30 Marzo 2022

Cerignola, muore sul lavoro a 70 anni. Foggia provincia con più infortuni

Ancora morti sul lavoro in Puglia. Dopo che lunedì Antony Turnone, un operaio di 30 anni di Martina Franca, è morto dopo essere stato investito da una scarica elettrica mentre lavorava per conto di una ditta nell’area di un impianto fotovoltaico di San Donato, in Salento; ieri stessa sorte per un operaio 70enne di Cerignola caduto da un pianerottolo posto al primo piano di una palazzina, un’altezza di circa sei metri.

L’uomo stava montando una guaina su un cornicione e ha perso l’equilibrio. L’incidente è avvenuto in via Pantanella, alla periferia della città.

Il 70enne è stato portato in ospedale dove è morto. Secondo i dati dell’Inail Puglia la provincia di Foggia detiene il triste primato degli infortuni sul lavoro.

29 Marzo 2022

Tre operai morti e due feriti. Ormai sul lavoro è strage quotidiana

Folgorato dall’alta tensione. Così è morto Antony Turnone, operaio di 30 anni, nato a Martina Franca e residente a Crispiano, comuni della provincia di Lecce. Il giovane stava manovrando un braccio meccanico all’interno di un parco fotovoltaico a San Donato, quando il mezzo ha urtato i cavi elettrici e la violentissima scarica l’ha investito in pieno. «È inaccettabile che nel terzo millennio si continui a morire sul lavoro», tuona il sindaco di Martina Franca, Franco Ancona, mentre il primo cittadino di Crispiano, Luca Lopomo, parla di «insopportabile morte».

Sconvolti anche i sindacati: «Tutto ciò è inaccettabile», si legge in una nota di Cgil, Cisl e Uil leccesi. «Serve un cambio repentino di cultura, della cultura della prevenzione e della sicurezza», chiedono i segretari generali Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto.

Un secondo lavoratore, Giacomo Turra, 52 anni, di Rudiano, in provincia di Brescia, ha perso la vita nel cantiere della nuova casa di riposo di Castel Goffredo, nel Mantovano. Mentre era alla guida di un muletto, l’uomo ha perso il controllo del mezzo che si è ribaltato schiacciandolo. Per liberare il corpo senza vita sono dovuti intervenire i Vigili del fuoco, mentre i tecnici della medicina del lavoro dell’Ats Valpadana, con i carabinieri, stanno indagando per risalire alle cause della tragedia. Secondo una prima ricostruzione, il lavoratore, subito dopo la pausa pranzo, si era messo al lavoro a bordo di un muletto dotato di benna, per spostare della sabbia accumulata in varie parti del cantiere. L’operazione è andata avanti regolarmente per un po’ fino a quando il mezzo non è salito, con le ruote, sopra un cumulo di sabbia, che lo fatto sbilanciare e piegare su un lato fino a rovesciarsi. Il lavoratore, un capocantiere, che, stando almeno a questa prima ricostruzione, pare non avesse il casco protettivo e non indossasse nemmeno le cinture, è stato sbalzato fuori dal mezzo che, poi, rovesciandosi lo ha schiacciato.

Sempre in Lombardia è morto un terzo lavoratore. L’incidente è avvenuto domenica pomeriggio, quando Angelo Pezzoni, 47 anni, ha deciso di salire sul tetto della propria casa, a Badia Pavese, per eseguire dei piccoli lavori di manutenzione. L’uomo, un operaio, aveva già effettuato questo tipo di manovre ma, questa volta, qualcosa è andato storto. Per cause accidentali, il 47enne ha perso l’equilibro ed è caduto da un’altezza di circa 5 metri. Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118, con l’elisoccorso giunto dall’ospedale Niguarda di Milano, ma i tentativi di rianimarlo sono stati vani.

Lavoro, nel bimestre balzo di incidenti (+47,6%) e morti (+9,6%). Bettoni (Inail): “Prevenzione nelle scuole”

Lavoro, nel bimestre balzo di incidenti (+47,6%) e morti (+9,6%). Bettoni (Inail): "Prevenzione nelle scuole"
(ansa)

Le denunce di infortunio sono state 121.994, i decessi 114. In aumento anche le patologie di origine professionale che sono state 8.080 (+3,6%)

ROMA – Come una guerra, e parlarne mentre ci angoscia un vero conflitto militare non ne ridimensiona la portata.  Nei primi due mesi di quest’anno le denunce di infortunio sul lavoro sono state 121.994 con un aumento del 47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021: 114 i morti, anche in questo caso con un forte incremento (+9,6%). In aumento anche  le patologie di origine professionale che sono state 8.080 (+3,6%). “Il confronto effettuato su un breve periodo potrebbe rivelarsi poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi – speiga l’Inail – ma il dato di un forte incremento delle denunce è lì”.

Passando ai settori, il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +46,9% nella gestione industria e servizi, un +2,5% in agricoltura e un +70,9% nel conto Stato. L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+50,8%) sia quelli extracomunitari (+36,0%) e comunitari (+20,1%), e tutte le fasce anagrafiche, con il 39% dei casi nella classe 45-59 anni. Quanto ai decessi, a livello nazionale i dati rilevano per il primo bimestre 2022 un incremento rispetto al 2021 solo dei casi “in itinere” (nel trasferimento dal o verso il lavoro), passati da 19 a 29, mentre quelli in occasione di lavoro sono stati 85 in entrambi i periodi.

“Nel nostro Paese – dice il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – manca ancora una reale cultura della prevenzione che va costruita iniziando dai banchi di scuola, conservandola poi nel tempo con adeguati interventi di informazione e formazione continua per tutti gli attori del ciclo produttivo. Una valida politica di prevenzione, l’interiorizzazione della cultura della sicurezza, non penalizzano l’impresa sul mercato, anzi, possono costituire elemento determinante di affermazione e competitività”

MORTE PER AMIANTO

Rubiera, morta di mesotelioma moglie di un lavoratore di Eternit

L’azienda di Rubiera dell’epoca

Aveva 82 anni. Afeva: “Non aveva lavorato all’Eternit ma si è ammalata ugualmente per avere lavato a casa le tute del marito”25 MARZO 2022

RUBIERA. E’ morta a 82 anni la moglie di un lavoratore esposto in passato all’amianto dell’Eternit di Rubiera. A darne notizia è Afeva (Associazione familiari vittime amianto) spiegando che la causa è un mesotelioma maligno contratto per aver respirato le fibre.

La donna si chiamava Carla Iotti. “Non aveva lavorato all’Eternit – spiega Afeva – ma si è ammalata ugualmente per avere lavato a casa le tute del marito Alfredo Bersani. E’ un dolore doppio, per Carla che non c’è più e per Alfredo costretto a portare a casa inconsapevolmente le fibre di Amianto. Alfredo non si meritava questo dolore, Carla potrebbe essere ancora con noi”.

Anche il sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro ha voluto esprimere le sue condoglianze: “Un abbraccio, forte, ad Alfredo Bersani, ex lavoratore dell’Eternit di Rubiera, che ieri ha perso sua moglie Carla per mesotelioma maligno. E’ la malattia che, nella grande maggioranza dei casi, è causata dall’amianto. Lei non lavorava in fabbrica, ma era in contatto con gli abiti e le fibre di chi vi lavorava. Il mesotelioma ha un tempo di “incubazione” che va dai 20 ai 50 anni. Ho conosciuto Alfredo per la lotta che abbiamo condotto, ancora oggi invano, nei tribunali. Una persona meravigliosa. Un rappresentante dei lavoratori che non ha mai smesso di esserlo. Gli trasmetto tutta la vicinanza di cui posso essere capace. Non c’è una giustizia, una comprensione umana per cose come questa. Spero che il cielo possa consolare Alfredo in qualche modo”.

27 Marzo 2022

Ancora morti sul lavoro: due operai hanno perso la vita oggi in due incidenti, uno in Salento e uno nel Mantovano. E’ morto Antony Turnone, operaio di 30 anni di Martina Franca, rimasto folgorato dopo che il braccio meccanico che stava manovrando per spostare alcuni container ha toccato un cavo dell’alta tensione.

Il giovane è deceduto in ospedale.

L’incidente è avvenuto in un impianto fotovoltaico di San Donato, in Salento, dove il giovane stava lavorando per conto di una ditta.

“Siamo ancora una volta costretti a commentare con il dolore nel cuore la notizia di una morte sul lavoro. Questa volta a perdere la vita è stato un giovane lavoratore impegnato su un campo fotovoltaico. Si esce da casa al mattino per guadagnarsi da vivere e poi non si fa ritorno. Tutto ciò è inaccettabile”. Così Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Lecce, commentano la morte di Antony Turnone, l’operaio di 30 anni di Martina Franca, rimasto folgorato dopo che il braccio meccanico che stava manovrando per spostare alcuni container ha toccato un cavo dell’alta tensione. Anche il presidente del comitato consultivo provinciale dell’Inail di Lecce, Donato Congedo, esprime “cordoglio” per quanto accaduto.

Un altro operaio è morto travolto da un muletto nel cantiere di una casa di riposo a Castel Goffredo, nel mantovano. L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio. Non ancora chiara la dinamica dell’incidente. Sul posto è intervenuta un’eliambulanza, ma invano. Per i rilievi sono intervenuti anche i tecnici della medicina del lavoro dell’Ats Valpadana e i carabinieri, accanto ai vigili del fuoco intervenuti per liberare il corpo rimasto sotto il mezzo meccanico.

L’operaio morto in un infortunio sul lavoro a Castel Goffredo aveva 52 anni e, per il momento, non sono state comunicate le sue generalità. L’uomo, secondo una prima ricostruzione dell’incidente, stava manovrando un muletto all’interno di un cantiere quando, per cause imprecisate, ne ha perso il controllo. Il mezzo si è ribaltato e l’operaio è rimasto schiacciato dal tettuccio. Il cantiere si trova all’interno della nuova casa di riposo privata che si sta costruendo a Castel Goffredo e che sostituirà l’attuale, il Gelso, ormai fatiscente.

Un attimo di distrazione, come tante volte accade, che si accompagna ad una sottovalutazione del rischio. Ci sarebbe questo alla base dell’infortunio mortale avvenuto in un cantiere a Castel Goffredo, nel Mantovano, che è costato la vita a Giacomo Turra, 52 anni, residente a Rudiano in provincia di Brescia. Era il capocantiere per conto dell’impresa bresciana che sta lavorando all’edificazione della nuova casa di riposo di Castel Goffredo, un cantiere che sta andando avanti da più di un anno per realizzare una struttura da cento posti letto. Secondo una prima ricostruzione dell’incidente il lavoratore, subito dopo la pausa pranzo, si era messo al lavoro a bordo di un muletto dotato di benna, per spostare della sabbia accumulata in varie parti del cantiere. L’operazione è andata avanti regolarmente per un po’ fino a quando il mezzo non è salito, con le ruote, sopra un cumulo di sabbia, che lo fatto sbilanciare e piegare su un lato fino a rovesciarsi. Il capocantiere, che pare non avesse il casco protettivo e non indossasse nemmeno le cinture, è stato sbalzato fuori dal muletto che, poi, rovesciandosi lo ha schiacciato. Subito sono accorsi i colleghi di lavoro che hanno tentato di sollevare il mezzo e hanno chiamato i soccorsi. Quando, però sono arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri e l’eliambulanza, per Turra era già troppo tardi: l’uomo era già morto per le gravi ferite riportate.

26 Marzo 2022

Livorno, 26 marzo 2022 – Una giornata come tante di consegne. L’ora di cena che si avvicina e il turno di lavoro che si fa intenso, pieno di cose da fare. E’ stato in quel momento che William De Rose, 30 anni, si è scontrato con il suo motorino con un’auto a un incrocio. Ed è morto nonostante ogni tentativo di rianimazione, dopo il disperato trasporto in ospedale, che si trova a poche centinaia di metri da dove è avvenuto l’incidente.

Il sindaco Salvetti: “Le aziende del delivery si fermino a riflettere”

E’ lutto a Livorno per la morte, mentre stava lavorando, di questo trentenne appassionato di sport, con tanti amici, che da tempo lavorava per l’azienda Deliveroo. L’incidente è avvenuto sul viale Marconi, arteria stradale nelle immediate vicinanze del centro, nel punto in cui la strada si incrocia con via del Fagiano. Saranno le forze dell’ordine adesso a stabilire cosa è accaduto.

Il ragazzo stava procedendo lungo il viale quando c’è stato lo scontro con una Maserati. Un impatto molto violento. Il ragazzo è caduto a terra insieme al suo motorino. Sulla strada, dalla carreggiata piuttosto stretta, subito l’automobilista coinvolto nell’incidente e i passanti hanno chiamato il 118. Immediato l’arrivo dell’ambulanza, con l’inizio delle manovre rianimatorie.

Il giovane era in condizioni disperate. E’ stato portato in ospedale. Nella shock room del pronto soccorso i medici hanno tentato, senza successo, di salvargli la vita. Troppo grave la situazione generale di William De Rose, spirato nella struttura ospedaliera livornese.

 La notizia si è sparsa in pochi minuti in città. A Livorno i rider si conoscono tutti e sono conosciuti dalla gente. William De Rose, nel periodo della pandemia, aveva consegnato cibo a domicilio a diverse persone positive al coronavirus e in molti apprezzavano le sue doti umane anche sul lavoro. Dolore tra i familiari e gli amici del giovane.

Sulla scena dell’incidente restano i segni della tragedia: lo zaino da rider di William, i rottami del motorino e dell’auto, una Maserati, finiti sull’asfalto. Sotto choc il guidatore, un cinquantenne. 

F.S. e Amianto marzo 2022

Il giudice del Tribunale di Roma, Francesca Vincenzi, ha condannato Ferrovie dello Stato al risarcimento di 300 mila euro alla famiglia di un macchinista di Palermo morto nel 2015 di mesotelioma per esposizione alla fibra killer. L’uomo aveva lavorato nelle FS per 30 anni, dal 1967 al 1996, come macchinista, sempre esposto all’amianto senza dispositivi di protezione. Prima presso il deposito locomotive di Catania, poi in quello di Palermo e Caltanissetta. Per qualche mese fu addetto alla conduzione di treni in Sicilia. In ultimo, infine, nel deposito locomotive di San Lorenzo a Roma.

Nella sentenza il magistrato richiama l’onere, per il datore di lavoro, di provare a sua discolpa, “di aver adottato, pur in difetto di una specifica disposizione preventiva, le misure generiche di prudenza necessarie alla tutela della salute dal rischio espositivo secondo le conoscenze del tempo di insorgenza della malattia, essendo irrilevante la circostanza che il rapporto di lavoro si sia svolto in epoca antecedente all’introduzione di specifiche norme per il trattamento dei materiali contenenti amianto”. Il riferimento è alla Legge 257/1992 che mette al bando la fibra killer.  Spiega anche che la presenza di amianto nell’ambiente di lavoro dell’uomo emerge dai documenti presentati nel ricorso. La stessa Rfi l’ha confermata nelle sue memorie difensive. Il giudice sottolinea anche che non si tratta di “una piccola impresa che galleggia nel turbinio di leggi da cui trarre indicazioni comportamentali, ma di una grande realtà aziendale, ‘parallela’, per i servizi sanitari, allo Stato”. Dotata anche “di un organismo ad hoc, assistito da competenze scientifiche, deputate in primo luogo ad assicurare e garantire la salute dei ferrovieri” – e sottolinea che l’organizzazione sanitaria “si è dimostrata inadeguata e/o difettosa … nel rivelare e segnalare tempestivamente al vertice gestionale il serio e non ipotetico pericolo incombente costituito dalle fibre di amianto diffuse nel materiale rotabile, suggerendo rimedi che la comunità scientifica internazionale aveva ormai allo studio”.

Esposti amianto 2022

Riconoscimento Pensione di inabilità per esposizione amianto 

Pensione amianto 2022, domanda Inps in scadenza. Entro il 31 Marzo 2022, si potrà richiedere il riconoscimento della pensione speciale di inabilità, per i soggetti affetti da malattie derivanti dall’esposizione all’amianto.

Quali sono i requisiti e come presentare la domanda di Pensione anticipata per esposizione all’amianto?

Requisiti Inps pensione anticipata per i lavoratori esposti amianto

I lavoratori affetti da una patologia professionale asbasto-correlata, certificata dall’Inail, come causa di servizio, con almeno 5 anni di contributi (nell’arco dell’intera vita lavorativa), hanno diritto alla pensione anticipata Inps per esposizione ad amianto.

Per ottenere la pensione speciale di inabilità 2022, i lavoratori iscritti all’Inps o ad altre forme esclusive e sostitutive, devono essere affetti da queste patologie:

  1. mesotelioma pleurico,
  2. mesotelioma pericardico,
  3. mesotelioma peritoneale,
  4. mesotelioma della tunica vaginale del testicolo,
  5. carcinoma polmonare,
  6. asbestosi,

per motivi di origine professionale, accertata anche come causa di servizio dall’Istituto previdenziale Inail.

Per presentate la domanda di verifica di condizioni all’Inps, bisogna essere in possesso di determinate condizioni:

  1. almeno cinque anni di contributi durante l’intero periodo lavorativo, di cui tre anni negli ultimi 5 anni, solo per le richiedere di assegno ordinario di invalidità Inps,
  2. certificazione da parte dell’Inail o di altre Ente Pubblico, che attesti le patologie elencate precedentemente,
  3. lavoratori in servizio o che hanno cessato l’attività lavorativa, affetti da patologia asbesto-correlata al 30 Giugno 2020. (requisito da verificare dopo la circolare Inps)

Come richiedere la pensione Inps per amianto nel 2022?

Per ottenere la pensione amianto 2022, bisogna presentare due domande telematiche all’Inps. Un’istanza online, entro il 31 Marzo 2022, per verificare le condizioni contributive e sanitarie, maturate entro il 31 Dicembre 2022.

In seguito o anche contestualmente, è necessario inviare all’Inps la domanda di pensione. (come funziona anche per l’Ape sociale).

La pensione speciale di inabilità è accolta, in base alle condizioni previste dalla legge ed alle risorse in quell’anno disponibili. In ordine, vengono prese prima in carico, i lavoratori con determinati parametri, alla data di presentazione della domanda.:

  1. l’età anagrafica,
  2. l’anzianità contributiva.

La pensione dell’amianto INPS è incompatibile:

  1. con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo e dipendente, 
  2. con la rendita vitalizia corrisposta dall’Inail,
  3. e con altri benefici pensionistici.

Come fare domanda di pensione anticipata per esposizione amianto?

Alla domanda di pensione anticipata è importante allegare, secondo il messaggio Inps n. 3249 del 4 Agosto 2017:

  • per gli assicurati della gestione privatala certificazione rilasciata dall’INAIL, ovvero una dichiarazione dell’interessato che attesti il possesso dei requisiti previsti dall’art. 3, comma 1, lett. b) del decreto 31 maggio 2017, nonché l’eventuale percezione della rendita diretta erogata dall’INAIL, in relazione allo stesso evento invalidante. Le ultime due condizioni saranno verificate dall’INAIL.
  • Per gli assicurati della gestione pubblica, per i quali è previsto l’istituto dell’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, la certificazione rilasciata da altre commissioni competenti (Comitato Tecnico per le pensioni privilegiate o Comitato di verifica per le cause di servizio istituito presso il MEF).

Non è necessario presentare il modello SS3 dal medico curante. L’istanza online all’Inps è possibile inviarla gratuitamente, tramite un patronato o autonomamente con le credenziali Inps (SPID, CIE, CNS), accedendo al servizio online: domanda di prestazioni pensionistiche.


24 Marzo 2022

Un operaio di 41 anni è morto dopo essere stato ricoverato in ospedale per una caduta da una scala, mentre lavorava ad un palo del telefono.

L’incidente sul lavoro era avvenuto lunedì 21 marzo, a Fagnano Olona, in provincia di Varese. Lo riporta oggi il quotidiano Il Giorno. A quanto emerso l’uomo era impegnato in una operazione di manutenzione quando il palo telefonico si è spezzato, facendolo precipitare per circa 4 metri.

Trasportato in gravi condizioni dall’elisoccorso all’ospedale di Circolo di Varese, la sera di mercoledì 23 marzo le sue condizioni sono precipitate ed è deceduto.

I morti sul lavoro in Italia nel 2021:dati

Dall’inizio dell’anno fino a fine agosto sono morte più di tre persone al giorno sul posto di lavoro. In totale i decessi sono 772. A fornire i numeri è l’Inail, che ha pubblicato gli open data dei primi otto mesi del 2021. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto – tra gennaio e agosto – sono state 349.449, oltre 27mila in più (+8,5%) rispetto allo stesso periodo del 2020. In particolare, aumentano gli infortuni sul tragitto di andata e ritorno tra casa e lavoro (+20,6%), tornati a salire tra marzo e agosto (dopo il calo del primo bimestre), complice il massiccio ricorso allo smart working dello scorso anno, a partire proprio da marzo 2020. I casi mortali sono in calo (-6,2%) rispetto ai primi otto mesi dello scorso anno, anche se il confronto con il 2020 “richiede cautela”, avverte l’Inail: i dati, infatti, sono “provvisori e influenzati fortemente” dall’emergenza coronavirus, che non permette ancora di conteggiare “un rilevante numero di tardive denunce mortali da contagio”, in particolare relative a marzo 2020. L’Istituto fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo un periodo più o meno lungo dalla data del contagio. Tornano poi a crescere le malattie professionali, che sono state 36.496 (+31,5%)

I dati sugli infortuni sul lavoro

Rispetto allo scorso anno, le denunce di infortunio sul lavoro hanno avuto un iniziale decremento nel trimestre gennaio-marzo (-11%), seguito da un incremento nel periodo aprile-agosto (+26%) con il graduale riprendere delle attività. Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato in tutti i settori produttivi, in particolare del 6,9% nella gestione assicurativa Industria e servizi (dai 279.792 casi del 2020 ai 299.147 del 2021), del 3,6% in Agricoltura (da 17.164 a 17.786) e del 29,2% nel Conto Stato (da 25.176 a 32.516). Diminuiscono invece nei settori dell’Amministrazione pubblica (-6,5%) e della Sanità e assistenza sociale: quest’ultima si distingue ancora per la numerosità degli eventi (oltre 27mila denunce da gennaio ad agosto), ma presenta una riduzione del 31,9% rispetto ai 40mila infortuni dello stesso periodo del 2020. Nel 2021 sono aumentati gli infortuni in itinere, cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro: da 38mila casi nel 2020 si sale oggi a 45.821 (+20,6%). Sul dato ha sicuramente avuto un’influenza il ricorso allo smart working durante lo scorso anno. L’aumento maggiore si registra nel periodo da marzo ad agosto 2021, con il 59% degli infortuni in più.

Da inizio anno, più di tre morti sul lavoro al giorno

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 772, 51 in meno rispetto alle 823 registrate nei primi otto mesi del 2020 (-6,2%). L’Inail però raccomanda “prudenza” nel paragonare i due anni. Il confronto è da ritenersi “ancora poco significativo” a causa della pandemia che nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, “una manifesta tardività nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia”, che rende difficile la comparazione con i mesi del 2021.https://flo.uri.sh/visualisation/7467504/embed?auto=1A Flourish chart

Al 31 agosto di quest’anno risultano 12 incidenti plurimi sul lavoro, per un totale di 29 decessi. Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno, altri due intossicati da monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio e, infine, due persone travolte da una lastra di cemento in Valle d’Aosta ad agosto. Altri 17 lavoratori sono morti a causa di incidenti stradali. Nel 2020 gli incidenti mortali plurimi erano stati 6, per un totale di 12 lavoratori deceduti, di cui sei in incidenti stradali. La gestione Industria e servizi (comprensiva dei settori dell’industria, dell’artigianato, del terziario e delle altre attività) è l’unica a fare registrare un segno negativo (-10,4%, da 721 a 646 denunce mortali), al contrario dell’Agricoltura, che passa da 70 a 84 denunce (+20,0%), e del Conto Stato, da 32 a 42 (+31,3%).https://flo.uri.sh/visualisation/7473038/embed?auto=1A Flourish chart

Per i primi otto mesi di quest’anno, invece, si registra un aumento delle morti avvenute in itinere, cioè nel tragitto tra casa e lavoro, passate da 138 a 152 (+10,1%). Anche su questo dato, come su quello per gli infortuni, pesa il ritorno in presenza dopo un anno di smart working.https://flo.uri.sh/visualisation/7467745/embed?auto=1A Flourish chart

Per quanto riguarda invece l’analisi territoriale, rispetto al 2020 emerge un aumento dei decessi a Sud (da 165 a 211 casi mortali), nel Nord-Est (da 161 a 167) e nel Centro (da 147 a 150). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 298 a 194) e nelle Isole (da 52 a 50). Nei primi otto mesi del 2021 è la Lombardia ad avere il più alto numero di morti sul lavoro, con 106 casi, seguita dalla Campania con 85 casi e da Piemonte ed Emilia-Romagna, rispettivamente 69 e 68.https://flo.uri.sh/visualisation/7467926/embed?auto=1A Flourish map

Significativa anche l’analisi dei decessi dal punto di vista di genere: le donne che hanno perso la vita sul luogo di lavoro da gennaio ad agosto sono circa il 10% del totale, un dato in linea con il 2020. Nello specifico, sono 78 le lavoratrici e 694 i lavoratori che hanno perso la vita al 31 agosto.https://flo.uri.sh/visualisation/7473160/embed?auto=1A Flourish chart

Aumentano le malattie professionali: +31,5% in un anno

Tornano ad aumentare le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante diminuzione nel confronto con gli anni precedenti. Nello specifico, i casi di malattia professionale protocollati dall’Inail sono 36.496, 8.735 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+31,5%). Anche questo aumento trova una ragione nella situazione pandemica. Lo scorso anno arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo, lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione e gli accessi controllati alle strutture sanitarie hanno disincentivato e reso più difficoltoso per il lavoratore presentare le denunce di malattia, rimandandole al 2021. Le prime tre malattie professionali denunciate restano le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio.Seguono i tumori e le patologie del sistema respiratorio

Un altro Mondo senza Amianto è possibile