Tutti gli articoli di Maurizio Barsella

Amianto : Sentenze

Assolto il CDA di Industrie Chimiche Italia Centrale nel processo amianto

Assoluzione per il Consiglio di Amministrazione di Industrie Chimiche Italia Centrale S.p.A. nel processo presso il Tribunale penale di Ancona, relativo alle presunte ipotesi di omicidio colposo per carcinoma polmonare pleurico

Gli avvocati Antonio Bana ed Elena Martelli dello Studio legale Bana Avvocati Associati hanno assistito il direttore generale della società, ottenendo il proscioglimento con la formula più ampia, «perché il fatto non sussiste». La sentenza segna un punto fermo in una materia complessa e ormai consolidata come quella dell’esposizione alle fibre di amianto aerodisperse, con un focus particolare sul delicato tema del nesso di causalità.

La difesa ha dimostrato con successo l’insussistenza di una responsabilità basata esclusivamente sulla posizione dirigenziale, evitando così un automatismo che avrebbe potuto condurre a una condanna senza un’adeguata valutazione della reale partecipazione dell’imputato ai processi decisionali del Consiglio di Amministrazione. Questo approccio ha permesso di escludere responsabilità penali ascrivibili ai singoli dirigenti in assenza di un accertamento concreto sulla loro influenza nelle specifiche scelte operative della società.

Esposizione all’amianto, il tabagismo riduce il risarcimento per la malattia professionale

La Cassazione, ordinanza n. 27572 depositata oggi, ha chiarito i termini per la quantificazione del danno nel caso di una patologia ad eziologia multifattoriale

Il tabagismo del lavoratore impiegato presso uno stabilimento siderurgico, dove è stato esposto all’amianto per anni e senza le dovute protezioni, non interrompe il nesso causale rispetto all’insorgenza del tumore ma va comunque considerato ai fini della quantificazione del risarcimento del danno da parte del datore di lavoro. È questo l’esito della ordinanza n. 27572 della Cassazione, depositata oggi, che, per un verso, ha respinto il ricorso dell’azienda teso a dimostrare l’assenza del nesso di causa tra la patologia tumorale e l’attività lavorativa; per l’altro, ha invece affermato che del tabagismo si deve tener conto nel fissare il risarcimento.

3 Novembre

Schiacciato da un camion mentre lavora, l’imprenditore sardo Emilio Pusceddu muore davanti al figlio

Incidente sul lavoro a Sardara: l’imprenditore Emilio Pusceddu, titolare di una ditta di trasporti, è morto a 56 anni dopo essere stato schiacciato da un camion. L’allarme lanciato dal figlio che ha assistito alla scena.

Ennesima tragedia sul lavoro in Italia. L’ultimo episodio si è verificato nella mattinata di oggi, domenica 3 novembre, in Sardegna, precisamente a Sardara. A perdere la vita è stato l’imprenditore Emilio Pusceddu: aveva 56 anni, L’uomo, originario di Villanovaforru titolare di una ditta di trasporti, la Pusceddu Trasporti Srl, è stato schiacciato da un camion mentre erano in corso le operazioni di carico di due mezzi pesanti presso un deposito di materiale ceramico.

Con lui c’era anche il figlio, che ha lanciato l’allarme. L’imprenditore è stato schiacciato tra due mezzi pesanti. Secondo una prima ricostruzione dell’incidente, il 56enne, titolare della ditta Pusceddu Trasporti Srl, stava facendo una manovra a bordo di un camion, avvicinandosi a un altro mezzo pesante vuoto per caricare della merce. Con lui c’era anche un operaio dell’azienda. Sceso dal camion, Pusceddu – per cause ancora da accertare – è stato travolto dal mezzo, ed è rimasto schiacciato. Sul luogo dell’incidente, verificatosi intorno alle 7:30, è arrivato anche l’elisoccorso di Areus, ma era già troppo tardi: i sanitari non hanno potuto far altro che dichiararne il decesso.

2 Novembre

Incidente sul lavoro a Portici, operaio ghanese morto dopo una settimana di agonia

Il 53enne era stato sottoposto ad un intervento chirurgico, per una emorragia celebrale. L’operazione era riuscita, ma le ferite riportate erano troppo gravi

È morto dopo una settimana di agonia l’operaio 53 enne originario del Ghana, caduto da una impalcatura mobile durante i lavori di ristrutturazione a Portici. L’incidente sul lavoro si era verificato domenica scorsa.

Il 53enne è deceduto nella notte a causa delle lesioni riportate: era ricoverato presso l’ospedale del Mare di Napoli. La salma è ora a disposizione della Procura di Napoli che disporrà l’autopsia.

L’uomo di origini ghanesi, regolare sul territorio italiano, era stato portato al pronto soccorso dell’ospedale del Mare per le ferite riportate a seguito della caduta da un’impalcatura mobile di circa 3 metri, mentre svolgeva lavori in un negozio.

Il 53enne era stato sottoposto ad un intervento chirurgico, per una emorragia celebrale. L’operazione era riuscita, ma le ferite riportate erano troppo gravi e il 53enne non si è mai ripreso.

Il locale dove si stavano effettuando i lavori è stato sequestrato, con i rilievi che sono stati effettuati dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Indagini in corso sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Torre del Greco.

1 Novembre

Rimini, agricoltore muore schiacciato dal muletto

Gilberto Tonini, 71enne, titolare dell’omonima azienda e presidente della Pro Loco di Montescudo, ha perso la vita durante un’operazione di carico

Montescudo (Rimini), 1 novembre 2024 – È morto schiacciato. Schiacciato dallo stesso muletto a bordo del quale si trovava nella strada provinciale di Montescudo, all’altezza dei capannoni della sua azienda agricola, mentre era impegnato a trasportare il mezzo su un rimorchio agganciato ad un trattore. È morto così questo pomeriggio intorno alle 16.45 Gilberto Tonini, 71 anni. Lavorando. Il titolare dell’azienda agricola Fratelli Tonini e presidente della Pro Loco di Montescudo è rimasto schiacciato proprio a due passi da casa, ritrovato da una pattuglia dei carabinieri della stazione locale che casualmente stava transitando in quel momento nella zona, all’altezza del civico 131.

31 Ottobre

Crolla muro in cantiere, operaio muore in provincia di Bergamo

Aveva 50 anni, inutili i soccorsi

Un operaio cinquantenne è morto stamani a Ponteranica, alle porte di Bergamo, travolto dal muretto di un cantiere che è crollato.

L’incidente in via Foppetta.

All’arrivo sul posto del personale del 118 l’uomo era già morto. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco e, per i rilievi e gli accertamenti, i tecnici dell’Ats

Malore fatale sul lavoro, muore a 64 anni mentre raccoglie i rifiuti

La vittima è Gianni Balocchi, dipendente di Sei Toscana. E’ accaduto a Capalbio

Capalbio (Grosseto), 31 ottobre 2024 – Un malore fatale mentre stava svolgendo il suo lavoro. E’ morto così Gianni Balocchi, 64 anni, dipendente di Sei Toscana. Il fatto è accaduto questa mattina, 31 ottobre, a Capalbio. L’uomo stava effettuando la raccolta rifiuti per conto dell’azienda che si occupa dei servizi ambientali nel comune maremmano, quando ha capito che qualcosa non andava.

Amianto : Sentenze

Esposto per decenni ad amianto, Inail riconosce malattia professionale ad autotrasportatore 61enne

Il dipendente di una ditta di trasporti di Gubbio ha ricevuto il certificato di esposizione per l’intero periodo di lavoro fino al 31 marzo 2024

L’Inail di Perugia ha riconosciuto la malattia professionale di mesotelioma pleurico ad un 61enne autotrasportatore e dipendente di una ditta di trasporti di Gubbioesposto per anni ad amianto, polveri e fibre veicolate nell’abitacolo e provenienti da vano motore e sistema frenante.

L’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, inizialmente, aveva negato l’eziologia professionale (le cause della malattia, per l’Ente, non erano riconducibili al lavoro). In seguito il lavoratore, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto – che ha prodotto una copiosa documentazione tecnica e giuridica a dimostrazione della esposizione ad amianto degli autotrasportatori e conducenti di mezzi pesanti, almeno per quei camion prodotti entro il 20 aprile 1993 – ha ricevuto anche il certificato di esposizione per l’intero periodo di lavoro fino al 31 marzo 2024.

Il lavoratore umbro otterrà dunque da Inail Perugia la costituzione della rendita diretta e dall’Inps l’adeguamento dei contributi per un periodo di 40 anni, che si sommeranno a quelli già maturati, con anticipazione del trattamento pensionistico e maggiorazione della pensione.

Una decisione molto importante perché il mesotelioma pleurico è una delle più gravi malattie causate dall’amianto e conferma come gli autotrasportatori, anche quelli artigiani titolari del mezzo, spesso camion, siano stati esposti al minerale killer e molti siano decedutiNel trasporto risultano essere stati censiti 852 casi di mesotelioma dal VII ReNaM, tra questi 131 camionisti e 59 autotrasportatori.

No Valdera Avvelenata, il corteo in centro

Bandiere, striscioni e musica per invocare pace e tutela dell’ambiente, soprattutto in Valdera: “No alle discariche e alla base militare”

PONTEDERA — Oltre 70 tra comitati e associazioni, arrivati da tutta la Toscana, hanno sfilato tra piazza Cavour e la stazione, passando per Corso Matteotti e piazza del Duomo, per protestare contro il progetto della base diffusa tra Coltano e Pontedera e l’ampliamento delle discariche sul territorio della Valdera.

“Vogliamo una Toscana senza nocività e disastri ambientali – hanno spiegato dal coordinamento No Valdera Avvelenata, che raggruppa tutte le adesioni – e una Valdera non ridotta a pattumiera in nome del profitto e di un modello produttivo ed economico lineare al tracollo”.

Vogliamo costruire collettivamente, come comunità- hanno concluso –  economie veramente circolari con la natura e solidaristiche”.

30 Ottobre

Incidente sul lavoro a Locri, precipita nel vano di un ascensore: morto 50enne

La vittima Fabrizio Nicolò, originario di Reggio Calabria, tecnico manutentore, è deceduto dopo il ricovero presso l’ospedale di Locri. La procura ha aperto un’inchiesta

Fabrizio Nicolò, cinquantenne di Reggio Calabria, è deceduto questo pomeriggio nell’ospedale di Locri, dove era ricoverato in gravissime condizioni a causa di un incidente sul lavoro.

L’uomo, un tecnico manutentore, da quanto si è appreso, era impegnato nella riparazione di un ascensore quando, per cause in corso di accertamento, sarebbe precipitato per circa dieci metri. 

Il tecnico è stato portato dal personale del 118 in ospedale, dove è morto qualche ora dopo il ricovero a causa delle gravi lesioni riportate in seguito alla caduta. Sull’incidente la procura della Repubblica di Locri ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità ed ha disposto l’autopsia in attesa di consegnare la salma ai familiari.

29 Ottobre

Maneggia cavo prolunga, 37enne muore folgorato in Salento

La vittima, Luca Orlando, era in casa con la compagna e lo zio

Un uomo di 37 anni, Luca Orlando, è morto nella tarda serata di ieri a Gagliano del Capo (Lecce) folgorato da una scarica elettrica che l’ha investito mentre stava maneggiando il cavo elettrico di una prolunga nella sua abitazione.
    L’uomo era in casa insieme alla compagna e ad uno zio.

Vani i tentativi del personale sanitario del 118 di rianimarlo.

28 Ottobre

Il traliccio gli piomba addosso mentre lavora: Nicasio Moncada muore sul colpo

Stando alle prime informazioni il 44enne stava bonificando un terreno di sua proprietà quando il traliccio lo ha travolto. I vigili del fuoco hanno dovuto estrarlo dall’escavatore di cui era a bordo

Un operaio di 44 anni, Nicasio Moncada, ha perso la vita in un drammatico incidente avvenuto in contrada Canne Masche, a Termini Imerese, nella mattinata di oggi, lunedì 28 ottobre. L’uomo è stato ucciso da un traliccio che lo ha schiacciato mentre stava lavorando per bonificare un terreno di sua proprietà. Stando alle prime informazioni il traliccio è piombato improvvisamente sull’escavatore che Nicasio stava utilizzando, atterrando sulla cabina senza lasciargli scampo.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno soccorso il 44enne e tentato di rianimare mentre i vigili del fuoco lo hanno estratto dal mezzo. Tentativi che però si sono rivelati inutili. I carabinieri indagano per ricostruire cosa sia successo. Come riferisce PalermoToday, l’incidente è avvenuto nei pressi della zona Fiat. Moncada, originario di Sciara, lascia un bambino piccolo.

Autocarro si schianta sul guardrail mentre vanno al lavoro: morti due trentenni a Foggia

La tragedia nella primissima mattinata di lunedì sulla strada statale 16 Adriatica tra Foggia e San Severo. I due venditori ambulanti si stavano recando al lavoro con un collega, rimasto ferito nello stesso impatto.

Colpito da un malore improvviso, 54enne muore alla Iveco di Suzzara

Nonostante il tempestivo intervento delle automediche e dell’ambulanza, per la vittima non c’è stato nulla da fare

Dramma nel corso della mattinata di oggi, lunedì 28 ottobre 2024, a Suzzara, in provincia di Mantova. Un uomo di 54 anni è morto mentre stava lavorando alla Iveco di viale Zonta Stelvio. Erano passate da poco le 10.30 quando si è sentito male. Il malore l’ha colpito improvvisamente

Amianto : Sentenze

Ucciso dall’amianto: la morte di Dioniso Merli risarcita dall’Inail

Si tratta di 150mila euro che andranno alla famiglia e anche al fondo per le vittime dell’amianto: il lavoratore delle ferrovie morì a 64 anni a San Benedetto dopo essere stato esposto per una vita alla sostanza killer

Nel 2020 i familiari, assistiti dall’avvocato del Foro di Roma, Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, hanno presentato ricorso innanzi il Giudice del Lavoro del Tribunale di Teramo. Dall’istruttoria del processo è emerso che tutte le locomotive delle Ferrovie dello Stato, nel periodo di lavoro di Merli, avevano l’involucro esterno e parte delle zone interne spruzzate con amianto che serviva a proteggere dal rischio incendio, e che tuttavia determinava il rilascio di polveri e fibre contaminando tutto l’ambiente lavorativo della sala macchine. E’ stato anche evidenziato che il Merli oltre ad aver lavorato prima come aiuto macchinista, poi come macchinista, svolgendo essenzialmente la mansione di conduzione di vettori ferroviari, aveva svolto manutenzioni con cadenza settimanale che consistevano nello svolgimento delle attività di “visite normali”, e cioè la verifica da parte del macchinista degli organi tecnici consistenti nello smontaggio e rimontaggio dei pannelli contenenti amianto e le attività di “visite ridotte”, consistenti in ulteriori verifiche delle funzionalità del mezzo di trazione e dei suoi apparati.

Inoltre il lavoratore aveva svolto altri interventi giornalieri, con esposizioni indirette e per contaminazione dell’ambiente lavorativo essendo le cabine dei mezzi di trazione prive di aspiratori localizzati delle polveri, fumi e residui della combustione.

Esaminate le prove dell’esposizione alla fibra killer in sinergia con altri cancerogeni, e le perizie del consulente tecnico d’ufficio (CTU), il tribunale di Teramo ha accolto la richiesta condannando l’ente previdenziale.

Il giudice del Lavoro ha dichiarato che “il tumore del polmone di Dionisio Merli è di origine asbesto correlata, e che perciò ha maturato il diritto all’erogazione delle prestazioni tutte e con quelle aggiuntive del Fondo Vittime Amianto, in favore delle odierne ricorrenti, quali sue eredi legittime, rispettivamente vedova e figlia, e quindi in quota parte del 50% per ognuna di loro, la moglie Liviana Tattoni e la figlia Olga Merli”.

La somma riconosciuta come risarcimento alla famiglia del lavoratore, dicevamo, ammonta a 150mila euro: la somma è stata calcolata tre le rate arretrati, la rendita di reversibilità per la vedova del signor Merli le e maggiorazioni che sono destinate al fondo istituito per le vittime.

Verona, l’amianto al lavoro lo uccise: la condanna dei responsabili arriva quando sono già morti

Giordano Adami ha perso la vita 57 anni nel 2010: lavorò 9 anni alle Officine grandi riparazioni di Ferrovie

Giordano Adami è morto a soli 57 anni il 10 aprile 2010 senza avere giustizia. È deceduto a causa dell’amianto, respirato per almeno otto anni nelle «Officine grandi riparazioni» delle Ferrovie dello Stato che tra il 1976 il 1984 si trovavano vicino a Porta a Vescovo a Verona. La giustizia per lui è arrivata a più di 14 anni dalla morte: il 16 luglio scorso, è stata letta la sentenza che ha condannato a 8 mesi solo uno dei sette imputati con l’accusa di omicidio colposo. Si tratta dell’ex capo del Dipartimento di Verona R.P. in servizio alle Officine grandi riparazioni dall’ottobre del 1977 al 1986 che però, è morto il 22 febbraio 2024 all’età di 83 anni

La Corte d’appello ha saputo della morte dell’imputato solo il 10 settembre scorso e a un mese e mezzo dalla lettura della sentenza, durante la stesura della motivazione del provvedimento. Ci sarebbe stata poi un’altra condanna se l’altro dirigente delle Officine grandi riparazioni, il milanese F.C., in servizio in città dal 1976 ad agosto 1977, non fosse morto il 16 maggio 2022 all’età di 91 anni dopo che il processo a Venezia era iniziato da un paio di mesi. La Corte d’appello ha disposto per lui «il non luogo a procedere per intervenuta morte del reo» in quanto, scrivono i giudici nella motivazione della sentenza, «non si poteva addivenire ad una conferma della statuizione assolutoria».

In primo grado con la sentenza del tribunale di Verona, risalente 14 novembre 2019, era stato assolto perché «il fatto non sussiste» così come R.P. La Corte d’appello ha poi condannato R.P. anche a risarcire le parti civili costituitesi nel processo ovvero la Cgil, tutelata dall’avvocato Francesco Palumbo e la Cgil filt con Chiara Palumbo. L’importo del risarcimento sarà deciso in un separato giudizio civile.

La sentenza d’appello ribalta in parte le conclusioni del processo celebrato a Verona nel 2019 ed è la prima volta per la città che viene riconosciuta la responsabilità penale per la morte causata dall’esposizione all’amianto. In appello, è stata confermata, invece, l’assoluzione per i componenti dell’allora Consiglio d’amministrazione delle Fs. È stato ribadito anche il proscioglimento dell’allora medico delle Officine grandi riparazioni , il veronese R.S. In estrema sintesi, la Corte ha ritenuto che i vertici delle Fs non avessero alcun compito in materia di infortuni sul lavoro mentre per il medico non è stato provato alcun tipo di negligenza o violazione di norma nella prevenzione delle malattie provocate dall’amianto. I due ex capi dipartimento, finiti nel mirino dalla Corte d’appello, riporta la motivazione della sentenza, «erano titolari di un potere di controllo e di un dovere di vigilanza in relazione all’igiene e alla sicurezza negli ambienti di lavoro». Dovevano, quindi, «svolgere visite mirate alla prevenzione del rischio amianto, segnalare le mancanze in materia di prevenzione e avevano l’onere di dare indicazioni per un’effettiva diminuzione dei rischi connessi all’esposizione della sostanza nociva». Tutte queste precauzioni, però, non sono state prese: «Dal dibattimento», sostengono i giudici, «è invece emersa la totale omissione di controlli mirati alla prevenzione del rischio contaminazione».

Durante il processo, è stata ricostruita l’attività lavorativa di Adami. L’operaio è stato esposto ad amianto dal 1976 fino al 1984 in maniera intensa e quotidiana e successivamente, fino al 1990, in maniera occasionale e sporadica. Durante la fase delle indagini, era stato lo stesso Adami a spiegare agli investigatori che «dovevamo rimuovere con le mani l’amianto, aiutandoci con raschietti e spatole. L’operazione era molto polverosa e spesso si faceva uso di aria compressa per facilitare la pulizia della lamiera da sostituire». Andò in pensione nel 2004 all’età di 51 anni e morì solo sei anni dopo