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sentenza enel

9 DICEMBRE 2021

Il tribunale di Pisa ha condannato la società al risarcimento di
800 mila euro in favore dei familiari di un autista di autobus,
morto a 69 anni per mesotelioma.
di Andrea Marotta
Enel dovrà risarcire con circa 800 mila euro la famiglia di Danilo Fedeli, l’operaio
morto nell’aprile 2009 a 69 anni per mesiotelioma pleurico. Lo ha stabilito il giudice
del lavoro del Tribunale di Pisa, Franco Piragine, riconoscendo l’esistenza di un nesso
causale tra l’esposizione all’amianto e la patologia che ha stroncato il 69enne. Il
mesiotelioma pleurico, si legge in un passaggio della relazione messa a a punto da un
consulente tecnico e riportata nella sentenza, “è derivata da esposizione all’amianto,
provata e avvenuta in ambiente lavorativo. Il grado di probabilità è elevatissimo
essendo il nesso casuale tra esposizione e malattia specifica scolatiscamente
provato”. Fedeli, come racconta la figlia Barbara, “ha guidato pullman nella
Valdcicecina per più di 30 anni venendo anche a contatto con i lavoratori delle
fabbriche che, ignari, salivano e scendevano dai mezzi senza togliersi la tuta intrisa da
amianto”. In una nota l’Enel risponde così: “In relazione alla decisione del Tribunale di
Pisa sul giudizio risarcitorio promosso dagli eredi di un lavoratore, che ha
inizialmente prestato attività per alcune imprese appaltatrici di Enel presso l’area
geotermica di Larderello e, successivamente, per un’azienda del trasporto pubblico
locale, Enel intende precisare che la richiesta iniziale di danni è stata notevolmente
ridimensionata e che procederà ad impugnare la sentenza”.
• Mesotelioma pleurico

bologna prof. sentenza amianto sole 24 ore

La sentenza 20 dicembre 2021
Amianto, docente morta: ministero
dell’Istruzione condannato a risarcire
A Viale Trastevere è stato imposto un risarcimento di
930.258 euro. Secondo le stime dell’Ona ci sono più
di 400 scuole con materiali contenenti amianto
Il giudice del lavoro del Tribunale di Bologna ha condannato il ministero
dell’Istruzione al risarcimento del danno della somma di 930.258 euro per la
morte di mesotelioma per esposizione ad amianto della professoressa Olga
Mariasofia D’Emilio. Alla docente il 17 maggio del 2002 è stato diagnosticato il
mesotelioma pleurico per l’esposizione alla fibra killer durante l’insegnamento
nelle strutture e nei laboratori di chimica e fisica della scuola media Farini di
Bologna. La sua agonia è durata 15 anni ed è terminata con la morte il 21
febbraio 2017. Nel corso della malattia la professoressa aveva ottenuto
dall’Inail il riconoscimento di malattia professionale, e nel 2007 aveva avviato
la procedura giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni.
Osservatorio nazionale amianto
Dopo la sua morte, i figli orfani, Andrea e Silvana, si sono rivolti all’Osservatorio
nazionale amianto, per ottenere la tutela dei loro diritti. L’associazione si è
costituita con gli avvocati Ezio Bonanni e Massimiliano Fabiani che, con alterne
vicende processuali, sono riusciti a dimostrare l’esposizione alla fibra killer
ottenendo, con sentenza 838/2021, la prima condanna del Miur per la presenza
di amianto negli istituti scolastici. L’azione proseguirà ora per il risarcimento dei
danni subiti dagli orfani direttamente per la malattia e la morte della loro
congiunta. «Il caso della professoressa D’Emilio non è isolato, l’amianto nelle
scuole sta provocando una vera e propria epidemia tra docenti e non docenti –
denuncia Ezio Bonanni, Presidente Ona – a decine, infatti, e ben oltre i 91 casi
censiti dal VI rapporto mesoteliomi, sono deceduti per questa neoplasia molto
rara, che è la punta dell’iceberg per le malattie da amianto. Per questo,
insistiamo affinché il ministero della Salute, d’intesa con il Miur, disponga al più
presto la bonifica e messa in sicurezza di tutti gli istituti scolastici».