Chianni, la discarica Grillaia ha riaperto: ecco i primi tir carichi di amianto
Quasi mille giorni dopo l’ok della Regione sono iniziati i conferimenti. L’obiettivo nel breve periodo è di arrivare a 5-6 mezzi pesanti ogni 24 ore. Sono una decina i lavoratori tra operai e impiegati oltre agli addetti dell’indotto
Morte di un ex operaio di Ottana: esposto delle figlie, il sospetto sull’amianto
Il decesso avvenuto l’anno scorso per mesotelioma pleurico
Carlo Biagio Chironi è morto nel gennaio del 2022: aveva 74 anni, era in pensione dal 2002, e il sospetto è che il decesso sia avvenuto – come per altri suoi colleghi – a causa dell’amianto presente nello stabilimento dell’ex Enichem di Ottana.
L’uomo, negli oltre 30 anni servizio in fabbrica, è stato prima alla Anic Fibre spa nella produzione di filtri di poliestere con dei macchinari che avrebbero avuto dei cuscini in amianto, e poi alla Minitow, società di proprietà per metà delle quote del colosso Enichem.
Le figlie hanno presentato una denuncia alla Procura di Nuoro per chiedere che venga fatta chiarezza sulle cause della morte del padre, sopraggiunta per mesotelioma pleurico, come successo ad altri operai.
La consulenza tecnica chiesa dalla Procura del capoluogo barbaricino in seguito agli esposti dell’associazione Aiea aveva accertato il decesso per asbestosi di alcuni lavoratori in relazione all’amianto, iscrivendo nel registro degli indagati otto dirigenti, responsabili a vario titolo dei procedimenti produttivi della fabbrica di Ottana, con l’ipotesi di omicidio colposo.
Bollate, operaio 52enne morto sul lavoro: stritolato nel compattatore di auto da demolire
Un operaio di 52 anni è morto in un incidente sul lavoro all’interno della ditta Riam di Bollate, nell’hinterland nord di Milano. L’azienda si occupa della frantumazione di auto usate edi recupero di rifiuti metallici. L’incidente è avvenuto poco prima delle 8 in un macchinario compattatore che serve per schiacciare le carcasse di auto. La vittima si chiamava Hamd Yoisri, viveva a Bollate ed era padre di 3 figli.
Secondo le prime informazioni l’uomo, di origini egiziane, sarebbe rimasto intrappolato all’interno del compattatore di veicoli durante alcune operazioni di manutenzione. Poi il macchinario è entrato in funzione e lo ha stritolato. Sul posto diversi mezzi dei vigili del fuoco, un’ambulanza e un’automedica del 118. I soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso della vittima.
Ora saranno i tecnici dell’Ats che si occupano di infortuni sul lavoro e gli investigatori della polizia locale a chiarire le cause esatte dell’infortunio mortale. L’azienda si trova in via San Nicola e nelle prossime ore il macchinario interessato sarà messo sotto sequestro.
Esposti all’amianto e poi licenziati: la protesta degli ex Montefibre
Da 18 anni inseriti nei percorsi di formazione della Regione senza alcun risultato. Per anni hanno lavorato a contatto con materiale cancerogeni, ma lo Stato non lo riconosce
Cambia il Governo, ma la musica è la stessa. Gli ex lavoratori Montefibre sono tornati a protestare davanti alla prefettura di Napoli. La loro è una vertenza che dura da 18 anni, da quando sono stati cacciati via dalla Montefibre e hanno vagato in vari programmi di formazione regionale senza mai essere reinseriti in alcun processo produttivo. Come se non bastasse, negli ultimi tempi hano scoperto di essere stati esposti all’amianto. Una condizione che li rende soggetti fragili, anche se lo Stato non gli ha mai riconosciuto alcuna indennità.
Tutte le interlocuzioni con il Governo Draghi si sono interrotte in estate, quando è partita la campagna elettorale. “Noi portiamo avanti la nostra battaglia su due fronti. – spiega Aldo Barbati, uno degli ex operai – Da un lato chiediamo alla Regione di sostenere gli ammortizzatori sociali che finora ci hanno tenuto in vita. La Regione dice che vuole formarci per lavorare e noi siamo contenti. Va tenuto conto, però, che abbiamo una media di 57 anni. Vorremmo anche delle tutele, perché a differenza di altre regioni, se in Campania esci dalla mobilità non puoi più rientrarci. E se un’azienda ci licenzia dopo sei mesi noi come sopravviviamo?”.
L’altro aspetto della vertenza è il rinoscimento della malattia professionale: “Su questo punto viviamo un paradosso – prosegue Barbati – L’Asl ci riconosce soggetti a rischio perché tutti noi abbiamo tracce di amianto nei polmoni e potremmo ammalarci in qualsiasi momento. Periodicamente dobbiamo sottoporci a controlli. Allo stesso tempo, però, lo Stato non ci riconosce la malattia professionale, né un indinnizzo per l’esposizione all’amianto”. Gli ex Montefibre vorrebbero incontrare il nuovo Governo a Roma, ma nessun sindacato ha voluto prendere in carico la vertenza.
L’amianto di Monfalcone rivive nel film di Gergolet “L’uomo senza colpa”
Al Tallinn Black Nights Film Festival la prima internazionale del lungometraggio del regista giuliano che evoca le tragedie provocate dalla letale malattia
Bebo Storti avvia un confronto aperto sul tema dell’amianto
Porte aperte a Gavi per lo studio dello spettacolo “Non sentirai niente”
A TEATRO
Bebo Storti avvia un confronto aperto sul tema dell’amianto
Porte aperte a Gavi per lo studio dello spettacolo “Non sentirai niente”
Bebo Storti
GAVI — La stagione del Teatro della Juta si apre con un regalo, un appuntamento gratuito dedicato al suo pubblico: si tratta di uno studio del nuovo spettacolo con Bebo Storti, ‘Non sentirai niente‘, un confronto aperto sul tema dell’amianto. Al Teatro Civico di Gavi una serata informale per raccogliere spunti e “assaggiare” in anteprima la nuova produzione, mentre è ancora in fase di studio.
Inseguito da un paio d’anni, stoppato dalla pandemia, questo spettacolo è quasi giunto in dirittura d’arrivo, ma il protagonista/regista Bebo Storti vuole ancora affinare la drammaturgia, parlando soprattutto con chi, in zona, conosce bene il problema, in un territorio martoriato da Terzo Valico e inquinamento da amianto.
Il dialogo semiserio con il Signor Morte parte all’inizio e si snoda fino alla fine dello spettacolo, sollevando questioni e scatenando riflessioni. ‘Non sentirai niente’ è la storia dell’amianto, cominciata all’inizio del ‘900 ma già figlia dei tempi antichi. Ne parlavano i narratori da martirologio, narrando di santi e di miracoli. Nei tempi moderni, dalla metà dell’Ottocento, in Inghilterra, nel regno dei Savoia. Si parlava di pericoli per i lavoratori. Fino ad arrivare al fascismo e al primo dopoguerra. Il boom economico e gli anni Sessanta hanno poi incrementato l’uso dell’amianto. E i morti sono aumentati, 4.000/6.000 all’anno.
L’amianto ha generato una guerra civile: proprietari di aziende contro operai e lavoratori, le famiglie e i figli, le mogli e i mariti. Le storie sono quelle della gente delle fabbriche, degli avvocati pagati dai “padroni del vapore” della neve ad agosto. Storie di incurie delittuose, fatte di paura ma anche di ironia quando non di comicità. Sembra impossibile ma la gente sa ridere dei propri dolori. Mentre altri intanto contano i soldi…
È stato approvato dalla Regione il Piano di gestione operativa redatto dai tecnici di Nuovi Servizi Ambiente per l’organizzazione del sito
CHIANNI — Con un decreto approvato e pubblicato tra gli atti della Regione, il Piano di gestione operativa della discarica della Grillaia, redato da tecnici incaricati dall’azienda Nuovi Servizi Ambiente, è stato approvato.
Un documento di oltre 50 pagine, dove vengono riportate le modalità con cui verranno smaltiti quei “materiali edili contenenti amianto“, come riportato dagli stessi tecnici, che saranno conferiti nel sito dopo la decisione presa dalla Giunta regionale nel Maggio 2020.
L’amianto, del quale relativamente alla Grillaia si è sempre parlato nella misura di 270mila metri cubi, dovrà essere trattato “direttamente all’interno della cella appositamente ed esclusivamente dedicata”, così da “evitare la frantumazione dei materiali”.
Inoltre, entro la giornata, i rifiuti contenenti amianto “devono essere ricoperti con uno strato di almeno 20 centimetri di terreno o rifiuti idonei“, con l’obiettivo di garantire la giusta protezione “contro la dispersione di fibre”.
Naturalmente, il Piano di gestione operativa riguarda tutti gli aspetti che concernono il sito: dunque, non solo la tipologia di rifiuti che saranno conferiti, ma anche l’orario di accesso alla discarica, che sarà nella mattina dalle 8 alle 12 e nel pomeriggio dalle 13 alle 16, i mezzi abilitati ad accedere e scaricare all’interno del sito, e altre eventualità, come ad esempio i “piani di intervento per condizioni straordinarie”, leggasi incendio o dispersione accidentale dei materiali.
Adesso, dunque, manca sempre meno all’accesso del primo camion all’interno della Grillaia, che si prepara, dopo due anni e mezzo dalla delibera della Giunta regionale, ad accogliere l’amianto.
Discarica di amianto(Ferrera Pavia) intesa con la società Acta per interventi ambientali
I gestori dell’impianto stanno definendo con i Comuni le opere compensative. Arriveranno 50mila euro per un parco giochi e uno sportello per la bonifica
MEZZANA BIGLI
Dopo la lunga battaglia contro la discarica dedicata allo smaltimento del cemento amianto alla cascina Gallona di Ferrera, durata sei anni e culminata nel luglio del 2021 con la sentenza del Tar Lombardia che legittimava le concessioni regionali contestate dai Comuni limitrofi, si va alla ricerca di una pace nelle relazioni tra le parti sino a ieri in causa.
SANNAZZARO
Era toccato prima al Comune di Ferrera, nel cui territorio è situato l’impianto. Giorni fa al confinante Comune di Sannazzaro che fu capofila del ricorso risalente ai tempi in cui era ancora sindaco Giovanni Maggi, si è raggiunto un accordo di massima che ha visto la trattativa tra l’attuale primo cittadino Roberto Zucca e l’amministratore delegato di Acta, Francesco Minghetti.
MEZZANA BIGLI Ieri la società che gestisce la discarica, ha trovato un accordo compensativo anche con il Comune di Mezzana Bigli.
Nel municipio di piazza Gramsci è stata sottoscritta una convenzione circa le compensazioni ambientali derivanti dall’attività ormai avanzata delle discarica che sta per ultimare il secondo dei sei lotti autorizzati.
Dopo aver definito con Ferrera, Sannazzaro e Mezzana Bigli una diversa soluzione dei fondi destinati alla realizzazione di una pista ciclopedonale (chi avrebbe mai usufruito di un impianto sportivo ridosso di una discarica?), Acta ha raggiunto anche con il sindaco Vittore Ghiroldi di Mezzana Bigli un’intesa per l’erogazione di fondi (circa 50mila complessivi) per la costruzione di un parco giochi alla frazione Balossa Bigli e il finanziamento di uno sportello-amianto per i cittadini che vorranno procedere con la rimozione dai propri tetti del cemento amianto, pericoloso se non correttamente gestito.
Sannazzaro avrebbe sancito invece un accordo per la realizzazione di una rotatoria all’altezza dell’ex Dollaro (previsione di spesa per 200mila euro) e per l’auspicabile bonifica, ancora da definire, della copertura del condominio abbandonato di via Monte Grappa.
Dice il sindaco Ghiroldi: «Abbiamo cercato di fissare degli obiettivi che potessero determinare benefici ambientali e sociali immediatamente fruibili dalla collettività».
E Giuseppe Guagnini, presidente di Acta, afferma: «Ho illustrato al Comune la nostra attività confermando il servizio di pubblica utilità offerto da Acta impegnandoci a collaborare con iniziative rivolte al miglioramento della vita sociale e al risanamento dell’ambiente». —
No alla discarica di pezzi d’auto Sorgà annuncia il ricorso al Tar
Il Comune veronese sul cui territorio dovrebbe nascere l’impianto dà battaglia. Nel mirino c’è il via libera dato a giugno alla Regione Veneto alla ditta RMI
È positivo che il Governo, tramite
il ministro della Transizione Ecologica, abbia sottolineato come oggi in Italia esistano già tecnologie e know-how per sviluppare processi di riciclo chimico del car fluff, come la pirolisi per la produzione di combustibili alternativi o tecnologie in grado di aumentare il valore delle plastiche presenti negli autoveicoli a fine vita, grazie al riciclo in prodotti a elevato valore aggiunto. Tuttavia, allo stato attuale si continua a scegliere la strada della discarica e del trasferimento fuori dal territorio italiano. La carenza di impiantistica nel nostro paese non può contraddire lo spirito delle normative europee recepite anche nell’ordinamento nazionale, anche in previsione dei target di recupero totale in materia, che ad oggi sono decisamente inferiori all’obiettivo”. Così la presidente della Commissione Ambiente, Alessia Rotta, e il deputato Diego Zardini commentano la risposta al question time in commissione da parte del ministro della Transizione Ecologica.
I rottami di Verona L’interrogazione a risposta immediata ha preso avvio dalla richiesta di una primaria azienda attiva nel ricupero di metalli per una autorizzazione alla Regione del Veneto per realizzare nel territorio del Comune di Sorgà, in Provincia di Verona, una discarica di car fluff. “Il rischio di produrre inquinamento è molto alto – spiegano Rotta e Zardini – perché il car fluff rappresenta la frazione principale dei residui dell’auto avviata a smaltimento ed è uno dei maggiori problemi dell’intera filiera, costituendo fino al 20% del peso di un veicolo. Inoltre, consentendo queste discariche, si mette indirettamente un freno a un obiettivo fondamentale che tutti ci siamo dati e che il Governo ribadisce nella risposta all’interrogazione di oggi in commissione: incentivare il riciclo e il recupero integrale dei materiali delle automobili da rottamare”.
Discarica di amianto nella cava di Marmirolo, la preoccupazione dei sindaci mantovani
Il fronte è abbastanza unito: per ora si cerca di capire quali possano essere i rischi. No deciso alla costruzione dal consigliere Mattinzioli e dall’assessore Betteghella
Discarica eternit a Marmirolo: Comuni compatti nella difesa del territorio
MARMIROLO – Confronto nel pomeriggio a Palazzo di Bagno tra la Provincia e i Comuni di Marmirolo, Goito e Roverbella sul progetto per la realizzazione di una discarica di eternit in località Campagnazza, nell’ex cava acquisita dal gruppo che fa capo all’imprenditore bresciano Mauro Papa. Un’area prima nelle disponibilità dall’azienda Nuove Strade che qui aveva un impianto di lavorazione asfalti. Quello di oggi è stato un incontro informale al quale per l’ente di via Principe Amedeo hanno partecipato il consigliere con delega alla Tutela e valorizzazione dell’Ambiente Luca Perlari, i dirigenti dell’Area Ambiente e Pianificazione Sandro Bellini e Alessandro Gatti e i sindaci dei tre Comuni interessati dal progetto di discarica, Paolo Galeotti, Pietro Chiaventi e Mattia Cortesi.
“La Provincia condivide la preoccupazione degli amministratori e degli abitanti dei tre comuni – ha dichiarato il consigliere Perlari – ed è disponibile ad affrontare congiuntamente con loro il problema mettendo sin da ora a disposizione la propria struttura tecnica. Il timore nostro e dei colleghi primi cittadini, è che l’iniziativa in località Campagnazza possa costituire un precedente e divenire un rischioso apripista per altri insediamenti in aree limitrofe”. “Non dimentichiamo poi – ha aggiunto il sindaco di Roverbella Cortesi – che vi sono in corso progettualità comuni che occorre salvaguardare: penso ai progetti di ciclabili da collegare alla Mantova – Peschiera a cui stiamo lavorando”.
“Ci siamo lasciati condividendo una linea comune di analisi e coordinamento politico a difesa del territorio” concludono Galeotti e Chiaventi.
La proposta di discarica è arrivata a fine luglio quando Papa ha incontrato il sindaco di Marmirolo Paolo Galeotti per preannunciare la propria intenzione. Dopo alcuni giorni, il progetto è arrivato in Regione: la decisione ora è nelle mani di quest’ultima che dovrà fare una prima valutazione sulla documentazione presentata dai proponenti del progetto. Se verrà dichiarata l’ammissibilità, il progetto inizierà l’iter vero e proprio che prevede il coinvolgimento di organismi di tutela della salute (Ats, Arpa), del territorio (Comune e Provincia) e di soggetti interessati, come i comuni confinanti con Marmirolo e i cittadini.