frontiera del danno e afferma che deve essere risarcito anche il danno psichico, oltre al danno morale. Una vittoria storica perché Visintin non era dipendente dell’Autorità Portuale, bensì della Compagnia Portuale/Coop. Abbiamo ottenuto un significativo risultato che finalmente gli rende un po’ di giustizia, anche se questa somma è minima. Purtroppo questo rischio è sempre sottovalutato, anche in termini risarcitori, nonostante il flagello dell’amianto, che ha ucciso e continua ad uccidere in Trieste e nella Venezia Giulia” – spiega Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, legale del portuale, unitamente all’Avv. Corrado Calacione, che aggiunge: “Claudio ha avuto il merito di non arrendersi all’ostruzionismo dell’Autorità Portuale, che cerca sempre di negare le sue responsabilità, e ha interpretato il suo impegno anche per rendere dignità e giustizia alle decine e decine di colleghi di lavoro che purtroppo sono deceduti”. Per quanto riguarda il Friuli-Venezia Giulia, dall’ultimo rapporto ReNaM il numero dei casi di mesotelioma è di 1346 fino al 2018. La stessa regione ha pubblicato i dati sulla presenza di amianto sul territorio, in particolar modo nella provincia di Trieste ed è stata stimata per difetto in almeno 1 milione di tonnellate, rispetto ai circa 40 milioni del territorio nazionale, con 2.300.000 m² di coperture in cemento amianto ancora presenti.

TORINO

Amianto killer, clamoroso errore: la chiavetta usb non va, salta la sentenza

L’imputato è l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny per il quale era stata chiesta la condanna a 4 anni

La chiavetta Usb dove si trova “il 90% degli atti” del processo Eternit bis è inservibile e la Corte d’appello è costretta a un rinvio. Il colpo di scena oggi, era in programma la sentenza. “Siamo mortificate – hanno spiegato i giudici – ma quando siamo andate a cercare un certo passaggio di una consulenza tecnica non abbiamo trovato nulla. È come se la chiavetta fosse vuota o danneggiata”.

L’ìmputato è l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, per il quale il procuratore generale Pellicano aveva chiesto la conferma della condanna a 4 anni per la morte di due persone dovuta, secondo l’accusa, all’amianto lavorato nello stabilimento di Cavagnolo.

13 Luglio 2022 Trattori Mortali

Incidente sul lavoro, trattore si ribalta: morto operaio 74enne a Città del Pieve

A quanto pare l’uomo, intento a raccogliere della legna, avrebbe perso la vita dopo il capovolgimento del mezzo agricolo. Al momento, al via accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. 

Tragedia a Città del Pieve, in provincia di Perugia, dove un 74enne del posto sarebbe deceduto a seguito del ribaltamento di un trattore. È successo all’alba di questa mattina, 13 luglio, in zona Tremiano. A quanto pare l’uomo, intento a raccogliere della legna, avrebbe perso la vita dopo il capovolgimento del mezzo agricolo.

Incidente mortale in campagna: trattore si ribalta e non lascia scampo all’agricoltore

Il tragico episodio si è verificato mercoledì mattina a Palù. Sul posto si sono precipitati gli uomini del 118 e i vigili del fuoco di Verona, ma per l’uomo non c’è stato niente da fare

Un drammatico incidente in campagna ha avuto luogo a Palù nella mattinata di mercoledì.
Stando a quanto appreso, intorno alle ore 10 un trattore condotto da un agricoltore si è ribaltato in un fossato mentre era al lavoro in via Belledonne, con una dinamica ancora da verificare. In soccorso del 61enne di Zevio sono arrivati i vigili del fuoco di Verona con due mezzi, tra cui un’autogru, e il personale del 118, ma per il ferito non c’è stato niente da fare: troppo gravi le conseguenze riportate nell’incidente. 
Sul posto anche la polizia stradale e i tecnici Spisal per fare luce su quanto accaduto. 

Immagine generica

Incidente sul lavoro, cade con il trattore in un burrone: morto un contadino nel Bolzanino

Un contadino di Luttago, in Alto Adige, è morto dopo essere caduto con il suo trattore finendo nel greto del fiume.

Stava guidando un trattore su una strada forestale intorno alle 11:00 di questa mattina quando un contadino è morto a Lutago, piccolo centro in Valle Aurina in Alto Adige, cadendo con il suo trattore in un dirupo e finendo poi nel greto di torrente.
L’uomo con il suo mezzo, che stava percorrendo una strada forestale, per cause ancora da chiarire, è finito in un burrone, terminando la sua corsa nel vicino corso d’acqua. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorritori l’uomo è deceduto sul posto. All’intervento hanno partecipato i Vigili del Fuoco di Cadipietra, ancora impegnati nella messa in sicurezza dell’area e nel recupero del trattore, la Croce bianca, l’Elisoccorso, il Soccorso Alpino e le Forze dell’Ordine.

11 Luglio 2022

CRONACAMASSANZAGO/ VIA DELLA PIEVE

Operaio di 55 anni morto in un cantiere edile, indagini in corso

L’infortunio è avvenuto oggi 11 luglio 2022 alle 11,30 in via della Pieve a Massanzago. Sarebbe stato travolto da un ponteggio crollato da una gru

Un operaio di 55 anni, Mirco Bottacin residente a Trebaseleghe in via Battisti oggi 11 luglio 2022 alle 11,30 mentre stava lavorando in un cantiere edile in via della Pieve a Zeminiana di Massanzago, per cause ora al vaglio dei carabinieri e del personale dello Spisal è stramazzato al suolo dopo essere stato colpito da un oggetto sospeso ad una gru. Immediato l’allarme ai soccorritori. Sul posto è giunto l’elisoccorso del Suem 118, ma i sanitari non hanno potuto far altro che constatare l’avvenuto decesso dell’uomo. L’area è stata sequestrata ed ora sono in corso tutti gli accertamenti del caso. Da un primo riscontro non ci sarebbero testimoni. Sconcerto nella piccola frazione di Zeminiana per l’ennesima tragica morte sul lavoro che sta caratterizzando su scala nazionale questa metà d’estate. Dalle prime verifiche pare che l’infortunio sia stato generato dallo strappo del cavo d’acciaio di una gru. La vittima è caduto a terra da un’altezza di circa dieci metri e per lui non c’è stato nulla da fare. La vittima lavorava da tre anni per conto di un’impresa edile di Noale in provincia di Venezia. Persona attenta sul lavoro, era un punto fermo dell’azienda. A tradirlo è stata una fatalità. Il sindaco di Trebaseleghe, Antonella Zoggia si è detta vicina ai suoi familiari e a nome di tutta l’amministrazione comunale ha voluto trasmettere le più sentite condoglianze.

Bracciante agricolo muore sul lavoro nelle campagne di Revello

Un bracciante agricolo, originario del Mali è deceduto in un incidente sul lavoro nelle campagne di Revello (in provincia di Cuneo). L’uomo, 30 anni, è morto mentre lavorava ad un macchinario agricolo in un’azienda della frazione di San Firmino. Vano il tentativo di salvargli la vita da parte dei medici del 118. Il caso è al vaglio dei carabinieri e dello Spresal dell’Asl. La vittima lascia una moglie e due figli.

Smaltimento amianto

Amianto, le Regioni dovranno smaltirlo sul proprio territorio

Stando al Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti le Regioni dovranno tracciare l’amianto generato dalle attività di bonifica e indicare quali e quanti impianti realizzare per gestirlo sul territorio

Entro i prossimi 18 mesi le Regioni dovranno aggiornare i propri piani di gestione dei rifiuti riportando il fabbisogno di smaltimento dei flussi contenenti amianto e indicando quali e quanti impianti realizzare per gestirli in sicurezza sul territorio, riducendo il ricorso a onerose spedizioni verso altre Regioni o nazioni ma anche scongiurando il rischio di abbandono incontrollato. Lo prevede il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti approvato nei giorni scorsi dal Ministero della Transizione Ecologica, che stabilisce i criteri e le linee guida che le amministrazioni regionali dovranno seguire nella redazione dei propri piani, con l’obiettivo di “orientare le politiche pubbliche ed incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare”. Una strada che passa anche per il rilancio delle attività di bonifica dei beni contaminati dalla fibra killer che, messa al bando nel 1992, ancora infesta l’intero territorio nazionale. Soprattutto nella forma di manufatti per l’edilizia, dalle coperture alle tubazioni passando per pannelli isolanti e controsoffittature. Da rimuovere e smaltire in sicurezza in impianti di discarica opportunamente autorizzati, che stando al Programma Nazionale, dovranno essere collocati entro i confini regionali. “Il fabbisogno di smaltimento dev’essere individuato a livello regionale, anche sulla base della presenza di eventuali impianti di inertizzazione, che consentano quindi di inviarlo, a determinate condizioni, in discariche per rifiuti non pericolosi” spiegava lo scorso marzo Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile al Ministero della Transizione Ecologica, in occasione del trentennale della messa al bando dell’amianto.

Complessivamente sono 108mila i siti interessati dalla presenza di amianto censiti dal MiTE, ma la banca dati compilata con il contributo degli enti locali tuttavia, si legge nel Programma, “risulta ancora non omogeneamente popolata“. Entro il 30 giugno di ogni anno Regioni e Province autonome dovrebbero inviare una mappatura aggiornata e dettagliata, ma da sempre si procede in ordine sparso. I luoghi da bonificare, insomma, sono molti di più. Secondo stime di Inail, a fronte delle 8 rimosse dalla data del bando, resterebbero da rimuovere e smaltire in sicurezza ancora 23 milioni di tonnellate di materiali, ma gli impianti attualmente autorizzati potrebbero non bastare ad accogliere tutti i rifiuti generati dalle attività di risanamento. Stando al Programma, le discariche operative sono 19 (9 al Nord, 2 al Centro e 8 al Sud), ma “in previsione dello smantellamento e bonifica dei manufatti contenenti amianto presenti sul territorio nazionale, si rende necessaria un’implementazione del sistema impiantistico“. Anche perché minore è la disponibilità negli impianti, maggiori sono i costi delle operazioni di bonifica. E questi, a loro volta, condizionano l’avanzamento delle attività di rimozione, come sembrano dimostrare i dati pubblicati da Ispra nell’ultimo rapporto sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali, secondo cui le quantità di rifiuti contenenti amianto generate dalle attività di smantellamento di manufatti contaminati sono passate in dieci anni dalle oltre 530mila tonnellate del 2012 alle 385mila del 2020.

Insomma generiamo sempre meno rifiuti contenenti amianto. E non perché manchino i siti da risanare, visto che secondo il MiTE al 31 dicembre del 2020 dei 108mila contaminati ne risultavano bonificati appena 7mila 905 mentre in 4mila 300 casi gli interventi erano stati completati solo parzialmente. Né tanto meno per carenza di risorse da destinare alle bonifiche. Nel periodo tra 2014 e 2020 per le sole rimozioni negli edifici pubblici sono stati messi a disposizione di Regioni e Province ben 385 milioni di euro in fondi per lo sviluppo e la coesione, ma gli interventi ammessi a finanziamento ne hanno impegnati poco meno di 97. Oltre alle ben note complessità burocratiche, che soprattutto nei Comuni di piccole dimensioni possono fare da autentico disincentivo, “il tema è quello delle difficoltà legate allo smaltimento” chiariva D’Aprile. “Il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti prevede che nei piani regionali debbano essere riportati anche gli impianti per smaltire sul territorio l’amianto prodotto – sottolineava la dirigente del MiTE – i rifiuti non devono più viaggiare sul territorio nazionale o addirittura andare all’estero (8mila tonnellate nel 2020, ndr), ma ognuno deve intercettare, quantificare e gestire i flussi a livello regionale“.