13 Luglio 2022 Trattori Mortali

Incidente sul lavoro, trattore si ribalta: morto operaio 74enne a Città del Pieve

A quanto pare l’uomo, intento a raccogliere della legna, avrebbe perso la vita dopo il capovolgimento del mezzo agricolo. Al momento, al via accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. 

Tragedia a Città del Pieve, in provincia di Perugia, dove un 74enne del posto sarebbe deceduto a seguito del ribaltamento di un trattore. È successo all’alba di questa mattina, 13 luglio, in zona Tremiano. A quanto pare l’uomo, intento a raccogliere della legna, avrebbe perso la vita dopo il capovolgimento del mezzo agricolo.

Incidente mortale in campagna: trattore si ribalta e non lascia scampo all’agricoltore

Il tragico episodio si è verificato mercoledì mattina a Palù. Sul posto si sono precipitati gli uomini del 118 e i vigili del fuoco di Verona, ma per l’uomo non c’è stato niente da fare

Un drammatico incidente in campagna ha avuto luogo a Palù nella mattinata di mercoledì.
Stando a quanto appreso, intorno alle ore 10 un trattore condotto da un agricoltore si è ribaltato in un fossato mentre era al lavoro in via Belledonne, con una dinamica ancora da verificare. In soccorso del 61enne di Zevio sono arrivati i vigili del fuoco di Verona con due mezzi, tra cui un’autogru, e il personale del 118, ma per il ferito non c’è stato niente da fare: troppo gravi le conseguenze riportate nell’incidente. 
Sul posto anche la polizia stradale e i tecnici Spisal per fare luce su quanto accaduto. 

Immagine generica

Incidente sul lavoro, cade con il trattore in un burrone: morto un contadino nel Bolzanino

Un contadino di Luttago, in Alto Adige, è morto dopo essere caduto con il suo trattore finendo nel greto del fiume.

Stava guidando un trattore su una strada forestale intorno alle 11:00 di questa mattina quando un contadino è morto a Lutago, piccolo centro in Valle Aurina in Alto Adige, cadendo con il suo trattore in un dirupo e finendo poi nel greto di torrente.
L’uomo con il suo mezzo, che stava percorrendo una strada forestale, per cause ancora da chiarire, è finito in un burrone, terminando la sua corsa nel vicino corso d’acqua. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorritori l’uomo è deceduto sul posto. All’intervento hanno partecipato i Vigili del Fuoco di Cadipietra, ancora impegnati nella messa in sicurezza dell’area e nel recupero del trattore, la Croce bianca, l’Elisoccorso, il Soccorso Alpino e le Forze dell’Ordine.

11 Luglio 2022

CRONACAMASSANZAGO/ VIA DELLA PIEVE

Operaio di 55 anni morto in un cantiere edile, indagini in corso

L’infortunio è avvenuto oggi 11 luglio 2022 alle 11,30 in via della Pieve a Massanzago. Sarebbe stato travolto da un ponteggio crollato da una gru

Un operaio di 55 anni, Mirco Bottacin residente a Trebaseleghe in via Battisti oggi 11 luglio 2022 alle 11,30 mentre stava lavorando in un cantiere edile in via della Pieve a Zeminiana di Massanzago, per cause ora al vaglio dei carabinieri e del personale dello Spisal è stramazzato al suolo dopo essere stato colpito da un oggetto sospeso ad una gru. Immediato l’allarme ai soccorritori. Sul posto è giunto l’elisoccorso del Suem 118, ma i sanitari non hanno potuto far altro che constatare l’avvenuto decesso dell’uomo. L’area è stata sequestrata ed ora sono in corso tutti gli accertamenti del caso. Da un primo riscontro non ci sarebbero testimoni. Sconcerto nella piccola frazione di Zeminiana per l’ennesima tragica morte sul lavoro che sta caratterizzando su scala nazionale questa metà d’estate. Dalle prime verifiche pare che l’infortunio sia stato generato dallo strappo del cavo d’acciaio di una gru. La vittima è caduto a terra da un’altezza di circa dieci metri e per lui non c’è stato nulla da fare. La vittima lavorava da tre anni per conto di un’impresa edile di Noale in provincia di Venezia. Persona attenta sul lavoro, era un punto fermo dell’azienda. A tradirlo è stata una fatalità. Il sindaco di Trebaseleghe, Antonella Zoggia si è detta vicina ai suoi familiari e a nome di tutta l’amministrazione comunale ha voluto trasmettere le più sentite condoglianze.

Bracciante agricolo muore sul lavoro nelle campagne di Revello

Un bracciante agricolo, originario del Mali è deceduto in un incidente sul lavoro nelle campagne di Revello (in provincia di Cuneo). L’uomo, 30 anni, è morto mentre lavorava ad un macchinario agricolo in un’azienda della frazione di San Firmino. Vano il tentativo di salvargli la vita da parte dei medici del 118. Il caso è al vaglio dei carabinieri e dello Spresal dell’Asl. La vittima lascia una moglie e due figli.

Smaltimento amianto

Amianto, le Regioni dovranno smaltirlo sul proprio territorio

Stando al Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti le Regioni dovranno tracciare l’amianto generato dalle attività di bonifica e indicare quali e quanti impianti realizzare per gestirlo sul territorio

Entro i prossimi 18 mesi le Regioni dovranno aggiornare i propri piani di gestione dei rifiuti riportando il fabbisogno di smaltimento dei flussi contenenti amianto e indicando quali e quanti impianti realizzare per gestirli in sicurezza sul territorio, riducendo il ricorso a onerose spedizioni verso altre Regioni o nazioni ma anche scongiurando il rischio di abbandono incontrollato. Lo prevede il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti approvato nei giorni scorsi dal Ministero della Transizione Ecologica, che stabilisce i criteri e le linee guida che le amministrazioni regionali dovranno seguire nella redazione dei propri piani, con l’obiettivo di “orientare le politiche pubbliche ed incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare”. Una strada che passa anche per il rilancio delle attività di bonifica dei beni contaminati dalla fibra killer che, messa al bando nel 1992, ancora infesta l’intero territorio nazionale. Soprattutto nella forma di manufatti per l’edilizia, dalle coperture alle tubazioni passando per pannelli isolanti e controsoffittature. Da rimuovere e smaltire in sicurezza in impianti di discarica opportunamente autorizzati, che stando al Programma Nazionale, dovranno essere collocati entro i confini regionali. “Il fabbisogno di smaltimento dev’essere individuato a livello regionale, anche sulla base della presenza di eventuali impianti di inertizzazione, che consentano quindi di inviarlo, a determinate condizioni, in discariche per rifiuti non pericolosi” spiegava lo scorso marzo Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile al Ministero della Transizione Ecologica, in occasione del trentennale della messa al bando dell’amianto.

Complessivamente sono 108mila i siti interessati dalla presenza di amianto censiti dal MiTE, ma la banca dati compilata con il contributo degli enti locali tuttavia, si legge nel Programma, “risulta ancora non omogeneamente popolata“. Entro il 30 giugno di ogni anno Regioni e Province autonome dovrebbero inviare una mappatura aggiornata e dettagliata, ma da sempre si procede in ordine sparso. I luoghi da bonificare, insomma, sono molti di più. Secondo stime di Inail, a fronte delle 8 rimosse dalla data del bando, resterebbero da rimuovere e smaltire in sicurezza ancora 23 milioni di tonnellate di materiali, ma gli impianti attualmente autorizzati potrebbero non bastare ad accogliere tutti i rifiuti generati dalle attività di risanamento. Stando al Programma, le discariche operative sono 19 (9 al Nord, 2 al Centro e 8 al Sud), ma “in previsione dello smantellamento e bonifica dei manufatti contenenti amianto presenti sul territorio nazionale, si rende necessaria un’implementazione del sistema impiantistico“. Anche perché minore è la disponibilità negli impianti, maggiori sono i costi delle operazioni di bonifica. E questi, a loro volta, condizionano l’avanzamento delle attività di rimozione, come sembrano dimostrare i dati pubblicati da Ispra nell’ultimo rapporto sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali, secondo cui le quantità di rifiuti contenenti amianto generate dalle attività di smantellamento di manufatti contaminati sono passate in dieci anni dalle oltre 530mila tonnellate del 2012 alle 385mila del 2020.

Insomma generiamo sempre meno rifiuti contenenti amianto. E non perché manchino i siti da risanare, visto che secondo il MiTE al 31 dicembre del 2020 dei 108mila contaminati ne risultavano bonificati appena 7mila 905 mentre in 4mila 300 casi gli interventi erano stati completati solo parzialmente. Né tanto meno per carenza di risorse da destinare alle bonifiche. Nel periodo tra 2014 e 2020 per le sole rimozioni negli edifici pubblici sono stati messi a disposizione di Regioni e Province ben 385 milioni di euro in fondi per lo sviluppo e la coesione, ma gli interventi ammessi a finanziamento ne hanno impegnati poco meno di 97. Oltre alle ben note complessità burocratiche, che soprattutto nei Comuni di piccole dimensioni possono fare da autentico disincentivo, “il tema è quello delle difficoltà legate allo smaltimento” chiariva D’Aprile. “Il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti prevede che nei piani regionali debbano essere riportati anche gli impianti per smaltire sul territorio l’amianto prodotto – sottolineava la dirigente del MiTE – i rifiuti non devono più viaggiare sul territorio nazionale o addirittura andare all’estero (8mila tonnellate nel 2020, ndr), ma ognuno deve intercettare, quantificare e gestire i flussi a livello regionale“.

10 luglio 2022

Incidenti lavoro: si ribalta trattore, muore 64enne

E’ successo a Montefiore dell’Aso, inutili i soccorsi

(ANSA) – ASCOLI PICENO, 10 LUG – Un uomo di 64 anni è morto in un incidente sul lavoro avvenuto a Montefiore dell’Aso (Ascoli Piceno).

Nella tarda serata di ieri stava lavorando in campagna con un trattore quando, per causa in corso di accertamento da parte dei carabinieri, il mezzo si è ribaltato, travolgendolo.

Purtroppo inutili i soccorsi prestati dai sanitari del Potes di Offida e del 118 che non hanno potuto far altro che constatare il decesso e rimandare indietro l’eliambulanza nel frattempo allertata. Sul posto anche i vigili del fuoco di San Benedetto del Tronto (ANSA).
   

Infortunio sul lavoro a Novellara: cade mentre scarica merce, muore camionista di 52 anni

L’incidente è avvenuto verso le 8 nel cortile di un’azienda di Novellara

Novellara (Reggio Emilia), 7 luglio 2022 – E’ caduto mentre con un muletto stava svolgendo operazioni di scarico di materiale da un camion, all’interno di un’azienda con sede in via Colombo, alle porte del centro abitato di Novellara. Verso le 7,45 è scattato l’allarme alla centrale operativa del 118, che ha inviato sul posto l’ambulanza della Croce rossa locale, il personale dell’automedica di Guastalla, raggiunti anche dall’elisoccorso di Parma, atterrato in un campo proprio di fronte all’azienda teatro del malore. A lungo sono proseguite le manovre di rianimazione, utilizzando anche il defibrillatore. Ma è stato tutto inutile. Alla fine i soccorritori si sono dovuti arrendere di fronte al cuore dell’uomo che era ormai fermo, probabilmente per il trauma cranico riportato dall’autotrasportatore, un cittadino polacco di 52 anni. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per gli accertamenti, insieme al personale della Medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria locale, chiamati per far piena luce sulla dinamica dell’infortunio. Sulle cause accidentali dell’episodio non sembrano esserci dubbi, ma sono in corso accertamenti su quanto accaduto. Il corpo è stato comunque recuperato in attesa delle autorizzazioni per la restituzione ai familiari.

Savona: operario rimane incastrato in un macchinario nello stabilimento Acqua Minerale di Calizzano, è grave

Ennesimo incidente sul lavoro. Stamattina, intorno alle 7:15, un giovane operaio è rimasto incastrato con il collo in un macchinario

Savona – Nonostante le informazioni siano ancora poche ed incomplete pare si tratti di un ragazzo di 24 anni che è stato portato d’urgenza all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e purtroppo in gravi condizioni.

5 Luglio 2022

Incidenti sul lavoro, a Enna morto un ragazzo di 27 anni: è precipitato dal tetto dove faceva manutenzione. Era il suo primo giorno

Un ragazzo di 27 anni originario di Niscemi ha perso la vita nel corso del suo primo giorno di lavoro: è precipitato per oltre dieci metri dal tetto di un deposito merci in un discount alimentare di Dittano (Enna). È successo il 4 luglio, ma la notizia è stata diffusa il 5. Il giovane, morto nonostante i tentativi di soccorso, era dipendente di una srl di Ragusa e stava lavorando alla manutenzione del tetto da cui poi è caduto. È stata aperta un’indagine con disposizione di sequestro dell’area in questione.

4 Luglio 2022

Incidenti lavoro, morto in ospedale artigiano ferito a Staffal

Era ricoverato in condizioni molto gravi dopo una caduta

E’ morto nel fine settimana all’ospedale Parini di Aosta, dov’era ricoverato in condizioni molto gravi, Cristian Cattaneo, un artigiano 51enne del Milanese rimasto ferito in un incidente sul lavoro giovedì 30 giugno a Gressoney-La-Trinité, in località Staffal.

Titolare di una ditta di serramenti ad Arluno (Milano), stava lavorando all’installazione di un infisso in uno stabile vicino agli impianti di risalita quando è caduto da una scala, battendo il capo e riportando un trauma cranico.

Sul posto era intervenuto l’elisoccorso e l’uomo era stato ricoverato nel reparto di Rianimazione, in prognosi riservata. Sono in corso accertamenti dello Spresal e dei carabinieri.
    Lascia la figlia e la moglie, Samuela. “Lo so che ci sarai sempre e grazie alla tua sorpresa finale qualcuno potrà vivere una lunga vita grazie a te” ha scritto in un post su facebook la donna, annunciando in questo modo una donazione di organi. La procura di Aosta ha aperto un fascicolo a seguito dell’incidente. L’inchiesta è per omicidio colposo, al momento senza indagati.

2 Luglio 2022

Incidenti sul lavoro, due operai morti nel giro di poche ore a Forlì e Perugia

Due operai morti sul lavoro nella giornata di sabato 2 luglio. Intorno alle 6 del mattino, un lavoratore di 50 anni, ha perso la vita dopo un grave incidente avvenuto nel piazzale di carico-scarico merci di un supermercato in via Andrea Costa a Forlì. La dinamica è ancora al vaglio della Polizia e sul posto, a coadiuvare l’attività delle forze dell’Ordine, è intervenuto anche il personale della Medicina del Lavoro. Il 50enne è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena dove è morto poco dopo, a causa delle lesioni riportate.

1 Luglio 2022

Incidente a Traversella: camion ruzzola nella scarpata, morto il conducente

Due elicotteri atterrati per i soccorsi. La vittima stava lavorando

Tragedia a Traversella nella mattinata di oggi, venerdì 1 luglio 2022. Un camion con a bordo Flavio Ughetti, 71enne residente a Meugliano di Valchiusa e titolare dell’azienda edile omonima, è ruzzolato in una scarpata mentre percorreva una strada sterrata: per l’uomo non c’è stato scampo, è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti l’elisoccorso e l’elicottero dei vigili del fuoco, oltre ai carabinieri della compagnia di Ivrea e ai vigili del fuoco del distaccamento di Ivrea. Dai primi accertamenti la vittima trasportava della ghiaia verso una baita di sua proprietà su una strada che era stata costruita due anni fa. C’era un operaio che lo aspettava per fare alcuni lavori. Inizialmente, visto il camion, sembrava che stesse facendo dei lavori per l’impresa di sua proprietà, ora gestita dal figlio.

Danno morale derivante dall’esposizione del lavoratore all’amianto (Cass. civ., sez. lav, 17 giugno 2022, n. 19623

Danno morale derivante dall’esposizione del lavoratore a sostanze cancerogene: la Sezione lavoro della Suprema Corte fà da apri-pista.

Nello specifico gli Ermellini: “il danno morale costituisce un patema d’animo, ossia, una sofferenza interna che non è accertabile con metodi scientifici e che, come tutti i moti d’animo, può essere provato in modo diretto solo quando assume connotati eclatanti; diversamente, dovrà essere accertato per presunzioni […].”

La delicata vicenda esaminata dalla Cassazione riguarda il riconoscimento del danno morale, da intendersi come concreta paura di morire, patita da un lavoratore sottoposto quotidianamente all’esposizione all’amianto.

La Corte, in tale ottica, osserva che il lavoratore sottoposto quotidianamente al pericolo della propria incolumità subisce un’offesa della personalità morale autonoma rispetto al danno biologico che è quindi indennizzabile come posta di danno a sé, indipendentemente dalla sussistenza del danno biologico.

La vicenda trae origine dal giudizio promosso dagli eredi di un lavoratore deceduto per cancro per l’accertamento del danno biologico e del danno morale derivante dall’esposizione all’amianto.

Nello specifico, i congiunti del lavoratore lamentano la responsabilità ex art. 2087 c.c. del datore di lavoro per non avere attuato le misure necessarie al contenimento del rischio di intossicazione, causando così, non solo, la malattia mortale, sussumibile nel danno, ma anche la paura di morire, rientrante nel danno morale derivante dall’esposizione all’amianto.

Nel caso in esame, vi erano a carico del lavoratore deceduto due concause della patologia cancerogena: il tabagismo e l’esposizione all’amianto.

Difatti, la Corte d’Appello, correttamente, ha applicato il principio di equivalenza per cui, in presenza di un concorso di cause che cagionino un evento patologico unitario ed indivisibile, occorre considerare tali cause equivalenti.  

Non è possibile svolgere una ripartizione causale tra i due fattori cancerogeni, essi vanno considerati come egualmente responsabili della causazione dell’evento dannoso, con la conseguenza che, la ripartizione tra i due fattori di rischio non riguarda la responsabilità nella causazione del danno, bensì l’entità del risarcimento del danno che deve essere ridotto, in virtù del principio di equivalenza.

Venendo al lamentato danno morale derivante dall’esposizione tossica,  il lavoratore sapeva di essere esposto a sostanze cancerogene ed il fatto che molti colleghi contraessero gravi patologie e, poi, ne morissero, aveva generato in lui l’incertezza del proprio vivere o, in altri, termini, la costante paura di morire.

Il sentimento della “paura”, scaturito da un fatto illecito, integra un’offesa della personalità morale, da cui deriva una lesione – autonoma rispetto al danno biologico – di diritti inviolabili della persona.

Al riguardo, gli Ermellini richiamano le decisioni a Sezioni Unite, (sent. n. 6572/2006 e 26972/2008) secondo cui “ il danno derivante dallo sconvolgimento dell’ordinario stile di vita è risarcibile indipendentemente dal danno biologico, quando, tale sconvolgimento impatta sulla “vita normale” dell’individuo e, quindi, sulla libera e piena esplicazione delle sue abitudini quotidiane, trattandosi di diritti costituzionalmente garantiti e rafforzati dall’art 8 CEDU, sulla protezione della vita privata.”

Ragionando in tal senso, siccome  lo “sconvolgimento” della vita quotidiana è una sofferenza intima, esso può essere provato mediante presunzioni, sulla base di nozioni di comune esperienza.

La Corte d’Appello di Genova, tuttavia, non si è attenuta a tali principi, non avendo preso in considerazione la prova presuntiva del danno morale derivante dall’esposizione a sostanze tossiche da parte del lavoratore.

I ricorrenti hanno allegato le basi del ragionamento inferenziale per pervenire, attraverso il ricorso alle presunzioni, alla configurazione del danno morale derivante dall’esposizione contestata, personalizzabile e costituito dall’offesa della personalità morale del lavoratore, sottoposto quotidianamente a pericolo per la propria incolumità, da cui, all’evidenza, è derivata una lesione – autonoma rispetto al danno biologico – di diritti inviolabili della persona, oggetto di tutela costituzionale (artt. 2,3 e 32 Cost.).

La Suprema Corte cassa la decisione impugnata, con rinvio in diversa composizione.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile