28 Maggio 2022

Incidenti sul lavoro, operaio cade da 5 metri d’altezza e muore nel Rodigino

Un operaio di 42 anni, originario della provincia di Bari, è morto oggi a Porto Viro,  cadendo da una cesta elevatrice, a circa cinque metri d’altezza. L’incidente è avvenuto presso un negozio: l’uomo per una ditta esterna stava svolgendo dei lavori edili. Per cause in corso di accertamento è rovinato al suolo.

Sul posto è intervenuto il personale 118 che ha trasportato l’operaio in ospedale a Rovigo dove è deceduto a seguito dei traumi riportati.

La vittima si chiamava Giuseppe Fatalino ed era residente a Putignano (Bari), teatro della tragedia il negozio Happy Casa, Porto Viro. Era dipendente della Lippolis visual solutions, che stava svolgendo dei lavori edili. E’ caduto da una cesta elevatrice.

27 Maggio 2022

Incidenti lavoro: Termeno, si ribalta col trattore e muore

Il contadino era finito giù per una scarpata

(ANSA) – BOLZANO, 27 MAG – A perdere la vita nel grave incidente col trattore di ieri a Termeno è stato l’agricoltore di 64 anni, Remo Rossi di Mazzon di Egna.

L’incidente si era verificato in tarda mattinata a Termeno sulla strada provinciale verso Sella.

Mentre stava spargendo del fertilizzante sui campi, il contadino, probabilmente per una manovra errata, si è ribaltato con il suo trattore, cadendo per diversi metri giù per la scarpata per finire sulla strada sottostante.
    Sono intervenuti i vigili del fuoco, la Croce bianca e i carabinieri. Il contadino è stato trasportato in elicottero in gravi condizioni all’ospedale di Bolzano, dove è morto poco dopo. (ANSA).

Incidente sul lavoro a Messina, un operaio cade da impalcatura e muore

Secondo una prima ricostruzione della Polizia, l’uomo stava montando un infisso in un’abitazione al secondo piano di una palazzina, avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe caduto

Incidente sul lavoro a Messina, un operaio cade da impalcatura e muore(GoogleMaps)Azienda Ospedaliera Papardo di Messina, Sicilia – nella struttura è stato portato in condizioni disperate l’operaio caduto dalla impalcaturaCondividi

Una nuova morte si aggiunge alla lunga lista di chi ha perso la vita sul luogo di lavoro. 

Un operaio 49enne di Messina, è caduto da un’impalcatura. E’ stato trasportato all’ospedale Papardo dove è morto poco dopo per le gravi ferite riportate in seguito all’incidente. 

L’uomo, secondo una prima ricostruzione della Polizia, stava montando un infisso in un’abitazione al secondo piano di una palazzina, avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe quindi caduto. 

Nonostante le condizioni disperate è stato subito sottoposto ad un intervento chirurgico ma i medici non sono riusciti a salvarlo.

Amianto:bonifiche

Amianto: GdF Pavia sequestra 140mila mq di ex fabbrica

Indagati amministratori e responsabili dei lavori di bonifica

ANSA) – PAVIA, 26 MAG – Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di di Finanza di Pavia ha eseguito stamani il sequestro probatorio di un’area di circa 140mila metri quadrati dell’ex Fibronit di Broni (Pavia).

Si tratta di uno dei siti di interesse nazionale, che rappresentano aree contaminate di particolare estensione classificate come pericolose e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari.

Broni (Pavia) – Non solo il problema non sarebbe stato risolto, ma anzi aggravato. Le pur pesanti contestazioni di frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata per ottenere soldi pubblici, sembrano quasi nulla rispetto alle ipotesi di inquinamento ambientale legato ad esposizione all’amianto. Soprattutto in un territorio già provato da decenni di lutti.

Da ieri mattina sono sotto sequestro i 140mila metri quadrati della Fibronit a Broni, la fabbrica di morte chiusa dal 1994 con la messa al bando del pericoloso materiale. Un sequestro probatorio, “necessario – spiega il comunicato della Procura di Pavia – per svolgere accertamenti tecnici volti a riscontrare le ipotesi di indagine, con particolare riferimento all’attuale presenza di sostanze nocive”. Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Pavia riguardano infatti i lavori del secondo lotto della bonifica dell’area. “I lavori – spiega ancora la Procura – consistevano nel completamento dello smaltimento dei manufatti-tubazioni collocati sui piazzali esterni dello stabilimento, della bonifica dell’interno dei capannoni contaminati da amianto e della rimozione e smaltimento di tutte le lastre di copertura e tamponamento degli edifici dell’area”.

Amianto all’ex Amga, bonifica al via “Ma il Comune non ci ha informati”

Oggi, domani e lunedì i lavori. Raccomandazioni: tenere le finestre chiuse e non stendere i panni. Gli abitanti della zona lamentano però la scarsa pubblicità data all’operazione sull’area

Pesaro, 24 maggio 2022 – “Pronti a partire con la rimozione dell’amianto nell’area dell’Ex Amga“. A comunicarlo è l’assessore all’Ambiente Heidi Morotti, che spiega: “si partirà mercoledì 25 maggio, con gli scavi e l’incapsulamento delle zolle contenenti frammenti di amianto, che verranno poi riposte nella cabina di contenimento, all’interno di ‘big bags’, in attesa di essere trasportati negli appositi impianti di smaltimento. Il tutto nel massimo della sicurezza, per i residenti e per l’ambiente”. Gli interventi proseguiranno anche giovedì 26 e lunedì 30 maggio.

“Abbiamo concordato il piano di lavoro con Asur, nel rispetto delle norme vigenti. Tutti i residenti prospicenti al cantiere dell’ex Amga sono stati avvisati con 48 ore di anticipo, così come da procedure, tramite avvisi porta a porta. Ricordiamo che tutto il procedimento verrà svolto nella massima sicurezza, raccomandiamo comunque la massima collaborazione evitando stendere biancheria all’aperto, non sostare entro un raggio di 10metri dall’area di scavo e di tenere le porte e finestre chiuse“.  

26 Maggio 2022

Cade da tettoia capannone durante lavori, morto 23enne

A Monsampolo del Tronto, Procura Ascoli apre inchiesta

 Un ragazzo di 23 anni, Simone Ferri, è morto oggi pomeriggio a seguito di un’incidente sul lavoro avvenuto a Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno) all’interno dello stabilimento di un’azienda che si occupa di profilati di alluminio.


    Secondo una prima ricostruzione, il giovane, residente a Castel di Lama (Ascoli Piceno), stava effettuando un intervento di manutenzione sulla tettoria di un capannone, ad alcuni metri d’altezza; improvvisamente ha perso l’equilibrio ed è precipitato battendo pesantemente a terra.


    Sul posto sono giunti in breve i sanitari del 118 che non sono però riusciti a salvargli la vita. Il 23enne è morto praticamente sul colpo. La Procura di Ascoli Piceno ha aperto un’inchiesta per stabilire se ci sono responsabilità sull’incidente sul lavoro costato la vita al giovane operaio ascolano. (ANSA).

Amianto e Tribunali

Taranto, operaio muore di tumore per l’esposizione all’amianto: eredi risarciti con 167mila euro

Il giudice del lavoro del Tribunale di Taranto Maria Leone ha riconosciuto il risarcimento del danno non patrimoniale per l’importo di 167mila 565,74 euro agli eredi – la moglie e i due figli – di un operaio dipendente di un’azienda (la Chiome srl), operante nell’indotto dell’Arsenale militare, morto per carcinoma polmonare dopo tre anni dalla diagnosi.

Il lavoratore avrebbe contratto la patologia a causa dell’esposizione ad amianto durante la sua attività di carpentiere saldatore elettrico svolta prevalentemente nell’Arsenale di Taranto, dove si occupava di lavori di manutenzione, riparazione e revisione di macchinari a bordo di navi militari.

La somma dovrà essere corrisposta dal ministero della Difesa e dalla Chiome srl. I familiari dell’operaio, che si erano rivolti all’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi), sono stati assistiti in giudizio dagli avvocati Maria Luigia Tritto e Cataldo Tarricone

Monfalcone, restano 3 imputati a processo per le morti da amianto in cantiere

A rispondere di omicidio colposo il dirigente Italcantieri Zappi, Schivi e Roxbj dell’ex ditta d’appalto Devidson: 37 le parti offese rispetto alle originarie 48

22 MAGGIO 2022

MONFALCONE Su 48 parti offese, lavoratori deceduti, ne sono rimaste 37 nell’ambito del processo amianto 5. Per undici (tra cui quattro donne che lavavano le tute dei mariti) è intervenuta l’estinzione del reato in virtù della morte degli imputati. L’ultimo, lo scorso anno a 99 anni, l’ex dirigente di Italcantieri Giorgio Tupini.

Nel procedimento a questo punto sono tre a rispondere di omicidio colposo, Antonio Zappi, sempre ex dirigente, e Roberto Schivi, allora capo del personale, nonché Rhode Ronald Roxbj, ex titolare dell’impresa appaltatrice Devidson.

Vittime del dovere: spetta all’erede l’assegno mensile pari a 500 euro

Con sentenza Sezione Lavoro n. 12749, pubblicata in data 21 aprile 2022, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del Ministero della Difesa avverso al riconoscimento dell’assegno mensile, pari a 500 euro, in favore della vedova e dei figli di un dipendente, equiparato a vittima del dovere, deceduto per mesotelioma pleurico.

L’uomo era stato esposto ad amianto pluriennale a bordo delle unità navali della Marina Militare.

La Corte di Appello di Genova aveva confermato, nel 2016, la sentenza del Tribunale che aveva provveduto al riconoscimento della liquidazione ai familiari dell’assegno (ex articolo 2 legge 407/1998) e della relativa perequazione (ex articolo 11 del Decreto Legge 503 del 1992), nella misura prevista dall’articolo 1 comma 238 e 350 del 2003, pari a 500 euro (corrisposto invece dal Ministero alla famiglia con l’importo originario di 250 euro).

Il ricorso del Ministero della Difesa

Il Ministero della Difesa è ricorso in Cassazione avverso alla sentenza della Corte d’Appello di Genova con una sola motivazione:

[…] per avere la corte territoriale trascurato che l’adeguamento dell’assegno poteva esser fatta nei limiti di spesa previsti dalla norma e dunque l’estensione alle vittime del dovere poteva avvenire anche progressivamente, e dunque per importo inferiore a quello previsto dal dpr del 2006 (violazione dell’articolo 1 comma 562- 565 della legge 266 del 2005 e 4 DPR 234 del 2006).

La Cassazione rigetta il ricorso: motivazione infondata

La Cassazione ha giudicato infondato il motivo di ricorso presentato dal Ministero della Difesa, e riconosciuto il diritto dei familiari del lavoratore all’assegno vitalizio mensile pari a 500 euro.

Queste le motivazioni:

  • La disciplina di attuazione dell’articolo 1, comma 565, non aveva infatti il potere di modificare quantitativamente l’emolumento (previsto dalla legge 350 del 2003). Per la modifica infatti occorreva un’espressa previsione, considerata inoltre la necessità di parità di trattamento tra i diversi soggetti tutelati già valutata dal legislatore, che ha previsto l’estensione del beneficio alle vittime del dovere.
  • Il limite di spesa concernente l’estensione dell’emolumento assumerebbe rilievo solo su un piano auto-compensativo:  una volta raggiunto il limite annuale, infatti, l’emolumento graverebbe sulla graduatoria dell’anno successivorestando escluso che l’assistenza venga del tutto meno.
  • Secondo una consolidata giurisprudenza infine, ribadita dalla stessa Corte a Sezioni Unite,
    l’ammontare dell’assegno vitalizio mensile previsto in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad esse equiparati è uguale a quello dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, essendo la legislazione primaria in materia permeata da un simile intento perequativo ed essendo tale conclusione l’unica conforme al principio di razionalità-equità d cui all’art. 3 della Costituzione […].

Altri articoli collegati

23 Maggio 2022

Venezia, incidente sul lavoro al porto: operaio muore a 34 anni

Alessandro Zabeo stava operando all’interno di una nave a Porto Marghera al terminal container 

Venezia, 23 maggio 2022 – Incidente sul lavoro, questa mattina 23 maggio, a Porto Marghera (Venezia) all’interno di una nave nel terminal gestito da Vecon. Un addetto al rizzaggio è caduto da un castelletto di circa tre metri, battendo la testa e finendo in coma. 

In serata è arrivata la notizia della sua morte. Lo hanno reso noto i sindacati portuali veneziani. L’uomo, Alessandro Zabeo, 34 anni, era addetto al rizzaggio dei container. Ricoverato in coma all’ospedale All’Angelo di Mestre, l’uomo è deceduto in serata. I sindacati hanno annunciato un presidio per domani alle 6 davanti alla sede della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali.

20 Maggio 2022

MERANO

Diciassettenne ustionato, l’unione degli studenti annuncia mobilitazioni

Quello di Merano è il terzo incidente grave del 2022 durante l’alternanza scuola-lavoro

L’intervento dei vigili del fuoco di Merano nell’officina dov’è rimasto ustionato un 17enne dell’alternanza scuola lavoro (20 maggio 2022)

Dopo l’incidente che ha coinvolto un ragazzo di 17 anni in una carrozzeria a Merano, intervengono sia il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sia l’unione degli studenti. Il diciassettenne è rimasto ustionato venerdì 20 maggio durante l’alternanza scuola-lavoro a causa di un ritorno di fiamma.

“Stiamo firmando un accordo ulteriore con il ministero del Lavoro: devono valere le regole di sicurezza sul lavoro per tutti – ha detto Bianchi durante l’evento Didacta in corso a Firenze -. Non dimentichiamo che questo è il Paese che ha il più alto indice di morti sul lavoro, non solo per i ragazzi. Quando succede per un ragazzo si deve mettere in evidenza che questo non è possibile per nessuno”.

Infortunio sul lavoro a Imola, operaio muore schiacciato da un camion

La vittima aveva 43 anni e stava operando in via Selice. Trasportato in ospedale è deceduto in seguito alle ferite riportate

Imola, 20 maggio 2022 – Tragedia nel pomeriggio imolese: incidente mortale sul lavoro lungo via Selice. La vittima è un uomo di 43 anni, deceduto in seguito alle gravi ferite riportate, da quanto si apprende, dopo essere rimasto schiacciato da un camion, mentre lavorava in una ditta di trasporti sulla via Selice.

Finisce in mare con l’auto mentre lavora: muore un uomo all’aeroporto di Genova

All’una di questa notte, durante un’ispezione di routine della pista di volo

Finisce in mare con l'auto mentre lavora: muore un uomo all'aeroporto di GenovaAnsaAeroporto di GenovaCondividi

Incidente sul lavoro all’aeroporto di Genova: all’una di questa notte, durante un’ispezione di routine della pista di volo, un’auto di servizio con a bordo un operatore è caduta in mare, in corrispondenza dell’estremità ovest del sedime. Il dipendente di Aeroporto di Genova alla guida del veicolo è morto. Al momento non è possibile fare ipotesi sulle cause dell’incidente, spiega la scalo. 

I sommozzatori dei Carabinieri e dei vigili del fuoco, con la collaborazione della Capitaneria, hanno provveduto alla localizzazione del mezzo e al recupero del corpo. L’aeroporto ha ripreso la normale operatività al completamento delle operazioni di gestione dell’emergenza. 

“Aeroporto di Genova collabora con le autorità preposte per l’accertamento delle cause del tragico evento. I nostri primi pensieri – sottolineano i vertici dello scalo – vanno ai familiari e ai cari del nostro collega così inspiegabilmente e tragicamente scomparso”.

Morti di amianto

Venezia, morti di amianto: udienze a rilento (la prossima nel 2023). Ma l’imputato ha 92 anni

Tre operai morti di tumore: in aula solo tre volte in un anno e mezzo. Il legale: anticiparle. Parenti delle vittime e imputato hanno diritto a sapere l’esito

La prima udienza dibattimentale si è tenuta il 27 ottobre scorso. La seconda l’altro ieri. La prossima sarà il 29 marzo 2023, per un totale di tre udienze in un anno e mezzo. E questo per un processo in cui i fatti contestati – ovvero la morte di tre operai dell’ex Breda (poi Fincantieri) – risalgono al 2011 e 2012 e dunque sono anche vicini alla prescrizione. Inoltre, last but not least, l’imputato ha 92 anni. Troppo anche per un decano degli avvocati come Elio Zaffalon, che ne ha viste tante nelle aule giudiziarie, ma questa volta non si è trattenuto e ha scritto una lettera al presidente della sezione penale del tribunale di Venezia Stefano Manduzio. «Chiedo che lei voglia autorizzare la giudice a fissare, annullata l’udienza del 29 marzo 2023, tre udienze straordinarie due istruttorie e una per discussione, dislocate nell’ambito di un anno – è scritto nella missiva – onde poter definire il processo entro la metà del 2023 (a 11-12 anni dai fatti)». Tra l’altro il legale aveva già sollecitato tre volte il giudice ad accelerare i tempi, ma la risposta è stata che tutte le udienze da qui a marzo sono occupate da processi di «codice rosso», ovvero quei reati di violenza su donne e famigliari.

Il processo per omicidio colposo

Il processo è quello che vede come imputato Rinaldo Gastaldi, all’epoca direttore generale e di stabilimento di Breda e già condannato a 3 anni e 4 mesi nel «maxi-processo» sull’uso dell’amianto nel cantiere navale di Porto Marghera. Poi però sono emersi altri decessi e il pm Giovanni Gasparini, ultimo titolare di un fascicolo passato di mano in mano, ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. Due di loro erano stati stroncati da un mesotelioma pleurico, il terzo da un carcinoma polmonare: secondo l’accusa la causa delle neoplasie sarebbe proprio aver lavorato negli anni Settanta e Ottanta a stretto contatto con l’amianto, che veniva usato per le coibentazioni, senza adeguati dispostivi di sicurezza. Gastaldi è accusato di omicidio colposo.

Parenti delle vittime e imputato hanno diritto di sapere l’esito

Ma il processo va a rilento, anche perché – lamenta Zaffalon, che è l’avvocato di parte civile per conto del sindacato Cisl – le udienze sono state sempre fissate di pomeriggio (la prossima alle 13.30) e dunque i tempi sono stretti e spesso anche ridotti dai ritardi di quelle precedenti. «L’udienza di mercoledì era fissata alle 13 ed è slittata alle 15.45, quando sono stati assunti un medico del lavoro e un medico legale, mentre un terzo medico e un sindacalista sono stati rinviati dopo aver atteso ore – sottolinea – Modalità di trattazione del processo che non appaiono accettabili». Ad avere interesse alla conclusione del processo, a detta del legale, dovrebbero essere tutte le parti. «Ai prossimi congiunti dei lavoratori deceduti spetta (almeno) di sapere se c’è stata o no responsabilità per il decesso dei loro cari – afferma – ma anche allo stesso imputato». Zaffalon ricorda per esempio un processo analogo, quello all’ex dirigente Enel Nerio Tabacchi, in cui l’imputato ha 87 anni e i decessi sono avvenuti tra il 2013 e il 2015. In quel caso si stanno celebrando udienze a cadenza mensile.

19 Maggio 2022

Cade da impalcatura, imprenditore muore a Lipari

A Caltanissetta operaio travolto da traliccio, è grave

 Un’imprenditore edile Bartolo Zaia, 68 anni, è morto a Lipari cadendo da una impalcatura in un cantiere in località Zinzolo dove stava ristrutturando un’abitazione.

Dalle prime indagini l’uomo si era recato nella casa della figlia dove erano in corso lavori di restauro di un rudere.

A dare l’allarme è stato un passante. Sul posto si sono recati l’ambulanza del 118 e due pattuglie dei carabinieri. Sulla vicenda che ha turbato la comunità eoliana per la famiglia di Canneto molto nota sull’isola, i carabinieri hanno avviato le prime indagini. La salma è stata trasferita nella sala mortuaria del cimitero. “Mio padre non stava lavorando nella casa. Ha avuto un malore ed è caduto dalle scale”, ha detto Luana Zaia figlia dell’imprenditore Bartolo. I carabinieri continuano a indagare sull’ipotesi di un incidente sul lavoro. La casa dove l’uomo è morto è della figlia ed è in ristrutturazione. Un altro incidente sul lavoro è avvenuto a Caltanissetta dove sue operai sono rimasti feriti, uno in maniera grave, mentre lavoravano sul tetto di un locale commerciale in via Due Fontane. Quattro operai stavano effettuando lavori di manutenzione quando un traliccio, sul quale erano montati alcuni ripetitori di compagnie telefoniche, è caduto. Uno dei quattro operai è rimasto schiacciato mentre un altro è stato ferito lievemente. Per liberare l’operaio schiacciato è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco arrivati poco dopo. L’uomo, un 47enne di Monreale (Palermo), è stato trasportato col codice rosso da un’ambulanza del 118 all’ospedale Sant’Elia. Al momento è sottoposto ad esami diagnostici. Avrebbe riportato traumi da schiacciamento e una frattura esposta del femore. L’altro operaio è stato trasportato in ospedale col codice giallo, mentre i due colleghi sono rimasti illesi. Adesso i vigili del fuoco sono a lavoro per mettere in sicurezza la zona e definire le cause che hanno determinato il cedimento del traliccio. Le indagini sono affidate ai carabinieri.

Precipita dal tetto, operaio di 46 anni è grave

L’incidente nel pomeriggio a Poppi: l’uomo stava lavorando a una ristrutturazione quando un travetto di legno ha ceduto

Camaldoli (Arezzo), 19 maggio 2022 – Stava sistemando i tabelloni nel tetto di una proprietà privata in ristrutturazione quando, ad un certo punto, un travetto in legno ha ceduto improvvisamente sotto i suoi piedi e lui, operaio 46enne di una ditta del posto, è precipitato nel solaio sottostante. L’ennesimo incidente sul lavoro in provincia di Arezzo – già maglia nera – è avvenuto ieri pomeriggio poco dopo le 16 in via Camaldoli a Poppi presso il cantiere ’Il Poggio’.

La caduta è stata grave: l’uomo è finito a terra dopo un drammatico volo di tre metri e ha riportato un politrauma serio per il quale è immediatamente intervenuto il ’Pegaso 2’. L’elicottero dell’emergenza-urgenza ha trasferito l’operaio a Le Scotte di Siena dove il paziente è stato immediatamente stabilizzato: è in codice rosso ma – secondo quanto si è appreso – non sarebbe in pericolo di vita.

Saranno comunque le prossime ore decisive per capire l’entità del trauma per la prognosi.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche un’automedica Alfa 4, l’ambulanza della Misericordia di Bibbiena, i vigili del fuoco e i carabinieri. Questi ultimi stanno svolgendo accertamenti – in collaborazione con la squadra preposta del Pisll – per ricostruire la dinamica dell’accaduto e verificare ventuali responsabilità nell’infortunio sul lavoro.

Rimorchiatore affondato a Bari, morti e dispersi. “Subito 4 ore di sciopero al porto”

Era partito da Ancona e due delle vittime sono anconetane. Ma alla banchina 3 del molo Rizzo i lavoratori dei rimorchiatori si fermano in presidio

ANSA) – BARI, 20 MAG – Sono proseguite tutta la notte e sono ancora in corso, ormai da quasi 36 ore, le ricerche dei due marinai dispersi nell’affondamento del rimorchiatore Franco P., avvenuto mercoledì sera a circa 50 miglia dalla costa pugliese, in acque internazionali.

Nel naufragio, su cui indaga la Procura di Bari con la Capitaneria di Porto, sono morti tre componenti dell’equipaggio, il cui riconoscimento ufficiale è in corso nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari.

Unico superstite, al momento, è il comandante del rimorchiatore, ricoverato in ospedale a Bari.
    Sui due ancora dispersi la Guardia Costiera di Bari, con il supporto di unità aeree e motovedette di altre forze militari e delle autorità croate, ha esteso l’area di ricerca spingendosi più a sud. Le cause dell’affondamento dovranno essere accertate dalle indagini coordinate dal procuratore Roberto Rossi con la sostituta Luisiana Di Vittorio. Saranno utili le dichiarazioni del comandante, quando sarà ascoltato, e quelle degli 11 marinai a bordo del motopontone che era agganciato al rimorchiatore al momento dell’affondamento e dal quale è stato lanciato l’allarme. Il pontone e gli 11 membri dell’equipaggio sono stati rimorchiati da un altro mezzo e da ieri pomeriggio sono in viaggio verso Bari, dove attraccheranno intorno alle 9. (ANSA).

 

Un altro Mondo senza Amianto è possibile