AMIANTO: RISARCIMENTI

Morì per l’amianto: risarcimento da 1,4 milioni alla famiglia di un ex operaio Pignone

Massa, sentenza del giudice del lavoro su un decesso per mesotelioma 17 GIUGNO 2022

MASSA. Un milione e 470mila euro da risarcire ad una famiglia apuana, l’ennesima, che perse un proprio caro per l’amianto. L’uomo morì per aver lavorato da operaio siderurgico tutta una vita e la sentenza del giudice del lavoro Augusto Lama riconosce agli eredi le cause di una morte per malattia “da lavoro”.

Il ricorso davanti al giudice del lavoro fu portato avanti dai famigliari, dopo la sua morte il nel dicembre 2021: era un operaio della Nuovo Pignone, nella sede di Massa, con specifiche mansioni di saldatore, nel reparto che produceva reattori, scambiatori di calore e serbatoi. Lavorò al Pignone ininterrottamente per 22 anni, dal 1963 al 1985, 8 ore al giorno e per il giudice la morte è relativa conseguenza di una “accertata esposizione a materiali contenenti amianto”.

Morto per amianto nel 2017, Ministero della Difesa condannato a risarcire la famiglia

La sentenza del Tribunale del Lavoro della Spezia arriva 5 anni dopo l’accaduto, quando un operaio morì a causa dell’amianto di cui era rivestito il luogo di lavoro

LA SPEZIA – La sentenza è arrivata quasi 5 anni dopo dalla tragedia. Il Tribunale della Spezia, lo scorso 3 giugno, ha condannato il Ministero della Difesa a 100mila euro di risarcimento alla famiglia di un uomo che, dopo un anno di agonia, è morto nell’ottobre del 2017 a causa di mesotelioma pleurico, provocato dal contatto con amianto presso il luogo dove lavorava.

L’uomo era stato un dipendente civile al Maricommi della Spezia dal 1958 al 1994 come tuttofare. Il luogo dove si recava a lavorare era imperniato di amianto, nei pannelli, nei quadri elettrici, nelle canne fumarie e nelle caldaie. Secondo le testimonianze, il locale adibito a panificio della Marina Militare, nel quale aveva svolto la sua attività con regolare frequenza, era rivestito di amianto e che, per la manutenzione, occorreva entrare addirittura dentro il corpo del forno, sempre rivestito d’amianto. In aggiunta, le protezioni di cui disponeva non erano assolutamente adeguate, visto che si limitavano ad un paio di guanti ed a degli occhiali protettivi.

Proprio l’assenza di difese è stata uno degli elementi di colposita’ emersi a carico del datore di lavoro. Il Giudice ha infatti dichiarato come il Ministero non abbia saputo indicare, nel procedimento, nessun accorgimento concreto preso per salvaguardare lui e gli altri dipendenti, come avrebbe dovuto invece fare, per andare esente da colpe; né di aver provveduto all’aspirazione di “polveri nocive”, elemento definito dall’articolo 21 del dpr 303 del 1956, in ambienti lavorativi. Una mancanza di scelte in un quadro che già dal primo ‘900 rendeva chiaro, secondo il giudice, come la presenza nei luoghi di lavoro dell’amianto dovesse essere sottoposta a particolari cautele (R.D. n. 442/1909 articolo 29, tabella B, n° 12) perché insalubre e pericolosa.

Nel dicembre 2016 l’uomo si era recato al pronto soccorso per dispnea, la cosiddetta fame d’aria. Gli accertamenti clinici avevano portato alla diagnosi di mesotelioma pleurico maligno, di cui sarebbe morto ad ottobre 2017.

Il caso è ancora pendente al Tribunale a Genova, con udienza fissata a settembre prossimo. La richiesta di risarcimento è superiore al milione di euro.

L’avvocato Elisa Ferrarello, legale della famiglia, commenta così: “Siamo profondamente soddisfatti del risultato ottenuto in poco più di due anni, in piena pandemia. Il ricorso introduttivo era stato depositato infatti al Tribunale della Spezia appena il 15 Gennaio 2020 e la sentenza è arrivata il 3 Giugno 2022. E però c’è ancora molto da fare per chi ha lavorato, esposto ad amianto, essendo, come sappiamo, previsto il picco delle patologie asbesto-correlate proprio in questi anni”

AMIANTO ASSASSINO

La Spezia, addio al maresciallo Tommaso Mannucci: un’altra vittima dell’amianto

La ragione dei numerosi casi spezzini di asbestosi e mesotelioma pleurico risiede nel lavoro. Sia nel comparto civile che nel militare

La Spezia – «Con profondo dolore, salutiamo anche il maresciallo elettricista Tommaso Mannucci. È la nostra ennesima vittima dell’amianto. È l’ennesima vittima innocente di una tragedia ignorata colpevolmente per anni. E ancora oggi sottovalutata da molti».

Pietro Serarcangeli, fondatore e presidente dell’associazione spezzina Afea, ancora una volta è stato costretto a salutare un associato che non c’è più.

Amianto, ex operaio Isochimica denuncia: “Ancora un morto ma noi soli”

Carlo Sessa, ex operaio dell’Isochimica di Avellino denuncia lo stallo “politico e istituzionale” sui risarcimenti agli ex scoibentatori di amianto dell’azienda, stabiliti nella sentenza di primo grado del processo che ha condannato a dieci anni di reclusione i responsabili della sicurezza della fabbrica e di due ex funzionari di Ferrovie dello Stato

“Ancora più soli e ancora senza giustizia”. Carlo Sessa, ex operaio dell’Isochimica di Avellino denuncia lo stallo “politico e istituzionale” sui risarcimenti agli ex scoibentatori di amianto dell’azienda, stabiliti nella sentenza di primo grado del processo che ha condannato a dieci anni di reclusione i responsabili della sicurezza della fabbrica di Borgo ferrovia e di due ex funzionari di Ferrovie

L’Isochimica uccide ancora. “Addio a Giovanni ennesima vittima dell’amianto”

Avellino, la fabbrica killer e le vittime dell’amianto

“Isochimica, fabbrica killer, miete l’ennesima vittima”, afferma Tony Della Pia, del Partito di Rifondazione Comunista.

“Un altro padre di famiglia che lascia i suoi affetti perché colpito da mesotelioma pleurico, diretta conseguenza dell’esposizione all’amianto. La sentenza di primo grado ha parzialmente sancito cause e responsabilità, tuttavia gli ex lavoratori e le loro famiglie, dopo circa quaranta anni di denunce e lotte attendono ancora il dovuto risarcimento per i danni subiti. In un certo senso è immorale costringerli a intraprendere ulteriori iter giudiziari, anche in sede civile, per ottenere un minimo di giustizia che sicuramente non riconsegnerà le vite spezzate e neanche la salute per sempre compromessa. Condoglianze agli amici e alla famiglia di Giovanni”, conclude. 

19 Giugno 2022

CRONACANETTUNO

Incidente sul lavoro: schiacciato da un muletto, morto operaio di 32 anni

La vittima era residente a Nettuno. Accertamenti da parte dei carabinieri

Incidente sul lavoro ad Aprilia, costato la vita ad un giovane operaio di Nettuno di 32 anni. Come riporta LatinaToday, la tragedia si è consumata sabato 18 giugno.  Scattato l’allarme sono intervenuti i sanitari del 118, ma purtroppo per il ragazzo non c’è stato nulla da fare, i soccorsi sono stati inutili. Sul posto, in un’azienda che si trova sulla Pontina, sono intervenuti anche i carabinieri della Stazione di Aprilia insieme allo Spresal di Latina.

Secondo una primissima ricostruzione il 32enne originario di Nettuno, S.T., è rimasto schiacciato da un muletto che stava guidando e che si è ribaltato; l’incidente da quanto si apprende è avvenuto mentre l’operaio, che lavorava per una ditta di Aprilia, era impegnato nelle fasi di trasporto merci. 

18 Giugno 2022

Bolzano: operaio 22enne precipita per 4 metri in un cantiere, è grave

Il ragazzo è caduto dal balcone di una casa in costruzione finendo sul suolo ricoperto da una lastra di cemento. E’ subito stato soccorso dalla Croce bianca e poi è stato stato portato all’ospedale di Bolzano con l’elicottero di emergenza

Un grave incidente sul lavoro si è verificato verso le 8.30 di questa mattina in un cantiere edile a Sesto, in Val Pusteria nella provincia autonoma di Bolzano. Un ragazzo di 22 anni è caduto dal balcone di una casa in costruzione, precipitando per circa 4 metri e finendo sul suolo ricoperto da una lastra di cemento. 

E’ subito stato soccorso dalla Croce bianca e, dopo le prime cure, è stato portato all’ospedale di Bolzano con l’elicottero di emergenza Pelikan 2. I carabinieri hanno aperto indagini sulle cause dell’incidente.

16 Giugno 2022

Incidenti sul lavoro: morto operaio in una centrale elettrica della Calabria

Un dipendente di una ditta esterna che lavora in appalto nella Centrale a biomasse del Mercure di Laino Borgo (Cosenza) e’ morto, per cause che sono in corso di accertamento, in seguito a un incidente sul lavoro. L’incidente si e’ verificato durante un fermo per un servizio di manutenzione. Sull’accaduto indaga la Procura di Castrovillari

Incidente sul lavoro: morto in Calabria un 35enne

un operaio 35enne di origini africane, Armel Dabrè, da anni residente a Mesagne, è morto oggi, 16 giugno, a seguito di un incidente sul lavoro a Laino Borgo, in Calabria, dove era impegnato, in trasferta, presso la centrale di produzione da biomasse del Mercure.
Sono in corso di accertamento le cause che hanno portato all’incidente.

Armel, ribattezzato Carmelo a Mesagne, era arrivato nella cittadina in provincia di Brindisi nel 2009 e si era subito integrato con la comunità lavorando in diverse aziende.

Tir carico di residui di acciaieria si ribalta in Valle d’Aosta, muore camionista padre di due figlie

Un tir che trasportava residui industriali della Cogne Acciai si è ribaltato questa mattina ed è precipitato dal ponte, a Pontey, in val d’Aosta. Il tir si è schiantato contro la il greto della Dora, l’autista è morto nell’abitacolo accartocciato dall’urto.

La vittima si chiamava Pasqualino Stranges, aveva 46 anni e viveva a Quart. I vigili del fuoco e il soccorso alpino hanno dovuto estrarlo dalle lamiere: ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile.  Sulla dinamica dell’incidente indagano i carabinieri. L’autista era diretto al centro per smaltire i rifiuti dell’acciaieria: sul ponte che collega la statale al paese ha perso il controllo del mezzo, è finito contro il guardrail, lo ha sfondato ed è finito sull’argine del fiume.  L’autista aveva una moglie e due figlie. C’è anche l’ipotesi che sia stato colto da un malore.

Amianto:Cantieri navali Monfalcone

Amianto, verso l’ok al nuovo processo per altri 89 morti e due malati in 8 anni

La Procura riunisce 91 casi di mesoteliomi e neoplasie che riguardano il periodo tra il 2012 e il 2020. Avviso di conclusione indagini notificata soltanto a due degli ex dirigenti del cantiere ancora in vita

GORIZIA La Procura di Gorizia ha concluso le indagini preliminari in relazione a 91 casi complessivi di decessi e malattie correlate ad esposizione professionale all’amianto, nell’ambito del cantiere navale di Monfalcone. In particolare sono 89 persone offese, ex lavoratori deceduti, nel periodo tra il 2012 e il 2020 per mesoteliomi e neoplasie polmonari, e due casi di lesioni personali, mesoteliomi, in persone ancora in vita.

AMIANTO:Commissione d’inchiesta

Amianto: ok dalla Affari sociali a commissione d’inchiesta

Stumpo (Leu), voto a unanimità, spero in Aula il prima possibile

ANSA) – ROMA, 15 GIU – Ha avuto oggi il via libera della Commissione Affari Sociali della Camera la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati.

“Si tratta – spiega all’ANSA il relatore Nicola Stumpo (Leu) – di una commissione monocamerale, strumento che consente di approvare il provvedimento in una sola Camera visti i tempi stretti dovuti alla prossima fine della legislatura, che farà un’attenta analisi sui dati disponibili”.


    Il testo, che è stato approvato all’unanimità, prosegue Stumpo, “andrà ora all’esame delle commissioni competenti, i cui pareri dovrebbero arrivare la prossima settimana. Ci auguriamo quindi una discussione e un’approvazione in Aula nel minor tempo possibile, vista la rilevanza dell’argomento”.
    Il testo, che vede come primo firmatario Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio, consta di 5 articoli, conclude Stumpo, “e mira a portare alla luce le cause di natura politica, ambientale, sociale, economica e giudiziaria che hanno impedito, in tutti questi anni, di affrontare in modo efficace la rimozione dei materiali contenenti amianto”. Per farlo, la Commissione potrà avvalersi dell’opera di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie.
    L’Italia è stata il secondo Paese produttore europeo e tra i principali consumatori di amianto. L’Agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità per la ricerca sul cancro (IARC) classifica questo materiale, ampiamente utilizzato per diversi usi, come cancerogeno per l’uomo, in quanto in grado di provocare tumori della pleura, del polmone, della laringe e dell’ovaio. (ANSA).

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati

15 Giugno 2022

Incidente sul lavoro, operaio cade da un ponteggio e muore a Ferrara

Nuovo sopralluogo nel cantiere in cui ha perso la vita il giovane operaio egiziano Miz Mohamed Fawzi, precipitato da diciassette metri di altezza mentre stava smontando le impalcature dalla facciata di un palazzo di via Borgo Punta nel quale era in corso un cantiere Superbonus 110%. L’ispezione – da parte del personale dell’Ausl e voluta dalla procura – dovrebbe servire per completare le verifiche, contribuendo a gettare luce su alcuni punti ancora da chiarire della tragedia consumatasi a inizio maggio. Inizialmente, l’attività era stata fissata per la giornata di ieri. Poi, a causa di un intoppo tecnico, il sopralluogo è stato spostato ai prossimi giorni. Per la morte dell’operaio sono state indagate tre persone con l’accusa di concorso in omicidio colposo: sono il titolare dell’impresa appaltatrice dei lavori del Superbonus 110% nel condominio di via Borgo Punta e i titolari, stranieri, di altre due aziende (appaltatore e subappaltatore).

Le attenzioni della procura, con l’inchiesta coordinata dal pm Isabella Cavallari, si sono incentrate sulle misure di sicurezza adottate nel cantiere che è stato posto sotto sequestro giudiziario dopo l’infortunio mortale. In particolare sull’imbracatura e sulla corda che avrebbe dovuto salvare la vita al trentaseienne in caso di caduta. Saranno i tecnici della Medicina del lavoro dell’Ausl (gli stessi che si occuperanno dell’ispezione di domani) a dover mettere insieme tutti i tasselli.

14 Giugno 2022

Tragedia in un’azienda agricola, imprenditore schiacciato da un macchinario: aveva 65 anni

E’ quanto successo nelle scorse ore in un’azienda agricola di Santa Croce, alle porte di Arcevia. Per l’uomo non c’è stato niente da fare

ARCEVIA (Ancona)- E’ morto all’interno della sua azienda agricola, intrappolato in un macchinario agricolo durante una manutenzione. A perdere la vita è Graziano Petrini, 65 anni, residente proprio nella piccola frazione di Arcevia. L’uomo stava lavorando su una rotopressa quando, per cause da chiarire, è stato schiacciato ed è morto.

Inutili i soccorsi da parte degli operatori del 118. Al loro arrivo Graziano era già morto. Sul posto anche le forze dell’ordine per i rilievi del caso. Sotto choc la comunità di Santa Croce, dove Graziano era molto conosciuto e stimato. 

Incidente sul lavoro a Brescia, operaio muore incastrato in un macchinario

Drammatico incidente sul lavoro, oggi 12 maggio, a Brescia dove un operaio è morto dopo essere rimasto incastrato in un macchinario

Drammatico incidente sul lavoro, oggi 12 maggio, a Brescia dove un operaio è morto dopo essere rimasto incastrato in un macchinario. La tragedia è avventa in un’azienda agricola.

Brescia, morto operaio incastrato in un macchinario

Un operaio è morto in un’azienda agricola di Bedizzole, in provincia di Brescia, dopo essere rimasto incastrato in un macchinario. I soccorritori intervenuti sul posto non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

Tragedia sul lavoro: precipita nel vuoto, ragazzo muore sul colpo a Mantova

La vittima aveva solo 30 anni

Il ragazzo è precipitato tra il ponteggio e la facciata di un condominio, dove erano in corso dei lavori di riqualificazione energetica. Un volo terribile che ha provocato traumi multipli e un conseguente arresto cardiocircolatorio, che, purtroppo, si è rivelato letale, nonostante l’immediato arrivo dei soccorritori del 118, sopraggiunti dal vicino ospedale Carlo Poma.

Il cantiere è stato messo sotto sequestro, mentre sul corpo del 30enne è stata disposta l’autopsia. Accertamenti sulla dinamica e sulla regolarità contrattuale del giovane sono in corso da parte dei tecnici di Ats Valpadana.

Santa Lucia del Mela(Messina) operaio di 54 anni muore travolto dal trattore

14 Giugno 2022Comunità scossa dall’incidente costato la vita a Paolo Fantarella. A causare la caduta dal mezzo forse un malore

na tranquilla domenica in campagna che improvvisamente si trasforma in una tragedia. Paolo Fantarella, 54 anni, sposato e padre di due figli, ha perso la vita in un drammatico incidente sul lavoro. L’uomo, secondo quanto emerso dai primi accertamenti, si trovava su un trattore e stava procedendo ad arare un terreno in contrada San Nicola, una zona abbastanza impervia, nella parte alta del paese, quando improvvisamente avrebbe perso il controllo del mezzo, cadendo da un’altezza di circa 5 metri e finendo sotto lo stesso che, rimasto in moto, ha proseguito la propria marcia, travolgendolo. È morto sul colpo. L’incidente si sarebbe verificato intorno alle 15. I familiari che si trovavano con lui, inizialmente non si sarebbero accorti di nulla in quanto Fantarella, dopo averli rassicurati che aveva praticamente completato per quella giornata il suo lavoro, si era spostato in un fondo distante dalla zona in cui si trovavano i congiunti. I quali peraltro sentendo il regolare rumore del trattore non si sono insospettiti. Ad un certo punto però notando che l’uomo era ancora intento ad arare, hanno raggiunto il terreno, scoprendo la tragedia. Paolo Fantarella “bloccato” sotto il mezzo pesante in una pozza di sangue che non dava più segni di vita. Scene di disperazione e l’immediato tentativo di allertare i soccorsi. In quell’area così decentrata e avvolta da una fitta vegetazione non è stato possibile l’uso dei telefonini e così si è reso necessario percorrere, a bordo di un mezzo, alcuni chilometri per chiamare il 118 e i carabinieri giunti sul posto assieme ai vigili del fuoco di Milazzo.

Amianto e F.S.: Sentenza

Esposizione all’amianto, a Messina Fs condannata a risarcire eredi direttore di macchina

La corte d’appello di Messina ha riconosciuto che il messinese Antonino Ruello, deceduto nel 2017, ufficiale e poi direttore di macchina su traghetti e sulle unità navali delle Fs per il trasporto passeggeri e merci che hanno fatto la spola tra Reggio Calabria e Messina, è stato esposto ad amianto per 31 anni senza prevenzione e protezione, e ha subito la malattia professionale del tumore uroteliale e alla vescica. Ruello fu colpito da questi due tumori nel 2007 all’età di 63 anni, ed è poi morto a 73 anni dopo aver contratto anche il tumore del colon, lasciando moglie e due figlie, Carmen e Raffaella. In primo grado le sue richieste erano state rigettate e, pertanto, i familiari assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni e all’osservatorio nazionale amianto hanno impugnato la sentenza del Tribunale di Messina. La corte d’appello di Messina ha disposto un nuovo accertamento medico legale che ha dimostrato come le fibre di amianto e gli altri cancerogeni presenti nelle navi delle Ferrovie dello Stato hanno provocato il tumore uroteliale e quello alla vescica, ed è per questo che è stato riconosciuto un risarcimento agli eredi di circa 60 mila euro a carico dell’Inail, cui si sono aggiunti anche i risarcimenti a carico di RFI, per circa 40 mila euro euro. Ora la causa proseguirà per il riconoscimento del tumore del colon alla base della morte del ferroviere, sempre per l’esposizione alla fibra killer.

Un altro Mondo senza Amianto è possibile