Decreto del 16 Luglio 2024 concernente i fondi per vittime amianto
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SINTESI LEGGI SICUREZZA
DPR 547/55: per la protezione dagli infortuni sul lavoro, dove il lavoratore deve rispettare le norme e il DL deve attuare tutte le misure igieniche previste per legge, informare i lavoratori sui rischi a cui sono esposti , fornire i mezzi necessari di protezione obbligo di preveniriei rischi che potrebbero determinare infortuni.
Insomma misure tecniche di protezione rispetto alle macchine più che al soggetto.
DPR 303/56 norme in materia di igiene sul lavoro individuando gli obblighi previsti per il lavoratore e per il DL, presente tabella delle lavorazioni dove sono previste le visite mediche periodiche preventive rispetto ai rischi individuati.
DPR 1124/65 disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e copre tutti i casi di infortunio per causa violenta.
Legge 300/70 norma sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro.
D.lgs. 277/91 sui rischi da piombo, amianto e rumore e stabilisce le modalità di esecuzione della sorveglianza sanitaria non più basata sul concetto medico legale di presunzione del rischio (vedi 303) ma sul concetto che un inquinante per poter rappresentare un rischio deve raggiungere una determinata concentrazione sul posto di lavoro per un tempo definito (livello di azione).
D.lgs. 626/94 recepisce alcune direttive europee promuovendo una cultura della sicurezza globale della prevenzione della programmazione e soprattutto alla partecipazione dei lavoratori alla gestione dei rischi adottando misure tecniche di protezione (rischio macchine) ed errori dovuti alla progettazione del processo e dell’organizzazione del lavoro non efficace, od ad una corretta manutenzione e gestine degli impianti o decisioni inadeguate prese a livello manageriale che possano riguardare i regolamenti , la selezione del personale la formazione o la progettazione del lavoro.
Inoltre viene introdotto l’obbligo di costituire un SPP del lavoro e un RSPP interno o esterno. Vengono previste due nuove figure : il medico competente nominato dal DL che si occupa dei rischi riguardanti la salute dei lavoratori e controlli sulla salubrità dei luoghi di lavoro. L’obbligo della valutazione del rischio da parte del DL anche attraverso la considerazione degli aspetti organizzativi e gestionali legati all’attività. La formazione e informazione relativa al DVR. La nomina del RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza che deve essere eletto dai lavoratori e consultatto in tutti i processi di valutazione del rischio.
D.lgs 81/08 accorpa tutte le normative precedenti in tema di sicurezza sul lavoro viene abrogato il DPR 547 e 303 il D.lgs. 277 e 626; definisce un sistema nazionale di rilevazione e controllo sulle problematiche della sicurezza sul lavoro; definisce responsabilità e sanzioni sui reati commessi. Estende a tutti i settori pubblici e privati introduceper i trasgressori sanzioni penali fino a 8 mesi, possibilità per gli RLS di ispezionare gli ambienti di lavoro ed accedere ai documenti aziendali, predisposizione di un programma di formazione sui rischi lavorativi ai lavoratori, co-responsabilità della ditta appaltatrice con quelle sub appaltatrici e sospensione dell’attività se viene riscontrata la presenza di più del 20% di lavoratori senza contratto o se i dipendenti coprono turni maggiori rispetto a quelli disposti dal CCNL.
Deve essere presente una struttura dell’organizzazione dell’azienda documentata.
Le sanzioni penali per il DL sono:
- arresto da 4 a 8 mesi se non provvede alla nomina dell’RSPP, alla nomina degli incaricati alla sicurezza , a fornire i DPI a dare una formazione adeguata alle lavorazioni pericolose
- arresto da 2 a 4 mesi per mancata nomina medico competente
sono state introdotte anche sanzioni per i lavoratori con:
- con l’arresto fino ad 1 mese o ammenda da 200 a 600 euro a chi rimuove o modifica i dispositivi di sicurezza o non utilizza correttamente le attrezzature da lavoro, le sostanze pericolose i mezzi di trasporto nonché i Dispositivi di Protezione Individuale.
Testo Unico Sicurezza Gennaio 2023
Amianto:Unione Europea
Smaltimento amianto
Amianto, le Regioni dovranno smaltirlo sul proprio territorio
Stando al Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti le Regioni dovranno tracciare l’amianto generato dalle attività di bonifica e indicare quali e quanti impianti realizzare per gestirlo sul territorio
Entro i prossimi 18 mesi le Regioni dovranno aggiornare i propri piani di gestione dei rifiuti riportando il fabbisogno di smaltimento dei flussi contenenti amianto e indicando quali e quanti impianti realizzare per gestirli in sicurezza sul territorio, riducendo il ricorso a onerose spedizioni verso altre Regioni o nazioni ma anche scongiurando il rischio di abbandono incontrollato. Lo prevede il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti approvato nei giorni scorsi dal Ministero della Transizione Ecologica, che stabilisce i criteri e le linee guida che le amministrazioni regionali dovranno seguire nella redazione dei propri piani, con l’obiettivo di “orientare le politiche pubbliche ed incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare”. Una strada che passa anche per il rilancio delle attività di bonifica dei beni contaminati dalla fibra killer che, messa al bando nel 1992, ancora infesta l’intero territorio nazionale. Soprattutto nella forma di manufatti per l’edilizia, dalle coperture alle tubazioni passando per pannelli isolanti e controsoffittature. Da rimuovere e smaltire in sicurezza in impianti di discarica opportunamente autorizzati, che stando al Programma Nazionale, dovranno essere collocati entro i confini regionali. “Il fabbisogno di smaltimento dev’essere individuato a livello regionale, anche sulla base della presenza di eventuali impianti di inertizzazione, che consentano quindi di inviarlo, a determinate condizioni, in discariche per rifiuti non pericolosi” spiegava lo scorso marzo Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile al Ministero della Transizione Ecologica, in occasione del trentennale della messa al bando dell’amianto.
Complessivamente sono 108mila i siti interessati dalla presenza di amianto censiti dal MiTE, ma la banca dati compilata con il contributo degli enti locali tuttavia, si legge nel Programma, “risulta ancora non omogeneamente popolata“. Entro il 30 giugno di ogni anno Regioni e Province autonome dovrebbero inviare una mappatura aggiornata e dettagliata, ma da sempre si procede in ordine sparso. I luoghi da bonificare, insomma, sono molti di più. Secondo stime di Inail, a fronte delle 8 rimosse dalla data del bando, resterebbero da rimuovere e smaltire in sicurezza ancora 23 milioni di tonnellate di materiali, ma gli impianti attualmente autorizzati potrebbero non bastare ad accogliere tutti i rifiuti generati dalle attività di risanamento. Stando al Programma, le discariche operative sono 19 (9 al Nord, 2 al Centro e 8 al Sud), ma “in previsione dello smantellamento e bonifica dei manufatti contenenti amianto presenti sul territorio nazionale, si rende necessaria un’implementazione del sistema impiantistico“. Anche perché minore è la disponibilità negli impianti, maggiori sono i costi delle operazioni di bonifica. E questi, a loro volta, condizionano l’avanzamento delle attività di rimozione, come sembrano dimostrare i dati pubblicati da Ispra nell’ultimo rapporto sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali, secondo cui le quantità di rifiuti contenenti amianto generate dalle attività di smantellamento di manufatti contaminati sono passate in dieci anni dalle oltre 530mila tonnellate del 2012 alle 385mila del 2020.
Insomma generiamo sempre meno rifiuti contenenti amianto. E non perché manchino i siti da risanare, visto che secondo il MiTE al 31 dicembre del 2020 dei 108mila contaminati ne risultavano bonificati appena 7mila 905 mentre in 4mila 300 casi gli interventi erano stati completati solo parzialmente. Né tanto meno per carenza di risorse da destinare alle bonifiche. Nel periodo tra 2014 e 2020 per le sole rimozioni negli edifici pubblici sono stati messi a disposizione di Regioni e Province ben 385 milioni di euro in fondi per lo sviluppo e la coesione, ma gli interventi ammessi a finanziamento ne hanno impegnati poco meno di 97. Oltre alle ben note complessità burocratiche, che soprattutto nei Comuni di piccole dimensioni possono fare da autentico disincentivo, “il tema è quello delle difficoltà legate allo smaltimento” chiariva D’Aprile. “Il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti prevede che nei piani regionali debbano essere riportati anche gli impianti per smaltire sul territorio l’amianto prodotto – sottolineava la dirigente del MiTE – i rifiuti non devono più viaggiare sul territorio nazionale o addirittura andare all’estero (8mila tonnellate nel 2020, ndr), ma ognuno deve intercettare, quantificare e gestire i flussi a livello regionale“.
AMIANTO:Commissione d’inchiesta
Amianto: ok dalla Affari sociali a commissione d’inchiesta
Stumpo (Leu), voto a unanimità, spero in Aula il prima possibile
ANSA) – ROMA, 15 GIU – Ha avuto oggi il via libera della Commissione Affari Sociali della Camera la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati.
“Si tratta – spiega all’ANSA il relatore Nicola Stumpo (Leu) – di una commissione monocamerale, strumento che consente di approvare il provvedimento in una sola Camera visti i tempi stretti dovuti alla prossima fine della legislatura, che farà un’attenta analisi sui dati disponibili”.
Il testo, che è stato approvato all’unanimità, prosegue Stumpo, “andrà ora all’esame delle commissioni competenti, i cui pareri dovrebbero arrivare la prossima settimana. Ci auguriamo quindi una discussione e un’approvazione in Aula nel minor tempo possibile, vista la rilevanza dell’argomento”.
Il testo, che vede come primo firmatario Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio, consta di 5 articoli, conclude Stumpo, “e mira a portare alla luce le cause di natura politica, ambientale, sociale, economica e giudiziaria che hanno impedito, in tutti questi anni, di affrontare in modo efficace la rimozione dei materiali contenenti amianto”. Per farlo, la Commissione potrà avvalersi dell’opera di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie.
L’Italia è stata il secondo Paese produttore europeo e tra i principali consumatori di amianto. L’Agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità per la ricerca sul cancro (IARC) classifica questo materiale, ampiamente utilizzato per diversi usi, come cancerogeno per l’uomo, in quanto in grado di provocare tumori della pleura, del polmone, della laringe e dell’ovaio. (ANSA).
Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati
Esposti amianto 2022
Riconoscimento Pensione di inabilità per esposizione amianto
Pensione amianto 2022, domanda Inps in scadenza. Entro il 31 Marzo 2022, si potrà richiedere il riconoscimento della pensione speciale di inabilità, per i soggetti affetti da malattie derivanti dall’esposizione all’amianto.
Quali sono i requisiti e come presentare la domanda di Pensione anticipata per esposizione all’amianto?
Requisiti Inps pensione anticipata per i lavoratori esposti amianto
I lavoratori affetti da una patologia professionale asbasto-correlata, certificata dall’Inail, come causa di servizio, con almeno 5 anni di contributi (nell’arco dell’intera vita lavorativa), hanno diritto alla pensione anticipata Inps per esposizione ad amianto.
Per ottenere la pensione speciale di inabilità 2022, i lavoratori iscritti all’Inps o ad altre forme esclusive e sostitutive, devono essere affetti da queste patologie:
- mesotelioma pleurico,
- mesotelioma pericardico,
- mesotelioma peritoneale,
- mesotelioma della tunica vaginale del testicolo,
- carcinoma polmonare,
- asbestosi,
per motivi di origine professionale, accertata anche come causa di servizio dall’Istituto previdenziale Inail.
Per presentate la domanda di verifica di condizioni all’Inps, bisogna essere in possesso di determinate condizioni:
- almeno cinque anni di contributi durante l’intero periodo lavorativo, di cui tre anni negli ultimi 5 anni, solo per le richiedere di assegno ordinario di invalidità Inps,
- certificazione da parte dell’Inail o di altre Ente Pubblico, che attesti le patologie elencate precedentemente,
- i lavoratori in servizio o che hanno cessato l’attività lavorativa, affetti da patologia asbesto-correlata al 30 Giugno 2020. (requisito da verificare dopo la circolare Inps)
Come richiedere la pensione Inps per amianto nel 2022?
Per ottenere la pensione amianto 2022, bisogna presentare due domande telematiche all’Inps. Un’istanza online, entro il 31 Marzo 2022, per verificare le condizioni contributive e sanitarie, maturate entro il 31 Dicembre 2022.
In seguito o anche contestualmente, è necessario inviare all’Inps la domanda di pensione. (come funziona anche per l’Ape sociale).
La pensione speciale di inabilità è accolta, in base alle condizioni previste dalla legge ed alle risorse in quell’anno disponibili. In ordine, vengono prese prima in carico, i lavoratori con determinati parametri, alla data di presentazione della domanda.:
- l’età anagrafica,
- l’anzianità contributiva.
La pensione dell’amianto INPS è incompatibile:
- con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo e dipendente,
- con la rendita vitalizia corrisposta dall’Inail,
- e con altri benefici pensionistici.
Come fare domanda di pensione anticipata per esposizione amianto?
Alla domanda di pensione anticipata è importante allegare, secondo il messaggio Inps n. 3249 del 4 Agosto 2017:
- per gli assicurati della gestione privata, la certificazione rilasciata dall’INAIL, ovvero una dichiarazione dell’interessato che attesti il possesso dei requisiti previsti dall’art. 3, comma 1, lett. b) del decreto 31 maggio 2017, nonché l’eventuale percezione della rendita diretta erogata dall’INAIL, in relazione allo stesso evento invalidante. Le ultime due condizioni saranno verificate dall’INAIL.
- Per gli assicurati della gestione pubblica, per i quali è previsto l’istituto dell’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, la certificazione rilasciata da altre commissioni competenti (Comitato Tecnico per le pensioni privilegiate o Comitato di verifica per le cause di servizio istituito presso il MEF).
Non è necessario presentare il modello SS3 dal medico curante. L’istanza online all’Inps è possibile inviarla gratuitamente, tramite un patronato o autonomamente con le credenziali Inps (SPID, CIE, CNS), accedendo al servizio online: domanda di prestazioni pensionistiche.
Art 64 benefici ex esposti
Legge 277/91
Decreto ministeriale del 27 ottobre 2004
Riguardante le modalità di attuazione dell’articolo 47 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, concernente benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto.
Continua la lettura di Decreto ministeriale del 27 ottobre 2004