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Amianto : Discariche

Camminata, concerto e sensibilizzazione contro i progetti di discarica di amianto

Il comitato Difesa Territorio Quaderni Valeggio ha incontrato anche gli studenti del liceo Medi di Villafranca. E il Wwf scaligero sostiene alternative alle discariche per lo smaltimento dell’amianto

Il territorio veronese continua a manifestare la propria contrarietà contro l’attivazione di discariche di amianto.

Tre i progetti localizzati nel raggio di una ventina di chilometri, due nella provincia scaligera e una nel Mantovano. I due progetti del Veronese sono stati presentati alla Regione Veneto, a cui spetta il compito di autorizzarli o respingerli. Il primo progetto presentato è quello di Caluri di Villafranca, mentre l’altro è a Valeggio sul Mincio, al confine con la località di Quaderni di Villafranca. La discarica del Mantovano interessa infine il territorio comunale di Marmirolo, in zona Pozzolo, a pochi chilometri da Quaderni.

Cittadini, associazioni e comitati sia veronesi che mantovani si sono uniti per ottenere dalle rispettive Regioni un parere negativo nei confronti dei tre progetti. E un primo risultato è stato ottenuto per la discarica di amianto di Caluri, la cui ditta proponente (Tecnoinerti) ha preso tempo per perfezionare il progetto. La sua richiesta è stata dunque sospesa per sei mesi e se ne riparlerà dunque ad ottobre

Per il progetto di discarica di Valeggio, sono state presentate centinaia di osservazioni contrarie. Osservazioni che sono state ribadite anche durante il sopralluogo della commissione incaricata di valutare l’impatto ambientale del progetto.
Per il Wwf Veronese la discarica «è dimensionata per quasi il 50% in più delle necessità venete» e presenterebbe «tempistiche incoerenti e pericolose per la chiusura dei lotti che rimarranno esposti alle intemperie per due anni prima della copertura definitiva».
A proporre il progetto è l’azienda Progeco Ambiente, convinta che il conferimento in discarica sia l’unica maniera affidabile per smaltire l’amianto. «Ma non è così – ha replicato il Wwf scaligero – Da anni esistono sistemi di inertizzazione con varie metodologie, ma proseguono ricerche scientifiche che offrono nuove prospettive, studi universitari in collaborazione con enti territoriali e aziende, e brevetti esteri ed italiani. Inolter, all’interno del progetto non c’è alcun cenno sull’inquinamento apportato all’ambiente relativamente alle plastiche utilizzate. E questo aspetto non è affatto secondario. Gli involucri di plastica verranno interrati su strati e strati di materiali plastici e il tempo di deterioramento delle plastiche non è facilmente determinabile, dato che dipende da vari fattori, tuttavia vi è l’evidenza scientifica che batteri, funghi e microrganismi operano nel tempo un’azione di degradamento. E in questo specifico caso, una volta degradate le plastiche di contenimento e di impermeabilizzazione, l’amianto sotterrato, che non si degrada e mantiene la sua pericolosità per sempre, è destinato a finire nel terreno e nella falda».

Amianto: Esposti

Franco Di Mare, morto a 68 anni il giornalista Rai: l’annuncio della malattia un mese fa a Che tempo che fa

L’avvocato di Franco di Mare: “Cosa chiediamo alla Rai ora che lui è morto”. E sull’amianto lancia un appello

parla l’avvocato Bonanni: “Ecco come reagì pochi mesi fa al convegno sul mesotelioma killer, e lui era già malato”. Amianto? “Ecco qual è l’unica arma che ha il Gooverno”

Un uomo garbato, gentile e allo stesso tempo forte. Il 23 novembre 2023 moderò un convegno sull’amianto alla Regione Lazio rimanendo imperturbabile anche quando i relatori dicevano che dal mesotelioma non si può tornare indietro». Franco di Mare era lì, al tavolo dell’incontro organizzato dall’Osservatorio nazionale amianto. E continuò a moderare con apparente serenità.

La testimonianza è dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente di Ona, esperienza pluridecennale contro questa piaga che ancora oggi miete migliaia di vittime.

«Sono 7mila solo nel 2023 – dice Bonanni a Tiscali – più di 10 mila ammalati. L’indice di mortalità entro i primi 5 anni è del 93%, l’indice di sopravvivenza è di pochi mesi tranne rare eccezioni».

Una malattia, il mesotelioma pleurico, che non lascia scampo.

L’incontro negli studi Rai

«Ho conosciuto Franco Di Mare nel 2006 – ricorda l’avvocato – quando mi invitò a parlare di amianto nella sua trasmissione. Erano in pochi a farlo in quel periodo. Quando ha scoperto di essere ammalato, ha provato in un primo momento a definire in modo conciliativo con la Rai, ma gli sono state sbattute le porte in faccia, e allora si è rivolto al mio studio».

Sull’origine della contaminazione della “dose killer” Bonanni non ha dubbi: «La sua esperienza come inviato nei Balcani fa individuare il nesso di causalità: ha respirato un cocktail di metalli pesanti e radiazioni. Come avvocato ho messo in mora la Rai per ottenere lo stato di servizio e il risarcimento. Adesso che Franco è venuto a mancare sono in attesa delle determinazioni della sua famiglia».

Al governo: “Bonifiche subito”

Benché la legge per la messa a bando dell’amianto risalga al 1992, ancora oggi non si fa abbastanza: «Il numero dei casi è in aumento, siamo vicini al picco, ma molte diagnosi sfuggono perchè sono stati indeboliti anche i Cor regionali (Centri operativi regionali con compiti di sorveglianza sanitaria, Ada)».

È un appello al governo quello che rivolge l’avvocato di Ona: «Che l’amianto e soprattutto la bonifica tornino nell’agenda di governo. Solo così si può vincere la battaglia».

Amianto : Ex esposti

Ex dipendente Rai morto per amianto, la procura indaga per lesioni colpose

I magistrati hanno disposto la sospensione delle esequie per effettuare l’autopsia

Dopo la tragica testimonianza di Franco Di Mare, già direttore di Rai3 e per anni inviato di guerra nei Balcani, dove presumibilmente ha contratto il mesotelioma, malattia legata a infinitesimali pulviscoli di amianto respirato, oggi si torna tragicamente a parlarne. Un ex dipendente Rai, Mariusz Marian Sodkiewicz, è morto lunedì a 62 anni a causa di un tumore causato dall’esposizione all’amianto. L’uomo nei mesi scorsi aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma chiedendo «di individuare i dirigenti responsabili per la mancata protezione dei dipendenti esposti all’amianto».

L’ha reso noto L’osservatorio Nazionale Amianto che avverte: «L’uomo dal 2002, per 22 anni aveva svolto svariate mansioni in diverse sedi aziendali. Nel 2023 aveva iniziato a manifestare sintomi caratteristici del mesotelioma pleurico, poi, successivi accertamenti clinici, avevano confermato la presenza della malattia attribuendola all’esposizione all’amianto». I pubblici ministeri hanno disposto la sospensione delle esequie per effettuare l’autopsia sul corpo dell’ex dipendente Rai. Si apprende anche dell’apertura di un fascicolo in proposito.
Molto si parla in questi giorni del palazzo di viale Mazzini e delle sue problematiche. Proprio per bloccare ogni possibile illazioni, l’amministratore delegato Roberto Sergio, giorni fa in Vigilanza aveva detto che sul problema amianto aveva inviato una documentazione attestante che «in viale Mazzini non c’è alcun rischio in questo momento di contaminazioni».
Dunque sembrano slegati dal pericolo amianto i lavori che a brevissimo interesseranno sempre la sede di Viale Mazzini e che porteranno i dipendenti ad abbandonarla per il periodo necessario. I lavori, viene comunicato, «riguarderanno ammodernamenti e rimessa a norma di un palazzo che deve essere al passo con i tempi».

Amianto : Discariche

Keu, amianto, discariche, base militare e consumo di suolo”: No Valdera avvelenata in presidio contro il profitto

“Sarebbe ora di cominciare a concepire la lotta ambientale come imprescindibile da una critica all’attuale modello di sviluppo di produzione e consumi”

“Il 6 maggio doveva iniziare la rimozione dei mucchi di terra contaminati dal keu“. Lo fa notare No Valdera avvelenata che organizza, per il primo giugno, “un grande presidio davanti all’aria del Green Park a Pontedera, contro keu, amianto, discariche, base militare e consumo di suolo per mega centri commerciali”.

Perché “Per i capitalisti e i loro servi, il profitto viene prima della vita delle persone. I continui rimpalli burocratici, su chi deve pagare le spese per le bonifiche dei terreni contaminati, sono un tranello per assolvere i responsabili dell’inquinamento e farne pagare i costi ai cittadini. Pensare di poter cambiare seriamente questa pratica e cultura attraverso le carte bollate, senza colpire il profitto, è pura illusione; significa fregarsene della salute delle persone e del diritto delle persone a vivere in un ambiente salubre.

Ormai siamo ad un bivio: o continuiamo a farci prendere in giro col rimpallo di chi deve pagare le bonifiche dei terreni contaminati dai veleni, rendendoci complici dei devastatori, dei politici corrotti e delle organizzazioni criminali, o mettiamo in discussione la logica del profitto e dello sfruttamento dell’uomo e della stessa natura.

Secondo noi sarebbe ora di cominciare a concepire la lotta ambientale come imprescindibile da una critica all’attuale modello di sviluppo di produzione e consumi. Dobbiamo cominciare a pensare a cosa produrre, quanto produrre e per chi produrre. Questo significa, condurre una lotta senza se e senza ma, facendo pagare tutto a chi inquina e a coloro che rilasciano autorizzazioni ad inquinare, precisamente questo significa oggi: lotta al profitto. Il prurito che si stà sollevando in questi giorni potrebbe essere semplice elettoralismo”.

11 Maggio

Morti sul lavoro, operaio cade da pala eolica nel Trapanese

L’incidente si è verificatro a Salemi. La vittima, lavoratore beneventano di 33 anni, è precipitata da 30 metri all’interno della struttura

Ancora una vittima sul lavoro in Sicilia. Un operaio di 33 anni, Giovanni Carpinelli, 33 anni, di Benevento è morto a Salemi (Trapani) dopo essere caduto da una pala eolica. Un salto nel vuoto di quasi 50 metri che ha reso difficoltoso anche il recupero del corpo da parte dei vigili del fuoco. L’ennesimo incidente sul lavoro in Sicilia, dopo la tragedia di Casteldaccia, provoca sdegno e reazioni da parte dei sindacati circa la mancanza di misure di sicurezza. E anche in questo caso, come a Casteldaccia si tratta dell’operaio di una ditta che stava svolgendo lavori in subappalto.

Intanto oggi si sono celebrati i funerali di tre dei cinque operai morti lunedì scorso mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione e spurgo delle fognature a Casteldaccia. La prima cerimonia funebre, quella per Ignazio Giordano, 57 anni, si è svolta nella chiesa madre di Partinico (Palermo). «La morte fa parte dell’esperienza di vita terrena, ma ciò non ci consola: il modo in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto. Morire sul lavoro è un segno preoccupante che dice di una società fragile, nella quale non c’è lavoro per tutti e quando c’è, spesso non è dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana», ha detto nella sua omelia l’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi.

6 Maggio 2024

Incidente sul lavoro: cinque morti a Casteldaccia nel palermitano. Mattarella: ennesima e inaccettabile strage

Ipotizzabile una intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento

Cinque morti, un ferito grave trasportato intubato al Policlinico di Palermo ed è in coma e uno rimasto ferito in maniera lieve. Morti uno dietro l’altro dopo essersi calati in un tombino dell’impianto fognario, che si trova sotto la cantina Duca di Salaparuta a Casteldaccia nel palermitano. E’ il bilancio e la prima ricostruzione del tragico incidente sul lavoro di Casteldaccia dove sei operai sono rimasti intrappolati mentre stavano eseguendo dei lavori nelle fognature e avrebbero respirato esalazioni tossiche delle acque nere. Gli operai stavano lavorando alla manutenzione dell’impianto Amap di sollevamento delle acque reflue sul lungomare di Casteldaccia e non in una cisterna di vino di proprietà della vini Corvo come hanno scritto inizialmente le agenzie. Secondo una ricostruzione dopo che il primo operaio è rimasto nel sottosuolo senza venir fuori, gli altri si sono calati per capire cosa stesse succedendo. Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l’allarme.

Interrogati direttore lavori e responsabile sicurezza Amap

Il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza, indicati dall’Amap sono stati interrogati dalla polizia che indaga sulla strage su disposizione della Procura di Termini Imerese che ha aperto una inchiesta.

Le prime ricostruzioni dell’incidente: due le ipotesi

Le squadre dei vigili del fuoco sono arrivate a Casteldaccia, alle 14, per soccorrere gli operai colti da malore all’interno della vasca di depurazione delle acque reflue. Sei operai, dei sette coinvolti, che erano a Casteldaccia impegnati nei lavori fognari sono dipendenti della ditta Quadrifoglio group srl di Partinico (Palermo): si tratta di un’azienda che ditta lavorava su mandato della municipalizzata palermitana Amap che si occupa della gestione idrica in città e in alcuni comuni della provincia. Questi i nomi delle cinque vittime: Epifanio Assazia, 71 anni, che dovrebbe essere il contitolare dell’azienda Quadrifoglio; Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, di 50 anni, Ignazio Giordano, di 59 anni e Giuseppe La Barbera.

Incidente sul lavoro, 34enne resta schiacciato da un camion: grave in ospedale

L’episodio alle 12.20 circa a Segusino in via Cal de Pont. Intervenuti medico e infermieri del Suem 118, vigili del fuoco e carabinieri

Un 34enne di origini moldave ma residente a Salzano, è rimasto gravemente ferito, poco dopo le 12.20 di oggi, 6 maggio, all’esterno di un’abitazione di via Cal de Pont a Segusino. L’uomo, dipendente dell’azienda Goldengas di Zero Branco specializzata nel trasporto di bombole Gpl, è stato stata schiacciato da un camion contro un muro. Intervenuti medico e infermieri del Suem 118. Accertamenti in corso da parte dei carabinieri e del nucleo Spisal dell’Ulss 2.

Secondo una prima ricostruzione il 32enne stava scendendo dal camion su un vicolo molto stretto ed é rimasto schiacciato tra muro di un’abitazione e la portiera del camion. A causare l’incidente è stata una dimenticanza fatale da parte del giudatore: quella dell’inserimento del freno a mano. I vigili del fuoco di Montebelluna, hanno utilizzato, per liberare l’uomo, dei cuscini pneumatici, che sono stati  messi tra il muro e il camion per guadagnare spazio e tagliato internamente la portiera del camion, riuscendo a liberare l’uomo. Preso in carico dall’automedica di Pieve del Grappa e ambulanza di Valdobbiadene é stato trasportato poco lontano dove attendeva elicottero di Belluno (impossibilitato ad atterrare sul posto per mancanza di spazio). Il 32enne ha riportato vari traumi: attualmente si trova ricoverato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. La prognosi è riservata.

2 Maggio

Incidente sul lavoro il 1 maggio,muore mentre ara suo terreno

Il trattore si ribalta e cade in laghetto artificiale

Un 64enne di Agrigento, Mario Mondello, è morto cadendo in un laghetto artificiale con il suo trattore che si è ribaltato mentre lo stava utilizzando per arare un appezzamento di terreno in contrada Burraiti, in territorio della Città dei Tempi.

L’incidente è avvenuto ieri sera, 1 maggio, giorno della Festa del lavoro

Incidente alla vigilia del Primo Maggio, muore operaio

A Gioia del Colle, sbalzato dal muletto che manovrava

Tragedia sul lavoro in provincia di Bari.

Un operaio di 59 anni di Gioia del Colle è morto dopo un incidente avvenuto ieri in un’azienda. L’uomo sarebbe stato sbalzato da un muletto che stava manovrando e ha riportato ferite risultate mortali.

 “Con profondo sgomento ho appreso la drammatica notizia del decesso di un nostro concittadino sul proprio posto di lavoro.

Campania, due morti sul lavoro all’indomani del primo maggio

I carabinieri sono intervenuti nei due Paesi in provincia di Napoli

Due tragedie sul lavoro all’indomani del primo maggio.

Lettere, nel Napoletano, i carabinieri sono intervenuti in via Depugliano per il decesso di un operaio di 57 anni.

Secondo una prima ricostruzione ancora da verificare, l’uomo sarebbe precipitato dal terzo piano di un palazzo attorno al quale era in allestimento un cantiere edile.

Quasi nello stesso momento i carabinieri della tenenza di Casalnuovo sono intervenuti presso la clinica villa dei fiori di Acerra.

Amianto

Sessantamila morti d’amianto in Italia in 10 anni

I dati sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime di Amianto. Il cancerogeno presente in edifici di 2.500 scuole

In Italia, negli ultimi dieci anni, sono state circa 60mila le persone morte per malattie legate all’amianto.

Nello stesso anno sono state circa 4.000 le nuove diagnosi di tumore del polmone per esposizione ad amianto (al netto del fumo e degli altri agenti cancerogeni), con un indice di sopravvivenza (a 5 anni) stimato del 12% per un calcolo di circa 3.500 decessi. I dati sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime di Amianto che si celebra.

Nell’anno 2023 l’Osservatorio Nazionale Amianto ha censito circa 2.000 casi di mesotelioma, con un indice di mortalità, rapportato ai 5 anni antecedenti, di circa il 93% dei casi.

Nello stesso anno sono state circa 4.000 le nuove diagnosi di tumore del polmone per esposizione ad amianto (al netto del fumo e degli altri agenti cancerogeni), con un indice di sopravvivenza (a 5 anni) stimato del 12% per un calcolo di circa 3.500 decessi. I dati sono stati diffusi in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime di Amianto che si celebra domani.

    “In questo giorno, in cui si ricordano le vittime dell’amianto rivolgiamo un appello alla premier Meloni perché torni nell’agenda di governo – afferma Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio -. Ricordiamo che soltanto la bonifica e messa in sicurezza può evitare le esposizioni ad amianto e quindi le future diagnosi di malattie asbesto correlate che, purtroppo, in più del 90% dei casi si tramutano in una sentenza di morte”.

    L’Osservatorio spiega, inoltre , che “ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini, per motivi del loro impegno professionale e operai negli stabilimenti o nei siti militari e in particolare nelle regioni a maggior rischio che, con una media annua di casi diagnosticati compresa tra 1.500 e 1.800, sono la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati”.

24 Aprile

Operaio muore schiacciato da una lastra di metallo a Brescia. Nel Potentino un’altra vittima

All’interno di un’azienda siderurgica nel Bresciano. Un altro incidente mortale sul lavoro nel Potentino

Infortunio mortale sul lavoro in provincia di Brescia.

A Lograto un operaio italiano di 47 anni è morto dopo essere stato schiacciato da una lastra metallica. Secondo le prime ricostruzione l’operaio stava manovrando un carroponte quando si è staccata la lastra che lo ha travolto. L’infortunio è avvenuto all’interno di un’azienda siderurgica.

Incidente sul lavoro a Potenza, cade da impalcatura cantiere: morto un operaio

La tragedia ad Oppido Lucano. Da una prima ricostruzione, l’uomo è caduto dall’impalcatura nel cantiere per la costruzione della chiesa nuova

Incidente mortale  sul lavoro ad Oppido Lucano, nel Potentino. Vittima un operaio, Donato De Luca, 56 anni, del posto. Da una prima ricostruzione, l’uomo è caduto dall’impalcatura nel cantiere di costruzione della chiesa nuova. Sul posto sanitari del 118 e carabinieri, impegnati a ricostruire la dinamica dell’incidente.

Secondo la prima ricostruzione, l’operaio che era al lavoro all’esterno, probabilmente a causa del forte vento, è stato colpito da una lamiera ed è caduto da un’altezza di circa tre metri. Sul posto sono giunti i carabinieri della stazione di Oppido Lucano e della Compagnia di Acerenza (Potenza). 

18 Aprile

Carpenedolo, cade da un’impalcatura di oltre quattro metri: grave un operaio di 63 anni

Il lavoratore è stato trasportato in codice rosso agli Spedali civili di Brescia a causa di traumi al cranio e al bacino

Carpenedolo (Brescia), 18 aprile 2024 – Un altro infortunio sul lavoro: verso le 14.31 in via Caduti del Lavoro 23 a Carpenedolo, un lavoratore di La Goccia tinteggiature è caduta da un’impalcatura, da un’altezza stimata di 4,5 metri.

L’uomo ha 63 anni ed è stato trasportato in codice rosso agli Spedali Civili di Brescia a causa di un trauma cranico e un trauma al bacino. Sul posto sono intervenuti automedica, ambulanza per il soccorso del 63enne e carabinieri e ATS per indagare sulla dinamica dell’incidente.

Operaio di 31 anni muore sul lavoro vicino a Catania incastrato in un ascensore

Un manutentore di ascensori di 31 anni è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta di un piano dell’elevatore di un condominio in via Marchese di Casalotto ad Aci Sant’Antonio, nel Catanese, dove era al lavoro. Il corpo dell’operaio è stato liberato dai Vigili del fuoco del distaccamento di Acireale del comando provinciale di Catania. I medici del 118 hanno constatato il decesso del 31enne. Una donna che era dentro la cabina dell’ascensore è stata soccorsa da personale medico perché sotto choc. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri per le indagini del caso. Secondo i dati Inail il numero di decessi sul lavoro nella prima parte del 2024 è in aumento di quasi il 20% rispetto allo stesso periodo del 2023.