Il tribunale di Pisa ha condannato la società al risarcimento di 800 mila euro in favore dei familiari di un autista di autobus, morto a 69 anni per mesotelioma. di Andrea Marotta Enel dovrà risarcire con circa 800 mila euro la famiglia di Danilo Fedeli, l’operaio morto nell’aprile 2009 a 69 anni per mesiotelioma pleurico. Lo ha stabilito il giudice del lavoro del Tribunale di Pisa, Franco Piragine, riconoscendo l’esistenza di un nesso causale tra l’esposizione all’amianto e la patologia che ha stroncato il 69enne. Il mesiotelioma pleurico, si legge in un passaggio della relazione messa a a punto da un consulente tecnico e riportata nella sentenza, “è derivata da esposizione all’amianto, provata e avvenuta in ambiente lavorativo. Il grado di probabilità è elevatissimo essendo il nesso casuale tra esposizione e malattia specifica scolatiscamente provato”. Fedeli, come racconta la figlia Barbara, “ha guidato pullman nella Valdcicecina per più di 30 anni venendo anche a contatto con i lavoratori delle fabbriche che, ignari, salivano e scendevano dai mezzi senza togliersi la tuta intrisa da amianto”. In una nota l’Enel risponde così: “In relazione alla decisione del Tribunale di Pisa sul giudizio risarcitorio promosso dagli eredi di un lavoratore, che ha inizialmente prestato attività per alcune imprese appaltatrici di Enel presso l’area geotermica di Larderello e, successivamente, per un’azienda del trasporto pubblico locale, Enel intende precisare che la richiesta iniziale di danni è stata notevolmente ridimensionata e che procederà ad impugnare la sentenza”. • Mesotelioma pleurico
La sentenza 20 dicembre 2021 Amianto, docente morta: ministero dell’Istruzione condannato a risarcire A Viale Trastevere è stato imposto un risarcimento di 930.258 euro. Secondo le stime dell’Ona ci sono più di 400 scuole con materiali contenenti amianto Il giudice del lavoro del Tribunale di Bologna ha condannato il ministero dell’Istruzione al risarcimento del danno della somma di 930.258 euro per la morte di mesotelioma per esposizione ad amianto della professoressa Olga Mariasofia D’Emilio. Alla docente il 17 maggio del 2002 è stato diagnosticato il mesotelioma pleurico per l’esposizione alla fibra killer durante l’insegnamento nelle strutture e nei laboratori di chimica e fisica della scuola media Farini di Bologna. La sua agonia è durata 15 anni ed è terminata con la morte il 21 febbraio 2017. Nel corso della malattia la professoressa aveva ottenuto dall’Inail il riconoscimento di malattia professionale, e nel 2007 aveva avviato la procedura giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni. Osservatorio nazionale amianto Dopo la sua morte, i figli orfani, Andrea e Silvana, si sono rivolti all’Osservatorio nazionale amianto, per ottenere la tutela dei loro diritti. L’associazione si è costituita con gli avvocati Ezio Bonanni e Massimiliano Fabiani che, con alterne vicende processuali, sono riusciti a dimostrare l’esposizione alla fibra killer ottenendo, con sentenza 838/2021, la prima condanna del Miur per la presenza di amianto negli istituti scolastici. L’azione proseguirà ora per il risarcimento dei danni subiti dagli orfani direttamente per la malattia e la morte della loro congiunta. «Il caso della professoressa D’Emilio non è isolato, l’amianto nelle scuole sta provocando una vera e propria epidemia tra docenti e non docenti – denuncia Ezio Bonanni, Presidente Ona – a decine, infatti, e ben oltre i 91 casi censiti dal VI rapporto mesoteliomi, sono deceduti per questa neoplasia molto rara, che è la punta dell’iceberg per le malattie da amianto. Per questo, insistiamo affinché il ministero della Salute, d’intesa con il Miur, disponga al più presto la bonifica e messa in sicurezza di tutti gli istituti scolastici».
Amaro (UD) ha perso la vita investito da un auto che transitava in autostrada.Era un poliziotto della stradale di 58 anni intervenuto sul posto per un tamponamento.