Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Amianto in Spiaggia

Ex esposti amianto. “5 vele a Cabras ? Premio non meritato”

26 Giugno 2022

L’associazione regionale ex esposti amianto della Sardegna interviene nel dibattito sull’assegnazione delle 5 vele al Comune di Cabras. “Vogliamo ricordare che nelle spiagge di Funtana Meiga e San Giovanni del Sinis esistono grandi quantità della fibra killer. Di conseguenza, pensiamo che le modalità di valutazione con cui vengono assegnati i premi in materia di mare, arenili e ambiente siano legate solo a sponsorizzazioni, come fatto notare anche da testate giornalistiche nazionali”.

Cabras 2010

L’associazione ex esposti “ricorda che il litorale di Funtana Meiga, nel territorio del Comune di Cabras, ha presenza di amianto dal 2010, anno della prima denuncia. Oggi la fibra è ancora presente e nulla è cambiato rispetto a quando abbiamo assegnato la simbolica bandiera nera all’amministrazione”. L’associazione   contesta le modalità con cui vengono assegnati i riconoscimenti in materia ambientale da varie associazioni (nella fattispecie Legambiente). Significa che non esaminano o non conoscono le criticità del territorio premiato, come nel caso di Cabras, dove forse l’istruttoria è stata fatta a tavolino”.

Amianto:ex dipendenti Leuci (Lecco)

Amianto, vincono gli ex dipendenti Leuci

Il caso Tre lavoratori a contatto con il pericoloso materiale avevano fatto ricorso per i benefici pensionistici. «Sentenza storica»

Così mercoledì tre ex dipendenti della Leuci di Lecco hanno potuto vedere riconosciuti i propri benefici pensionistici per aver lavorato anni in un ambiente insalubre, a causa della presenza massiccia dell’amianto grazie alla sentenza depositata due giorni fa dal giudice del lavoro del Tribunale di Lecco Federica Trovò.

Oltre trent’anni

Si tratta di Eligio MelesiElisa Zanetti (dal 1968 al 1996) e Adele Riva (dal 1965 al 2000), tre pensionati fortunatamente sani, al contrario di altri ex dipendenti di aziende con stabilimenti e uffici pieni di asbesto. «Ho lavorato lì per 33 anni, dal 1969 fino al 2002, quando sono andato in pensione – racconta Melesi –. Operavo anche con la “giostra”, un forno particolare nelle lavorazioni a mano, tutto in amianto. Non avevamo alcuna protezione contro il materiale, anzi ci dicevano che proteggeva dal calore. La Leuci era nota per avere temperature altissime».

27 Giugno 2022

Schiacciato tra il trattore e un ramo di ulivo: muore un agricoltore

Incidente agricolo mortale nelle campagne di Torino di Sangro. La tragedia scoperta alcune ore dopo dalla moglie

Incidente agricolo mortale oggi a Torino di Sangro. Mario Di Paolo, 73 anni, ex dipendente della Denso di San Salvo, ha perso la vita mentre era a lavoro su alcuni terreni di proprietà in contrada Defenza.

Come ricostruito dai carabinieri della compagnia di Ortona, l’agricoltore era alla guida di un cingolato quando, in fase di retromarcia, ha perso il controllo del mezzo ed è rimasto schiacciato tra il sedile ed un grosso ramo di ulivo.

Si spezza cavo del ponteggio, 2 operai precipitano da impalcatura: grave incidente sul lavoro a Corleone

Terribile incidente sul lavoro questa mattina in via Francesco Crispi, a Corleone. Due operai sono rimasti feriti dopo essere precipitati da un’impalcatura.

I feriti sono due uomini, rispettivamente di 67 e 40 anni.

L’incidente sul lavoro a Corleone e i soccorsi

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i due operai sarebbero rimasti coinvolti nell’incidente sul lavoro mentre eseguivano dei lavori di ristrutturazione per un appartamento.

Pare che si sia spezzato il cavo di montacarichi esterno di un’impalcatura e che i due malcapitati siano caduti. Fortunatamente, gli operai non sarebbero in pericolo di vita. Tuttavia, avrebbero riportato diverse fratture e per questo gli operatori del 118 li hanno trasferiti al Pronto Soccorso dell’ospedale dei Bianchi.

Sul caso indagano i carabinieri e i tecnici dell’Asp.

26 Giugno 2022

Incidenti sul lavoro: morto dopo oltre 24 ore Graziano Chiari, l’impresario edile colpito da una gru spezzata a Milano


E’ morto nel pomeriggio di domenica Graziano Chiari, 60 anni, di Treviglio (in provincia di Bergamo), dopo l’incidente sul lavoro causato dal cedimento del braccio di una gru. La rottura del mezzo mobile è avvenuta nel cantiere di ristrutturazione di un sottotetto in via Prina, all’angolo con via Manfredini, tra Sempione e Chinatown a Milano.

Secondo quanto ricostruito, intorno alle 9 di sabato mattina, poco dopo l’arrivo degli operai, il braccio telescopico della gru che stava portando in alto materiale per il cantiere ha ceduto di colpo, precipitando da un’altezza di 15 metri e finendo sopra al camion su cui era montata. E su cui si trovava Chiari. Non è chiaro cosa lo abbia colpito, se una parte della gru stessa o ciò che stava sollevando.

Si ribalta con il trattore, morto a 70 anni nei boschi di Cortemilia(Cuneo)

Ancora un incidente sul lavoro e ancora nel settore agricolo. Questa sera (domenica 26 giugno) G. C., 70 anni, è morto dopo che il trattore con cui stava lavorando in un bosco si è ribaltato. La dinamica non è ancora chiara. Scattato l’allarme è immediatamente intervenuta l’équipe del «118» con l’elisoccorso decollato dalla base dell’aeroporto di Levaldigi, ma ogni tentativo di rianimazione del settantenne è risultato vano. 

AMIANTO:Marina Bis sentenza di appello

Marina, condannati 4 ex ammiragli per la morte di 6 militari esposti per anni alla fibra dell’amianto: “Sentenza storica

Ribaltata la sentenza di primo grado, la Corte d’Appello di Venezia li ha ritenuti colpevoli di non aver provveduto a proteggere la salute dei lavoratori, esposti per anni sulle navi militari alla fibra dell’amianto senza le necessarie misure di sicurezza e senza averli informati dei rischi cui erano sottoposti

Sono stati ritenuti responsabili della morte per mesotelioma di 6 militari in servizio a bordo di navi della Marina Militare cariche di amianto. Per questa ragione la terza Sezione della Corte di Appello di Venezia ha condannato 4 ex ammiragli ritenuti colpevoli di non aver provveduto a proteggere la salute dei lavoratori, esposti per anni sulle navi militari proprio alla fibra dell’amianto senza le necessarie misure di sicurezza e senza averli informati dei rischi cui erano sottoposti.

Le condanne – E’ stata così ribaltata in secondo grado la sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Padova del cosiddetto processo “Marina bis“. Gli imputati erano accusati di omicidio colposo. Agostino Di Donna è stato condannato a 2 anni di reclusione, Angelo Mariani e Guido Venturoni a un anno e 6 mesi, Sergio Natalicchio a un anno. Tutti, in solido al responsabile civile Ministero della Difesa, sono stati condannati al risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite, con una provvisionale di 50.000 euro a erede. I militari sono morti per mesotelioma e patologie asbesto correlate.

Militare morto per le conseguenze dell’esposizione all’amianto: condanne in appello per omicidio colposo

Francesco Paolo Sorgente, di Vasto, era capitano di Vascello del Genio Navale. Dopo tre anni di battaglie processuali si è concluso il processo di appello “Marina bis”

Era il 25 gennaio 2009 quando Francesco Paolo Sorgente, capitano di Vascello del Genio Navale, morì a Vasto per una tremenda patologia correlata all’esposizione all’amianto.

Sorgente aveva 65 anni, ed era stato in servizio nella Marina Militare dal 12 marzo 1968 fino al 30 gennaio 2000: nello svolgimento delle sue funzioni era stato professionalmente esposto a polveri e fibre di amianto. Si ammalò gravemente e morì dopo una lunga sofferenza.

Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo tre anni di battaglie processuali, si è concluso il processo di appello “Marina bis”, che ha visto imputate sei persone, tutte accusate di omicidio colposo per la morte di 11 appartenenti alla Marina Militare, fra cui il vastese Francesco Paolo Sorgente, che durante il servizio hanno respirato amianto nelle unità navali. Gli imputati dovranno pagare anche una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 50 mila euro ad erede.

La III sezione della Corte di Appello di Venezia, presieduta dalla dottoressa Patrizia Vincenzina Montuori, ha riformato parzialmente la sentenza di assoluzione pronunciata dal tribunale di Padova e ha riconosciuto la penale responsabilità in merito alla morte delle vittime dell’amianto in Marina. È stata quindi emessa la condanna per il reato previsto di omicidio colposo anche in danno di Sorgente, i cui eredi sono stati rappresentati e difesi dall’avvocato Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto.

Decisiva la super perizia disposta dalla stessa Corte di Appello, su richiesta delle parti civili, che ha confermato e ribadito la sussistenza di un rapporto causale tra l’esposizione patita da ogni singolo lavoratore e l’insorgenza della relativa malattia, nonché l’altissima concentrazione di polveri e fibre di amianto inalate dai Marinai. “Giustizia è fatta per la famiglia Sorgente, e la Marina affonda sull’amianto – il commento dell’avvocato Bonanni – . Continueremo a sollecitare le bonifiche, la messa in sicurezza delle nostre unità navali, la tutela giuridica, anche con risarcimenti, senza la necessità, speriamo, di dover sempre ricorrere all’autorità giudiziaria”. 

22 Giugno 2022

Verona, terzo morto sul lavoro in 24 ore: artigiano precipita da un muretto

L’uomo stava sistemando una cinta di contenimento, è volato da un’altezza di 5 metri.

Terza vittima sul lavoro in 24 ore, nel Veronese. Tragedia sul lavoro poco prima delle 11 a Brenzone, sul lago di Garda, dove uno storico artigiano residente in zona ha perso la vita, mentre era intento a compiere dei lavori di ristrutturazione all’interno di una casa vacanze di proprietà di cittadini tedeschi, in via San Benedetto. Giacomo Perotti, 65enne molto conosciuto in zona proprio per la sua attività di una vita sugli edifici antichi e sul patrimonio storico e paesaggistico di Brenzone, pare che stesse lavorando su un muretto di contenimento, quando, per cause e dinamica in corso di accertamento, sarebbe precipitato nel vaio sottostante da un’altezza di circa 5 metri morendo sul colpo.

Incidente sul lavoro a Nova Siri, morto un operaio 53enne

E’ caduto da un’impalcatura

ANSA) – MATERA, 22 GIU – A causa di una caduta da un’impalcatura, un operaio di 53 anni è morto stamani a Nova Siri (Matera).

Secondo quanto si è appreso, l’uomo era impegnato nei lavori di ristrutturazione di uno stabile.


    Accertamenti sulla dinamica dell’incidente sono in corso da parte delle forze dell’ordine. (ANSA).

Morte sul lavoro, operaio di 54 anni precipita da 15 metri alla Choncimer di San Severino Marche

SAN SEVERINO – Morte sul lavoro questa mattina alla Choncimer di San Severino, storica azienda di fertilizzanti con sede in località RocchettaLoayza Palomino Grimaldo, operaio di 54 anni di origini peruviane, stava effettuando dei lavori sul tetto quando, per cause in corso di accertamento, è precipitato da un’altezza di circa 15 metri ed è morto. Secondo le prime ipotesi l’uomo, che si trovava sul tetto per sistemare l’impianto fotovoltaico dell’azienda, sarebbe caduto nel vuoto dopo essere passato sopra un lucernaio di plexiglass. Sul posto sono intervenuti il 118, i carabinieri della locale stazione e gli ispettori dello Spsal dell’Asur.

Precipita da tetto capannone, morto operaio 54enne


   

21 Giugno 2022

Colpito da una matassa di ferro mentre si trova al lavoro: morto un operaio

Il drammatico incidente mortale si è consumato a Legnago, nella mattinata di martedì. Inutile l’intervento del personale del 118, arrivato sul posto con ambulanza ed elicottero

Un altro tragico incidente sul lavoro si è verificato nella mattinata di martedì, dopo quello avvenuto nelle campagne di Fumane e costato la vita ad un 26enne
Intorno alle ore 10.30, un operaio è stato colpito da un oggetto caduto dall’alto, mentre si trovava al lavoro presso un’azienda che lavora il ferro, situata via Padana Inferiore Est, a Legnago: una matassa di ferro cha stava per essere scaricata da un veicolo gli sarebbe caduta sopra, per cause in fase di accertamento
Lanciato l’allarme, sul posto si è precipitato il personale del 118 con ambulanza ed elicottero, ma purtroppo per il 52enne non ci sarebbe stato nulla da fare ed è morto. Sul luogo dell’incidente anche i carabinieri e lo Spisal. 

Morto a 26 anni travolto dal trattore a Fumane: la vittima è Marco Accordini.

E’ morto a 26 anni, travolto dal trattore sul quale stava lavorando a Mazzurega di Fumane, in località La Ca‘: la giovane vittima è Marco Accordinifiglio di Daniele Accordinidirettore della Cantina Valpolicella Negrar. Il ragazzo è stato investito e travolto dal mezzo agricolo, e i soccorsi, una volta giunti sul posto, non hanno potuto fare niente per salvarlo.

Incidente sul lavoro a Lecce: morto un operaio 72enne

Caduto da un’altezza di circa cinque metri

ANSA) – LECCE, 21 GIU – Un operaio di 72 anni, Donato Marti, originario di Avetrana (Taranto), è morto stamani a Lecce dove era impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione di un immobile in via Parini, nei pressi del cuore commerciale della città Secondo i primi rilievi, sembra che l’uomo, per cause da accertare, sia caduto da un’altezza di circa cinque metri mentre insieme ad altri operai era impegnato ad installare un montacarichi.

Il 118 ha trasportato l’uomo all’ospedale Vito Fazzi dove però è morto poco dopo Sul posto per i rilievi gli agenti delle volanti e gli ispettori dello Spesal.

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta. (ANSA).

Città della Pieve, morto operaio al lavoro sulla linea ferroviaria: è stato travolto dal treno

Incidente sul lavoro nel Pievese. In località Ponticelli un operaio che è stava lavorando sulle canaline a lato della linea ferroviaria – quella “lenta” – è stato travolto dal treno in transito ed è morto. Sul posto è intervenuta la squadra dei Vigili del Fuoco di Città della Pieve e un’altra squadra a supporto dalla sede centrale di Perugia

AMIANTO: RISARCIMENTI

Morì per l’amianto: risarcimento da 1,4 milioni alla famiglia di un ex operaio Pignone

Massa, sentenza del giudice del lavoro su un decesso per mesotelioma 17 GIUGNO 2022

MASSA. Un milione e 470mila euro da risarcire ad una famiglia apuana, l’ennesima, che perse un proprio caro per l’amianto. L’uomo morì per aver lavorato da operaio siderurgico tutta una vita e la sentenza del giudice del lavoro Augusto Lama riconosce agli eredi le cause di una morte per malattia “da lavoro”.

Il ricorso davanti al giudice del lavoro fu portato avanti dai famigliari, dopo la sua morte il nel dicembre 2021: era un operaio della Nuovo Pignone, nella sede di Massa, con specifiche mansioni di saldatore, nel reparto che produceva reattori, scambiatori di calore e serbatoi. Lavorò al Pignone ininterrottamente per 22 anni, dal 1963 al 1985, 8 ore al giorno e per il giudice la morte è relativa conseguenza di una “accertata esposizione a materiali contenenti amianto”.

Morto per amianto nel 2017, Ministero della Difesa condannato a risarcire la famiglia

La sentenza del Tribunale del Lavoro della Spezia arriva 5 anni dopo l’accaduto, quando un operaio morì a causa dell’amianto di cui era rivestito il luogo di lavoro

LA SPEZIA – La sentenza è arrivata quasi 5 anni dopo dalla tragedia. Il Tribunale della Spezia, lo scorso 3 giugno, ha condannato il Ministero della Difesa a 100mila euro di risarcimento alla famiglia di un uomo che, dopo un anno di agonia, è morto nell’ottobre del 2017 a causa di mesotelioma pleurico, provocato dal contatto con amianto presso il luogo dove lavorava.

L’uomo era stato un dipendente civile al Maricommi della Spezia dal 1958 al 1994 come tuttofare. Il luogo dove si recava a lavorare era imperniato di amianto, nei pannelli, nei quadri elettrici, nelle canne fumarie e nelle caldaie. Secondo le testimonianze, il locale adibito a panificio della Marina Militare, nel quale aveva svolto la sua attività con regolare frequenza, era rivestito di amianto e che, per la manutenzione, occorreva entrare addirittura dentro il corpo del forno, sempre rivestito d’amianto. In aggiunta, le protezioni di cui disponeva non erano assolutamente adeguate, visto che si limitavano ad un paio di guanti ed a degli occhiali protettivi.

Proprio l’assenza di difese è stata uno degli elementi di colposita’ emersi a carico del datore di lavoro. Il Giudice ha infatti dichiarato come il Ministero non abbia saputo indicare, nel procedimento, nessun accorgimento concreto preso per salvaguardare lui e gli altri dipendenti, come avrebbe dovuto invece fare, per andare esente da colpe; né di aver provveduto all’aspirazione di “polveri nocive”, elemento definito dall’articolo 21 del dpr 303 del 1956, in ambienti lavorativi. Una mancanza di scelte in un quadro che già dal primo ‘900 rendeva chiaro, secondo il giudice, come la presenza nei luoghi di lavoro dell’amianto dovesse essere sottoposta a particolari cautele (R.D. n. 442/1909 articolo 29, tabella B, n° 12) perché insalubre e pericolosa.

Nel dicembre 2016 l’uomo si era recato al pronto soccorso per dispnea, la cosiddetta fame d’aria. Gli accertamenti clinici avevano portato alla diagnosi di mesotelioma pleurico maligno, di cui sarebbe morto ad ottobre 2017.

Il caso è ancora pendente al Tribunale a Genova, con udienza fissata a settembre prossimo. La richiesta di risarcimento è superiore al milione di euro.

L’avvocato Elisa Ferrarello, legale della famiglia, commenta così: “Siamo profondamente soddisfatti del risultato ottenuto in poco più di due anni, in piena pandemia. Il ricorso introduttivo era stato depositato infatti al Tribunale della Spezia appena il 15 Gennaio 2020 e la sentenza è arrivata il 3 Giugno 2022. E però c’è ancora molto da fare per chi ha lavorato, esposto ad amianto, essendo, come sappiamo, previsto il picco delle patologie asbesto-correlate proprio in questi anni”

AMIANTO ASSASSINO

La Spezia, addio al maresciallo Tommaso Mannucci: un’altra vittima dell’amianto

La ragione dei numerosi casi spezzini di asbestosi e mesotelioma pleurico risiede nel lavoro. Sia nel comparto civile che nel militare

La Spezia – «Con profondo dolore, salutiamo anche il maresciallo elettricista Tommaso Mannucci. È la nostra ennesima vittima dell’amianto. È l’ennesima vittima innocente di una tragedia ignorata colpevolmente per anni. E ancora oggi sottovalutata da molti».

Pietro Serarcangeli, fondatore e presidente dell’associazione spezzina Afea, ancora una volta è stato costretto a salutare un associato che non c’è più.

Amianto, ex operaio Isochimica denuncia: “Ancora un morto ma noi soli”

Carlo Sessa, ex operaio dell’Isochimica di Avellino denuncia lo stallo “politico e istituzionale” sui risarcimenti agli ex scoibentatori di amianto dell’azienda, stabiliti nella sentenza di primo grado del processo che ha condannato a dieci anni di reclusione i responsabili della sicurezza della fabbrica e di due ex funzionari di Ferrovie dello Stato

“Ancora più soli e ancora senza giustizia”. Carlo Sessa, ex operaio dell’Isochimica di Avellino denuncia lo stallo “politico e istituzionale” sui risarcimenti agli ex scoibentatori di amianto dell’azienda, stabiliti nella sentenza di primo grado del processo che ha condannato a dieci anni di reclusione i responsabili della sicurezza della fabbrica di Borgo ferrovia e di due ex funzionari di Ferrovie

L’Isochimica uccide ancora. “Addio a Giovanni ennesima vittima dell’amianto”

Avellino, la fabbrica killer e le vittime dell’amianto

“Isochimica, fabbrica killer, miete l’ennesima vittima”, afferma Tony Della Pia, del Partito di Rifondazione Comunista.

“Un altro padre di famiglia che lascia i suoi affetti perché colpito da mesotelioma pleurico, diretta conseguenza dell’esposizione all’amianto. La sentenza di primo grado ha parzialmente sancito cause e responsabilità, tuttavia gli ex lavoratori e le loro famiglie, dopo circa quaranta anni di denunce e lotte attendono ancora il dovuto risarcimento per i danni subiti. In un certo senso è immorale costringerli a intraprendere ulteriori iter giudiziari, anche in sede civile, per ottenere un minimo di giustizia che sicuramente non riconsegnerà le vite spezzate e neanche la salute per sempre compromessa. Condoglianze agli amici e alla famiglia di Giovanni”, conclude. 

19 Giugno 2022

CRONACANETTUNO

Incidente sul lavoro: schiacciato da un muletto, morto operaio di 32 anni

La vittima era residente a Nettuno. Accertamenti da parte dei carabinieri

Incidente sul lavoro ad Aprilia, costato la vita ad un giovane operaio di Nettuno di 32 anni. Come riporta LatinaToday, la tragedia si è consumata sabato 18 giugno.  Scattato l’allarme sono intervenuti i sanitari del 118, ma purtroppo per il ragazzo non c’è stato nulla da fare, i soccorsi sono stati inutili. Sul posto, in un’azienda che si trova sulla Pontina, sono intervenuti anche i carabinieri della Stazione di Aprilia insieme allo Spresal di Latina.

Secondo una primissima ricostruzione il 32enne originario di Nettuno, S.T., è rimasto schiacciato da un muletto che stava guidando e che si è ribaltato; l’incidente da quanto si apprende è avvenuto mentre l’operaio, che lavorava per una ditta di Aprilia, era impegnato nelle fasi di trasporto merci.