Casale Monferrato, la polvere d’amianto uccide ancora: addio a Santina Calleri
Membro del direttivo Afeva, tre anni fa le fu diagnosticato il mesotelioma. Bruno Pesce: “Continuiamo a combattere”
Un altro nome che si aggiunge a una lunga e dolorosa lista. Santina Calleri di Casale Monferrato è morta al’età di 80 anni. Da tre combatteva contro il mesotelioma.
Membro del direttivo dell’Afeva, l’Associazione familiari e vittime amianto, Santina Calleri era parte attiva nella battaglia per avere giustizia.
“Adesso abbiamo un motivo in più per unirci a contrastare l’amianto killer – commenta l’associazione, comunicando il decesso avvenuto nei giorni scorsi -. Ciao Tina, porteremo nel cuore il tuo dolce sorriso e la tua sorprendente forza e voglia di reagire. Ribadiamo la volontà di contrastare in tutti i modi questa terribile malattia che, nonostante l’efficacia di nuove cure, ancora ci priva dei nostri amici più cari”.
Casa Saraceni mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”
Dal 20 dicembre 2024 al 19 gennaio 2025, Casa Saraceni a Bologna ospita Morti sul lavoro. Bianche lenzuola celano vuoti immensi, mostra personale di Carlo Soricelli, artista e attivista noto per il suo impegno civile attraverso l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro. Le opere, curate da Luciano Pantaleoni, raccontano la drammaticità delle morti bianche trasformando il dolore in poesia visiva, con l’obiettivo di generare consapevolezza, indignazione e responsabilità collettiva.
La mostra
Dal 20 dicembre 2024 al 19 gennaio 2025, Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna) ospiterà la mostra personale di Carlo Soricelli, Morti sul lavoro. Bianche lenzuola celano vuoti immensi, curata da Luciano Pantaleoni. Carlo Soricelli, artista e attivista di lungo corso, intreccia il tema delle morti sul lavoro con altre fragilità e marginalità sociali, offrendo un’intensa denuncia attraverso quadri e sculture di grande forza emotiva.
Le sue opere trasformano il dolore in poesia, spingendo il pubblico a fermarsi e riflettere su una tragedia che coinvolge ogni giorno le nostre comunità.
Soricelli è anche fondatore dell’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, un progetto di monitoraggio e sensibilizzazione nato nel 2008, in memoria dei sette operai vittime della strage della ThyssenKrupp. La sua arte, profondamente radicata nel vissuto quotidiano e nelle sofferenze degli esclusi, rende omaggio alle vittime delle cosiddette “morti bianche“, fenomeno che egli denuncia con opere potenti e coinvolgenti.
Amianto killer nella centrale. Morto per mesotelioma, Enel condannata a risarcire
“Elevata presenza di fibre”: il Tribunale cittadino ha disposto un ristoro di oltre 750mila euro per vedova e figlie. Accertata l’esposizione del lavoratore all’interno del compendio industriale di Vallegrande
La Spezia, 13 gennaio 2025 – Per decenniha rappresentato una delle risposte alle necessità di lavoro e occupazione di questa provincia. Ma per quella che fu la principale centrale elettrica a carbone d’Italia e la seconda in Europa, e che celava all’interno dei suoi ingranaggi anche le fibre di quel killer silenzioso che è l’amianto, il rischio di pagare un conto salatissimo in termini sociali e umani è altissimo. Due sentenze, emesse pochi giorni fa dal Tribunale civile della Spezia, tracciano un quadro netto, su quella che è stata la presenza silenziosa ma mortale dell’eternit all’interno di una centrale che si appresta a essere smantellata per lasciare posto ad altre iniziative imprenditoriali.
La prima sentenza, pubblicata solo pochi giorni fa, ha visto la moglie e le figlie di un ex operaio della centrale Enel di Vallegrande morto a causa di un mesoteliomapleurico, ottenere dal tribunale cittadino un risarcimento di oltre 750mila euro. La famiglia, assistita dall’avvocato Andrea Frau, ha citato in giudizio Enel Produzione, chiedendo che fosse riconosciuta non solo la correlazione tra la malattia e l’attività lavorativa dell’uomo, ma anche la responsabilità dell’azienda in relazione agli obblighi di sicurezza sul posto di lavoro in materia di eliminazione e riduzione del rischio polveri. L’uomo era inquadrato come Oic, Operatore impianto combustibile. Il perito incaricato dal Tribunale nell’ambito della consulenza tecnica d’ufficio, ha riconosciuto non solo la presenza di amianto nella centrale, ma anche l’esposizione professionale specifica dell’operaio poi deceduto a causa del mesotelioma. “Sonoemerse sia la perdurante presenza di amianto in centrale alla Spezia fino agli anni Duemila, sia l’esposizione del defunto, non solo perché lavorava in quell’ambiente ma anche perché, sia pure per piccole manutenzioni, egli aveva modo di intervenire su parti o apparati coibentati e non risulta che lo facesse nell’osservanza delle prescrizioni evidenziate dall’azienda” si legge nella sentenza del giudice Giampiero Panico.
Incidente sul lavoro: si ribalta con il trattore, muore operaio cinquantenne
Sono stati sentiti, cercando di ricostruire cosa fosse effettivamente accaduto, i proprietari dell’appezzamento di terreno. Dell’attività investigativa si stanno occupando i carabinieri
Un operaio di 50 anni, Roberto Borgia, di Cammarata è morto ieri mentre stava lavorando su un appezzamento di terreno a poche decine di metri dalla strada statale 189, la Agrigento-Palermo, in territorio di Campofranco. Il trattore che l’uomo stava manovrando, non è chiaro per quale motivo, si è all’improvviso ribaltato e per il cinquantenne non c’è stato nulla da fare. Quando sono giunti i vigili del fuoco, l’ambulanza del 118 e i carabinieri, l’operaio era ormai privo di vita.
Sono stati sentiti, cercando di ricostruire cosa fosse effettivamente accaduto, i proprietari dell’appezzamento di terreno. Dell’attività investigativa si stanno occupando i carabinieri.
Amianto alle Molinette, operaio morì di tumore. I familiari chiedono un milione di euro
Fu esposto 173 volte”. L’Inail ha accertato la malattia professionale ma l’ospedale non paga
Come muratore alle Molinette, di cui era dipendente, aveva smontato tettoie, alzato muri, riparato soffitti e messo le mani tra tubi ed impianti. Per anni, fino alla pensione, arrivata come traguardo della sua carriera nel 2007. È stato allora che l’azienda ospedaliera gli ha dato una notizia allarmante, che è stata come la comunicazione in anticipo del grigio futuro che lo stava aspettando.
Operaio muore schiacciato da un gru nel Centro Ricerche Smat di Torino
A Torino, a neanche due chilometri da via Genova 118, dove tre lavoratori sono morti nel crollo della gru avvenuto il 18 dicembre 2021, un’altra gru uccide un altro operaio.
È accaduto nella serata del 18 novembre 2024 in un cantiere all’interno del CentroRicercheSmat, in corso Unità d’Italia a Torino, dove un operaio della Palingeo SpA, di 51 anni di origine albanese, Fatmir Isufi, residente ad Arcore (Monza Brianza), è rimasto schiacciato da un braccio di una gru mentre stava eseguendo insieme a suo figlio e a un altro collega dei lavori in una vasca della Smat – Società Metropolitana Acque Torino.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, personale sanitario e carabinieri per i rilievi insieme al personale dello Spresal.
Ercolano, esplode fabbrica abusiva di fuochi d’artificio: 3 vittime giovani al primo giorno di lavoro
Tre morti accertati di lavoro nero nel napoletano. Tutti e tre al primo giorno. Tutti e tre giovani. L’attività era partita in vista dell’ultimo dell’anno, ma, probabilmente a causa dei ritmi, il fabbricato è saltato in aria
Sono tre le vittime dell’esplosione che si è verificata oggi verificatasi in un capannone di via Patacca a Ercolano, in provincia di Napoli. A perdere la vita sono state due gemelle di 26 anni di cui non è stata ancora resa nota l’identità e un 18enne di origini albanesi, Samuel, probabilmente tutti e tre al primo giorno di lavoro.
Secondo le prime notizie, in un appartamento rialzato del fabbricato del quale non si è ancora risaliti all’utilizzatore si producevano e si stoccavano, senza autorizzazione, fuochi d’artificio. Al Comune, come ha precisato il sindaco di Ercolano, Ciro Bonaiuto, l’attività non risultava in alcun modo.
L’esplosione è avvenuta poco prima delle 15, quando sono stati allertati i Vigili del Fuoco. Si cercando altri dispersi.
Si scontrano due volanti, muore un poliziotto a Roma
Quattro i feriti, tra loro anche un fermato. Cordoglio di Meloni
Maneggia cavo prolunga, 37enne muore folgorato in Salento
La vittima, Luca Orlando, era in casa con la compagna e lo zio
Un uomo di 37 anni, Luca Orlando, è morto nella tarda serata di ieri a Gagliano del Capo (Lecce) folgorato da una scarica elettrica che l’ha investito mentre stava maneggiando il cavo elettrico di una prolunga nella sua abitazione. L’uomo era in casa insieme alla compagna e ad uno zio.
Vani i tentativi del personale sanitario del 118 di rianimarlo.
Morti due operai sull’A1, erano scesi da un furgone fermo in corsia di emergenza
Sono stati investiti da un camion tra gli svincoli di Orvieto e Attigliano in direzione Sud.Traffico bloccato per alcune ore: il tratto è stato poi riaperto
E’di due operai morti e un ferito lieve il bilancio di un incidente stradale accaduto all’alba di oggi sull’A1 fra gli svincoli di Orvieto e Attigliano in direzione sud, in provincia di Terni.
Secondo una prima ricostruzione della polizia stradale, un camion, alla cui guida c’era un 55enne, ha tamponato un autocarro di una ditta della provincia di Latina, fermo in sosta lungo la corsia di emergenza, causando il decesso sul colpo di due operai che erano scesi dal mezzo da lavoro.
Le vittime sono un 52enne della provincia di Potenza ed un 35enne di origini pachistane. Un terzo operaio, di origini bengalesi, è rimasto ferito.
Muore per esposizione all’amianto, la corte d’appello di Trieste condanna lo Stato al risarcimento della vedova
La vittima è il sergente della marina militare Dario Zuban, morto nel 2023 per mesotelioma peritoneale. Il ministero della Difesa è stato condannato a corrispondere benefici previdenziali in favore della vedova Gina Natalini Risi alla quale andrà una speciale elargizione di 285mila euro e assegni vitalizi di 2100 euro mensili
TRIESTE – La corte d’appello di Trieste, confermando la sentenza di primo grado del tribunale del capoluogo giuliano, ha condannato il ministero dell’Interno a riconoscere lo status di vittima del dovere al sergente Dario Zuban, deceduto per un mesotelioma peritoneale da esposizione all’amianto nella marina militare, e quello della Difesa alla costituzione dei benefici previdenziali in favore della vedova Gina Natalini Risi alla quale andrà una speciale elargizione di 285mila euro e assegni vitalizi di 2100 euro mensili.
La storia di Zuban è un esempio di impegno e determinazione che purtroppo l’ha condotto inconsapevolmente verso uno drammatico destino. La triste scoperta è avvenuta nell’ottobre 2015 all’età di 60 anni quando riceve la diagnosi di mesotelioma peritoneale. Dopo la diagnosi l’uomo è venuto a conoscenza della sua elevata e non cautelata esposizione all’amianto, perdurata per tutto il periodo del servizio militare, e ha così deciso di rivolgersi all’Osservatorio nazionale amianto, e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, coadiuvato dall’avvocato Corrado Calacione, per ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere e di tutti i benefici amianto riservati alle forze armate. Ad avviare il giudizio è stato inizialmente lo stesso Zuban, che però il 19 febbraio 2023 è deceduto a causa di un aggravamento delle sue condizioni di salute.
L’istruttoria dei due giudizi ha messo in evidenza che il militare è stato esposto ad elevate concentrazioni di polveri e fibre di amianto sia nelle basi arsenalizie della marina militare, sia a bordo della nave Centauro, dove è stato impiegato come motorista per due anni, dal dicembre del 1976 all’aprile del 1978. “Si tratta di una sentenza significativa – il commento di Bonanni – perché sottolinea che l’amianto è stato usato senza restrizioni e in elevate concentrazioni nelle basi arsenalizie e nelle unità navali, e che c’è stata esposizione indiscriminata e senza restrizioni dei nostri militari, in particolar modo dei motoristi navali della Marina Militare, come Zuban. Purtroppo – conclude amareggiato Bonanni – sono centinaia i casi di decessi dei militari delle nostre Forze Armate per mesotelioma e altre patologie asbesto correlate”.
Il cancello esce dai binari e gli crolla addosso: vigilante 64enne in prognosi riservata
Gravi le ferite riportate alle gambe: l’uomo stava chiudendo, dopo un’ispezione, il cancello di una cooperativa di Tivoli Terme
Grave incidente sul lavoro a Tivoli Terme nella serata di ieri. Un vigilante di 64 anni è rimasto gravemente ferito dal crollo del cancello metallico di una cooperativa. Erano da poco passate le 21 quando, al termine di un’ispezione, l’uomo si è ritrovato a chiudere il cancello, una struttura metallica non automatica con i binari. Nel corso dell’operazione, per cause ancora in corso d’accertamento, il pesante cancello è però crollato travolgendo il 64enne, finito schiacciato sotto la pesante struttura.
Per liberarlo in via Consolini sono dovuti intervenire i vigili del fuoco che, sollevato il cancello, hanno consegnato il vigilante alle cure del 118. Portato da prima all’ospedale è stato quindi trasferito all’Umberto I di Roma. Attualmente, secondo quanto si apprende, si trova in prognosi riservata.
Sul posto, per le indagini, sono intervenuti i carabinieri della compagnia Tivoli Terme, i tecnici del nucleo Spresal dell’Asl Roma 5 per gli accertamenti di rito. Sono state acquisite le telecamere che hanno evidenziato la ricostruzione dei fatti già chiara dalla situazione rilevata al momento dell’arrivo.